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Feltrinelli ristampa "La Dottrina" di Bilotta e Di Giandomenico

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Torna la quadrilogia distopica, da tempo introvabile 


Il disegnatore Carmine Di Giandomenico ha annunciato sul proprio profilo Facebook che La Dottrina, quadrilogia scritta da Alessandro Bilotta e da lui disegnata, sarà presto ristampata da Feltrinelli Comics.



Avendola apprezzata all'epoca della pubblicazione originale, accogliamo con estremo interesse la notizia del ritorno della memorabile storia distopica realizzata dalla coppia di autori di Giulio Maraviglia, nonché del primissimo episodio del Pianeta dei Morti di Dylan Dog: La Dottrina era da tempo introvabile nell'edizione originale e per di più l'intera saga non era mai stata raccolta finora in un volume unico integrale (come pare accadrà in questa nuova edizione).
Cogliamo inoltre l'occasione per riportare a seguire la trama, insieme all'immagine diffusa da Di Giandomenico con l'annuncio.

"Un nuovo giorno, la città viene svegliata dagli Altoparlanti. L’umanità apatica si dirige in uffici e fabbriche all’ombra della torre del Nocchiere. Il cittadino Zeccaria, impiegato meticoloso, soffre di manie di persecuzione per cui è iscritto a una lista di controllo. Crede di capire cose che gli altri non capiscono. Alla vigilia della festa della Solennità del Nocchiere, due amanti vivono un amore clandestino riuscendo a eludere i controlli dei Professori, le guardie armate. Un artista di regime progetta opere per la celebrazione e due bambini vengono allontanati dalla Scuola per essere mandati in Rieducazione. In un luogo in cui è reato avere espressioni facciali, entra in scena un personaggio che si fa chiamare La Smorfia. Mezzo secolo prima si tramandava la leggenda di qualcuno che cercò di liberare gli uomini. Al primo sparo contro La Smorfia, un anziano ricorda di non averne più sentiti da quando era bambino. La Smorfia era quella leggenda."




“Un’altra via per fare fumetti”

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Incontro sul fumetto tra cinema e autoproduzione con il collettivo Mammaiuto e i registi del corto Un’altra via


Giovedì 28 marzo giungerà a conclusione la bella rassegna intitolata Fumetti&Popcorn al Cinema Caffè Lanteri di Pisa con un incontro dal titolo Un’altra via per fare fumetti, incentrato sul fumetto tra cinema e autoproduzione, moderato da Maurizio Vaccaro . Parteciperà uno dei collettivi toscani più attivi nei webcomic e nell'autoproduzione a fumetti in Italia, Mammaiuto, insieme ai registi Davide Arosio e Massimo Alì Mohammad , con la presentazione del cortometraggio Un’altra via, tratto dall’omonimo fumetto di Lorenzo Palloni (autore da noi recentemente premiato come Audace dell'anno agli ultimi Audaci Awards).

Comunicato stampa
“Un’altra via per fare fumetti”

Incontro sul fumetto tra cinema e autoproduzione con il collettivo Mammaiuto e i registi del cortometraggio “Un’altra via”

Giovedì 28 marzo 2019
Ore 20 incontro con gli autori
Ore 20.45 proiezione del cortometraggio

Giovedì 28 marzo alle 20, concludiamo con l’ultimo appuntamento della rassegna Fumetti&Popcorn al Cinema Caffè Lanteri dedicato all’incontro “Un’altra via per fare fumetti”, sul tema del fumetto tra cinema e autoproduzione moderato da Maurizio Vaccaro con uno dei collettivi toscani più attivi in Italia, i Mammaiuto e i registi Davide Arosio e Massimo Alì Mohammad del cortometraggio “Un’altra via”, tratto dall’omonimo fumetto di Lorenzo Palloni, che verrà proiettato alle ore 20.45.

Il corto Un’altra via porta sul grande schermo la storia di un umile e solitario professore universitario e di una delle sue studentesse, che si innamorano. Travolti dallo scandalo, si trasferiranno in un piccolo paese di montagna, dove li attende un tragico destino. Diretto da Davide Arosio e Massimo Alì Mohammad, con PierGiuseppe Francione, Aurora Bollettinari, Luca Mazzamurro, il film è tratto dalla storia a fumetti di Lorenzo Palloni, contenuta nel libro “Tempo Da Lupi” (Mammaiuto, 2018) - che verrà presentato durante l’incontro - insieme ad altre tre storie nere legate dal tema comune degli affetti. Famiglia, amicizia, amore e tutto quello che si può ancora tradire. Durante l’incontro sarà presentato anche “Continua a smettere” di Alessio Ravazzani, una raccolta di storie brevi a fumetti, che ruotano attorno all’estenuante lotta quotidiana e alla rassicurante tentazione di abbandonare i propri sogni, di cui fa parte il racconto “Vetri”, da cui ancora una volta il duo Arosio/Mohammad trarranno il loro prossimo film attualmente in lavorazione.


Mammaiutoè un’associazione formata da un collettivo di autori. Il nostro primo scopo è fare fumetti per il piacere di farli. Il secondo è raggiungere i lettori direttamente, eliminando la presenza di intermediari: tutte le storie, le illustrazioni e le strisce che produciamo sono sempre disponibili gratuitamente on line. Le attività di vendita che intraprendiamo sono finalizzate a dare agli autori il massimo compenso possibile per il loro lavoro, e a pagare le spese vive dell’associazione. Cerchiamo di prendere ogni decisione con un processo di democrazia deliberativa e gestiamo le attività in un’ottica di completa trasparenza.

Davide Arosionasce il 31 ottobre 1985. Dal 2008 è attivo nella realizzazione di documentari e cortometraggi di finzione.

Massimo Alì Mohammad nato a Napoli nel 1983, sceglie nel 2009 Ferrara come città adottiva e collabora da più di un anno con l’associazione Feedback (www.feedbackvideo.it) nell’organizzazione di progetti documentaristici e cinematografici, lezioni di cinema e cineforum. Laureato in linguaggi multimediali ed informatica umanistica all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” e laureato in lingue e letterature straniere, con tesi in Storia del Cinema su Jan Švankmajer, presso l’Università degli studi di Ferrara, è impegnato, inoltre, nel montaggio di un docufiction sulla storia del cinema Mignon di Ferrara, sempre frutto della collaborazione con l’associazione e il Centro Audiovisivi del comune. Durante la preparazione di quest'ultimo lavoro, ha realizzato il documentario L'occulto della terra, sull'antica arte della ricerca del tartufo nel territorio del ferrarese. Il suo precedente cortometraggio, La Nonna, è stato selezionato in 8 festival internazionali, vincendo la menzione speciale della giuria al 26° Torino Film Festival e il premio come miglior cortometraggio al Valdarno Cinema FEDIC 2009.

Cinema Caffè Lanteri
Via San Michele degli Scalzi 46, Pisa

I tre cani

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Una stupenda versione della fiaba popolare, dedicata alla donna


I tre cani è un volume firmato da Samuel Daveti e Laura Camelli, edito dall’associazione Mammaiuto, che raccoglie i singoli episodi pubblicati online sul sito del collettivo. Sul blog abbiamo accennato in più occasioni alla bellezza di questa storia, riadattamento a fumetti di una fiaba di Italo Calvino, inserendola tra i nostri consigli per i regali di Natale e assegnandole il premio come Miglior autoproduzione del 2018 agli Audaci Awards.
È arrivato ora il momento di parlarne più approfonditamente.


Mi ha colpito molto questa nuova versione della celebre fiaba popolare. Sin da subito ne ho apprezzato differenze e analogie rispetto alla versione originale: qui a far da padrone ai cani fatati c'è una donna.
Pomeria infatti vive in una casetta fra i campi e tutte le sere aspetta l’arrivo del marito, Senio, il quale ogni volta le promette che la porterà in città e la ricoprirà d’oro, mentre invece pensa soltanto a farsi dare i soldi dell’eredità per spenderli a suo piacimento. Pomeria si sente sola e spesso vaga per le campagne. Un giorno incontra un uomo con tre cani e ne compra uno in cambio degli orecchini. Quando torna a casa, Senio si arrabbia nel vedere la bestia e la convince a restituirlo. Ma il cane dà coraggio a Pomeria, che finisce per ribellarsi acquistando tutti e tre i cani fatati, ovvero i mitici Spaccamuro, Spezzaferro e Schiantacatene
Non vi racconto tutta la fiaba, che sono sicura apprezzerete molto in questa nuova versione, voglio solo dirvi che i tre cani conferiscono a Pomeria il coraggio per ribellarsi a suo marito, facendole finalmente assaporare il valore della sua nuova libertà. 
I due autori hanno reso originale anche il finale: Pomeria compie un’azione che è l’esatto contrario di quella che viene narrata nella fiaba a cui si ispira l'opera, rendendola così nuova anche nel suo significato più profondo.



Mi sono piaciute molto le tavole in bianco e nero e lo stile grafico della Came. I personaggi sono delineati con pochi segni, ma i tratteggi dell'autrice toscana restituiscono l’eleganza del movimento e mettono in risalto il carattere dei personaggi. Usando sempre contrasti forti fra il nero e il bianco, la Came realizza immagini di paesaggi che sanno rendere l’idea dell’ambiente con pochi elementi essenziali.

Faccio quindi i miei complimenti a Laura Camelli e a Samuel Daveti per aver creduto nel loro lavoro pubblicando questo splendido volume e spero che collettivi come Mammaiuto, dove lo scopo principale è fare fumetti per il piacere di farli, riescano a  portare avanti ancora tante iniziative belle come questa.

Voglio ringraziare anch’io la mitica zia Betty che leggeva al piccolo Sam il volume due dei quindici (per chi non conosce i quindici, è quello dedicato alle fiabe), dove la versione della fiaba popolare I tre cani è ad opera di Italo Calvino. Anche io l’ho letto spesso con le mie sorelle da piccola e poi ho fatto lo stesso con mia figlia: ho sempre pensato che le fiabe aiutino a crescere e a sognare.
Ci tengo anche ad elogiare l’accurata scelta dei nomi dei personaggi, che li rendono fiabeschi e intriganti.



