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Val Romeo racconta Morgan Lost Dark Novels #0

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Una delle Regine di New Heliopolis ci parla del lavoro su Origini, numero 0 del nuovo corso di Morgan Lost




Val Romeoè, insieme a Lola Airaghi, una delle due Regine del regno di New Heliopolis. Dopo una formativa militanza nathanneveriana, è passata alla corte del divo Claudio Chiaverotti e ha raggiunto - con la pubblicazione di Origini, numero 0 del nuovo corso editoriale di Morgan LostDark Novels - il primato delle tre storie disegnate per il cacciatore di taglie dagli occhi tatuati di nero.
Abbiamo approfittato dei giorni lucchesi per chiacchierare con lei sul suo passato, sul suo presente e sul suo futuro e quello che segue ne è il fedele resoconto.
Un'Audace lettura a tutti!

Val Romeo a Lucca allo stand Bonelli.
Ciao Val e grazie per la tua disponibilità e per l'amicizia Audace.
Ciao ragazzi, grazie a voi per la vostra gentilezza e la vostra passione.

Che sensazioni hai provato quando hai saputo che saresti stata tu a disegnare l'importantissimo Origini? Sei soddisfatta del lavoro che hai svolto o c'è qualcosa che avresti fatto diversamente a posteriori?
Originiè arrivato come un fulmine a ciel sereno. Da quando ho deciso di studiare il fumetto ho desiderato di lavorare con Claudio Chiaverotti. Ho dovuto aspettare 7 anni prima che arrivasse l’occasione ed ero già felice così, ma introdurre il nuovo corso del suo secondo figlio per me è stato un grande onore inaspettato. Ho sempre dato il massimo nella mia vita, ma qui c’è anche tanto sentimento.

Che cosa rappresentano per te Morgan e il suo mondo?
Morgan Lost non è per me un fumetto di solo intrattenimento. Fa riflettere sui disagi e la freddezza sempre più intensa della società di oggi. Morgan è l’eroe dei nostri tempi. Sebbene sia fragile e impreparato al caos della sua vita, lui lotta fino all’ultimo istante, con tutte le sue forze e nonostante i limiti, le complicazioni e le sue profonde ferite, riesce sempre a vincere sul male. Non trova mai la scusa per perdere.

Com'è lavorare con Claudio? Come vi siete conosciuti?
Claudio Chiaverotti è un genio per me. Ho una grandissima stima di lui perché nonostante i suoi numerosi successi è sempre pronto a trasformarsi e studiare per migliorarsi. Ha una grande passione e molta umiltà e cerca sempre un lavoro di squadra con i suoi disegnatori. Non si pone mai al di sopra di nessuno. Lui cerca di spronarci e di scrivere cercando di esaltare le nostre qualità e questo ci fa dare il meglio di noi. Ci siamo conosciuti a Lucca, 8 anni fa, quando gli regalai un mio albo di Jonathan Steele sperando che mi chiamasse per lavorare con lui. Quando è nato Morgan Lost mi ha arruolata nello staff e il resto lo conoscete :)

Da sinistra: Val Romeo, Claudio Chiaverotti e Fabrizio De Tommaso.


Chi sono gli artisti (non soltanto fumettisti) che ti hanno spinto a disegnare? Quali sono i tuoi modelli, i tuoi maestri?
Di fronte a questa domanda mi sento sempre molto a disagio. Amo tantissimi disegnatori quindi magari faccio i nomi dei primi 2 che ho amato: Ernesto García Seijas e Carlos Gomez. Non solo per la tecnica ma anche per la loro intensità nella recitazione, per la passione e la potenza del segno. Ancora oggi li seguo e mi lascio ispirare. I miei maestri alla Scuola italiana di Comix di Napoli sono stati bravissimi ma è con Gianluca Acciarino che ho fatto un lunghissimo e difficile percorso. Un maestro eccezionale, ancora oggi posso contare sui suoi preziosi consigli.

