Quantcast
Channel: gli Audaci
Viewing all 2542 articles
Browse latest View live

Orfani: Sam #7

$
0
0
Oltre il giro di boa


Dopo tre mesi di pausa torna Orfani: Sam, sesta e ultima stagione della serie ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, con l'albo intitolato La mossa della Torre che assolve il compito di riprendere le trame e fornire risposte a diversi quesiti rimasti in sospeso.


Un riassunto breve di dove eravamo rimasti?
Alla fine del sesto episodio, Sam era scomparsa insieme ai bambini e sia il "nuovo" Ringo che la rediviva Juric erano intenzionati a mettersi sulle loro tracce.
Rimaneva dunque il dubbio su dove si sarebbero nascosti Sam e i piccoli eredi, nonché la curiosità su chi li avrebbe stanati e su come i vari esponenti politici e militari di Itaca (il governatore Garland e il generale Petrov) e della Luna (Cesar e i suoi uomini) si sarebbero mossi nello scenario successivo al ritorno della ex Presidentessa Juric, la "Madre Severa".

L’avventura di questo mese sembra, ancor più che in altre occasioni, un quadro di un videogame. La storia fornisce una risposta interessante a molti di questi spunti, portando avanti la trama e mantenendo vivo l'interesse del lettore. In alcuni punti, come suggerisce ironicamente il clone Ringo (sempre più il Deadpool della serie), le svolte avvicinano la narrazione al genere fantasy, ancor più rispetto ad altre occasioni (si veda il finale).

Avendo appena superato il giro di boa di metà stagione, questa storia andava incontro sulla carta a rischi in parte ovvi. La parte centrale di saghe come questa può soffrire infatti di momenti di stanca, in cui si va avanti quasi per inerzia e per far progredire la trama verso porzioni di storia maggiormente intriganti. Invece, vuoi per l'ambientazione anomala (il Gateway, il mondo virtuale creato dalle menti interconnesse di tutti gli Orfani, concetto affascinante introdotto di recente nella serie), vuoi per la freschezza della narrazione, almeno per il momento questo pantano è stato evitato.



Immancabili i momenti da "tuffo al cuore". Sin dalla copertina è rintracciabile l'aspetto nostalgico verso il vero Ringo, il protagonista della seconda stagione che è rimasto nel cuore di tanti lettori e che periodicamente torna a far capolino (e che ha dato il nome al suo "erede", tra i protagonisti di questa sesta stagione).

Non si può fare a meno anche della solita ampia dose di citazioni sparse qua e là, che condisce l'episodio con richiami più o meno noti, come quello visivo al Wolverine Arma X di Barry Windsor-Smith (nella scena in cui Ringo viene immerso nel gateaway, pp. 15) o quello testuale di "Apri gli occhi, Ringo" nella tavola successiva (che sembra richiamare la primissima tavola di John Doe) o ancora alla Torre Nera di Stephen King nelle pagine ancora a seguire, senza tralasciare i vari Tex e Torquemada.



Venendo ai disegni, è indubbio che le scene più suggestive siano quelle realizzate da Fabrizio Des Dorides nella seconda metà dell'albo. Le sue chine sporche sono perfette per ritrarre le scene più cupe e rendono benissimo l'atmosfera.
Sembra fortunatamente attenuarsi poi quella che è stata una delle pecche principali dei numeri precedenti, ovvero il repentino (e a tratti eccessivo) avvicendarsi dei vari disegnatori, fino a sei artisti nello stesso albo. L'augurio è che il tempo intercorso nella pausa della midseason sia servito a confezionare il prodotto migliore possibile ed evitare eccessivi avvicendamenti.

La mossa della torreè dunque un ritorno d'impatto, che apre a una cavalcata finale che si preannuncia molto più che promettente (vedi le metamorfosi demoniache di Sam e della Juric, mostri dentro da sempre e, adesso, anche fuori). La forte svolta epic fantasy - più volte rimarcata dallo stesso clone di Ringo - a noi Audaci non dispiace affatto e può rappresentare l'elemento di novità in una serie arrivata - tra una stagione e l'altra - al quarantanovesimo episodio.

Il sommo audace
(con epiche aggiunte da parte di Rolando Veloci)



Orfani Sam: La mossa della Torre 
NUMERO: 7
DATA: gennaio 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Carmine Di Giandomenico (colori di Giovanna Niro)

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Michele Monteleone e Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Fabrizio Des Dorides, Federico Vicentini, Luca Maresca
COLORI: Giovanna Niro





Tutte le immagini: © 2018 Sergio Bonelli Editore.



Preview: Black Hammer vol. 2

$
0
0
Jeff Lemire e Dean Ormston rivelano i segreti del mitico supereroe e il passato dei suoi compagni esiliati



Dopo il primo, folgorante e straordinario volume, Black Hammerè già una delle serie d'oltreoceano che noi audaci attendiamo con maggiore interesse. Bao Publishing annuncia l'uscita nelle librerie dello stivale del secondo capitolo, realizzato da Jeff Lemire ai testi, Dean Ormston ai disegni e Dave Stewart ai colori.
Lo presentiamo a seguire.


Comunicato stampa

BLACK HAMMER 2
L'evento

Quando un visitatore giunge alla fattoria in cerca di Black Hammer, le notizie che porta cambiano tutto: antichi ricordi riaffiorano e un nuovo piano di fuga viene orchestrato. Continua la saga della famiglia disfunzionale di supereroi firmata dal team Lemire, Ormston, Stewart 

"Poi mi viene un'idea folle. Forse non sono io che sto parlando con te, papà. Forse sei tu che stai parlando con me. Mi stai chiamando. Mi dici che è il momento."
BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'uscita del secondo capitolo della nuova serie di Jeff Lemire (testi) e Dean Ormston (disegni), con i colori di Dave Stewart.

Lucy, la figlia di Black Hammer, è arrivata alla fattoria e scopre che il padre non c'è più. Gli altri ex-eroi non hanno molte risposte per le sue domande, ma le dicono quello che sanno, quello che possono. Solo che tra loro c'è qualcuno che forse non vuole andarsene da lì, da quel limbo bucolico superficialmente realistico, ma in realtà costruito perché chi vi capita non si faccia troppe domande.

Jeff Lemire e Dean Ormston confezionano un secondo atto magistrale, che soddisfa ma lascia una profonda voglia di saperne di più di questa serie che è già stata paragonata a Watchmen.

Black Hammer 2 è disponibile in libreria dal 18 gennaio 2018.
Jeff Lemire (1976) è uno sceneggiatore e fumettista canadese. Negli ultimi anni si è imposto come uno dei maggiori talenti dei comics americani, collaborando con le principali case editrici statunitensi (Marvel, DC, Image) e scrivendo per testate quali Animal Man, Green Arrow, Superboy, Superman, Hawkeye, Swamp Thing, Batman, X-Men e tante altre. Tra i lavori più personali, Essex County (2000) è quello che lo ha reso noto al grande pubblico e che gli è valso numerosi premi. In Canada, l’opera è stata dichiarata uno dei cinque romanzi più importanti del decennio. Nel 2009, per l’etichetta Vertigo della DC, crea la serie Sweet Tooth. Nel 2012 pubblica il graphic novel Il saldatore subacqueo, di cui è autore completo. Nel 2015, per la Image Comics, dà vita alla serie Descender, epopea fantascientifica in coppia con l’artista Dustin Nguyen e pubblicata in Italia da BAO Publishing.

Dean Ormston è un disegnatore e fumettista inglese, principalmente noto come artista di 2000AD, pubblicato da Vertigo, e come disegnatore di Sandman, scritto da Neil Gaiman. Dopo aver studiato illustrazione all'Università di Leeds, fa il suo esordio disegnando, insieme a Si Spencer, le strisce comiche di Harke & Burr, pubblicate su Judge Dredd Megazine nel 1990. Nello stesso periodo disegna parte dell'arco narrativo di Sandman, una serie di Neil Gaiman pubblicata da Vertigo, etichetta della DC Comics. Sempre per DC illustra diversi albi di Lucifer e alla serie The Book of Magick. Attualmente lavora alle tavole di Black Hammer, serie di Jeff Lemire edita in Italia da BAO Publishing.

Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi - Dopo mezzanotte

$
0
0
La notte più lunga



Sembra ormai chiaro che chi sta curando la pubblicazione di questa nuova collana dylaniata voglia rimarcare sempre di più quanto il duo artistico costituito da Tiziano Sclavi e Giampiero Casertano sia stato il motore di alcune delle più riuscite storie dell'Indagatore dell'incubo.
Rileggendo queste storie e recensendole per questa bella ristampa cartonata a colori, ci stiamo accorgendo una volta di più di quanto la sintonia di intenti tra i due sia sempre stata (e sia) totale e completa, altrimenti non sarebbero potute mai nascere storie come Attraverso lo specchio, Memorie dall'invisibile e, appunto, Dopo mezzanotte.


La cover originale dell'albo, ad opera di Claudio Villa.

Uscita originariamente il giorno di Ognissanti del 1988, Dopo mezzanotte è stata la terza storia scritta da Sclavi per i disegni di Casertano per la serie regolare ed è legata a doppio filo con l'altro capolavoro della coppia, il già citato Memorie dall'invisibile, pur mantenendo un'originalità tutta propria che resterà un unicum nella vicenda editoriale del personaggio.

Un delirio onirico-lisergico come non ce ne saranno in seguito. Sembra che Sclavi abbia voluto scrivere con questa storia il suo romanzo alla Burroughs o comporre il suo beatlesiano Yellow Submarine o Magical Mystery Tour. E proprio di un tour, di un viaggio si tratta, infatti.
Dylan, per una volta, dimentica qualcosa di diverso dalla solita pistola, le chiavi, e non può rientrare in casa dopo una serata delle sue. Nessun problema, starete pensando: gli aprirà Groucho! E, invece, no! L'urlo di terrore del campanello si ripete vanamente col passare dei minuti e si disperde nel silenzio della notte. L'attesa di un cenno da parte di Groucho è snervante per Dylan: lui non è abituato ad aspettare i comodi del suo assistente (che poi chissà che cosa starà facendo? Sarà al cinema? Starà dormendo? Si sarà recato a un incontro di sosia di se stesso?) e decide di mettersi in moto e di andare, come per sua natura, incontro all'ignoto.



Sarebbe stato meglio, sicuramente, pazientare, ma noi non avremmo poi potuto vivere con lui questo incredibile e assurdo saliscendi di emozioni al riparo da ogni pericolo. L'incubo sarà anche il suo mestiere ma il povero Dylan proprio non poteva immaginare di dover dividere la scena con la vera protagonista, Londra o, meglio, con la notte londinese e il suo inferno di solitudine e luci abbaglianti, di silenzi e di musiche assordanti...