In chiusura, la canzone giusta da abbinare alla lettura di questo volume è Quattro cani di Francesco De Gregori (anche se c’è un cane di troppo): 
Il primo è un cane di guerra e nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza
vive addosso ai muri e non parla mai…
Il secondo è un bastardo che conosce la fame e la tranquillità
ogni volta che muore gli rinasce la coda…
Il terzo è una cagna quasi sempre si nega qualche volta si da’ e semina i figli nel mondo
perché è del mondo che sono figli, i figli…
Adelaide



I tre cani
(Riadattamento a fumetti di una fiaba popolare)

Testi: Samuel Daveti
Disegni: Laura Camelli
Mammaiuto, 2018

Mercurio Loi #15

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Un addio travagliato


Spigoloso, astratto, surreale, inquietante. Sono queste le sensazioni dopo la lettura di un altro albo fondamentale e stupendo di una serie che non smette di entusiasmarci.


Uno spiazzamento continuo

Mercurio Loi ci riserva continue stilettate al cuore, sempre quando e dove meno te le aspetteresti.
Compreso questo, sono ormai tre episodi di fila che Alessandro Bilotta porta avanti un dramma celato dietro certezze sapientemente consolidate nell'arco dei primi dodici numeri. Così, tutti credevamo che Ottone fosse "semplicemente" lo sparring partner di un eroe notturno e girovago. Eravamo ragionevolmente certi che nessuno dei personaggi principali potesse morire davvero, come accade in ogni prodotto seriale rassicurante e senza una continuity serrata. Davamo per scontato che tutti i cattivi avessero sembianze e identità ben definite. E, infine, che una storia dedicata all'amore dovesse essere melensa e cuoriciosa e tutt'altro che drammatica e sorprendente. Invece è proprio con Ciao, core che Bilotta, con il contributo fondamentale e imprescindibile di Andrea Borgioli Francesca Piscitelli, confeziona una storia destinata a scardinare definitivamente tutte le - sia pur claudicanti - sicurezze che si erano sedimentate nelle menti dei lettori.
Arrivando a estremizzare il concetto, potremmo persino aggiungere che anche l'annuncio della conclusione della serie (che inizialmente ci ha colti un po' di sorpresa), con il prossimo numero in edicola a partire dal 22 marzo, andrebbe inserito in questo percorso di continuo spiazzamento, di progressivo smarcarsi dalle consuetudini della narrazione seriale. Credevate di leggere storie slegate tra loro e che sembrano girovagare senza meta, esattamente come il loro protagonista? Ebbene, no. Come lo stesso Bilotta ha confermato annunciando la conclusione della serie, si tratta di sedici capitoli di un'unica lunga storia, da rileggere integralmente per cogliere tutti gli indizi, i presagi, i segnali e le parole non dette.


Vivisezione di un sentimento

"Solo la morte m'ha portato in collina 
Da chimico un giorno avevo il potere 
Di sposar gli elementi e farli reagire 
Ma gli uomini mai mi riuscì di capire 
Perché si combinassero attraverso l'amore
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore
Guardate il sorriso guardate il colore 
Come giocan sul viso di chi cerca l'amore 
Ma lo stesso sorriso lo stesso colore 
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore?"

(Un chimico, di De André/Bentivoglio/Piovani, ispirato all'Antologia di Spoon River di E. L. Masters)

Tornando all'episodio in questione, così come i precedenti, si sviluppa intorno a una tematica portante, in questo caso l'amore. Un sentimento vissuto e narrato in tutte le sue forme e nelle sue varie fasi, dalla nascita alla conclusione, interpretato con la lente d'ingrandimento di uno studioso, di un Professore, di un chimico che vorrebbe imbrigliare gli elementi dell'emotività nella tavola periodica della razionalità.
Mercurio Loi si innamora, Ottone si trova a fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni, tutto sembra avere una consequenzialità che assume i tratti dell'ineluttabile, dell'imprescindibile. Come la morte, concetto al quale da sempre, in ogni filosofia, l'amore è legato a doppio filo.

E a proposito di filosofia, c'è spazio come sempre per pensieri profondi, per riflessioni antropologiche ed esistenziali che propongono spunti mai banali, sempre profondi, come il pensiero che "quando ci si innamora all'inizio si inganna se stessi e poi si finisce per ingannare l'altro", un concetto pervaso di inguaribile pessimismo cosmico (pari forse al pessimismo dei sottoscritti audaci nel leggere la notizia della chiusura di Mercurio Loi, ma questa, come si suol dire, è davvero un'altra storia).


I colori e, all'improvviso, il bianco e nero

Del resto, l'episodio si chiude con eventi particolarmente cupi e persino agghiaccianti. Merita in questo caso un particolare plauso il lavoro di Borgioli e Piscitelli nel concretizzare una narrazione visiva che si integra in maniera encomiabile con l'evolversi della trama.
L'uso del colore è fondamentale, con la progressiva sottrazione di colori fino a quel bianco e nero lancinante nella scena cardine finale, che spicca paradossalmente per la totale assenza di colore.
La sintesi visiva del tratto di Borgioli raggiunge in questa storia vette davvero notevoli, inserendosi elegantemente nel racconto senza particolari sbavature.


In chiusura

Ci sembra doveroso sottolineare come questa serie ci mancherà terribilmente. A pochi giorni dalla pubblicazione del numero conclusivo, dopo aver letto, digerito, riletto e recensito tutti gli episodi, ci sentiamo di poter dire nel nostro piccolo che si tratterà di un addio travagliato. Perché le edicole hanno bisogno di fumetti così, raffinati e intelligenti, stimolanti e anomali, per non affossare dietro a roba trita e ritrita. E soprattutto perché ne abbiamo bisogno noi, lettori esigenti e sempre alla ricerca di qualcosa di bello.
Ciao, core.

Il Sommo Audace & Rolando Veloci



"Ciao, core"
SERIE: Mercurio Loi
NUMERO: 15
DATA: gennaio 2019
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alessandro Bilotta
DISEGNI E CHINE: Andrea Borgioli
COLORI: Francesca Piscitelli
COPERTINA: Manuele Fior


Per le immagini: © 2019 Sergio Bonelli Editore.

Dampyr: i primi dettagli sul film

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Il personaggio Bonelli sarà sul grande schermo il 23 gennaio 2020


Come annunciato durante la scorsa edizione di Lucca Comics & Games, il 23 gennaio del prossimo anno Dampyr approderà sul grande schermo con un lungometraggio prodotto da Sergio Bonelli Editore insieme a Eagle Pictures e Brandon Box.
Nessun altro dettaglio era stato finora diffuso a riguardo.


La cover del volume cartonato che raccoglie i primi due episodi di Dampyr.

Tramite una scheda del film presentata di recente sul sito filmitalia.orgè possibile invece apprendere alcune interessanti informazioni aggiuntive. La regia del film sarà di Riccardo Chemello, mentre la sceneggiatura sarà frutto della collaborazione tra Mauro Boselli, Giovanni Masi, Mauro UzzeoMichele MasieroAlberto OstiniGiovanni Mattioli e Antonio Navarra. Il soggetto sarà tratto "dall'omonima graphic novel" (anche se qui forse sull'uso del concetto di "graphic novel" avremmo qualcosa da ridire) dei due creatori del personaggio, Mauro Boselli e Maurizio Colombo, e, stando alla trama riportata sul sito, sarà basato sui primi due albi della serie regolare (realizzati ai disegni da Majo).
Ecco la trama del film:

Sono gli anni ’90 e una guerra crudele è in corso nei Balcani. I soldati guidati da Kurjak hanno il compito di mantenere la postazione nel paese di Yorvolak, ma vengono massacrati da misteriosi assassini soprannaturali assetati di sangue. Viene chiamato in aiuto Harlan Draka, un truffatore che gira per i villaggi praticando falsi esorcismi e fingendosi un Dampyr, un uccisore di vampiri. Presto Harlan scoprirà di essere davvero un Dampyr, in quanto figlio di un’umana e di un Maestro della Notte. E, con l’aiuto di Kurjak e di una vampira ribelle, intraprenderà una violenta battaglia per sconfiggere le forze del Male.

Non ci resta che attendere per scoprire anche i nomi degli attori e altri dettagli sul lungometraggio.

Tex L'uomo dalle pistole d'oro

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Una storia che parte dal passato di Kit Carson, splendidamente illustrata dal co-creatore di Scalped


L'uomo dalle pistole d'oro, nuovo volume cartonato di Tex"alla francese", si presenta sin dalla copertina con la particolarità di essere realizzato ai disegni da un artista serbo noto a livello internazionale: Rajko Milošević, in arte R.M. Guéra.


Non è la prima volta che Guéra si cimenta con un'ambientazione western. Infatti, parte della notorietà dell'autore è legata alla serie Vertigo Scalped, su testi di Jason Aaron, uno degli ultimi veri capolavori dell'etichetta DC, incentrata su una riserva di nativi americani del Sud Dakota ai giorni nostri. Non va poi trascurato il suo coinvolgimento nella trasposizione a fumetti del film Django Unchained di Quentin Tarantino.

L'arruolamento di Guéra nella scuderia Bonelli si inserisce nel percorso editoriale della collana di cartonati in maniera del tutto coerente. L'impostazione grafica, i nomi coinvolti e le scelte narrative hanno infatti finora privilegiato la ricerca di uno stile che non fosse quello "classico" caratteristico del fumetto bonelliano. E se è vero che comunemente identifichiamo questa collana come quella del Tex "alla francese", è altrettanto palese come la commistione di linguaggi fumettistici in queste storie vada ben oltre la definizione di una riproposizione delle consuetudini stilistiche d'Oltralpe.
La dimostrazione, dopo il volume che vedeva ai testi lo sceneggiatore statunitense Chuck Dixon, risiede proprio in questo nuovo albo caetonato, pubblicato alcune settimane fa. Qui Guéra mescola influenze europee con scelte tipiche dei comics USA, dando origine a un'autentica sperimentazione, interessante da analizzare e preziosissima da leggere.