Che cosa leggevi da ragazzina e che cosa leggi oggi? Come sono cambiati i tuoi gusti? Accennavi all'opera di Dan Brown...
Da ragazzina leggevo un po’ di tutto, non avevo gusti definiti. Poi ho cominciato a leggere Christian Jacq e ho capito cosa cercavo in una lettura. Volevo divertirmi con un’avventura e nello stesso tempo imparare: storia, costumi, arte, filosofie e religioni. I miei gusti non sono cambiati, oggi oltre Jacq leggo con gioia anche Glenn Cooper, e il grande Dan Brown. Ma cerco anche di leggere libri di generi diversi perché non si sa mai quando può piacerti qualcos’altro, e inaspettatamente a volte succede.


Ti va di parlarci dei tuoi esordi? Hai detto che hai iniziato a mandare tavole in giro e a firmarti Val e non Valentina proprio per non far sapere che eri una donna... Perché questa scelta?
Oggi è una questione molto meno evidente fortunatamente, ma quando ho iniziato a studiare fumetto più di una persona mi diceva che non avrei avuto molte chance visto che ero una donna. In effetti il numero dei professionisti uomini era nettamente superiore a quello delle donne. Per timore di pregiudizi mi firmavo Val, invece che Valentina. Volete sapere se ha funzionato? Spero che le donne del futuro non abbiano nessun motivo di sperimentarlo, che vengano sempre giudicate per il loro lavoro e che vengano sempre rispettate alla pari degli uomini. “Val” per me significa questo.

Sappiamo che sei a lavoro su una nuova storia di Morgan Lost: puoi darci qualche anticipazione? Quando uscirà? Quali saranno le sue caratteristiche?
Sono a lavoro sul numero 6 di Dark Novels, ma a Gennaio uscirà il numero 2 che ho finito un mese fa. Non posso dare anticipazioni essendo tutta una continuity, ma troverete la stessa cura del numero 0.

E cosa ci dici per il futuro? C'è un personaggio su quale ti piacerebbe lavorare o un autore col quale ti piacerebbe collaborare?
Sono felice di lavorare per Morgan Lost. Vorrei che ci fosse sempre nel mio futuro, ma ho un altro progetto molto interessante che comincerò a Febbraio. Vi farò sapere ;)


Pensi che oggi il fumetto sia ancora un buon mezzo espressivo o pensi abbia esaurito la sua spinta creativa e tenda a ripetere gli stessi schemi del passato in un ciclico riciclo? 
È un rischio che si corre in ogni campo di comunicazione. Se qualcosa non funziona è perché non ci sono contenuti validi, qualsiasi sia il mezzo di comunicazione. Oggi il mercato è saturo in ogni dove. Non c’è più il piacere di aspettare, non c’è più il tempo libero da dedicare. In tutto questo caos di informazioni non riusciamo a ritrovare noi stessi, non ci emozioniamo più. Si dà voce anche a chi non ha nulla da aggiungere solo per far girare i soldi. Ma le persone deluse, disilluse e perse in questo labirinto di cose già viste, prima o poi smetterà di cercare. Spero di cuore che si punterà più sulla qualità che sulla quantità, e questo lo dico da fruitrice.

Grazie per la chiacchierata, Val. A presto con la tua nuova storia di Morgan: non lasciarci soli al buio!
Grazie a voi, buona lettura!

Rolando Veloci


Vi mostriamo a seguire la lavorazione di due tavole Morgan Lost Dark Novels #0, Origini.






























Feltrinelli Comics annuncia "Salvezza"

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Il reportage a fumetti realizzato su una nave di soccorso migranti




Domani 11 novembre salperà da Catania la nave Aquarius di SOS Mediterranee, che ospiterà i due fumettisti Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, coppia d'autori nota per opere tra le quali Peppino Impastato - un giullare contro la mafia, Jan Karski - L'uomo che scoprì l'Olocausto e La mafia spiegata ai bambini. Il racconto del viaggio sarà contenuto nel graphic novel Salvezza, che sarà pubblicato a maggio all'interno della nuova collana Feltrinelli Comics (i primi titoli Feltrinelli Comics erano stati annunciati durante Lucca Comics & Games e li trovate riepilogati qui).