Parlavamo inizialmente dei riferimenti al mitico Memorie dall'invisibile. Bene, si tratta del nome di Bree Daniels che ritorna proprio per bocca di una "collega" della donna, la quale riconosce Dylan per via della famosa storia di pochi mesi prima e identifica sprezzantemente la Daniels come una che si dà gratis; gli altri punti che legano le due storie sono gli squarci sclaviani sulla malattia, sulla dipendenza, sulla diversità.



Proprio a metà albo, Dylan incontra un uomo, tossicodipendente, molto probabilmente malato di AIDS, il quale si prostituisce per comprarsi la droga... Ed è straziante oggi, come lo era nel 1988, ben prima che il "caso" Mercury portasse l'opinione pubblica a informarsi su questi temi, vedere il tossicodipendente autodefinirsi "mostro" a causa del suo essere "diverso" e "malato".

Se la memoria non ci inganna, sia Scalvi che la SBE vennero accusati, ai tempi, di omofobia: la casa editrice per essere refrattaria a trattare il tema dell'omosessualità e Sclavi per averlo affrontato in modo particolare (l'uomo, con una battuta, si interroga su come possa essere fare sesso con una donna e dopo averlo provato afferma che non si sarebbe perso un granché). È chiaro che l'intento di Sclavi era quello sdrammatizzare uno dei momenti più dolenti di tutta la sua carriera: affrontare il tema dell'omosessualità, della dipendenza da droghe, della prostituzione, della malattia in un'unica sequenza. Il sentirsi "mostro" dell'uomo non nasce da un sentimento intimo ma dalla consapevolezza di esserlo agli occhi degli altri, dei cosiddetti "benpensanti".
Solo per questo egli desidera uscire dal palcoscenico della vita e chiede a Dylan di aiutarlo a chiudere gli occhi per l'ultima volta... impossibile dirvi il travaglio di Dylan: occorre leggere e piangere.

È chiaro che l'uomo morirà presto ma a ucciderlo non sarà stata tanto la malattia o la droga quanto l'indifferenza della gente, tema che Sclavi ha sempre trattato con grande sensibilità.
Il papà di Dylan si è sempre speso, nella sua opera, per abbattere i tabù della dipendenza (fumo, alcool, droga), per affermare con forza il proprio vegetarianesimo e animalismo (in questo numero fa la sua prima comparsa Botolo, il randagio che ritroveremo in tante altre storie, Johnny Freak tanto per citarne una), per ribadire la sua adesione più totale al pacifismo e all'ambientalismo (quest'ultimo molto in voga oggigiorno), per criticare in modo corrosivo e aspro il bieco disprezzo del debole, del povero, dell'emarginato...
E lo fa giocando con la lingua, da quel grande scrittore che è, e si lancia in ghirigori che avrebbero divertito Raymond Queneau e tutti gli amici dell'Oulipo:

« L'ascia lascia la scia! L'ascia lascia la scia! L'ascia lascia la scia... di sangue! »



La copertina inedita di Gigi Cavenago, in linea con lo stile di quelle precedenti, si caratterizza per l'evidentissimo omaggio all'inarrivabile capolavoro dell'originale di Claudio Villa (un orologio di sangue su sfondo bianco con un Dylan terrorizzato che chiede aiuto al lettore per essere strappato via da quella dimensione da incubo).

E che dire di Casertano che non sia già stato detto più e più volte qui o altrove? L'artista è qui al suo meglio, con tutto il carico di espressività e umanità che il suo stile è capace di rendere su carta. La presenza di Casertano si rivela indispensabile nel rendere questa storia un classico senza tempo (letteralmente).
Una storia imprevedibile e ricca di meraviglia, assurdo, poesia e desolazione che vi farà disperare, riflettere e, insieme, sorridere... proprio com'è in grado di fare l'esistenza umana. Londra non è mai stata così allucinata e allucinante, la componente umana mai così fragile e sull'orlo dell'abisso e la Speranza, ultima dea, si affaccia solo con il sorgere di un'alba che proprio non voleva saperne di arrivare: ma è soltanto un'altra illusione...

Sclavi al suo meglio.

Rolando Veloci




"Dopo mezzanotte"
SERIE: Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi 
NUMERO: 7
DATA: novembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tiziano Sclavi
DISEGNI E CHINE: Giampiero Casertano
COLORI: GFB Comics e Luca Bertelè
COPERTINA: Gigi Cavenago







Per le immagini: © 2018 Sergio Bonelli Editore.

Feltrinelli Comics: incontro con Daniel Pennac e Florence Cestac a Milano

$
0
0
Presentazione della graphic novel Un amore esemplare martedì 30 gennaio a Milano



Un amore esemplare, graphic novel di Daniel Pennac e Florence Cestac pubblicata da Feltrinelli Comics, arriverà in libreria il 25 gennaio. Una storia d’amore che scava tra i ricordi di Pennac bambino, quando l’autore conobbe i protagonisti reali di questo racconto che ha dato vita all’omonimo spettacolo teatrale. Gli autori saranno presenti martedì 30 gennaio presso la Feltrinelli Libri e Musica di piazza Duomo a Milano.

Comunicato stampa

DAL 25 GENNAIO
LA PRIMA GRAPHIC NOVEL FELTRINELLI COMICS:
UN AMORE ESEMPLARE
DI DANIEL PENNAC E FLORENCE CESTAC

Milano, gennaio 2018 - Dal 25 gennaio arriva in libreria la prima graphic novel targata Feltrinelli Comics, la collana di casa Feltrinelli dedicata ai fumetti. Si parte con un grande romanziere e una grande fumettista: Daniel Pennac e Florence Cestac, rispettivamente sceneggiatore e disegnatrice di Un amore esemplare. Una storia d’amore vera e commovente che scava tra i ricordi di Pennac bambino, quando l’autore conobbe i protagonisti reali di questo emozionante racconto che ha dato vita all’omonimo spettacolo teatrale.

Durante l’infanzia, Daniel Pennac trascorre le vacanze estive in Costa Azzurra. Proprio qui, un giorno, insieme a suo fratello Bernard, conosce Jean e Germaine: lui, un uomo alto e calvo; lei, una donna magra, rosea e sorridente. Sempre di buon umore, sempre sorridenti, contagiosi con la loro gioia di vivere. Niente figli, niente lavoro, Jean e Germaine vivono un amore puro, un amore sedentario, un amore esemplare!
Un graphic memoir commovente ed ironico, incantato e realistico, che mette in scena la gioia e la forza dell’amore.

Scheda
Formato: 16x24 cm
Pagine: 80
Prezzo: 15 €

GLI AUTORI
Daniel Pennac
È autore della serie di romanzi di straordinario successo incentrati sulla figura di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, editi da Feltrinelli: Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Ma-laussène e La passione secondo Thérèse, oltre a Ultime notizie dalla famiglia. Sempre con Feltrinelli ha pubblicato, tra l’altro, Come un romanzo, Signori bambini, Ecco la storia, Grazie, L’avventura teatrale e Il caso Malaussène. Mi hanno mentito. Pennac ha vinto il Premio internazionale Grinzane Cavour “Una vita per la letteratura”, nel 2002 e il Premio Chiara alla carriera, nel 2015.

Florence Cestac
È una acclamata autrice di fumetti francese. Cofondatrice delle Edizioni Futuropolis, ha creato Harry Mick-son, detective protagonista di avventure che uniscono noir e comicità. Ha inoltre collaborato con importanti riviste di fumetti, come L’Écho des savanes e Pilote. Nel 2000, la Cestac ha vinto il Grand Prix del festival di Angoulême, uno dei più importanti riconoscimenti mondiali nel campo dei fumetti.

Gallery: gli omaggi degli artisti a Mercurio Loi

$
0
0
Le splendide illustrazioni dedicate al personaggio di Alessandro Bilotta






Nell'arco del 2017 abbiamo interrotto provvisoriamente la rubrica Gallery per dedicarci a recensioni, interviste e altro. Il nostro itinerario di raccolta d'immagini ci era però rimasto nel cuore, per cui abbiamo pensato quest'anno di ripresentarlo modificandone leggermente la natura: oltre a presentarvi come sempre una selezione di illustrazioni realizzate da un singolo autore, vi presenteremo anche delle Gallery tematiche, dedicate a un personaggio, un genere, uno stile.
Non potevamo che iniziare con le splendide illustrazioni che diversi artisti (tra cui anche alcuni disegnatori del team creativo della serie) hanno realizzato in omaggio al Mercurio Loi di Alessandro Bilotta. Un modo per tornare a concentrare la nostra attenzione su una serie che negli ultimi mesi ci ha letteralmente folgorato (vedi le nostre recensioni qui), sotto lo sguardo multiforme e affascinante di autori con stili e sensibilità differenti.
A voi il gusto di scoprirli.


Sergio Ponchione.

Disegno di Andrea Borgioli, colori di Elia Bonetti.


Fabio Abbreccia.


Federico Mele.

Fabrizio de Fabritiis.
Fabio D'Agata.
Mirko Fascella.
Paolo Massagli.


Andrea Cucchi.

Giacomo "Keison" Bevilacqua.

Marco Nucci.

Marco Nucci.

Michele Benevento.

Sergio Ponchione.


Stefano Landini.

Nicola Righi.

Matteo Mosca.

Alessandro Giordano.

Fernando Proietti.
Sergio Ponchione.
Luca Merli.

Mercurio Loi: © 2018 Sergio Bonelli Editore.

Novità Weird Book: Chillers e Infernoct

$
0
0
Le nuove uscite della collana Weird Comics


Eccoci a voi per presentare le nuove uscite a fumetti della casa editrice Weird Book. Si tratta di Chillers, un albo Caliber Comics a fumetti tratto dal film prodotto dalla Troma, e Infernoct, nuova serie Scout Comics di stampo lovercfraftiano.