Le tavole di grande formato permettono al disegnatore serbo di sviluppare la narrazione in modo alquanto libero, variando nel layout e nelle inquadrature a seconda delle necessità della storia. Prezioso e potente è il contributo ai colori di Giulia Brusco, colorista che già in passato aveva collaborato con Guéra e che impreziosire le tavole con scelte cromatiche efficaci.
Sul fronte narrativo, Pasquale Ruju lavora in maniera impeccabile su una storia che si concentra su sentimenti forti e ben connotati, racchiudibili in un concetto chiave: la vendetta.
Il ritorno di una nemesi legata ad avvenimenti passati della gioventù di Kit Carson si concretizza nell'intento di uccidere alcuni Ranger. L'accoppiata inossidabile formata da Tex e Kit si pone sulle tracce di questo "uomo dalle pistole d'oro", in un percorso di pallottole e sangue.
La storia si rivela appassionante, in grado di coinvolgere in una lettura intensa e senza tregua.

Nel complesso, l'albo conferma la bontà delle pubblicazioni semestrali cartonate, luogo ideale per sperimentare soluzioni e autori inediti e per permettere ai lettori di battere territori (almeno in parte) inesplorati, con il supporto di autori dalla notevole professionalità.

Il Sommo audace



TEX “L'uomo dalle pistole d'oro” 
SERIE: Tex Romanzi a fumetti
DATA: febbraio 2019
SERGIO BONELLI EDITORE


SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Pasquale Ruju
DISEGNI E COPERTINA: R.M. Guéra
COLORI: Giulia Brusco



Per le immagini: © 2019 Sergio Bonelli Editore.

Cine-Comic Panettoni: Aquaman

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La nuova frontiera del trash



Quanto ci mancava il folle (e incredibilmente geniale) Grullino Biscottacci, l'audace cinefilo (e cinofilo) che ama fornire una versione differente del mondo dell'intrattenimento? 
Risposta: tantissimo!
Dunque dopo l'incredibile esperienza dei Poster del terzo tipo, eccolo tornare con una rubrica nuova di zecca: Cine-Comic Panettoni
Iniziamo con Aquaman, film diretto da James Wan e ispirato al noto personaggio DC Comics, qui interpretato da Jason Momoa.
Attenzione: i deboli di cuore e i pelosi di lingua sono invitati ad astenersi dalla lettura! E soprattutto vi avvertiamo: non guarderete più i cinecomic con gli stessi occhi.


Spoiler alert

Plot di Aquaman:
Aquaman cerca per due ore di film il tridente di Poseidone e poi lo trova.
FINE
(E grazie al cç%%o, ha già il tridente in ogni singolo fo°°u°o poster promozionale, vuoi vedere che non riusciva manco a trovarlo??!?)

Trama di Aquaman:
Aquaman cerca per due ore di film il tridente di Poseidone e tra inseguimenti, esplosioni (dove esplode qualunque cosa) ed altre scene assurde riesce a trovarlo e può finalmente combattere un cattivo senza carisma e la sua armata acquatica di Future Fritture Miste che mangeremo l’estate prossima.



Un filmaccio di serie V (dove la V sta per Vç§§ç$%£O DC Comics), che magari potrebbe far entusiasmare gli spettatori in età puberale (più che comprensibile) ma che per fortuna non altera i valori di un EEG di un qualunque essere senziente (cresciuto nell’era Post-Atomica di Ken), che abbia in dotazione una buona dose di amore per il Cinema e per la Sacra Frittura di Pesce Di Nanto.
Questo film è una fantasmagorica diarrea acquatica in CGI, che purtroppo lascia stitici anche gli spettatori più propensi a voler evacuare alla svelta dai propri interstizi il film stesso (che però funge anche da tappo!).
Paradossi intestinali più complessi della trama di Memento.
Attenzione pellicole come questa causano fratture genitali scomposte con conseguente arresto circolatorio dell’apparato riproduttivo… se ne avete uno.

Tutti i superpoteri di Aquaman:
1)      Può  aprire cozze e vongole col pensiero (che in certe situazioni può far comodo).
2)      Può friggere l’acqua.
3)      Controllo assoluto e sottomissione di tutti i pesci…
(potere che condivide con quasi tutte ragazze del pianeta, alcune presenti su Instagram – in allegato i link ai profili più succulenti).
4)      È lo sponsor ufficiale L’Oreal Paris.
5)      Può parlare  e urinare sott’acqua contemporaneamente.
6)      Può stampare biglietti omaggio e riduzioni per l’Acquafan di Riccione.

Il film è un piacevolissimo pretenziosissimo baraccone senz’anima, senza empatia e soprattutto senza trama che ruba a mani piene un po’ da tutto il cinema di genere e non…. Dentro c’è: Indiana Jones, Pirati Dei Caraibi, La Mummia, Waterwolrd, Week-end con il Morto e anche Mamma Ho Perso Il Tridente - Mi Sono Smarrito Ad Atlantide…… Ci sta dentro di tutto, un po’ tutti i film fantasy, di fantascienza o di pseudo-fantascienza che abbiate mai visto o sentito.

Questo film, passati tre giorni, già inizia a puzzare.

Un film vuoto come un guscio di un povero Paguro sfrattatto di casa da un Cormorano avido e sadico che vuole abusarne segretamente per poi subaffittare il guscio stesso al doppio del prezzo di mercato (mercato ittico, ovviamente).
Filmaccio dove, come al solito (di certi film beceri), il cattivo di turno è una classica nemesi che muove guerra contro non si sa cosa, per non si sa quale motivo, perché in realtà lui, il cattivo, non ha una reale motivazione valida per giustificare questo film di merda, e lui lo sa, sì, lui lo sa, sia l’attore sia il personaggio che interpreta: entrambi sanno che questo è un pessimo film acquatico.


Non si ride, non si sorride e non si empatizza maaaiii con personaggi ultra-piatti, fiacchi  e flosci come anguille sbattute sugli scogli. Battute e dialoghi di nessuna rilevanza. Qualche combattimento ben coreografato, nulla di più.  Un Copia-Incolla di elementi già presenti in mille - meglio riusciti - film Marvel… (Senza contare che mezza trama l’hanno presa pari-pari da Black Panther!)

Poi vabbè… Fondamentale la megabattaglia finale epica, dove si schierano in assetto da battaglia tutti gli esseri marini reali e immaginari (ci sono pure i cannolicchi ipertrofici di Ginosa Marina, grandi come ombrelloni e geneticamente modificati a causa dell’inquinamento dell’Ilva).

Ci sono Cine-Comic con un’anima, una sceneggiatura buona, attori competenti e sopra ogni altra cosa una storia da raccontare che emoziona nel profondo (come la trilogia del Cavaliere Oscuro diretta da Christopher Nolan). Poi ci sono film che intrattengono e divertono e, in alcuni casi, fanno riflettere (Deadpool, Logan e così via…). E infine ci sono questi acquari digitali dove l’unico aspetto interessante è il box-office (interessante per la Warner Bros/DC e ben poco per lo spettatore).

Riflessione personale:  ma poi le luci al neon nelle strutture ipertecnologiche si alimentano con plancton bioluminescente… tipo neon?????!!

Elenco completo degli sceneggiatori del film:
La vecchia p$%%£a tossica di Breaking Bad
Il Pescivendolo Tonino Maf detto Il Lupo
Due tizi che passavano per caso dagli uffici Warner Bros
Super Mario (Warner) Bros
Mimmo il Sensitivo di Napoli
Julian Fury il Dottore dell’Olio
Un suonatore di Oboe
Il sosia di Michael Bay
Ben 8 dei 4 sceneggiatori di Friends.

Voto al realismo del film:
In mare si vede poca monnezza! Ci vuole più monnezza!



CAST - PARZIALE

BLACK MANTA:LORD CASCO. Nemico un po’ più cattivo del cattivo classico che è molto meno cattivo del classico cattivo. Poteva essere interessante, ma ripete lo schema di Batman (in Armatura) contro Superman. Risultato: dinamiche Hero/Villain già viste mille volte. Quindi vç§§ç$%£o!

DOLPH LUNDGREEN:SIRENETTO DOPATO CON LE MECHES.  Attore Cult. Coi Capelli rossi è l’incrocio acquatico tra Mickey Rourke, Mirco di Kiss Me Licia e un’alice marinata.

JANGO FETT:GUARDIANO DELLA GALASSIA DEL FARO- IL MIGLIORE. Dice due st$òn%e all’inizio, poi scompare e si fa i ca%%i suoi per tutto il film.

WILLEM DAFOE:VAN GOGH OF THE CARRIBEAN - INCLASSIFICABILE. Ha recitato via Skype. Ha fatto sto film nel tempo libero. In CGI avrebbe recitato meglio anche Luigi Ciccone o Ivano Stano.

NICOLE KIDMAN:EYES WIDE SHARK - FRITTA AL FORNO NEL BOTULINO. Piccolo ruolo e pochi dialoghi scialbi. Peccato. Non un ruolo memorabile. Del resto questo film di memorabile ha solo la campagna marketing. Personaggio che poteva essere interpretato da chiunque. Come al solito anche sott’acqua tutto è governato da uomini. Alle donne solo ruoli marginali. Mah. Vabbè dai, questo dopotutto non è il film di Wonder Woman.

AMBER HEARD:TYLER DURDEN DI FIGHT CLUB.Ho letto qualche giorno fa che si è auto-inflitta pugni in faccia e ha sbattuto volontariamente la testa contro un muro per poter citare in giudizio Johnny Depp per violenza domestica…. E poi grazie al divorzio gli hai fo$$u$o pure metà patrimonio! Be’, forse non sarai mai la Regina di Atlantide ma sei di sicuro la Regina incontrastata delle escort sulla terra ferma.

JASON MOMOA:JASON MOVç§§ç$%£O. Un Bud Spencer americheno stitico di sottomarca (senza neanche lontanamente possedere le doti artistico/attoriali del grande Bud). Sei un attore, dovresti essere un camaleonte, invece sono 10 anni, 87 film e 2 serie tv che sei sempre uguale… Voto: c’hai rotto.

Voto al film nel complesso:
Rivedetevi Waterworld (lo rivaluterete)

Perché non vederlo:
…E perdere la possibilità di poter esclamare la mia frase di cui sotto?! Nah. Vedetelo (in streaming).

Perché vederlo:
Per poter dire “Hey, quello della recensione l’aveva detto che era un fo%%u%issimo film acquatico di merda!”