Comunicato stampa

SALVEZZA:
IL PRIMO REPORTAGE A FUMETTI  SCRITTO E DISEGNATO
A BORDO DI UNA NAVE DI SOCCORSO MIGRANTI

Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso a bordo dell’Aquarius per documentare le operazioni di soccorso e salvataggio nei mari del Mediterraneo

Milano, novembre 2017 - Salperà l’11 novembre da Catania la nave Aquarius di SOS Mediterranee che ospiterà i due fumettisti Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Peppino Impastato, un giullare contro la mafia, La mafia spiegata ai bambini). Gli autori documenteranno le operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti, ma anche le storie di chi accoglie e assiste migliaia di persone in condizioni critiche che si lasciano alle spalle guerre e disperazione. Il racconto del viaggio sarà contenuto nella graphic novel Salvezzache arriverà in libreria a maggio con la nuova collana dedicata ai fumetti Feltrinelli Comics.

Marco Rizzo (sceneggiatore) e Lelio Bonaccorso (disegnatore) intervisteranno gli organizzatori, l'equipaggio, i mediatori culturali, ma anche i migranti raccogliendo storie, esperienze ed emozioni.

La missione sarà raccontata dagli autori in persona sui social SOS Mediterranee e Feltrinelli Editore.
SOS MEDITERRANEE è un’associazione umanitaria europea che dal 2016, con la nave Aquarius, ha salvato oltre ventimila persone.

Salvezza s’inserisce nella collana Feltrinelli Comics curata da Tito Faraci, che debutterà in libreria a inizio 2018 con una serie di volumi firmati da grandi autori della letteratura (Daniel Pennac, Pino Cacucci) e del fumetto (Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Sio), che allarga il raggio d’azione fino a musica, cinema e sport.








  Per seguire il viaggio:

#feltrinellicomics #salvezza



#Aquarius #TogetherForRescue

Audaci a Lucca 2017: l'esperienza, gli acquisti e qualche foto ricordo

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Quello che assolutamente non avreste voluto sapere e che vi sorbirete ugualmente...





A parziale conclusione dei nostri reportage lucchesi e in perenne (e ingiustificabile) ritardo, vi proponiamo alcune considerazioni riguardo l'esperienza dei vostri blogger preferiti in quel di Lucca Comics & Games, condita da qualche foto ricordo e da un po' dei nostri acquisti dalla fiera.



Ve l'avevamo anticipato prima dell'inizio della manifestazione toscana: gli Audaci erano ben pronti ad andare in giro, fare file, incontrare amici, seguire incontri, chiacchierare con autori (e quest'anno, come sempre, non c'era che l'imbarazzo della scelta!), fare foto a tutto, raccogliere informazioni confidenziali da non divulgare e ovviamente fare  acquisti (che vi mostreremo in fondo a questo post). Impossibile riportare tutto e citare tutti. Ci proveremo con delle foto, quelle che ci sembrano più rappresentative di un'esperienza come sempre a suo modo unica...
I resoconti ufficiali degli organizzatori della kermesse parlano di "una delle migliori edizioni di sempre", con "700 espositori, 90 location all’interno delle Mura della città toscana, oltre 240 mila presenze da ticketing in cinque giorni". Numeri da far girare la testa, ai quali vanno aggiunti gli ospiti: da Michael Whelan, autore del manifesto, a Robert Kirkman, da Raina Telgemeier a Taiyo Matsumoto, da Gabriele Salvatores ai protagonisti di Stranger Things e Star Trek: Discovery e così via.
A noi però interessano, come sempre, le piccole cose, quelle che non troverete nelle agenzie stampa e che ti rimangono nei ricordi. Alcune, ve le riportiamo sotto forma di foto, altre rimarranno solo in testa, impossibile riportarle tutte.
Però, prima di lasciarvi al foto-racconto di questi cinque giorni vissuti intensamente, ci preme ringraziare tutti quelli che ci hanno supportato, sopportato e con i quali abbiamo passato del tempo, sempre prezioso: grazie!
È stato, ancora una volta, davvero bello.
Quando inizia la prossima Lucca? (domanda retorica, ma già lo sappiamo e stiamo contando i giorni!)