Comunicato stampa

CHILLERS

L’antologia a fumetti di storie horror tratta dall’omonimo
film prodotto dalla Troma nel 1987


Weird Book e Caliber Comics propongono in esclusiva per l’Italia il primo volume di “Chillers”, un albo da collezione per gli amanti delle storie horror, un’antologia nella tradizione di serie come Night Gallerye Twilight Zone, tratta dall’omonimo film scritto e diretto da Daniel Boyd e prodotto dalla Troma Entertainment nel 1987.
Fondata nel 1974 da Lloyd Kaufman e Michael Hertz, la compagnia produce film indipendenti a base di splatter & sesso, pellicole irriverenti e politicamente scorrette, che si sono trasformate negli anni in veri e propri cult movie. La Troma ha prodotto e distribuito oltre ottocento film (quasi tutti inediti in Italia), e tra i titoli più conosciuti ci sono The Toxic Avenger, Tromeo and Juliet, Terror Firmer, Cannibal! The Movie! e Chillers, naturalmente.
Il film di Daniel Boyd, è stato commercializzato come uno dei film più terrificanti mai realizzati. Vincitore del prestigioso Silver Scroll Award dell’Academy of Science Fiction, Fantasy and Horror Films, narra di cinque sconosciuti che si ritrovano nella sala di attesa di una piccola stazione degli autobus e per ingannare il tempo iniziano a raccontare i propri incubi, senza sapere che l’autobus che stanno aspettando è capace di materializzare i loro terrori più profondi.
Il fumetto è stato creato dallo stesso Boyd e pubblicato in America dalla Caliber Comics: il protagonista è l’autista dell’inferno Peterr Jesus, che accompagna le persone verso l’ultima destinazione, e ci racconta le loro terribili storie…
L’edizione italiana proposta da Weird Book è un prodotto da collezione: un albo cartonato e una tiratura limitata di 350 copie. Disponibile anche nella vintage cover, con la copertina originale americana.
In tutte le fumetterie distribuito da PAN distribuzione.



INFERNOCTS # 1


InferNocts è la nuova serie horror in stile Lovecraftiano firmata Scout Comics, edita in Italia da Weird Book. Una mini serie di quattro numeri scritti da Mina Elwell, disegnati da Eli Powell, della IDW, e animati dai colori di Tristan Elwell.

Sam si ritrova improvvisamente sola al mondo. Tutti quelli che conosceva, i suoi concittadini, sono scomparsi, come se qualcuno o qualcosa li avesse inspiegabilmente spazzati via.
Quando fa ritorno alla sua città natale, dietro le macerie fantasma di una vita passata, scopre creature che si nascondono nell’ombra. Esseri terrificanti capaci di leggere la mente e di risucchiare la sanità mentale delle loro vittime. E Sam è l’unica che può fermarli: spinta dall’amore per la sua gente, ingaggerà la lotta alle creature soprannaturali, cercando di non sprofondare nell’oblio della pazzia.


Per info e ordini: info@weirdbook.it
Mob.: 329.2221731

FACEBOOK: https://www.facebook.com/Weird-Book-429316417277792/

Il fumetto Smoketown diventerà un film

$
0
0
Il thriller Scout Comics edito in Italia da Weird Book opzionato per una trasposizione cinematografica



Negli ultimi tempi stiamo seguendo da vicino le novità che riguardano la casa editrice Weird Book. Tra le serie presentate c'è Smoketown, fumetto thriller pubblicato negli States dalla Scout Comics. La notizia recente è che l'opera è stato opzionata per una trasposizione cinematografica.
A seguire maggiori dettagli.


Comunicato stampa

Smoketown diventa un film

Smoketownè il primo fumetto Weird Book opzionato
per una trasposizione cinematografica negli Stati Uniti

Smoketown, il fumetto thriller edito dalla casa editrice  Weird Bookè stato opzionato per un film. La serie in America è pubblicata dalla Scout Comics, che ha recentemente siglato con la casa editrice romana un accordo di esclusiva per la pubblicazione dei suoi titoli in Italia nella collana Weird Comics. Un risultato raggiunto grazie all’impegno di Leviathan Labs, il laboratorio creativo del marchio Weird Book, la cui direzione artistica è affidata a Massimo Rosi.

«Ho conosciuto Phillip al NYCC del 2017, siamo stati compagni di signing session alla CBCS e subito ho visto in lui un gran collega, uno di quelli di cui essere un pò invidiosi... – ha fatto sapere Rosi – Quando ho letto Smoketown, mi sono divorato i primi tre numeri, ho capito subito il suo potenziale (per questo è tra i primi che abbiamo scelto di portare in Italia); ed ora sapere chene faranno un film mi rende molto felice per Phillip ed il suo team e allo stesso tempo un po’ me lo sarei aspettato. Smoketownè un titolo di grande valore e qualità. Ed i suoi autori meritano che questo prodotto invada tutti i media possibili, perché chi non legge fumetti inqualche modo deve conoscerlo e non potrà non vederlo al cinema.»
Luigi Boccia, il direttore editoriale di Weird Book,ha invece dichiarato: «È un risultato importante per tutta la squadra nella nuova politica intrapresa dalla collana Weird Comics, che ha come obiettivo primario quello di pubblicare in Italia fumetti di qualità che arrivano dall’America o dall’Europa. Infatti, dopo aver firmato con due importanti realtà statunitensi, la Caliber Comics e la Scout Comics, abbiamo da pochissimi giorni acquisito i titoli di una importante realtà editoriale spagnola.»

Smoketown è un fumetto scritto da Phillip Kennedy (Aquaman, Power Of The Dark Crystal) con i disegni di Scott Van Domelen. Attualmente il progetto è in fase di sviluppo con Vaughn Stein, che ha già diretto il thriller/noir Terminal (attualmente il post-produzione) con Margot Robbie (Suicide Squad), Simon Pegg (Star Trek), Mike Myers (la trilogia di Austin Powers) e Max Irons (The Host, Woman in Gold). Terminal rappresenta l’esordio suo grande schermo per Vaughn Stein, che in passato ha collaborato come aiuto regista in grandi produzioni come Heart of the Sea, The Danish Girl, Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2, World War Z, Biancaneve e il cacciatore.

Preview: Non è te che aspettavo

$
0
0
Fabien diventa padre di una bambina con la sindrome di Down e racconta a fumetti il suo percorso di vita






Con Non è te che aspettavo, Fabien Toulmé affronta il tema dell'accettazione della diversità e della disabilità, narrando del rapporto con sua figlia, una bambina con trisomia 21. Una toccante storia d'amore, in libreria dal 25 gennaio 2018 per Bao Publishing.

Comunicato stampa
Non è te che aspettavo

Questa è la storia di un incontro. L’incontro tra un padre e sua figlia, che è diversa dalle altre. Per Fabien, l’annuncio della sindrome di Down della piccola Julia significa il mondo che gli crolla addosso. Come si affronta la disabilità di una bambina? Come si impara ad accettare per essere capaci di amare?


Tra collera, dubbi, momenti tristi e di inattesa gioia, l’autore racconta il difficile cammino che l’ha portato verso sua figlia. Una storia d’amore, toccante e delicata, tenera e sincera, sul tema universale della differenza.

BAO Publishing è lieta di annunciare l'uscita di Non è te che aspettavo, il nuovo graphic novel di Fabien Toulmé, un racconto sincero, tra collera e dubbi, tristezza e gioia inattesa, del padre di una bambina con trisomia 21.

Fabien diventa padre di Julia, ma non si aspettava di avere una figlia con la sindrome di Down. Dall'istante in cui l'ha saputo, ha lottato contro se stesso per accettare questo fatto, e quando sua figlia è nata si è dovuto reinventare per accettarla e accettarsi. Un lungo percorso di trasformazione per lui e la sua famiglia, verso una nuova visione dell'amore e della diversità.

E un giorno ha deciso di scrivere e disegnare questo libro, toccante e lieve, per spiegare questa trasformazione.
Fabien Toulmé è diventato fumettista, per amore di sua figlia. Per raccontare quell'amore.

Non è te che aspettavo è disponibile in libreria dal 25 gennaio 2018.
 
Fabien Toulmé nasce nel 1980 a Orléans. Appassionato di fumetti, decide di laurearsi in Ingegneria Civile e Urbanistica con lo scopo di apprendere le basi della costruzione di una tavola. Nel 2001 si sposta sotto i Tropici (Benin, Guiana, Brasile, Guadalupa). Nel 2009, stanco dell’acqua limpida e del cocco, torna in Francia ad Aix-en-Provence. Comincia così a pubblicare illustrazioni e fumetti su diverse riviste (Lanfeust Mag, Psikopat, Spirou, ecc.) e serie antologiche come Alimentation générale (Vide Cocagne), Vivre dessous (Manolosanctis), Les Autres Gens (Dupuis). Non è te che aspettavo è il suo primo graphic novel.


Noise Press: intervista a Luca Frigerio

$
0
0
Quattro chiacchiere sul percorso editoriale della giovane ma agguerrita casa editrice


Eccoci a un nuovo appuntamento del nostro viaggio tra le realtà indie del fumetto italiano. La Noise Press, casa editrice fondata da Luca Frigerio, negli ultimi anni si è dimostrata particolarmente attiva, producendo fumetti che spaziano tra l'action, l'horror e lo steampunk (ma non solo). Abbiamo parlato recentemente di The Steams e della neonata The Steams Chronicles, entrambe serie caratterizzate da un'ambientazione molto ben delineata, protagonisti azzeccati e una cura editoriale certosina.
Di questo e di tanto altro parliamo con lo stesso Frigerio, editore, sceneggiatore e talent scout.


Bentrovato, Luca. Partiamo dal principio: come è nata la Noise Press?
La Noise è nata in maniera molto naturale. Anni fa lavoravo in una società di produzione cinematografica e televisiva: il lavoro mi piaceva ma nel tempo è cresciuta la voglia di tornare a scrivere e fare fumetti. L'incontro con Alessandra Delfino, una grafica dal grande talento (tutti i loghi degli albi Noise Press sono sue creazioni) ha fatto scattare la molla e ci siamo detti che piuttosto che lamentarsi, come facevano e fanno in molti, dei fumetti che escono sarebbe stato molto più interessante e divertente produrre noi stessi i fumetti che volevamo leggere. Passammo il 2015 a preparare i nostri primi fumetti e alla fine di quell'anno uscirono i nostri primi tre albi: The Steams 01, Dead Blood 01 e The Quest 01. Alla nostra prima Lucca Comics eravamo, artisti compresi, una decina. A quella del 2017 eravamo più di sessanta!

Quali sono i concetti attorno ai quali avete sviluppato la casa editrice e come scegliete i progetti da portare avanti?
Siamo una casa editrice di stampo action, sicuramente abbiamo una visione più affine a quella americana (e a quella inglese che personalmente adoro). La parola “action” è il nostro personale piede di porco per far saltare gli schemi, senza doverci preoccupare di dogmi fumettistici sia che siano di genere che di formato.
So di sembrare retorico quando dico che scegliamo solo progetti belli ma è la verità, quantomeno la nostra verità: sono i fumetti che vorremmo da semplici lettori. In un’altra intervista ci paragonavano, con tutte le differenze del caso, all’Image. Ecco per me questo è il complimento più grande che ci possano fare.

Luca Panciroli, Alessio Landi, Pamela Poggiali, Luca Frigerio e Alessandra Delfino.