Il vostro fo%%u%issimo 
Grullino Biscottaci di Quartiere

Dylan Dog #390 - La caduta degli dei

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Do the Evolution


Con l'albo di Dylan Dog pubblicato a fine febbraio, sceneggiato da Paola Barbato e disegnato da Giampiero Casertano, prosegue il ciclo della meteora. Le due storie precedenti della serie regolare avevano entrambe alcuni aspetti che non ci avevano convinto fino in fondo ed erano inserite nella continuity in maniera un po' blanda. La caduta degli dei invece rappresenta esattamente ciò che ci aspetteremmo da questa saga: storia interessante, ben integrata nella macrotrama e che affronta temi profondi in maniera non banale e, nonostante alcune forzature legate alla "spettacolarizzazione" degli argomenti (che del resto rappresenta un elemento spesso necessario per renderli su carta), si dimostra molto intrigante e ricca di spunti.



L'Indagatore dell'incubo si trova ad affrontare la misteriosa sparizione di un'esperta di paranormale, in una vicenda che lo conduce a entrare un contatto con una comunità che vive in maniera alternativa. Questo gruppo applica concetti introdotti dal teorico Pierre Teilhard de Chardin, fondendo teorie evoluzionistiche con pensieri religiosi. 
Paola Barbato affronta dunque argomenti filosofici e sociologici, inserendoli in un contesto dove l'orrore e la paura non sono rappresentati dai classici mostri e dalle scene paurose, bensì dalle necessità (vere o presunte) legate alla sopravvivenza e agli istinti primordiali. 

Punto di forza dell'episodio è l'umanità incredibile conferita ai personaggi da Giampiero Casertano, disegnatore che - come forse nessun altro avrebbe potuto fare - riesce a rendere l'espressività del paranoico consorzio umano che popola l'intera storia. 


Menzione speciale per la splendida cover di Gigi Cavenago, che negli ultimi mesi si sta superando mese dopo mese con splendide illustrazioni, riuscendo sempre a inserire anche il richiamo visivo all'incombente impatto della meteora: in questo caso esprime egregiamente il senso della storia in maniera concettualmente intrigante.
Insomma, un albo decisamente soddisfacente.

Il Sommo audace


"La caduta degli dei" 
SERIE: Dylan Dog 
NUMERO: 390
DATA: febbraio 2019
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Giampiero Casertano
COPERTINA: Gigi Cavenago 


 Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore. 


Tex Willer #5 - I due disertori

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Un albo godibile, avventuroso e divertente


Con I due disertori prosegue inarrestabile l'avventura della giovane serie regolare dedicata a Tex Willer. Dopo cinque numeri pubblicati si intravede con maggior chiarezza la strada che il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli intende percorrere con questa nuova serie. Storie più snelle, più dinamiche e con meno vincoli rispetto alla serie regolare "classica", con racconti sul Tex fuorilegge, una condizione che narrativamente offre numerosi spunti e che, a partire da quest'albo, si smarca dagli eventi già narrati ne Il totem misterioso (che avevano offerto la base per l'ampliamento delle storie del giovane cavaliere solitario mostrato nei primi 4 episodi, recentemente ristampati in un volume cartonato di 256 pagine).
Il giovane fuorilegge ha ancora possibilità di commettere errori, di gettarsi a capofitto e con irruenza nelle situazioni, di scambiare occhiate d'intesa con giovani donne, di farsi nuovi alleati e nuovi nemici, di esplorare territori (anche narrativi) impervi e ricchi di potenziali pericoli.





L'albo pubblicato il 20 marzo testimonia appieno questo approccio, conducendo il lettore dritto nell'avventura, in una zona al confine con il Messico, tra sparatorie, inseguimenti, strategie e piste da seguire. Molto interessante l'introduzione dei due comprimari citati nel titolo, ben caratterizzati da Boselli e in grado di tenere bene la scena dimostrandosi tridimensionali e non esclusivamente relegati alla consueta distinzione tra "buoni e cattivi".

Ai disegni, dopo l'ottima prova di De Angelis prosegue la scia positiva con Bruno Brindisi, autore che già in altre occasioni si era confrontato con Tex Willer e che qui si dimostra pienamente a proprio agio con l'approccio più "libero" alla narrazione. Il suo Tex è un amabile furfante, audace, talentuoso e un po' spavaldo, perfettamente caratterizzato e intrigante da seguire, un personaggio al quale è facile affezionarsi.


Una menzione anche per la cover di Maurizio Dotti, dinamica, d'impatto, energica e riuscita.

Insomma, dopo pochi mesi questa nuova serie ha già fatto breccia nei nostri cuori!

Il sommo audace



Tex Willer - “I due disertori”
NUMERO: 5
DATA: marzo 2019
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Maurizio Dotti

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Mauro Boselli
DISEGNI E CHINE: Bruno Brindisi




Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore.

Dylan Dog Magazine 2019

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"Di giustizia e vendetta, di verità e ipocrisia"


"Quelle del Dylan Dog Magazine 2019 sono di gran lunga le due storie più crudeli che abbia mai scritto in venticinque anni. Ma anche tra le migliori. Si parla di Dio. Di giustizia e vendetta, di verità e ipocrisia."

Alberto Ostini introduce così il nuovo Magazine dedicato all'Indagatore dell'incubo che, a partire dalla bella copertina di Bruno Brindisi (colorata da Matteo Vattani), dimostra di essere integrato nella continuity attuale (infatti andrebbe letto prima di Dylan Dog #391, albo attualmente in edicola). In realtà il riferimento alla meteora in sé è fuorviante: non è quello il tema che viene sviscerato nelle pagine della pubblicazione annuale dedicata all'orrore. Come per i numeri che l'hanno preceduto*, il Magazine ha come vero protagonista l'ex Ispettore Bloch e i due episodi (uno lungo e uno breve) qui presentati ci mostrano infatti momenti importanti per la vita di Sherlock Bloch.

* Vedi anche quiqui e qui.


La prima storia è un vero e proprio sequel dei racconti presentati nel Magazine dello scorso anno (realizzata peraltro dai medesimi autori). Un episodio angosciante, a tratti persino insopportabilmente crudele, ma splendido nella sua liricità e drammaticità. Un racconto destinato inevitabilmente ad avere delle ripercussioni nella vita dell'ex ispettore Bloch: al termine dell'episodio assistiamo a un avvenimento (che non vi anticipiamo ma) che certamente conclude un ciclo in maniera coerente. L'unica nota stonata che ci sentiamo di aggiungere a riguardo è che il percorso qui delineato viene depotenziato in buona parte da quanto viene poi narrato nel già menzionato albo della serie regolare attualmente in edicola, che per Bloch sembra annullare quasi completamente il valore emotivo delle scelte effettuate, in maniera peraltro forse troppo repentina (peccato davvero!).
Tornando alla storia, i personaggi sono descritti da Ostini con una notevole carica di umanità e, sebbene appaiano come risucchiati in un vortice di ineluttabile tragedia, mostrano tutta la loro tridimensionalità, anche grazie al lavoro di Giulio Camagni, autore di una prova a tratti incostante nella resa dei volti ma in grado di utilizzare uno stile noir e cupo globalmente adatto alla storia narrata.

Nella storia breve, in bianco nero e rosso, Alberto Ostini e Giorgio Pontrelli raccontano un episodio mai narrato della vita del giovane ispettore Bloch. Un altro tassello di un mosaico dolente e a tratti sconvolgente, che in questo caso tocca anche la tematica della fede e del desiderio di vendetta. L'aggiunta del colore rosso, elemento ormai tipico nelle storie brevi contenute nel Magazine dylandoghiano, non è un mero orpello bensì una giusta integrazione allo stile di Ponteelli, autore dotato di un tratto sintetico che ormai gli permette di narrare utilizzando poche linee efficaci.


Negli ultimi anni, oltre ai soliti interessanti articoli di approfondimento (qui ad esempio si parla dall'immancabile H. P. Lovecraft) e alla deliziosa apertura con Susy & Merz di Giorgio Giusfredi e Paolo Bacilieri, nella gestione narrativa del Magazine targata Ostini abbiamo potuto leggere storie tutt'altro che banali, spesso dotate di un coraggio non indifferente nell'affrontare in maniera non comune argomenti ostici (se non proprio spinosi). Un plauso a lui, ai disegnatori che l'hanno accompagnato, al copertinista Bruno Brindisi (che dopo un rodaggio iniziale ha sfornato piccoli gioielli) nonché al curatore e all'editore per aver conferito un'identità precisa alla testata.

Il sommo audace



Dylan Dog Magazine 2019

DATA: marzo 2019
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Bruno Brindisi (colorazione copertina: Matteo Vattani)

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alberto Ostini
DISEGNI E CHINE: Giulio Camagni e Giorgio Pontrelli


Tutte le immagini: © 2019 Sergio Bonelli Editore

L’Età dell’oro vol. 1

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La fiaba perfetta


Qualche tempo fa ho avuto finalmente tra le mani  L’Età dell’oro di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil, imponente volume edito da Bao PublishingCredo di averlo letto tutto d’un fiato, conquistata dalla storia e dai disegni, e di essere rimasta con il fiato sospeso quando le tavole sono finite proprio in un punto cruciale. Resti lì, scioccata dagli sviluppi, accorgendoti che non ci sono più pagine e che dovrai aspettare chissà quanto tempo (mi auguro poco!) per sapere come andrà a finire, proprio come accade per certe serie televisive.



Rimuginandoci un po' sopra, capisci una cosa semplice che inizialmente non avevi considerato: un libro così, per assaporare appieno il valore artistico sia dei disegni che della storia, devi rileggerlo varie volte. Solo sfogliandolo attentamente si può apprezzare l’importanza di ogni singola tavola, perfetta nella cromatura e nelle incisioni, ogni piccolo particolare che, mentre si è presi dal filo della narrazione, non si ha modo di guardare con il giusto occhio.