La nostra Lucca è iniziata così, con questo cartello!
Una delle vetrine più fumettose tra quelle dentro le mura lucchesi.

Quando passeggiando per Lucca incontri Glenn Fabry, il copertinista di Preacher.
Gli audaci partecipano ai quiz a premi sul fumetto Bonelli...
...e vincono premi di consolazione (pur sempre premi!)
Cercare di resistere al Trivial Pursuit Bonelli.

Tramezzini preparati male.


"Ho sentito come una perturbazione nella Forza."
(foto di Eugenio Franceshini)
Unire il retro dei dodici Grouchini contenuti nel Grouchomicon
e trovare un'illustrazione gigante di Fabrizio De Tommaso.


Il maestro Igort allo stand Oblomov.
Una delle tante conferenze seguite: il keynote Bonelli al teatro del Giglio
con l'annuncio della nascita di Audace, nuova etichetta Bonelli con contenuti maturi (vedi qui)
che ha un nome particolarmente familiare.
Finalmente... Angelo Stano!
Il grande Jason Aaron allo stand Panini.
Importunare il povero Mauro Uzzeo...
Tiramisù, Morgan Lost e Val Romeo!

Una birra allo stand delle Edizioni Inkiostro con Andrea Cavaletto e Rossano Piccioni
(promemoria per il prossimo anno: portare due taralli per accompagnare e per sdebitarci!)

Gli amici che ti vengono a trovare a notte fonda con un thermos.

I gentilissimi autori di Amianto Comics.

Sergio Gerasi autografa dovunque!

Se ricordate, un gruppo di noi si chiama "Fallaci"...

Alfredo Casteli e Lucio Filippucci firmano e disegnano un volume preziosissimo.

Incrociare il mitico Claudio Villa!

Giuseppe Candita disegna per noi un bellissimo Kit Carson.

La gioia allo stand Manticora Autoproduzioni per aver dichiarato sold out il loro nuovo volume.
Gli indimenticabili panini serali di Gianni de "Il gusto giusto" a Pisa!

E gli acquisti?


Giusto! Ecco infine i nostro acquisti, in foto opportunamente sgranate per non sembrare troppo sfacciati. E con questo vi salutiamo.

(Per i lettori più distratti, non scriveremo i nomi dei volumi che trovate nelle foto. Questo non è un post commerciale o di "consigli per gli acquisti". Vuole essere piuttosto un modo per condividere ciò che ci ha convinto, anche se mille altre cose avrebbero meritato.)







Preview: Michelangelo - La Parete Perfetta

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Raccontare attraverso un fumetto la straordinaria opera di Michelangelo


Dopo la presentazione in anteprima a Lucca Comics & Games, dal 10 Novembre è disponibile in libreria Michelangelo - La Parete Perfetta, graphic novel targato Round Robin e firmato da Giuseppe Cesaro e Giuseppe Guida. Il volume è anche il primo di una serie dedicata alla storia dell’arte ed è stato realizzato nell’ambito del progetto Arte&Ballons con la collaborazione di ANISA (associazione nazionale insegnanti storia dell’arte) con la finalità dell’educazione all’Arte.


Comunicato stampa

Michelangelo - La parete perfetta
Il graphic novel in anteprima al Lucca Comics and Games
Dal 10 novembre in libreria