Una delle serie di punta è senza dubbio The Steams (al punto che alcuni sono arrivati a definirvi come "la casa editrice dello steampunk in Italia"). Dove nasce l'idea di una collana dedicata allo steampunk a fumetti?
Ci fa piacere essere definiti così… non ne eravamo al corrente! Diciamo che il nostro intento è dar vita a progetti autentici, che si discostano dal solito perché ci piace distinguerci e fare un qualcosa di nostro, di ancora non visto (in Italia, si intende). La tua domanda casca a pennello perché il genere steampunk nel nostro Paese non è ancora molto conosciuto e appartiene principalmente ad una nicchia di appassionati; il nostro intento era proprio quello di divulgare questo genere (che, ovviamente, amiamo moltissimo) perché uscisse dal suo piccolo circolo. A quanto pare abbiamo fatto di più: abbiamo creato una sorta di marchio di fabbrica. XD

Come sono stati scelti gli autori che hanno contribuito alla serie?
In maniera molto semplice e spontanea: all'inizio spargemmo la voce tra gli artisti (e gli artisti stessi sparsero la voce) che conoscevamo oppure contattavamo direttamente coloro che ci sembravano più adatti. Molti erano al loro primo lavoro per una casa editrice e, lo dico senza nessuna arroganza, abbiamo fatto un ottimo lavoro di ricerca: sono fiero che alcuni di loro ora lavorino per realtà come Sergio Bonelli Editore, Cosmo Editoriale o per case editrici americane. Per noi è veramente importante lo scouting alle manifestazioni del settore o tramite invio del proprio portfolio: in Italia sono presenti molti bravi autori, siano sceneggiatori, disegnatori e coloristi.

A Lucca avete presentato anche una collana collaterale, The Steams Chronicles, realizzata principalmente da autori esterni alla casa editrice che hanno interpretato a modo loro l’universo narrativo di The Steams. Come è stata accolta questa nuova iniziativa? Prevedete di pubblicare altri numeri?
È stata accolta veramente bene: l’albo è stato stravenduto e questo ci ha fatto molto piacere perché l’idea di base (approcciare autori e stili diversi al mondo di The Steams) è stata capita e apprezzata anche se rappresentava un bel rischio. Permettimi di ringraziare tre persone che hanno gestito la lavorazione: Alessandra Delfino, Antonio Sepe e Marcello Iozzoli. A Lucca 2018 uscirà il secondo numero di The Steams Chronicles: so che un anno tra un numero e il successivo può apparire eccessivo, ma preferiamo che rimanga un appuntamento speciale.

Altra serie, giunta di recente alla sua conclusione, è A Sort of Fairytale. Cosa ha rappresentato per voi questa trilogia urban fantasy?
A Sort of Fairytale nasce circa un anno dopo il nostro esordio, dopo le prime tre pubblicazioni (Dead Blood e The Steams di nostra completa creazione e The Quest, primo volume della collana Voice che accoglie i progetti esterni). Siamo particolarmente legati a questa “specie di favola” perché è arrivata in un momento in cui, dopo l’entusiasmo iniziale, è seguito il momento in cui razionalizzi e realizzi ciò a cui hai dato vita. Paolo Maini e Ludovica Ceregatti ci hanno presentato questo progetto che ci ha subito colpiti per la sua fortissima componente emotiva che fa riflettere ma commuovere allo stesso tempo. Noi abbiamo deciso di scommettere su di loro.

Tra le vostre produzioni recenti c’è ancheOphidian, un horror mistico in due volumi scritto da Lucio Perrimezzi e disegnato da Francesca Follini. Nelle presentazioni l’avete definita come “una storia dal forte impatto visivo che non sfigurerebbe nel catalogo della Vertigo”: ti andrebbe di approfondire con noi il significato di questo accostamento?
Partiamo dal presupposto che io adoro la prima Vertigo: quelle creata e costruita da Karen Berger. L'etichetta negli anni ha lanciato gente del calibro di Neil Gaiman, Grant Morrison, Pete Milligan (per parlare solo degli sceneggiatori) e testate come Sandman, Preacher. Ultimamente l'etichetta "adulta" della dc ha mostrato un po' la corda ma produce ancora fumetti interessanti. Io lessi Enigma, capolavoro di Milligan e Duncan Fegredo nella prima metà degli anni novanta (se non l'avete mai letto fatevi un favore e rimediate) e rimasi fulminato da quello che un fumetto potesse raccontare e come raccontarlo. Ecco, quando Lucio Perrimezzi mi presentò il progetto mi piacque fin da subito perché aveva deciso di osare mostrandoci il rapporto che abbiamo con noi stessi, con quello in cui crediamo fino ad affrontare il concetto di divinità. Unite tutto questo a i disegni di Francesca - un'autrice con un tratto con contaminazioni da Steve Dillon ai manga ma che rimane sempre molto personale - e potrete capire perché siamo stati felici di pubblicarlo; a questo proposito il secondo volume è già in lavorazione!

Oltre che editore e talent scout, sei anche sceneggiatore. Come ti dividi tra queste attività e quale di questi ruoli ti appartiene di più?
Io amo scrivere e per fortuna sono anni che lo faccio per lavoro (pubblicità, cinema e fumetti): non penso che potrei farne a meno. Chiaramente l’apertura della casa editrice ha, drasticamente, diminuito il tempo a disposizione; questo perché subentrano mille altri fattori che richiedono la mia attenzione. Fin dall’inizio ho voluto che la Noise Press non diventasse il mio “giardino privato” ovvero non volevo che qualunque idea avessi in testa dovesse essere pubblicata, non è giusto e non sarebbe stata un’idea saggia. Mi piace anche dedicarmi allo scouting, anche se sono sempre in perenne ritardo con le risposte ai vari artisti. Credo che siano due lavori che mi hanno fatto crescere anche come sceneggiatore perché hanno ampliato la mia capacità di capire il settore. O almeno questo lo spero.

Prima di congedarci, una domanda di rito: quali progetti avete in cantiere e cosa avete in programma per il 2018?
Siamo già in pieno fervore per le pubblicazioni 2018; ovviamente non potranno mancare i prossimi e attesissimi numeri di The Steams e, come abbiamo annunciato da poco, a Milano Cartoomics uscirà il nuovo volume sci-fi WinterDeth 01 - fumetto in due volumi scritto da Alessio Landi, disegnato da Luca Panciroli e colorato da Pamela Poggiali.
Tuttavia le novità non sono finite: in primavera vedrà la luce anche il primo numero di Aeterna, anch’esso in due volumi che vedranno alla sceneggiatura Alessandro Di Virgilio, ai disegni Luca Cicognola e ai colori Viviana Di Chiara. Ovviamente in cantiere ci sono altri progetti che pian piano stanno prendendo forma e presto ne sentirete parlare.
Piccolo rumor: stiamo lavorando a un progetto segreto che vedrà la luce prima dell’estate… ma questo è ancora top-secret!

La cover di WinterDeth, ad opera di Luca Panciroli e Pamela Poggiali.
Una tavola di WinterDeth in anteprima.

Ringraziamo Luca Frigerio per la disponibilità e salutiamo audacemente.

Giuseppe Lamola & Gli audaci

Wake Up: le prime tavole in anteprima

$
0
0
Uno sguardo al fumetto di Dario Custagliola e Antonello Cosentino per il collettivo Ehm

Alcuni giorni fa vi avevamo annunciato l'esordio imminente di Wake Up, webcomic di genere mystery horror che sarà possibile leggere a partire dal 29 gennaio sul sito del collettivo Ehm. Scritto da Dario Custagliola (autore del romanzo No Man, qui al suo esordio fumettistico) e disegnato da Antonello Cosentino (fondatore di Ehm Autoproduzioni), sarà suddiviso in varie stagioni. La prima stagione sarà composta da quattro episodi: a seguire vi mostriamo in anteprima le prime otto tavole. Attenzione: è una storia per stomaci forti!










AUDACI AWARDS 2017

$
0
0
La sesta edizione dei Premi audaci


Anno dopo anno è sempre più difficile. Leggere (o provare a leggere) gran parte delle pubblicazioni a fumetti presentate durante l'anno, scegliere le più meritevoli e provare a restituire un quadro completo degli ultimi dodici mesi è un compito reso sempre più complesso dal moltiplicarsi di testate, realtà editoriali e progetti.
Eppure, questo non spaventa (per definizione) gli Audaci, che tornano a raccontarvi l'annata fumettistica secondo il proprio insindacabile e soggettivo giudizio. Stiamo per presentarvi, una sezione per volta, i vincitori della sesta edizione* dei nostri premi, suddivisi tra fumetto seriale italiano e americano, graphic novel, webcomics e autoproduzioni, senza dimenticare gli ormai classici premi speciali e specialissimi
Ancora una volta abbiamo cercato di darvi il nostro meglio, descrivendo a modo nostro il mondo delle nuvole parlanti.
Bene, bando alle ciance: scoprite assieme a noi, una categoria per volta, gli AUDACI AWARDS.


Di seguito i link delle sezioni con le categorie (aggiornati di volta in volta che saranno pubblicati):

AUDACE FUMETTO ITALIANO
• AUDACE FUMETTO AMERICANO
• AUDACE GRAPHIC NOVEL
• AUDACI WEBCOMICS
• AUDACI AUTOPRODUZIONI
• AUDACI PREMI SPECIALI & SPECIALISSIMI



[N.B. Ad eccezione del premio per la miglior ristampa, gli Audaci Awards si riferiscono a fumetti pubblicati in versione cartacea o online in Italia tra l'1 Gennaio e il 31 Dicembre 2017.]

* Per rinfrescarvi la memoria, potete anche dare un'occhiata alle edizioni del 2012, 2013, 2014, 2015 e 2016.



Audaci Awards '17: FUMETTO ITALIANO

$
0
0



Eccoci nuovamente a inaugurare i nostri premi virtuali con la sezione dedicata al fumetto seriale italiano. Come già accaduto negli anni scorsi, questa premiazione si focalizzerà principalmente sul fumetto inedito da edicola, dando ampio spazio a una casa editrice come Sergio Bonelli Editore che continua a rappresentare una fetta importante delle letture seriali audaci. Ma ovviamente non è tutto qui...
Leggiamoli insieme!




Audace sceneggiatore italiano
Alessandro Bilotta (Mercurio Loi, Speciale Dylan Dog)
Per la poetica e la rara capacità di estrinsecare il funzionamento della psiche e della mente umana attraverso la narrazione intima del mondo del suo Mercurio Loi (al quale va aggiunto lo splendido Speciale Dylan Dog incentrato su Xabaras, una delle storie più riuscite dell'ultimo decennio dylaniato).
L'autore romano ha l'invidiabile capacità di comprimere le ambizioni della sua voce personale e dare risonanza alla Musa profonda che risponde non a un destino, ma al proprio: narrare emozionando, emozionandosi.