La storia è ambientata nel Medioevo ma le gesta degli eroi tradizionali di quel periodo diventano una sorta di utopistica visione moderna che ogni popolo dovrebbe tenere in considerazione, a partire dal concetto che tutti gli uomini sono uguali e dovrebbero aiutarsi nei periodi di disgrazia e di felicità.
“La natura ha donato a tutti la medesima forma e tutti riscalda del medesimo calore”. Questa frase è riportata ne L’Età dell’oro, un libro perduto dal potere tanto grande che potrebbe alterare le sorti del mondo e illuminare l'avvenire, ma di cui ormai si è perduta ogni traccia: tutti pensano che sia solo una leggenda.


Il racconto narra della giovane Tilda, futura ereditiera di un regno che soffre. Dopo anni di grande carestia i signori del reame vessano i loro villici di tasse esorbitanti, lasciando il popolo morto di fame. Tilda spera di avere la forza per rimediare alla sofferenza del suo popolo ma viene deposta dal fratellino, aiutato dal reggente Vaudémont e dalla loro madre, e costretta all’esilio in una terra abbandonata. 
Il saggio cavaliere Tankred, insieme al fido Bertil, riesce a farla fuggire durante il viaggio in catene. Tilda rimane ferita a una spalla e per salvarle la vita i due fedeli servitori decidono di inoltrarsi in una foresta proibita. Dopo varie vicissitudini, Tilda perde conoscenza e cade in un fiume. Quando si risveglia si trova al cospetto di un gruppo di donne che hanno creato un intero villaggio nel cuore della foresta proibita, un posto dove si vive secondo la legge dell’età dell’oro: ogni donna è uguale all’altra e ha le stessi diritti e i medesimi doveri di tutte. Esse contribuiscono insieme al bene comune di ognuna.


In attesa del secondo volume conclusivo, faccio i miei complimenti a Roxanne Moreil per la storia narrata. L'autrice è riuscita a rendere fresco e nuovo un periodo come il Medioevo e ha dato un grande valore al significato del testo. Con una narrazione avvincente ha trasmesso un messaggio talmente importante che, se venisse preso seriamente in considerazione, ci permetterebbe forse di vivere in un mondo migliore. 
Ringrazio anche Cyril Pedrosa per i suoi disegni, come sempre eccezionali. Ogni sua tavola è un piccolo capolavoro, che si comprende a fondo guardando attentamente ogni dettaglio. 
I due autori hanno realizzato un vero capolavoro e, se saranno riusciti a trasmettere anche solo una scintilla per riflettere e magari migliorare il rapporto fra gli esseri umani, avranno raggiunto uno scopo al di là di ogni aspettativa.

La canzone appropriata da abbinare a questa storia trovo sia Geordie di Fabrizio De André, anche perché nelle prime tavole illustrate da Pedrosa si parla proprio di questo argomento.

"Impiccheranno Geordie con una corda d’oro, è un privilegio raro. 
Rubò sei cervi nel parco del re vendendoli per denaro… 
Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso non ha vent’anni ancora 
cadrà l’inverno anche sopra il suo viso, potrete impiccarlo allora."

Adelaide



L’Età dell’oro vol. 1
Testi e disegni: Roxanne Moreil e Cyril Pedrosa

Bao Publishing, 2018

Tex #701 - 702

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Quando il western si tinge di horror...


Superata la boa dei 700 numeri e terminati i doverosi (e inevitabili) festeggiamenti di rito per i settant'anni di vita editoriale, torniamo al cuore del mito di Tex: le storie. E si riprende con una trama in cui il western si tinge di horror, grazie alla penna sapiente di Gianfranco Manfredi, che già con Magico Vento aveva ampiamente dimostrato di essere perfettamente a proprio agio con queste atmosfere.


Antichi manufatti, creature della notte e una pericolosa strega sono solo alcuni degli elementi che popolano le pagine di una doppietta di albi appassionante, in cui i quattro pards vengono accompagnati dall'amico El Morisco alla scoperta di oscuri segreti.
Un racconto avvincente dalle venature horror che si fa leggere davvero con grande trasporto. Anche quando narra di luoghi spesso frequentati dalla narrativa avventurosa, come il tempio azteco nella giungla, Manfredi utilizza soluzioni intriganti per evitare eccessive banalità o spiacevoli sensazioni di déjà vu, sempre con un buon lavoro sui personaggi e sulle atmosfere.


I disegni straordinariamente dettagliati di Alessandro Bocci, già autore di alcune storie di Tex per le collane satellite ma qui al suo vero esordio sulla serie regolare, suggellano la potenza dell'episodio, conferendo alla storia la giusta dose di oscurità. Il suo tratteggio minuzioso, che già ci aveva conquistato su Dampyr, rende alla perfezione sia le scene dinamiche che quelle più discorsive, al punto da portare il lettore automaticamente a considerarlo un autore "di casa" nella scuderia di Tex.

Insomma, l'ennesima storia da ricordare in un periodo d'oro per la serie.

Il sommo audace


TEX “La regina dei vampiri/Il tempio nella giungla”
NUMERI: 701/702
DATA: marzo/aprile 2019
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Claudio Villa

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco Manfredi
DISEGNI E CHINE: Alessandro Bocci


Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore.

Feltrinelli Comics: Rat-Man torna nello spazio con "Luna 2069"

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La copertina del volume è giunta alla Stazione Spaziale Internazionale, dove sbarcherà l'astronauta Luca Parmitano


Rat-Man torna nello spazio con Luna 2069, nuovo volume di Leo Ortolani per Feltrinelli Comics (da ottobre 2019 in libreria), una storia realizzata in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea, in occasione della missione spaziale Beyond ESA a cui parteciperà l'astronauta Luca Parmitano. Trasportata dalla navicella Cygnus, la copertina di Luna 2069 è approdata alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove sbarcherà Parmitano il prossimo 20 luglio. 
Maggiori info a seguire.

Comunicato stampa


RAT-MAN TORNA NELLO SPAZIO CON IL NUOVO GRAPHIC NOVEL
LUNA 2069

LA COPERTINA DEL VOLUMEÈ GIUNTA ALLA
 STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE DOVE ARRIVERÀ
L’ASTRONAUTA LUCA PARMITANO

Rat-Man torna nello spazio con Luna 2069, nuovo graphic novel di Leo Ortolani, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea, in occasione della missione spaziale Beyond ESA a cui parteciperà Luca Parmitano. Trasportata dalla navicella Cygnus, la copertina di Luna 2069è approdata alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove sbarcherà Luca Parmitano il prossimo 20 luglio. Il volume arriverà in libreria a ottobre 2019 con Feltrinelli Comics.

Anno 2069. Cento anni dopo lo sbarco sulla luna, esiste una base lunare. In questa base, RAT-MAN e un personaggio con le fattezze dell’astronauta Luca Parmitano si troveranno a fronteggiare qualcosa che potrebbe mettere in discussione sia la base sia il futuro dell’uomo nello spazio. A corredo, saranno disponibili piccoli documentari che racconteranno la conquista del satellite e l’importanza strategica di avere un luogo dove sperimentare soluzioni tecniche e logistiche per future basi planetarie.

La scelta dell’ASI di collaborare alla realizzazione di un fumetto ha l’obiettivo di coinvolgere i giovani, avvicinarli alle creazioni spaziali, conoscere la realtà del settore, comprenderne i benefici della vita quotidiana.



BGeek: a giugno l'ottava edizione del Festival dell’Immaginazione

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Dave McKean è l'autore del manifesto dell’edizione di quest'anno del festival pugliese

Il manifesto di Dave McKean, uno degli illustratori, fumettisti e cineasti più visionari e influenti degli ultimi decenni, lancia l’ottava edizione del BGeek, Festival dell’Immaginazione. L'edizione di quest'anno si terrà l’1 e il 2 giugno, nel Nuovo Padiglione della Fiera del Levante a Bari: un evento dedicato al mondo dei fumetti, dei giochi da tavolo, dei videogiochi e di tutto ciò che fa parte del mondo geek.


Comunicato stampa

#BGeek2019, a giugno in Fiera del Levante il Festival dell’Immaginazione

Dave McKean lancia l’evento con il manifesto dell’8^ edizione

Sarà Dave McKean, uno degli illustratori, fumettisti e cineasti più visionari e influenti degli ultimi trent’anni, a lanciare l’ottava edizione del BGeek, il Festival dell’Immaginazione tra i più attesi nel panorama ludico e di genere nazionale. Appuntamento l’1 e il 2 giugno, nel Nuovo Padiglione della Fiera del Levante, con un evento sempre più giovane e dinamico dedicato al mondo dei fumetti, dei giochi da tavolo, dei videogiochi e di tutto ciò che fa parte dell’ormai famigerato mondo geek.

Divertente e interattiva, BGeek è una fiera capace di attirare da anni migliaia di appassionati per partecipare a incontri, dibattiti, giochi a tema, quiz, workshop e laboratori con esperti e professionisti, abbattendo la barriera che ha separato a lungo cultura alta e cultura bassa, facendo emergere la forza di storie e personaggi indimenticabili attraverso la forza dell’immaginazione. Proprio quest’ultima sarà celebrata nella due giorni fieristica di giugno come traspare anche dal manifesto ufficiale dell’evento realizzato dal maestro McKean, che sarà anche il primo ospite di #BGeek2019. L’immagine allegata racconta di un tributo all’esplorazione avventurosa che caratterizza la tradizione del territorio pugliese. Attraversare il portale della Basilica di San Nicola è come entrare in un territorio immaginifico dove le storie diventano leggende e le esplorazioni per mare portano in terre fantastiche.   

Investire nel BGeek e contribuire in prima persona alla sua realizzazione– ci dice Alessandro Ambrosi, presidente di Nuova Fiera del Levanteè il segno tangibile della nostra volontà di allargare sempre di più gli orizzonti del nostro operato, rivolgendoci a un pubblico sempre più vasto e diversificato. La Nuova Fiera del Levante sarà sempre in prima linea nella realizzazione di eventi di questo tipo, che contribuiscono ad aumentare sensibilmente la sua attrattività e quella del territorio intercettando tendenze creative nuove e l’attenzione dei più giovani”.