Il 10 novembre arriva in libreria Michelangelo - La parete perfetta.
Con la copertina di Claudio Villa, il volume a fumetti è firmato da Giuseppe Cesaro con le illustrazioni di Giuseppe Guida. Ultimo graphic novel della Round Robin Editrice (collana Bolina), è anche il primo di una serie dedicata alla storia dell’arte e ideata grazie alla collaborazione con “seipuntozero”. La pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto Arte&Ballons con la collaborazione di ANISA (associazione nazionale insegnanti storia dell’arte) – per l’educazione all’Arte.
Il volume, che racconta attraverso un fumetto l'opera straordinaria di Michelangelo, è stato presentato a Lucca lo scorso 5 novembre
Nel racconto la storia parte da Tommaso, un ragazzo che vive la sua città, Roma, tra sogni e progetti creativi: il protagonista sfreccia sui rettilinei del Lungotevere, attraversa i ponti, progetta murales e graffiti mentre respira la grandezza di un passato glorioso. Tommaso trasforma i suoi sogni in colore: vuole che la parete ricurva sotto Ponte Sisto diventi la sua tela, un punto luce nella città eterna. La parete perfetta, appunto. All'improvviso, la suggestione si trasforma in realtà e un vecchio maestro prende vita di fronte a lui raccontando di un'altra storia e di un'altra parete. Quell’uomo è Michelangelo e resterà con il ragazzo fino all’alba.
L'obiettivo è quello di avvicinare i giovani all'opera del più grande artista di ogni tempo puntando sul linguaggio diretto dei fumetti; il genere ideale per raccontare loro, Michelangelo e il suo spirito ribelle, la sua vena malinconica e l’incessante bisogno di cercare sfide ai limiti delle possibilità umane.

AUTORI

Giuseppe Cesaro. Sono nato in una casa equidistante da due mari: la "Baia del silenzio" e la "Baia delle favole". Forse per questo amo così tanto le parole e fatico a restare attaccato alla realtà. Vivo di parole. Le più belle le regalo, quelle così-così le vendo, le poche che restano le tengo per me. Ho pubblicato articoli, saggi, racconti, biografie, monologgi, romanzi e testi di canzoni. Ho ricevuto critiche esaltanti e vinto premi importanti, ognuno con un nome diverso. Mai con il mio. "La parete perfetta"è il mio primo graphic novel. E la quarta cosa che porta il mio nome, dopo "Aghi di pino", "Stronzate" e me stesso.

Giuseppe Guida. Classe ’74, è responsabile e docente della Scuola di fumetto Inkiostro di Foggia. Dopo diverse collaborazioni con ComicOut, Dylandogofili, Verticalismi, disegna per Primiceri Editore, Arno Kowalsky 4.0, premiato nel 2012 al Fullcomics Milano come miglior graphic novel. Nel 2015 ha pubblicato per Notes edizioni il graphic novel per ragazzi Scampia Storytelling. È in uscita il suo ultimo graphic novel per Edizioni Inkiostro “Zilf”.


ROUND ROBIN EDITRICE

La Round Robin nasce con l’obiettivo di coniugare narrativa di giovani autori emergenti e inchiesta giornalistica. Negli anni si consolida nell’ambito della saggistica, del giornalismo investigativo e dei graphic novel con titoli dal forte richiamo al sociale e alla lotta alle mafie. Tra le firme che oggi compongono il catalogo Round Robin, anche nomi del giornalismo italiano mainstream come Gianni Barbacetto (Il Fatto Quotidiano) e Giovanni Tizian (L’Espresso). Molte le pubblicazioni degli ultimi anni in cui spiccano autori della grande letteratura italiana, da Andrea Camilleri al premio Nobel, Dario Fo, che hanno collaborato e contribuito ad alcune pubblicazioni (“Antonino Caponnetto, non è finito tutto” e “Sulla cattiva strada, seguendo Don Gallo”). Rinomati i premi assegnati alla casa editrice, tra cui il Premio Giancarlo Siani e la candidatura per due volte al Premio Strega, con “La guerra è finita” e “Orientalia”, e la selezione per il Premio Scerbanenco.

Morgan Lost Dark Novels #0: Origini

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L'esordio del nuovo corso editoriale di Morgan Lost




Morgan Lost continua il suo viaggio editoriale in un nuovo formato, in quello che presto sarà IL formato Bonelli dominante in circolazione. Foliazione inferiore ma dimensioni aumentate. Tutto qui? No, perché oltre al formato cambia anche la struttura delle storie: se si escludono questo numero 0, dedicato alle origini del nostro, e l'ultimo episodio che chiuderà questo primo ciclo narrativo, le storie centrali saranno caratterizzate da una continuity molto serrata che dovrebbe portare i - si spera tanti - nuovi lettori ad affezionarsi al personaggio e al suo mondo per seguirlo fino in fondo. E allo stesso modo i fan, che da ormai due anni non possono fare a meno di questo appuntamento mensile, continueranno a supportare Morgan, il suo autore, Claudio Chiaverotti, e il magnifico team di disegnatori e di coloristi che lavora alla serie.
Origini, come sempre scritto dall'ideatore della serie, vede il ritorno ai disegni di una delle due Regine di New Heliopolis, Val Romeo (da noi intervistata di recente qui), la quale riesce a superare le sue già brillanti prove apprezzate in Morgan Lost #4 (La rosa nera) e #18 (Le lacrime del diavolo).