Audace disegnatore italiano
Sergio Gerasi (Mercurio Loi, Speciale Dylan Dog)
Per il suo nuovo approccio al tavolo da disegno, un lavoro che ha assorbito Gerasi "mentalmente più che tecnicamente privilegiando al contempo l’istinto piuttosto che la razionalità" (come ha affermato lo stesso autore sulla propria pagina fb). 
Accanto a Bilotta, su Mercurio Loi ha utilizzato un tratto meno marcato e più "impulsivo", rendendo le figure eteree, quasi impalpabili, come i ricordi (uno dei temi centrali della storia che era chiamato a rappresentare).
Sullo Speciale Dylan Dog, ancora in coppia con Bilotta, la sua inchiostrazione nervosa ha delineato alla perfezione una storia di vite affette dalla caducità degli eventi, esistenze provvisorie, tenute insieme da un filo sottile ma adamantino, perennemente sull'orlo di una nuova e definitiva tragedia.




Audace autore unico italiano
Onofrio Catacchio (Le Storie, Stazione 31, Alias Comics)
Nel corso del 2017 Onofrio Catacchio ha fatto il suo esordio come autore completo su Le Storie Bonelli con La mano nera, splendido episodio dedicato a Joe Petrosino nel quale ha dimostrato tutta la sua abilità di narratore. Le sue partecipazioni a Stazione 31 della Passenger Press e al supplemento del Manifesto intitolato Alias Comics (con uno spin-off della sua storica serie Stella Rossa, peraltro riproposta da Editoriale Cosmo di recente) non fanno che confermare quante frecce l'autore serbi ancora nel suo arco (e non citiamo il suo ingresso tra i disegnatori del già citato Mercurio Loi solo perché è off-topic).


Audace autore rivelazione italiano
Marco Mastrazzo (Dylan Dog Color Fest, Caput Mundi, Speciale Dylan Dog)
Esordisce ufficialmente sul ventesimo Color Fest di Dylan Dog presentando come biglietto da visita una magnifica copertina che mixa pittura analogica e digitale in una libera e terrificante interpretazione dylaniata di Taxi Driver. Scovato dal curatore della testata Roberto Recchioni sulle pagine dei social, Mastrazzo sembra ispirarsi alla scuola di Gabriele Dell'Otto mostrandosi da subito in grado di realizzare un'illustrazione potente e che ha tutte le carte in regola per attrarre anche il lettore occasionale.
Abbiamo ritrovato il suo giovanissimo talento alle cover della miniserie Cosmo intitolata Caput Mundi, poco prima di scoprire che si è già guadagnato il ruolo di nuovo copertinista dello Speciale Dylan Dog annuale incentrato sul Pianeta dei Morti.
Niente male per un autore che fino allo scorso anno per noi era un perfetto sconosciuto!





Audace colorista italiano
Sergio Algozzino (Dylan Dog Color Fest)
Per aver cercato soluzioni inedite nella più sperimentale delle testate dedicate a Dylan Dog. Poliedrico polistrumentista della Nona arte, ne Lo scuotibare (Dylan Dog Color Fest #21) Algozzino , su disegni di Giorgio Pontrelli, si è dilettato in un "assolo cromatico", decisamente inusuale per la testata. Il suo lavoro non ha comportato solamente l'aggiunta di colori acidi, contrasti inediti e tinte piatte, ma anche la lunga ed elaborata scelta di concentrarsi su alcune tonalità e far risaltare determinati dettagli, come il colore dei capelli della co-protagonista o la colorazione delle ossa. 
Un approccio alla modernità davvero fuori dagli schemi. 


Audace copertinista italiano
Fabrizio De Tommaso (Morgan Lost)
Per la sua ricerca continua di prospettive ed equilibri plastici imprevedibili e per la sua capacità di sorprendere il lettore della serie ideata da Claudio Chiaverotti, Morgan Lost, con soluzioni cromatiche sempre sopra le righe che cingono d'assedio la mente dei fan e non lasciano scampo.
Vince per il terzo anno di fila e già si candida per il prossimo anno.



Audace serie italiana
Mercurio Loi
Una raffinata indagine dell'animo umano, scritta in maniera sublime da Alessandro Bilotta e resa graficamente da un team di artisti fuori dal comune, a partire dal copertinista Manuele Fior.
Ogni mese un tema diverso. Ogni numero un nuovo tentativo di superarsi, contribuendo di fatto alla progressiva ridefinizione degli standard qualitativi del cosiddetto fumetto popolare, con eleganza, raffinatezza, gusto e spessore.



Audace episodio singolo
Il magnifico fuorilegge di Mauro Boselli e Stefano Andreucci (Tex Speciale #32)
Una storia ricca di personaggi intriganti, dal ritmo avvincente e da leggere tutta d'un fiato. Mauro Boselli prende per mano il lettore – come solo lui sa fare – e lo porta a ritroso nel tempo fino a quando Tex era ancora un giovane fuorilegge, in un momento di snodo fondamentale dell’esistenza del nostro eroe.
Alle matite Stefano Andreucci padroneggia un mix tra semplicità, chiarezza espositiva e densità del tratteggio che è persino difficile quantificare a parole. Nel connubio rodato e praticamente perfetto tra i due autori, sembra che il suo stile sia una sorta di rappresentazione visiva del modo di narrare di Boselli: al tempo stesso complesso ma chiaro ed efficacissimo, caratterizzato da una straordinaria modernità ma senza rinunciare a un'impostazione fondamentalmente classica e pienamente aderente ai canoni bonelliani. Tutto questo senza rinunciare a una personalità e riconoscibilità notevoli.
Una coppia straordinaria che ha inaugurato un viaggio nel passato del personaggio e di fatto ha aperto al meglio i festeggiamenti per il settantennale del personaggio.






Audace/i episodio/i breve/i
[Un ex-aequo. Perché le storie brevi che ci hanno colpito quest'anno erano (almeno) due.]
Il labirinto di Alberto Ostini e Giorgio Pontrelli (Dylan Dog Magazine 2017)
La storia breve d'appendice del Dylan Dog Magazine come ormai consuetudine è caratterizzata dalla bicromia in rosso e nero. Tenuemente collegata con l'episodio principale del Magazine (introdotta dalla scritta "Una scena in più"), narra brevi ma significativi frammenti di vita dell'anziano dottor Best, che coinvolge Dylan nel suo intangibile labirinto di memorie e rimpianti. Un episodio davvero commovente, reso graficamente nella maniera migliore da un Giorgio Pontrelli poetico e sognante.




Brezza di Luna di Moreno Burattini e Lola Airaghi (Maxi Zagor #31)

I racconti di Darkwood è un albo decisamente speciale per la storia editoriale di Zagor, reso ancor più memorabile dall'esordio di Lola Airaghi, che si allontana momentaneamente dalla New Heliopolis di Morgan Lost per dedicarsi allo Spirito con la Scure. La disegnatrice interpreta al meglio l'episodio rendendo egregiamente l'aspetto emotivo del racconto, con abili giochi di luci e ombre e una costruzione delle tavole nient'affatto banale.




Torna all'elenco sezioni


Online Ronin Magazine numero 6

$
0
0
"84 pagine contro la mediocrità"



Da pochi giorni è online il sesto numero di Ronin Magazine, un albo che "lotta contro la mediocrità imperante a colpi di immagini e parole". 84 pagine di illustrazioni e poesie, racconti e fumetti, tra storie autoconclusive e progetti seriali come Virtus, Zakk Void, Zero e Lo Scarafaggio, le prime tavole delle Cronache di Akronya.
A seguire ulteriori dettagli.


Comunicato stampa


Ronin Magazine #6:
84 pagine contro la mediocrità

A livello generale, il numero 6 è un numero mediocre, un po’ “sfigato”: non ha la caratura morale o il potere evocativo dei vicini di casa 5 e 7.
A scuola è la sufficienza, nulla più, nulla meno. Mediocre, appunto.
Alla fine dei conti, il 6 ha il suo unico momento di gloria quando lo ripeti tre volte. E allora sì che diventa diabolico!
Ma agli autori del collettivo Ronin interessa solleticare le Muse piuttosto che evocare la Bestia, di conseguenza il numero 6 di Ronin Magazine lotta contro la mediocrità imperante a colpi di immagini e parole.
84 pagine di illustrazioni e poesie, racconti e fumetti, tra storie autoconclusive e progetti seriali: accanto a vecchie conoscenze come “Virtus”, “Zakk Void”, “Zero” e “Lo Scarafaggio”, le prime tavole delle “Cronache di Akronya”.
Questo numero ospita anche un piccolo esperimento: è intitolato “Karn Evil”, è stato realizzato a più mani da dieci membri del collettivo Ronin ed è stato definito uno Splash Novel. Volete saperne di più? Cliccate liberamente su https://issuu.com/mokapop-ronin/docs/ronin_6_2018e godetevi la lettura: Ronin è online e gratis!
Di numero in numero– sottolinea Pietro Rotelli, ideatore e coordinatore di Ronin Magazine – i contributi di tutti gli appartenenti al collettivo si fanno qualitativamente sempre più alti, rendendo Ronin Magazine un prodotto artistico che esce dal seppur nobile recinto della fanzine per approdare di diritto all’universo delle riviste”.

Cover, di Champa Avellis.

Tavola da Le cronache di Akronya, di Luigi Chialvo e Pietro Rotelli.
Illustrazione di Ivan Paduano.

Cover del progetto Karn Evil, di Francesco Segala.

Tavola da "Let there be rock", di Riccardo Sciarra e Jay Cans1.

Tavola da "Brutto vizio", di Emiliano Barletta e Michele Cavalieri d'Oro.



Preview: Blue Fighter

$
0
0
J-POP Manga porta in Italia l'opera inedita di Jiro Taniguchi




Il 31 gennaio sarà pubblicata per J-POP Manga Blue Fighter, l'opera inedita che il maestro Jiro Taniguchi ha realizzato insieme allo sceneggiatore Caribu Marley (pseudonimo di Garon Tsuchiya), entrambi recentemente scomparsi.