Dave McKean

è uno degli illustratori, fumettisti e cineasti più visionari e influenti degli ultimi trent’anni. Uno dei maggiori artefici della reimmaginazione del fumetto angloamericano, ha illustrato e realizzato più di ottanta libri e romanzi grafici apprezzati dal pubblico e dalla critica. 
Nel fumetto, ha collaborato con Neil Gaiman (Mister Punch,Signal to Noise,Casi Violenti), ha realizzato le copertine e il design della serie Sandman e reinventato Batman e Joker per Arkham Asylum. L’apice artistico della sua carriera è il monumentale romanzo grafico Cages (vincitore di importanti riconoscimenti internazionali quali Harvey, Pantera, Ignatz e Alph Art) e Black Dog: The Dreams of Paul Nash, commissionato dalla fondazione internazionale 14-18 Now e presentato in forma di performancepressoil museo Tate Britain.
Ha offerto la sua visione ai creativi e pensatori più rivoluzionari della scena internazionale illustrando La realtà è magica (Richard Dawkins), Il raduno (Ray Bradbury),The Fat Duck Cookbook(Heston Blumenthal), Topo uccello serpente topo (DavidAlmond),A volte ritornano (Stephen King) e Coraline e Il figlio del cimitero (Neil Gaiman).
Ha inoltre diretto tre lungometraggi, MirrorMask, Luna (miglior film britannico ai premi Raindance Festival e BIFA) e The Gospel of Uscon Michael Sheen  (due premi Bafta Cymru).
I suoi prossimi progetti editoriali saranno un libro di disegni su Venezia, un lungo romanzo grafico ispirato dal classico del cinema espressionista tedesco Il gabinetto del dottor Caligari e un progetto narrativo per il museo del Louvre.
Vive in Kent, Inghilterra, con sua moglie Clare.

BGeek 2019


Napoli Comicon: Bao Publishing presenta la linea manga Aiken

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Le novità e gli autori Bao per l'imminente edizione di Napoli Comicon 2019



Dal 25 al 28 aprile Bao Publishing presenterà a Napoli Comicon, presso la Mostra d'Oltremare, la nuova linea Aiken dedicata ai manga: saranno disponibili in anteprima Henshin di Ken Niimura, Fiori di biscotto e Dosei Mansion vol. 1 di Hisae Iwaoka. Sarà poi possibile incontrare: Leo Ortolani, Zerocalcare, Capitan Artiglio, Maicol&Mirco, Holdenaccio, AlbHey Longo, Alessandro Baronciani, Nova, Michele Monteleone e Marco Matrone.

Comunicato stampa

Le novità e gli autori BAO a Napoli Comicon 2019

Dal 25 al 28 aprile BAO Publishing torna a Napoli Comicon presso la Mostra d'Oltremare, dove presenterà la nuova linea "Aiken" dedicata ai manga: saranno disponibili in anteprima allo stand BAO Henshin di Ken Niimura, Fiori di biscotto e Dosei Mansion vol. 1 di Hisae Iwaoka. Sarà poi possibile incontrare per firmacopie Leo Ortolani, Zerocalcare, Capitan Artiglio, Maicol&Mirco, Holdenaccio, AlbHey Longo, Alessandro Baronciani, Nova, Michele Monteleone e Marco Matrone.

BAO è felice di tornare a incontrare i suoi lettori a Napoli Comicon e presentare la linea "Aiken": il manga che non c’era, il manga secondo BAO Publishing.

I primi tre volumi disponibili in anteprima allo stand BAO in fiera saranno:

- Henshin la raccolta di racconti sulla vita a Tokyo di Ken Niimura, già amato disegnatore del best seller I Kill Giants;
- Fiori di biscotto la storia autoconclusiva di Hisae Iwaoka che racconta con delicatezza cosa significa integrarsi nella scuola giapponese;
- Dosei Mansion vol. 1 il primo episodio della serie in sette volumi, sempre firmata da Hisae Iwaoka, un racconto di genere in cui sentimenti ed emozioni si intrecciano alla vita nello spazio.


Tanti gli autori che si alterneranno allo stand per firme e disegni. Saranno presenti gli autori di alcuni dei libri più amati dello scorso anno e di quest'anno: Leo Ortolani che dopo il successo di Cinzia torna con il libro in prosa e a fumetti Due figlie e altri animali ferociZerocalcare con il suo Macerie Prime e Scavare Fossati – Nutrire Coccodrilli, Maicol&Mirco con la nuova avventura per i piccoli Palla Rossa e Palla Blu rotolano ancora e ARGH il primo volume dell’opera omnia de "Gli scarabocchi di Maicol&Mirco", Holdenaccio con Umberto la storia dell'alieno che si batte contro inquinamento e discriminazione, Capitan Artiglio con Kids With Guns vol. 2 - Tribe il seguito della sua saga western con i dinosauri, Albhey Longo con Sfera il suo nuovo lavoro sul mondo dell'arte visto dai Millennials, Alessandro Baronciani con il graphic novel dark NegativaNova con Stelle o sparo che affiancherà anche Albhey Longo firmando l'edizione con variant cover di Sfera da lei disegnata, Michele Monteleone e Marco Matrone con Senzombra lo young adult della collana BaBao candidato ai Premi Micheluzzi fra le Giovani Letture e per Miglior Sceneggiatura.

GLI APPUNTAMENTI:


La conferenza "Yes, Aiken. Il manga secondo BAO" sabato 27 aprile alle ore 10 presso la Sala Andrea Pazienza, un evento unico per scoprire le anticipazioni della nuova linea manga.

- BAO partecipa all’iniziativa di saldaPress per celebrare Charlie Adlard e l'anniversario dei suoi 15 anni di lavoro su The Walking Dead al Comicon di Napoli: una performance di disegno di 13 artisti che realizzeranno in contemporanea il loro personale omaggio sabato 27 dalle 14:30 alle 15:30 presso lo stand saldaPress(padiglione 1, stand AE04). Fra gli ospiti BAO parteciperanno Alessandro Baronciani, Capitan Artiglio, Holdenaccio, AlbHey Longo, Nova e Zerocalcare.

I lavori di Maicol&Mirco saranno esposti all'interno di MNPSZ la mostra curata da Gipi per presentare le opere di alcuni autori da lui selezionati. L'esposizione sarà visitabile all'interno della fiera dal 25 al 28 aprile nel Padiglione 1 - Area Mostre.
La conferenza di presentazione della mostra sarà giovedì 25 aprile alle ore 15:00 presso la Sala Dino.

- Alessandro Baronciani e Zerocalcare parteciperanno all'incontro "La mia fumettoteca" domenica 28 aprile alle ore 10 presso la Sala Andrea Pazienza.


Letture Audaci #23

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Cani Sciolti #6, Vlad - Le lame del cuore #1 e March - La trilogia


Dopo alcuni mesi di assenza, tornano le Letture Audaci: brevi pareri su fumetti di recente uscita.
In questa puntata parleremo del sesto numero di Cani Sciolti, una delle serie più intriganti e anomale del panorama fumettistico italiano odierno, di Vlad - Le lame del cuore #1, esordio di una trilogia dedicata a Dracula e scritta dal romanziere Matteo Strukul per i disegni di Andrea Mutti, e infine di March - La trilogia, memoir appassionante e impegnato realizzato da John Lewis, Andrew Aydin e Nate Powell.
Come sempre, non ci resta che augurarvi buone letture!


Time after time - Cani Sciolti #6 di Gianfranco Manfredi e Luca Casalanguida (Sergio Bonelli Editore)

Oltre ad essere reso visivamente in maniera splendida da Luca Casalanguida, artista dotato del raro dono della sintesi, il sesto numero di Cani Sciolti - intitolato come una nota canzone di Cyndi Lauper - è il più centrato nella narrazione e nel coinvolgimento del lettore tra gli albi pubblicati finora.
La serie della collana Audace creata da Gianfranco Manfredi dimostra di saper affrontare temi non semplici come le relazioni di coppia, le contestazioni sociali, la disillusione per la fine dei sogni, l'accettazione dell'omosessualità e le dinamiche di gruppo, in maniera autentica e realistica ed evitando banalità e concetti triti e ritriti.
Un racconto corale che si snoda tra passato e presente e che sembra davvero non avere vincoli narrativi e tematici, percorrendo una strada sostanzialmente nuova per il fumetto italiano, perseguita in maniera profonda e fin qui riuscita.



Vlad - Le lame del cuore vol. 1 di Matteo Strukul e Andrea Mutti (Feltrinelli Comics)

Oscuro quanto basta, epico dove serve, lirico e dal piglio letterario, Vlad - Le lame del cuoreè il primo capitolo di una trilogia dedicata a Vlad III di Valacchia, condottiero noto ai più come Dracula. Il racconto, eliminata la componente sovrannaturale e vampiresca "pura" della tradizione tramandata da Bram Stoker, si concentra sulle azioni umane, sulle passioni, le guerre, gli intrighi e il sangue, cercando di approfondire una figura complessa e affascinante.
Molto d'atmosfera i disegni di Andrea Mutti, che si avvale della colorazione di Vladimir Popov: insieme rappresentano bene su carta questo riuscito mix tra Storia e orrore.
Unico vero difetto del volume è che finisce troppo presto!



March - La trilogia di John Lewis, Andrew Aydin e Nate Powell (Oscar Ink)

March è una splendida opera impegnata, pubblicata finalmente in Italia da Oscar Ink Mondadori in un'edizione integrale che raccoglie l'intera trilogia.
Scritto da John Lewis e Andrew Aydin e disegnato da Nate Powell (autore di Imperi, Portami via e Il silenzio dei nostri amici), Marchè stato il primo fumetto a vincere il National Book Award (ottenendo anche numerosi altri riconoscimenti). Il racconto è incentrato sulla lunga e complessa marcia per l'affermazione dei diritti civili in America attraverso la testimonianza di uno dei protagonisti, lo stesso Lewis, leader del movimento per i diritti civili e deputato statunitense. Una voce fuori dal comune che travalica la situazione specifica nordamericana per assumere valore universale.
Un lungo memoir caratterizzato da una narrazione lineare e cristallina e da un ottimo storytelling che ancora una volta testimonia le potenzialità della Nona arte e la forza prorompente nel veicolare messaggi.



Arrivederci alla prossima puntata!