Abbiamo acquistato Morgan Lost Dark Novels #0 a Lucca nell'edizione variant, curiosi sia per l'edizione che di comprendere a fondo le caratteristiche di questo nuovo corso. Diciamo sin da subito che quest'albo è una scommessa vinta e che ci lascia ben sperare per le storie di prossima pubblicazione, in quanto la velocità narrativa ben si adatta alla pagina più grande e il piacere della lettura si fa più intenso proprio perché, essendoci meno pagine, non c'è tempo per filler o passaggi a vuoto.
L'idea di raccontare nel dettaglio le origini del personaggio per la prima volta a due anni dall'esordio in edicola risulta vincente, anche nell'ottica di coinvolgere i potenziali lettori.
La sceneggiatura è tesa e amara: Chiaverotti ci prende per mano e ci fa rivivere, accanto al suo secondo figlio, tutto il doloroso percorso che va dalla perdita di Lisbeth alla vendita dell'Empire, dal corso di profiling al suo primo caso, dal concreto salvataggio di Smiley al simbolico affiorare dalle onde del mare dei primi troni insanguinati.



La matita di Val Romeo è morbida come non mai. I suoi volti e corpi femminili sono i più belli e sinuosi mai visti sulle pagine della serie: le sue Lisbeth, così solare, sorridente e fiduciosa in un futuro radioso con il suo amore, e Pandora, così giovane e ancora non minata nel fisico e nell'animo dai suoi drammatici incontri con Wallendream, ci spezzano il cuore a ogni vignetta. Il layout delle tavole è molto vario e dinamico e, soprattutto nelle scene più concitate e in quelle meno realistiche, la classica gabbia bonelliana tende a lasciar posto a vignette incastrate l'una nell'altra o disposte in modo meno strutturato ma ugualmente leggibile. Da notare la cura per i particolari, dagli elementi architettonici alle espressività dei protagonisti, che ci confermano una disegnatrice abilissima e versatile nel vero senso del termine.



Arriviamo così alla front cover, la vera chicca di quest'anteprima lucchese. Opera del disegnatore Emiliano Mammucari, che in qualità di copertinista ci aveva convinti prima sul Caravan di Michele Medda e poi su Orfani, l'illustrazione non si fa apprezzare solo per il 3D (per guardarla bene ci vogliono gli occhialini) ma anche e soprattutto per l'alta dinamicità della composizione.
Va citata infine la cover di Fabrizio De Tommaso per l'edizione da edicola (mostrata anche sul retro della variant) in uscita il 18 novembre, con i fenicotteri rosa e un Morgan davvero oscuro: un'illustrazione al contempo tetra e tremendamente d'impatto.



In sostanza, un numero zero dolente, immaginifico e profondo, ben adatto a chi è intenzionato ad avvicinarsi alla serie e ancor più interessante per chi ne è già fan.


Rolando Veloci



Morgan Lost Dark Novels: “Origini”
NUMERO: 0 (25)
DATA: novembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Val Romeo
COLORI: Arancia Studio
COPERTINA: Emiliano Mammucari (edizione variant), Fabrizio De Tommaso (edizione da edicola)


























Tutte le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore



Black Rock: al via il secondo atto

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Torna il western sovrannaturale creato da Dario Sicchio, Jacopo Vanni e Francesco Segala



Da mercoledì 15 novembre su wilderonline.com torna Black Rock, il western sovrannaturale creato da Dario Sicchio, Jacopo Vanni e Francesco Segala, con il suo secondo e ultimo atto.