Comunicato stampa

J-POP Manga porta in Italia Blue Fighter, l’opera inedita del maestro Jiro Taniguchi

Il 31 gennaio arriva in libreria e fumetteria l’opera inedita in Italia di Jiro Taniguchi sceneggiata da Caribu Marley, entrambi recentemente scomparsi. Una storia di pugilato, riscatto e vite difficili arricchita da uno straordinario approfondimento psicologico dei personaggi

Milano, 30 gennaio: Reggae è “re della sconfitta”. Il maestro Jiro Taniguchi traccia i confini del suo corpo e ne disegna la tragica vicenda. Un “pugile blu”; l'apatico combattente del manga Blue Fighter che Taniguchi ha realizzato insieme allo sceneggiatore Caribu Marley (pseudonimo di Garon Tsuchiya) e noto al pubblico di tutto il mondo per un'altra storia di umanità spezzata, la saga di Old Boy, pubblicata da J-POP Manga in edizione di lusso e portata sul grande schermo prima dal regista sudcoreano Park Chan-wook e recentemente da Spike Lee in un remake hollywoodiano.

Entrambi gli autori, scomparsi da poco (Taniguchi a febbraio dello scorso anno e Marley lo scorso 15 gennaio), ci hanno catapultati in un round della vita, e non solo sul ring fatto di musica, alcol, tossicodipendenza e sconfitta.

«Abbiamo deciso di portare Blue Fighter in Italia», spiega Jacopo Buranelli, direttore letterario di J-POP Manga, etichetta di Edizioni BD, «con l'intento di volere far conoscere ai lettori una sfumatura del Maestro più pulp e hard boiled rispetto alle opere più note e conosciute in Europa».  

Quando Marley lavora con Taniguchi a Blue Fighter siamo nel 1987, Taniguchi è da poco diventato un autore di successo e il suo tratto ha già iniziato a guardare all'occidente, come ad un universo possibile. La vicenda si svolge per lo più negli Stati Uniti, il paradiso (e l'inferno) del pugilato, sullo sfondo si cita un imbattibile Mohammed Ali, si parla già di scommesse e di una federazione più interessata al denaro che alla nobile arte.
«Il protagonista Raggae», continua Buranelli, che ne ha curato l’edizione italiana «è un combattente silenzioso, il suo corpo è coperto di ferite ed esplode sul ring. Il fighter di Taniguchi incassa, incassa tutto, incassa i colpi, incassa i soldi dei combattimenti organizzati, incassa la vita che sembra non esserci più per lui, che sembra essere sparita. Si presenta sempre ubriaco perché solo l'alcol gli permette di essere presente, di non essere un killer incontrollabile capace di portare alla morte ogni avversario. Il suo posto nel mondo è il suo posto sul ring, il suo momento è solo quando colpisce. Che sia una rissa da strada o il titolo mondiale, poco importa».

Nell’universo di Taniguchi e Marley, il jazz, la musica in levare, la tossicodipendenza e l'alcolismo sono gli ingredienti della vita di Raggae. «Una vita incontrollabile», dice Buranelli. «Ai margini e sempre in bilico tra sogno e realtà. Tutti vogliono questo pugile silenzioso, ma lui non vuole nessuno. Non cerca riscatto come Rocky, non è tormentato dalla gelosia come il toro scatenato Jake La Motta, non vuole neanche sé stesso. Blue Fighter vuole solo distruggersi, farla finita, chiudere il sipario, uscire da questo Samsara dove si ritrova sempre reincarnato nello stesso dramma, per raggiungere il vuoto».

Blue Fighter racchiude in sé quello che sarà poi Taniguchi maestro del manga. Nel testo c'è quell'ibrido di manga e bande dessinée, quella fascinazione tragica dei film di Jean-Pierre Melville unita alla poesia della violenza narrata nelle storie di samurai. C'è quel silenzio che troverà quiete poi nell'opera L'uomo che cammina, c'è quel tratto sporco che si affinerà in Lupi Famelici (Garouden). «C'è quel punto di vista mai di parte», conclude Buranelli, «mai giudicante, mai tutto bianco o tutto nero, come suggerito anche nel titolo se lo si legge con in sottofondo le parole di una ballata blues: I'm so free... No black and white in the blue».

Scheda tecnica
ISBN 9788832750980
Formato: 15x21
Brossurato con sovraccoperta
290 pp
€ 15

La fine della ragione: incontro con Roberto Recchioni

$
0
0
L’autore presenterà il volume l'8 febbraio a Milano in compagnia di Matteo Strukul









La fine della ragione è la nuova graphic novel scritta e disegnata da Roberto Recchioni, che arriva in libreria a partire da giovedì 8 febbraio con Feltrinelli Comics e racconta di un mondo "dove hanno vinto “loro”, in cui la scienza e la cultura sono state abiurate in favore della sapienza popolare e delle buone cure di una volta". L’autore presenterà il volume l'8 febbraio a laFeltrinelli di piazza Duomo a Milano insieme a Matteo Strukul.



Comunicato stampa

DALL’8 FEBBRAIO IN LIBRERIA LA GRAPHIC NOVEL
LA FINE DELLA RAGIONE
DI ROBERTO RECCHIONI

L’autore presenterà il volume giovedì 8 febbraio a Milano in compagnia di Matteo Strukul

Milano, gennaio 2018 - S’intitola La fine della ragione la nuovagraphic novel scritta e disegnata da Roberto Recchioni (autore e curatore editoriale di Dylan Dog) che arriva in libreria dall’8 febbraio con Feltrinelli Comics e racconta la storia di un mondo dove hanno vinto “loro”, in cui la scienza e la cultura sono state abiurate in favore della sapienza popolare e delle buone cure di una volta, e in cui una donna, madre disperata di una bambina malata, verrà trattata come un’eretica nella sua ricerca di quegli stregoni mistificatori noti come “dottori”. L’autore presenterà il volume giovedì 8 febbraio, alle 18:30, a laFeltrinelli Libri e Musica di Milano, piazza Duomo, in compagnia di Matteo Strukul.



Un viaggio in un mondo in cui nei cieli non volano più aerei, perché le scie chimiche ci avvelenano, dove gli insegnanti sono nemici del popolo, perché tramandano le nozioni sbagliate, dove gli organi di informazione non esistono più, perché mentono, dove le frontiere sono chiuse, perché quelli che vengono da fuori sono tutti criminali e non c’è alcun motivo per abbandonare la propria casa. Un nuovo Medioevo culturale e sociale.
  
Un vecchio proverbio ebraico dice che Dio non può essere da tutte le parti… e che è per questo che ha creato le madri” - si legge ne La fine della ragione - e solo una madre come la protagonista di questa storia, con la sua forza, può provare a  far fronte a un’epoca in cui sempre di più ci si affida al parere della massa e non alla conoscenza esperta, a un mondo in cui i rimedi naturali si sostituiscono anche a quelli scientifici e dove il destino è la risposta a molte domande. Ma una madre il destino non basta, una madre è pronta ad andare contro tutto e tutti pur di salvare sua figlia...



Scheda
Formato: 16x24 cm, pagine: 112, a colori, prezzo: 16 €

L’AUTORE
Roberto Recchioni
Roberto Recchioniè sceneggiatore e soggettista per il fumetto e il cinema, illustratore, critico, personalità web. Ha scritto storie per personaggi come Tex, Diabolik e Topolino. Ha creato John Doe, insieme a Lorenzo Bartoli, e la serie multimediale Orfani, con Emiliano Mammucari. È curatore di “Dylan Dog”, per la Sergio Bonelli Editore. La sua graphic novel Mater Morbiè stata pubblicata in tutto il mondo, vincendo numerosi premi, e da Monolithè stato tratto un film. In ambito cinematografico si è occupato della realizzazione dei fumetti legati a Lo chiamavano Jeeg Robot e Smetto quando voglio. Masterclass. Recchioni è inoltre l’autore di YA, serie di romanzi fantasy.

Roberto Recchioni, foto di Erica Fava.




Dampyr #214

$
0
0
Il gioco che uccide





L'annata dampyriana inizia con un'avventura a cavallo tra la Magdeburgo del passato e quella del presente. Il collegamento temporale è fornito dalla presenza di un malvagio gioattolaio, scomparso dalla propria bottega durante la Seconda guerra mondiale e riapparso oggigiorno nella nebbiosa cittadina tedesca.


La storia è scritta da Claudio Falco, presenza sempre più ricorrente sulle pagine della serie. Al suo fianco Gino Vercelli, autore già nello staff di testate come Zona X, Martin Mystère, Jonathan Steele e Nathan Never. Insieme imbastiscono un episodio dall'impianto sostanzialmente classico nell'economia della serie, che parte con la presentazione della nuova nemesi, ricollegandola poi con personaggi già noti nella continuity narrativa di Dampyr. Dopo le prime scene ambientate tra il 1937 e il 1945, si passa ai giorni nostri, con l'indagine di Harlan e soci su recenti misteriosi omicidi.
La costruzione dell'intreccio è intrigante e, sebbene a tratti sin troppo lineare, l'albo si rivela una lettura piacevole e scorrevole. La commistione tra orrore, elementi storici e richiami alla macrotrama dampyriana è in effetti ben riuscita. Il difetto principale sembra risiedere nella risoluzione della vicenda, che appare forse un po' troppo affrettata e non riesce a evitare una certa sensazione di déjà vu.





Passando a Gino Vercelli, tra gli aspetti migliori del suo esordio dampyriano possiamo annoverare senza dubbio la resa delle atmosfere nebbiose e oscure della storia, messa su carta mediante un'inchiostrazione a tratti sporca ed efficace. Le pagine che mostrano il "passaggio" dei protagonisti nella Magdeburgo sono infatti particolarmente espressive. Anche il lavoro sulle ambientazioni è molto accurato, con sfondi realistici e ben ricostruiti. D'altro canto alcune tavole sembrano lievemente meno riuscite e non tutte e 94 le pagine sono realizzate con la stessa minuziosità.
Aggiungiamo una annotazione non particolarmente brillante per la cover di Enea Riboldi, con uno sfondo fotografico che fa da contrasto al disegno in primo piano e che stona lievemente a livello stilistico.

In conclusione un albo che riprende la trattazione di eventi storici, ponendola sullo sfondo di una vicenda orrorifica che, pur con alcuni difetti, non manca di affascinare.  

Il sommo audace




DAMPYR “Il Giocattolaio” 
NUMERO: 214
DATA: gennaio 2018
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Falco
DISEGNI E CHINE: Gino Vercelli

COPERTINA: Enea Riboldi









Tutte le immagini : © 2018 Sergio Bonelli Editore.