Avengers: Endgame - Gli eroi più umani della Terra (no spoiler)

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Il culmine emotivo di un viaggio decennale


La fine è parte stessa del viaggio, afferma Tony Stark in uno dei passaggi più emotivi di Avengers: Endgame. Dopo una lunga attesa in seguito ai tragici eventi di Infinity War, si torna dunque al cinema per il capitolo finale della saga sugli Eroi più potenti della Terra nella versione MCU, epilogo di un’avventura iniziata dieci anni fa in una grotta in cui Tony Stark divenne Iron Man per la prima volta.

(Non contiene spoiler sulla trama, ma se vorrete leggerla comunque dopo aver visto il film vi capiamo!)



Endgame, sappiatelo, non è un film di supereroi nel senso puro del termine. Come accade anche nel mondo dei fumetti, le storie migliori sono quelle in cui si riesce ad andare oltre la maschera dell’eroe, quando al centro dell’attenzione c’è l’essenza del supereroe: l’uomo.
E cosa c’è di più umano della sconfitta? Abituati a vincere, gli Avengers si ritrovano per la prima volta ad affrontare le conseguenze del proprio fallimento. Il primo atto di Endgameè l’accettazione della perdita, il concepire l’idea di aver mancato ai propri doveri e dover andare avanti, cercare di salvare il salvabile.
Ognuno affronta il lutto ed il nuovo mondo post-Thanos come può. Chi si adatta al nuovo mondo vedendolo come una seconda occasione, chi sceglie di dare un supporto emotivo ai sopravvissuti, chi invece lascia emergere la propria disperazione come una forza oscura che lo spinge a combattere sino alla perdita della propria identità di eroe.
Sono uomini e donne comuni, non ci sono eroi. Lo storytelling di questa prima parte di Endgame è profondo, lento e straziante. Il breve recap iniziale non è che un trampolino per lo spettatore, proiettandolo in una nuova realtà che stravolge il MCU, dando piena potenza a quelle suggestioni che, col senno di poi, si erano già percepite nei precedenti film.
La saga dei film Marvel al cinema è stata costruita in modo esemplare, nonostante qualche piccola sbavatura strada facendo. Endgameè il culmine emotivo di questo viaggio decennale, il momento in cui è la natura umana dei personaggi a dare loro la spinta per esser nuovamente eroi.
I fratelli Russo non vogliono raccontare una storia che inneggi all’eroismo delle figure supereroistiche, ma vogliono spogliarle prima della loro aura di magnificenza, mettendole di fronte al loro incubo peggiore e poi lasciando loro una scelta: arrendersi e andare avanti oppure rialzarsi e provare a fare la cosa giusta.
Nel farlo si appellano alle emozioni quotidiane, dall’amarezza alla speranza, rielaborando lo spirito dei personaggi e cercandone le origini emotive, lasciando in secondo piano scienza, magia o genialità. Endgame vuole anime salde, che lo sarebbero anche senza poteri sovraumani. Perché è questo l’eroismo che ci aspettiamo dai Vendicatori, il cadere e rialzarsi, l’ostinazione e il coraggio, chiediamo loro il sacrificio, con la morsa al cuore ma sapendo che solo loro possono sopportare questo peso. Che ci ricordino quanto possiamo esser eroi anche noi, nel nostro piccolo, semplicemente rialzandoci.


Avengers: Endgame parla prima al cuore dello spettatore, che non alla sua passione per il fumetto. In ballo ci sono emozioni universali, che alimentano una storia appassionante e ben divisa in tre atti, quasi a indicare un percorso di rinascita degli eroi che esalta e guida le persone in sala nella migliore avventura dell’MCU finora.
Endagme, forte di questa potenza emotiva, non lascia nulla al caso.
L’impianto narrativo si muove con la giusta scansione degli eventi, è pacato e lento nei momenti struggenti, prende vita e rapidità quando necessario. Soprattutto, ha il coraggio di ripercorrere i momenti salienti della lunga avventura dell’MCU.
Questa è probabilmente la scelta migliore dei Russo Bros. Portare i personaggi a confrontarsi con il passato, a prendere parte a momenti della loro vita, anche indiretti, in cui vengono dati loro attimi di riflessione e spinte emotive essenziali per comprendere il loro ruolo. Ed è in questi piccoli passaggi che si completa il cerchio, in cui ognuno trova la propria definizione.
Endgame non è solo riferito allo scontro con Thanos, ma alla vita in sé di ciascun eroe. Si chiude un capitolo, come nella vita di tutti noi, perché se ne possa aprire un altro. E non c’è nulla di più umano.
Persino nel villain c’è una parvenza di umanità. Compiuta la sua opera, come vivrà il Titano Pazzo? Thanos non è immune alla cura Russo, anche lui viene rielaborato e reso più cattivo classico, pur mantenendo la propria aura da oscuro messia. In Endgame diventa il cattivo per eccellenza, più feroce perché spinto dalla propria missione, in un’ottica nuova che sino ad ora, per ovvi motivi, non era stata evidenziata (e che scoprirete solo andando in sala).


Ma anche il nostro lato avventuroso, la nostra passione per il fumetto viene ammaliata e gratificata. Dalle battutine alle citazioni nerd, sino agli scontri più spettacolari mai visti in una pellicola del MCU, Avengers: Endgame avvolge lo spettatore offrendogli tutto ciò che desidera e molto di più.
C’è tutto in Endgame: ci sono attimi in cui lo spirito dei personaggi dell’MCU arriva incredibilmente vicino a quello degli originali cartacei, chiudendo un cerchio che unisce i cuori di tutti gli spettatori. E poi Cap finalmente lo dice, nel momento più intenso di questi dieci anni, nel silenzio che precede l’attimo della verità: arriva quella frase a lungo attesa, e lì senti che quelli sono i tuoi Avengers, i Vendicatori nella loro natura più vera e autentica.

Avengers: Endgameè una perfetta sintesi di poesia e epica, in cui tutto trova la sua giusta collocazione. Si potrebbe fare i puntigliosi sul ruolo di Thor, eredità di Ragnarok, e sulla presenza di Capitan Marvel, che brilla ma non convince, ma non basta questo a scalfire la potenza di Endgame.
E giustamente in questo capitolo finale della saga degli Avengers compare l’ultimo cameo di Stan Lee, rapido ma emozionante, quasi un saluto postumo del sognatore per eccellenza.

Avengers: Endgame è la conclusione che tutti aspettavamo, degna fine di una storia di eroi incredibilmente umani, ora finalmente liberi di esser non chi ci aspettiamo essi siano, ma chi sono realmente.
E come disse un uomo saggio: ‘Nuff Said!

Manuel Enrico

Sergio Bonelli Editore presenta: Hollywoodland

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Un viaggio tra le luci e le ombre della Los Angeles anni Venti


La collana degli inediti da libreria di Sergio Bonelli Editore si arricchisce a maggio di un nuovo titolo: Hollywoodland, un viaggio tra le luci e le ombre dello star system della Los Angeles anni Venti, firmato da Michele Masiero e Roberto Baldazzini.
Maggiori informazioni a seguire.


Comunicato stampa

UNA NUOVA INCURSIONE NEL MONDO DEL CINEMA PER
SERGIO BONELLI EDITORE
che presenta
HOLLYWOODLAND
Un viaggio tra le luci e le ombre dello Star System della Los Angeles anni Venti,
due fratelli che ne incarnano le contraddizioni.
Un atteso, inedito volume firmato da Michele Masiero e Roberto Baldazzini

In libreria e fumetteria dal 25 maggio


Anni Venti.
Le luci dello Star System, le ombre dei traffici notturni.
Siamo a Hollywoodland.

Sì, perché è questa era la scritta che, cent’anni fa, campeggiava sopra le colline che dominano Los Angeles. Prima che scomparisse il suffisso “land”, quegli anni videro la trasformazione di una città nata in mezzo al deserto nella Mecca del cinema. In questa Babilonia di cartapesta -fondali sfarzosi sul davanti e tutta la meschinità di cui l’uomo è capace sul retro- ci condurrà Hollywoodland, il nuovo inedito volume che sbarca in libreria e in fumetteria per Sergio Bonelli Editore dal 25 maggio. Con soggetto e sceneggiatura di Michele Masiero e disegni e copertina di Roberto Baldazzini, Hollywoodland ci accompagna in un’America appena uscita dalla Prima guerra mondiale: solitudine, alcol, droga, tradimenti coniugali e artistici, scandali sessuali, spionaggio, politica, crimine e omicidio. Il grande schermo statunitense ha accolto tutto questo, tanto sulla sua superficie iridescente quanto dietro di essa. È in queste atmosfere cupe e allo stesso tempo attraenti che si insinua la storia di fratelli Winter, delle loro passioni e delle loro disillusioni. Opposti per indole e vocazione, Danny e Monty non lo sanno ancora, ma sono attesi da un destino fatto di sfarzo e miseria, euforia e disperazione. A chiusura di Hollywoodland, una postfazione di Gianmaria Contro e l’intervista a Roberto Baldazzini a cura di Marco Nucci.


Michele Masiero: nato nel 1967 a Castelmassa (Rovigo), diventa redattore della Sergio Bonelli Editore nel 1991. Tre anni più tardi è nominato curatore del personaggio di Mister No, per cui scrive numerose storie. In veste di sceneggiatore, collabora anche con Dylan Dog, Dampyr, Il Comandante Mark, con la collana “I Romanzi a Fumetti” e l’etichetta Audace. Dopo aver ricoperto il ruolo di redattore capo centrale, nel 2015 Masiero diventa il Direttore editoriale della Sergio Bonelli Editore.

Roberto Baldazzini: nato a Vignola (Modena) nel 1958, pubblica la sua prima storia come professionista nel 1982, su “Orient Express”. Da allora, crea graficamente una galleria di personaggi femminili indimenticabili, primo fra tutti la diva Stella Noris. Maestro del fumetto erotico e della linea chiara, negli anni collabora con innumerevoli case editrici italiane ed estere. Con Hollywoodland riprende la sua collaborazione con Michele Masiero, iniziata nel 1991 sulle pagine della rivista “Cyborg”.