Poster del terzo tipo - Episodio 6

$
0
0
I personaggi Bonelli in versione "alternativa" secondo Grullino Biscottacci



La rubrica del folle (e incredibilmente geniale) Grullino Biscottacci pone stavolta l'attenzione sui personaggi Sergio Bonelli Editore, mostrati in versione un po'"stravagante": i loro ruoli sono interpretati da volti noti della televisione e del cinema nostrano. Per puro gioco, abbiamo immaginato come potrebbero essere alcuni di questi personaggi se vivessero una vita differente, in altri panni, con volti diversi. 
Ecco a voi dunque la nuova folle puntata di Poster del terzo tipo, in versione ancor più politicamente (e filologicamente) scorretta del solito. Vi avvertiamo in anticipo: alcune copertine sembreranno talmente pazze che arriverete a chiedervi come mai nessuno ci aveva pensato prima!













Intervista al collettivo Amianto Comics

$
0
0
L'autoproduzione e gli "innocui passatempi per giovani rivoluzionari"



Rieccoci a un nuovo audace appuntamento con il fumetto autoprodotto. Stavolta abbiamo raggiunto gli autori del collettivo toscano Amianto Comics, che negli ultimi tempi si sono fatti conoscere tramite la rivista autoprodotta Amianto, ma anche con l'umoristico Smokey – a smogpunk adventure e le cosiddette "Pop Novel" (Whoop! - a fistful of bananas e l'imminente G.I.A.D.A. - Guida insolita al diventare adulti). Li definiscono "innocui passatempi per giovani rivoluzionari" eppure questo gruppo di autori, diretto da un trio che si firma Al.Ma.Fe. , i fumetti li cura dall'ideazione alla vendita. Ne abbiamo parlato con loro, spaziando tra le loro opere e cercando di approfondire il ruolo delle autoproduzioni nel mercato fumettistico odierno.




Gli autori Amianto allo stand del collettivo nell'area Self della scorsa Lucca Comics & Games.


Benvenuti sulle pagine virtuali del nostro blog. Parlateci di voi: come vi siete formati e quando avete deciso di dar vita al collettivo Amianto Comics?
Ciao, grazie mille per la possibilità di essere presenti sul vostro blog. Amianto Comics è nato mentre frequentavamo il corso di sceneggiatura alla Scuola Comics di Firenze (ora The Sign - Comics & Arts Academy). Dopo aver concluso gli studi abbiamo deciso di creare qualcosa di nostro prendendo spunto dalle vecchie riviste a fumetti degli anni’70/'80, e così è iniziato tutto.

Il vostro prodotto principale è la rivista antologica Amianto. Come è nata e quali evoluzioni ha avuto nel tempo?
La rivista Amiantoè nata come un contenitore di storie di genere. L’idea era quella di riprendere i generi classici del fumetto da edicola italiano e rileggerli a modo nostro. Questo accade soprattutto con le storie lunghe che pubblichiamo a puntate su vari numeri. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con disegnatori esordienti che sono cresciuti insieme a noi e con i quali abbiamo creato un rapporto di amicizia, oltre che di stima e fiducia.
Rispetto alla prima uscita la rivista è cresciuta molto: ci siamo dati una cadenza precisa (quadrimestrale), abbiamo aggiunto un comparto di articoli sul fumetto e sull'immaginario pop, è stata aggiunta una tavola comica in chiusura di ogni numero, ecc. Ci fa molto piacere vedere che ogni numero è meglio del precedente (cioè... lo speriamo!).


Cosa vi ha portato a scegliere l’autoproduzione?
Secondo noi l’autoproduzione è una tappa che non può mancare per chi vuole fare fumetti. Siamo partiti prendendo decisioni d'istinto e abbiamo imparato molto: dall’impaginazione/lettering, a gestire un banco a una fiera, le scadenze, rivedere le tavole, e molto altro.
Siamo felici anche della scelta della carta: in un primissimo momento avevamo pensato di creare una rivista esclusivamente web, però ci siamo subito convertiti alla cellulosa. Non volevamo perderci le fiere!

Scendiamo nel tecnico: come decidete il numero di copie da stampare e il prezzo delle singole pubblicazioni?
Attualmente il numero delle copie di ogni uscita della rivista è fissato a 400 copie, ma i numeri 00, 01, 02 sono già stati ristampati. Per quanto riguarda il prezzo (tranne che per il numero 00 a 2,00€) abbiamo fissato la cifra molto popolare di 3,50€.
Il prezzo è stato scelto con la precisa idea di rendere la nostra creatura il più accessibile possibile, per farci conoscere e farci le ossa sotto gli occhi di centinaia di lettori. Al momento la vendita di un singolo numero riesce a finanziare quello successivo e a pagare lo spazio alle fiere; obiettivo raggiunto.

Qual è a vostro parere lo stato attuale delle autoproduzioni a fumetti in Italia?
È vivo, in fermento, vivace. Abbiamo girato tante fiere negli ultimi due anni e abbiamo visto un grosso entusiasmo da parte di tanti collettivi. Ognuno ha il suo stile, i suoi colori, il suo modo di approcciarsi ai lettori. È galvanizzante.

Una dedica "amiantica" per i lettori audaci.


Oltre al gruppo iniziale, avete col tempo aggregato intorno a voi altri giovani autori. Come avete scelto gli autori con i quali collaborate?
Ogni sceneggiatore segue e sceglie personalmente il singolo disegnatore. Scegliamo persone con stili di disegno che si sposano bene con le storie che abbiamo in mente. O scriviamo storie per persone con cui abbiamo voglia di collaborare, per combaciare con il loro stile. La cosa importante è poi il rapporto umano e di gruppo che si crea anche con chi abita a molti kilometri di distanza. È sempre bello rivedersi tutti a una fiera come Lucca.

Ulteriore caratteristica della rivista è contenere anche articoli di approfondimento e illustrazioni. Quali sono i vostri riferimenti in tal senso, come tipo di rivista antologica?
Il nostro primo riferimento è stato Metal Hurlant, un esempio irraggiungibile! Se si guarda al passato ci sono poi tutta una serie di riviste di fumetti molto interessanti (Pilot, Orient Express, il Male, ecc. ecc.) ognuna figlia del suo tempo; dalle più autoriali a quelle più popolari.

Durante l’ultima edizione di Lucca Comics & Games avete presentato anche il primo numero cartaceo di Smokey – a smogpunk adventure, serie nata originariamente come webcomic umoristico e con sfumature noir e fantascientifiche. Quando avete deciso di realizzarne una versione cartacea?
Abbiamo deciso di fare Smokey in cartaceo per dargli lo spazio (e i lettori) che pensiamo si meriti. Sul web è difficile dare una visibilità adeguata se non si segue con continuità il progetto. Lucca Comics ci è sembrata quindi una buona vetrina per lanciare il primo volume dedicato al nostro detective strampalato.


Un’altra vostra interessante iniziativa sono le Pop Novel, ovvero volumi brossurati one-shot realizzati da artisti emergenti. Cosa vi ha spinto a promuovere la nascita di questa collana e a puntare su artisti emergenti?
L’idea di pubblicare storie di genere diverse dal resto della produzione italiana. Gli autori della prima pop-novel, Whoop!, sono nostri amici. Ci siamo conosciuti a Firenze e ci piaceva l’idea di mettere su carta la storia di quelle scimmie spaziali mutanti cazzute.
Ci stimola l’idea di collaborare con altri a livello di editing, impacchettamento, rifinitura. E ci piace l’idea di dare una buona fetta delle entrate delle pop-novel agli autori, una volta recuperate le spese di stampa.
Il secondo volume arriverà molto presto, sulla nostra pagina abbiamo già messo qualche anteprima, e sarà una storia che difficilmente un lettore avrà già letto in forma fumetto.

Su quali progetti siete al lavoro attualmente?
Attualmente stiamo concludendo 2 nuovi volumi. Il prossimo numero della rivista Amianto 05 e la prossima Pop-Novel G.I.A.D.A. – Guida Insolita Al Diventare Adulti, che usciranno entrambe per marzo 2018.
Ma stiamo già lavorando ai numeri successivi di Amianto e a qualche altro progetto parallelo.


Ringraziamo gli autori "amiantici" e vi diamo appuntamento, come sempre, alla prossima.

Giuseppe Lamola & gli Audaci


Weird Book: accordo con Amigo Comics

$
0
0
Il nuovo contratto d'esclusiva siglato con la casa editrice spagnola e l'uscita del primo titolo targato Image



Il marchio Weird Book e il suo studio creativo Leviathan Labs annunciano una nuova importante collaborazione internazionale, dopo aver firmato con le case editrici americane Scout Comics e Caliber Comics, ovvero il contratto d'esclusiva per importare nel nostro paese i titoli della Amigo Comics, fondata dallo sceneggiatore Juan EL Torres. I primi frutti di questo accordo sono Nancy in Hell, pubblicato anche dalla Image, Rogues e Straitjacket.


Comunicato stampa


Weird Book firma con Amigo:
in arrivo i titoli della Image

Il marchio Weird Book e il suo studio creativo Leviathan Labs mettono a segno un’altra importante collaborazione internazionale: dopo aver firmato con le case editrici americane Scout Comics e Caliber Comics, Weird ha siglato un contratto di esclusiva per importare nel nostro paese i titoli della Amigo Comics, fondata da Juan EL Torres, sceneggiatore ben noto in USA e in tutto il mondo del fumetto per i suoi lavori, soprattutto con Image Comics.
Amigo Comics è una realtà indipendente, con base in Spagna, distribuita da Diamond Preview in America ed Inghilterra ed in Spagna da Norma Editorial e Dibbuk ediciones. Il marchio pubblica titoli fantastici, con autori arcinoti, come José Juan Ryp (Robocop, Clone, Black Summer, giusto per citare dei titoli). Amigo collabora e pubblica anche con realtà come: IDW, Image, Marvel e Avatar.
«Loro si definiscono “una piccola realtà con base a Malaga”» sottolinea Massimo Rosi, direttore artistico della collana Weird Comics,  «ma i fatti e la qualità che Amigo porta sulla penisola Iberica ed oltreoceano parlano diversamente. Amigo probabilmente è una delle realtà ispaniche più grosse sulla penisola che produce materiale di qualità altissima. E da marzo potrete trovare questi titoli anche in Italia grazie a Weird Book. Si comincia con Nancy in Hell, pubblicato anche dalla Image, Rogues e Straitjacket
Il direttore editoriale di Weird, Luigi Boccia ha invece dichiarato: «Questa è la nostra risposta all'interesse dimostrato da tantissimi lettori ai titoli che abbiamo pubblicato. Il nostro impegno è riuscire a portare in Italia albi di una certa qualità che ci aprono un mondo fumettistico che, fino ad oggi, nessun editore ha mai preso in considerazione nel nostro paese. In un certo senso siamo i primi a intraprendere questa strada, e stiamo avendo l'appoggio e la fiducia di importanti editori internazionali che hanno deciso di credere in un piccolo marchio come il nostro cedendoci i loro titoli di punta.»



NANCY IN HELL
Dalla geniale mente di El Torres con i disegni di Josè Juan Ryp, arriva Nancy! Le brave ragazze vanno in Paradiso, vero?! Ma qui sembra che non ci siano più “brave” ragazze. Dopo la sua morte, Nancy si risveglia in un luogo inquietante per trovarsi circondata solo da terribili anime perdute, demoni nelle tenebre, reietti, motoseghe e ogni tipo di orrenda condanna. Potrà veramente Nancy sfuggire alle spire dell’Inferno?




ROGUES

Questa è la storia di Bram e Weasel, due grandi ladri in un mondo fantasy. Due eroi bizzarri, inusuali... Okay, loro in realtà non sono eroi, o comunque non agiscono con l'intento di esserlo. I veri eroi non rubano, non mentono e non giacciono con donne che hanno appena salvato... però hanno i mantelli!






STRAITJACKET
Entriamo nel mondo di Alexandra Wagner, che uccise suo fratello quando era bambina e fu rinchiuso in un istituto. Alexandra crede di essere la protettrice del nostro mondo contro le Forze Oscure con l’aiuto del fratello che si trova nel mondo dei morti. Ovviamente questi sono solo deliri, ma il come ed il perché una notte lei sia letteralmente scomparsa nel nulla e poi “magicamente” riapparsa nell’istituto fa pensare che nei suoi deliri deve esserci qualcosa di vero…




audaci Awards '17: FUMETTO AMERICANO

$
0
0









È stato un anno lungo, complesso e molto interessante per il fumetto statunitense. La DC Comics ha messo in campo un piano di rilancio degno della sua storia editoriale, arruolando alcuni tra gli autori più in forma al momento. La Marvel dal canto suo ha continuato a dar spazio a ottimi sceneggiatori quali Nick Spencer (con il suo lungo percorso alle redini di Capitan America, sfociato poi nell'evento Secret Empire), Jason Aaron (su Thor e Doctor Strange con due run fuori dal comune) e il buon Brian M. Bendis (da poco passato alla Distinta Concorrenza).
È fuori di dubbio poi che le realtà esterne rispetto alle "big two" si siano confermate sempre più come fucine di idee, autori e serie imprescindibili, e non parliamo solo delle "solite" Image o Dark Horse, ma anche di tantissime altre piccole e grandi etichette che si stanno affacciando di recente e stanno trovando spazio anche tra gli scaffali nostrani.
Non a caso, nei nostri Awards noterete che abbiamo scelto ben due vincitori per la categoria "nuove serie", a ulteriore conferma del dinamismo che caratterizza da sempre questo mercato fumettistico.
Ma adesso basta cronache e lungaggini, è il momento di leggere i vincitori dei nostri premi dedicati al fumetto statunitense!





Audace sceneggiatore di comics americani
Tom King (Batman, Visione, Sheriff of Babylon)
Per l'incredibile attenzione sostanziale e formale agli aspetti strutturali e sintattici del fumetto.
In poche parole, se l'anno scorso il suo nome rappresentava la rivelazione più sorprendente e brillante, oggi è la certezza più formidabile: da Batman a Sheriff of Babylon, passando per la straordinaria conclusione di Visione, qualsiasi suo fumetto diventa materiale prezioso da leggere, rileggere, commentare e custodire (trovate due approfondite analisi sul suo approccio al linguaggio del fumetto sul blog Comics Calling qui e qui), in attesa della pubblicazione italiana dell'annunciato nuovo masterpiece dedicato a Mister Miracle.



Audace disegnatore di comics americani
Carmine Di Giandomenico (Flash)
Per lo straordinario rapporto tra qualità e tempistiche di realizzazione nell'emozionante e lunga corsa come disegnatore del Flash di Joshua Williamson, serie nella quale l'artista abruzzese sembra aver messo davvero il cuore (si veda la dedica alla sua regione in occasione dei terrifibili eventi che l'hanno colpita nel passato recente). Così come nel nostrano Orfani Sam #1, Di Giandomenico si fa erede della tradizione fumettistica americana aggiungendo quel tocco di umanità ed espressività tipico di uno stile più europeo.
Irraggiungibile (e da Guinness, letteralmente).




Audace autore unico di comics americani
Jeff Lemire (Royal City, Niente da perdere)
Per aver raccontato in Royal City (vedi due interessanti recensioni qui e qui) una storia familiare tra fantasmi del passato e problemi del presente, un affresco caratterizzato da una rara intensità, che conferma l'autore canadese come una delle voci più interessanti della sua generazione.




Audace autore rivelazione di comics americani
Gerard Way (Doom Patrol, Umbrella Academy)
Premessa: l'ex frontman dei My Chemical Romance non è tecnicamente nuovo al mondo del fumetto e lo sappiamo bene (non a caso il primo volume di Umbrella Academy recentemente portato in libreria da Bao Publishing è una ristampa, anche se la conclusione della serie è attualmente inedita). Ciononostante la parola "rivelazione" calza bene per l'autore che ha fondato la Young Animals, linea editoriale della DC Comics che pubblica quelli che lui stesso definisce "Comics for Dangerous Humans", fumetti sperimentali, bizzarri e underground. Tra le serie finora pubblicate con il logo Young Animals (Doom Patrol, Shade the Changing Girl, Mother Panic, Bug: The Adventures of Forager e Cave Carson Has a Cybernetic Eye), la sua Doom Patrol rappresenta un ritorno importante ma anche il titolo cardine che centra tutti gli obiettivi preposti con storie veloci e stravaganti e tocchi di metafumetto.
Insomma, il posto lasciato semivuoto dalla recente Vertigo viene occupato (per ora) al meglio.


Audace colorista di comics americani
Elizabeth Breitweiser (Outcast, Kill or Be Killed, Velvet)
Se è vero che le tavole di Paul Azaceta, Sean Phillips e Steve Epting potrebbero brillare di luce propria (e non a caso le storie di Outcast disegnate da Azaceta vengono pubblicate qui da noi in edicola in bianco e nero), è altrettanto palese che quando a colorarle c'è Elizabeth "Bettie" Breitweiser la differenza c'è e si vede.



Audace copertinista di comics americani
David Aja (Scarlet Witch, Karnak)
In un anno in cui il maestro dello stile pittorico Alex Ross è tornato massivamente alla ribalta con decine di cover di serie regolari Marvel, pochi illustratori sono stati capaci di realizzare copertine che rimarranno negli annali al pari di David Aja. Tra i paradossi alla M.C. Escher e i concept dotati di elegante genialità, Aja rende straordinarie le cover del Karnak di Warren Ellis ma soprattutto quelle interamente in bianco, rosso e nero della Scarlet Witch di James Robinson.







Audace serie regolare
Black Hammer di Jeff Lemire e Dean Ormston
Interamente ed efficacemente incentrata sui protagonisti, sui legami tra loro, sulle psicologie e il vissuto, Black Hammer non trascura la lezione del "sense of wonder" tipico dell'età aurea dei comics d'oltreoceano, conservandone il sapore e restituendolo in modo intenso e sincero con il gusto tipico degli autori indie. Basta un solo volume per riuscire a generare un immenso desiderio di leggere non solo altre storie della serie ma anche tutto il corredo di spin-off che Lemire afferma di avere in mente.




Audace/i nuova/e serie
[Un ex-aequo. Perché le nuove serie che ci hanno convinto quest'anno erano (almeno) due.]
Black Monday di Jonathan Hickman e Tomm Coker (e... Satana?)
Nerissima, sporca, magnetica, è questa la nuova serie in cui Jonathan Hickman ha riversato tutto il suo talento per la narrazione. Ancora una volta l'autore sembra aver fatto un patto con il diavolo per riuscire a realizzare con una perfezione millimetrica un racconto tra il noir, l'esoterismo e il complottismo ambientato nel mondo della finanza, inframmezzato da schemi, simboli, pagine in prosa con parti secretate e con una grossa attenzione per la componente grafica.
Una lettura che ti cattura e ti trascina nell'abisso.



Sheriff of Babylon di Tom King e Mitch Gerads
Lo sceneggiatore Tom King ha lavorato come agente nell’antiterrorismo della CIA sia in territorio statunitense che in Medio Oriente. In Sheriff of Babylon ha messo a frutto questo background per raccontare un'indagine su un omicidio tra le rovine dell'Iraq dopo la caduta del regime di Saddam Hussein ("una nazione di vedove e orfani"). Un noir realistico che affronta tematiche complesse in modo avvincente e con uno stile impeccabile, anche grazie alla straordinaria collaborazione con Mitch Gerads (il sodalizio ha dato vita anche a splendidi episodi di Batman e Mister Miracle), probabilmente il disegnatore che meglio è riuscito sinora a interpretare visivamente le sceneggiature di King.
Al pari delle migliori serie tv in circolazione, non vediamo l'ora che esca la nuova stagione.



Audace miniserie
Superman: Alieno Americanodi Max Landis, Jock, Jonathan Case, Matthew Clark, Nick Dragotta, Tommy Lee Edwards, Joelle Jones, Jae Lee, Francis Manapul
La crescita di Clark Kent viene sviscerata in una delle storie di Superman più riuscite degli ultimi anni (un "classico istantaneo", come viene definito in questa bellissima analisi su Lo Spazio Bianco). Alieno Americanoè uno sguardo inedito sulla genesi del personaggio, realizzato da uno sceneggiatore dalle sorprendenti qualità (il regista Max Landis), coadiuvato alle matite da diversi talentuosi disegnatori (tra i quali segnaliamo gli interessanti contributi di Jock, Nick Dragotta, Tommy Lee Edwards, Jae Lee e Francis Manapul).
Chiunque aveva aveva smesso di credere in Supes come veicolo per narrare belle storie, con questa miniserie ha dovuto ricredersi.



Audace singolo episodio
Universo DC Rinascitadi Geoff Johns, Gary Frank, Ethan Van Sciver, Ivan Reis, Phil Jimenez
Una storia capace di far (ri)appassionare anche chi non ci avrebbe mai sperato, fornire nuova linfa a personaggi con una lunghissima storia editoriale alle spalle e dare il via a una storia che in questi mesi sta trovando la sua avvincente prosecuzione nel discusso e seguito evento Doomsday Clock.
Basta osservare l'iconica cover di Gary Frank, del resto, per rendersi conto che questa storia è davvero importante. Perché, come abbiamo sottolineato qui, oggi più che mai abbiamo bisogno di sospendere la nostra incredulità, di continuare a stupirci senza sosta, di riprendere ad avere fiducia in questi personaggi, ai quali non possiamo che augurare una lunga vita.
Perché "niente finisce davvero".





Viewing all 2542 articles
Browse latest View live