HOLLYWOODLAND
Soggetto: Michele Masiero
Sceneggiatura: Michele Masiero
Disegni: Roberto Baldazzini
Copertina: Roberto Baldazzini
Formato: 18,5 x 25, b/n
Pagine: 288
ISBN code: 978-88-6961-389-0
Uscita in libreria: 25 maggio

Prezzo: 22 euro

Online e sui social:


Dylan Dog #392 - Il primordio

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La meteora della follia


Sebbene sia alquanto soggettivo stabilire l'importanza di un singolo episodio all'interno di una saga, sentiamo di poterci sbilanciare nel definire "fondamentale", nel contesto del ciclo della meteora (e non solo), l'albo della serie regolare di Dylan Dog pubblicato a fine aprile.
Ne Il primordio, infatti, Paola Barbato (con la collaborazione di Roberto Recchioni per la sceneggiatura) e Paolo Martinello mettono a soqquadro l'universo dylaniato con tanto di rivelazioni e colpi di scena che certamente non passeranno inosservati, per i protagonisti così come per i lettori.

(Attenzione: potrebbe contenere spoiler, ma siccome ancora nessuno sa come finisce Game of Thrones, forse potreste fregarvene e continuare a leggere ugualmente!)



Mentre continua inesorabilmente ad avvicinarsi il momento dell'impatto della meteora con il suolo terrestre, Dylan entra in contatto con un oggetto misterioso che sembra essere in grado di modificare le coordinate della realtà a lui circostante.
Da questo incipit si sviluppa una storia che mette in campo sin da subito elementi diversi e stranianti: uno sciamano australiano, antichi artefatti, portali verso altri luoghi, divinità cosmiche. Personaggi, situazioni ed entità che inesorabilmente riportano alla mente i mondi fantastici e onirici immaginati dal maestro di Providence, Howard Phillips Lovecraft. Sono evidenti infatti a più riprese i riferimenti a vari concetti introdotti da uno degli scrittori più influenti di sempre della letteratura horror e fantastica: su tutti, l'esistenza degli Antichi, creature mitologiche di origine extraterrestre che avrebbero dominato il mondo sin dall'inizio dei tempi, prima della venuta dell'uomo.

L'incontro tra la mitologia di Lovecraft e l'universo narrativo dell'inquilino di Craven Road è molto interessante, non solo per gli amanti del genere (per la cronaca, solo per rimanere in ambito Bonelli, in passato le creature lovecraftiane avevano fornito spunti per vari episodi di serie come Magico Vento e Dampyr, fino a essere inseriti appieno nelle loro continuity e rappresentarne fondamenti essenziali).
Del resto, la realtà e la sua percezione, i sogni, gli incubi e la follia sono una materia che accomuna inesorabilmente la penna del Solitario di Providence e l'humus culturale e narrativo di cui la serie ideata da Tiziano Sclavi si è sempre nutrita. E se la spettacolarizzazione di alcuni elementi narrativi e visivi per alcuni lettori potrà riportare alla mente la messa in scena di alcuni lungometraggi del Marvel Cinematic Universe (Doctor Strange, ad esempio), va altresì sottolineata invece una più appropriata comunanza di intenti e di tematiche con il lavoro del regista Christopher Nolan e in particolare con il suo Inception. Anche in quel caso, la distorsione della realtà, il contesto sostanzialmente onirico e le distorsioni visive e percettive erano rappresentate in maniera molto suggestiva.



Dopo aver letto questa storia, una delle domande più interessanti che vengono in mente è: cosa, o meglio, chiè la meteora che è in procinto di impattare sulla Terra? Perché appare ormai evidente che si tratta di una metafora, di un modo per parlare di qualcosa che sta avvenendo nel mondo reale. Ed è impossibile non dare a questo punto un'interpretazione metafumettistica, lettura che accomuna del resto molte delle storie cardine della recente gestione recchioniana (un elemento che, è bene precisare, è presente sin dalle origini della serie e che ha caratterizzato diversi capolavori del corpus sclaviano).
Ecco dunque giungere all'idea che la meteora rappresenti l'impeto degli autori stessi, la pericolosa ma incoercibile voglia di mettere un punto a quasi 400 numeri (più gli speciali vari) e oltre trent'anni di pubblicazioni per azzerare tutto e ripartire da zero, provando a dare ai lettori qualcosa di realmente nuovo.
Ma è davvero questo che ci aspetta? Immaginiamo che dovremo attendere il numero 400 per saperne di più (o magari il successivo, del quale sappiamo ancora molto poco e che vedrà il contributo di Corrado Roi al tavolo da disegno).

Nel frattempo, possiamo notare come vengano portati a compimento alcuni filoni narrativi, sottotrame e accenni proposti nei numeri precedenti ma anche in albi pubblicati ormai alcuni anni fa, a partire da Spazio Profondo (Dylan Dog #337). Ad esempio, viene spiegato il riferimento all'esistenza di una cantina nella casa di Craven Road (c'è sempre stata?), ma anche l'importanza dell'abitazione stessa (come più volte ribadito anche durante ...e cenere tornerai, Dylan Dog #346) e, infine, nuovi accenni nel finale al ruolo di John Ghost e dell'entità che lui stesso serve.
Senza voler poi anticipare ulteriormente altri colpi di scena delle pagine finali, segnaliamo anche la soluzione narrativa del tesseract che, come brillantemente suggeriva già il critico Lorenzo Barberis, rimanda addirittura a un episodio storico come Maelstrom, Dylan Dog #63 (ad opera di Tiziano Sclavi e Luigi Piccatto).
Tutte queste risposte, se da un lato soddisfano alcuni dubbi e curiosità rimasti in sospeso per anni, dall'altro aprono la strada a nuove (e in molti casi inquietanti) supposizioni e teorie sull'evoluzione della saga.


Dal canto suo, Paolo Martinello si esalta cesellando una Londra fuori dalle logiche ma sempre credibile, rievocando con estrema efficacia su carta gli impressionanti ribaltamenti di prospettiva di nolaniana memoria, mettendo dentro molto più caos di quello che Inception ci aveva regalato e suggerendo spesso sensazioni claustrofobiche o vertiginose ad assecondare il racconto.
L'uso del colore avrebbe sicuramente aiutato con le architetture stravolte, puntando sulle gradazioni a suggerire la leggibilità delle stesse, nonostante la deformazione, e invece Martinello non vive il bianco e nero come una limitazione (non ricorre nemmeno alle scale di grigi) riuscendo a regalare vignette degne di nota e, anzi, sfrutta il nero profondo della china per rendere a piena potenza il caos, la paura, il nulla. Un grande esercizio che merita senz'altro di essere evidenziato.

In definitiva, la spettacolare e vertiginosa cover di Gigi Cavenago non mentiva: un albo imperdibile, che sembra ingranare una marcia differente per il ciclo della meteora e condurre la serie dell'Indagatore dell'incubo verso territori inesplorati.
Che Albione prevalga!
Il Sommo & il Fosco



"Il Primordio" 
SERIE: Dylan Dog 
NUMERO: 392
DATA: aprile 2019
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO: Paola Barbato
SCENEGGIATURA: Paola Barbato (in collaborazione con Roberto Recchioni)
DISEGNI E CHINE: Paolo Martinello
COPERTINA: Gigi Cavenago 


Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore. 

Amianto Comics presenta: Bolide!

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Sette classiche strisce d'avventura reinterpretate da alcuni tra i migliori fumettisti contemporanei


Amianto Comics, l'etichetta di microeditoria e autoproduzioni fondata dal trio Almafè, lancia il suo primo crowdfunding: Bolide! Fino al 9 giugno sulla piattaforma crowdfunding Indiegogo sarà possibile acquistare, in vari cofanetti e confezioni limitate, sette classiche strisce d'avventura reinterpretate da alcuni tra i migliori fumettisti contemporanei: NOVA, Francesco Guarnaccia, Spugna, Vincenzo Filosa, Marco Taddei, Simone Angelini, Tuono Pettinato, Federico Fabbri, Alessandro Benassi, Matteo Polloni e Federico Galeotti.
Maggiori dettagli a seguire.

Comunicato stampa

Amianto Comics: Bolide!

Amianto Comics, il progetto di microeditoria autoprodotta fondato da Alessandro Benassi, Matteo Polloni e Federico Galeotti - in arte Almafè -, è orgoglioso di annunciare il lancio del suo primo crowdfunding: BOLIDE!



A partire del 6 MAGGIO fino al 9 GIUGNO sulla piattaforma crowdfunding INDIEGOGO sarà possibile acquistare, in vari cofanetti e confezioni limitate, 7 classiche strisce d'avventura reinterpretate da alcuni tra i migliori fumettisti contemporanei.

Ogni singola striscia è composta da 30 pagine in bianco e nero con copertina a colori in formato 21x10.

Seguendo la filosofia dell'etichetta, con BOLIDE abbiamo cercato di fondere al meglio il genere l'autorialità. Per farlo abbiamo chiamato a raccolta:

NOVA racconterà un'avventurosa spy story, "Combat Geghegè", ispirata da un classico come Modesty Blaise.

TUONO PETTINATO rivolterà come un calzino la space opera a la Flash Gordon per raccontare le storture dell’Italia contemporanea con i suoi “Sindaci”. 

SPUGNA in "Franco e i Tagliagole" se la vedrà con pirati, battaglie navali e mari d'Oriente seguendo l'esempio di Terry e i pirati.

TADDEI e ANGELINI rovistano nei meandri del crime con "L'ISPETTORE", un emulo perverso di Dick Tracy.

VINCENZO FILOSA, da sempre un insospettabile e vorace lettore di Texvi trasporterà nel suo intimo e personalissimo selvaggio West con "le avventure di Cane Malato". 

FRANCESCO GUARNACCIA  narrerà le ardimentose imprese "cavalleresche"di "Pick-up Prince", un odierno Prince Valiant.

ALMAFÈ e FEDERICO FABBRI vi teletrasportano in una giungla fatta di liane tossiche e realismo capitalista in compagnia di "Giungla Giorgio". Un Tarzan post-apocalittico. 

Per raggiungere il traguardo e vedere realizzato un progetto a cui lavoriamo insieme agli autori da più di anno, avremo bisogno di tutto il vostro supporto!

Per ulteriori dettagli, domande e per rimanere aggiornati, seguite i post quotidiani sulle nostre pagine Facebook Instagram e il nostro sito www.amiantocomics.com
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