Comunicato stampa

BLACK ROCK: SECONDO ATTO

Ritorna Black Rock, il western sovrannaturale creato da Dario Sicchio,Jacopo Vanni Francesco Segala, con il suo secondo e ultimo atto.
Da mercoledì 15 novembre su 
wilderonline.com.



La notte sta scendendo sul Villaggio.

Le misteriose entità al di là della Frontiera hanno parlato per mezzo del Loro emissario: ilGuardiano dovrà consegnargli dieci anime. Dieci abitanti del Villaggio dovranno essere offerti per essere tramutati in nuovi Pellegrini, o l'intero insediamento verrà distrutto. Il Guardiano ha due giorni per compiere la scelta più difficile della sua vita. Proprio lui, che ha giurato di proteggere ogni uomo, donna o bambino che abitano la misteriosa cittadina, dovrà scegliere tra il sacrificio di pochi o l'annientamento di molti. Per superare questa tremenda prova dovrà fare appello a tutte le sue forze e ricorrere all'aiuto del misteriosoCapo del Villaggio.

Dopo la sconvolgente rivelazione che ha chiuso il primo atto di Black Rock, la storia riprende e si avvia a conclusione. Un viaggio serrato che svelerà finalmente i misteri del Villaggio, delle sue origini e delle misteriose creature che popolano l'arido mondo che lo circonda.


Le Montagne Nere stanno arrivando!
Black Rock è una serie in 10 capitoli creata da Dario SicchioJacopo Vanni e Francesco Segala. La prima metà della serie è già disponibile su wilderonline.com

Dragonero Adventures #1 & Dragonero #54

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L'esordio della serie Young e il prologo della Saga delle Regine Nere



Stiamo vivendo indubbiamente un periodo di grandissimo fermento per tutto quello che riguarda Dragonero, un corpus narrativo che assume sempre maggiori diramazioni. Il mondo creato da Luca Enoch e Stefano Viettiè stato sviluppato finora principalmente negli albi mensili della serie regolare (a cui vanno aggiunti i libri pubblicati da Mondadori negli anni scorsi e il gioco di ruolo prodotto da Wyrd Edizioni). A partire da novembre tutto questo inizia a evolversi, in quanto abbiamo modo di assistere alla nascita di numerose iniziative (alcune al momento solo annunciate, come la serie animata, altre già fruibili, come Senzanima), tra le quali ovviamente assume notevole importanza l'esordio della serie Dragonero Adventures, incentrata sulle avventure dei giovani Ian, Myrva e Gmor. Gradita coincidenza è anche l'avvio, nel contesto della serie regolare, della Saga delle Regine Nere con Uccisori di draghiDragonero #54, un albo molto particolare sin dalla cover.

L'illustrazione di Riccardo Crosa (realizzata per Lucca Comics & Games)
che ritrae l'incontro tra due Ian di età diverse.
Tra Dragonero Adventures #1 e Dragonero #54 gli autori sembrano proprio essersi divertiti narrativamente e visivamente inserendo un felice gioco di rimandi, collegamenti e rievocazioni reciproche. Quasi a voler rimarcare le analogie e le differenze che intercorrono tra le due serie, pur presentando storie disegnate dallo stesso artista (il versatile Riccardo Crosa), nella serie young e nel mensile "classico" vengono sviluppati toni diametralmente opposti: spensierati, avventurosi e raggianti nel primo caso, cupi, intensi, quasi funesti nel secondo.





Dragonero Adventures #1: le storie di Ian, Gmor e Myrva da giovani

Novità assoluta in ambito bonelliano, Dragonero Adventures apre di fatto le porte alla linea Young della casa editrice, in attesa che giungano a farle compagnia 4 Hoods e Creepy Past (senza dimenticare i Bonelli Kids, finora presentati solo sul web). 
L'episodio iniziale, Tre giovani eroi, ci immerge in "un mondo di meraviglie, imprevisti e disavventure", pieno di maghi, draghi, spettri e goblin. La storia è incentrata sulle vicende di uno Ian quattordicenne, accompagnato da sua sorella Myrva (qui con i capelli rossi) e dal suo amico orco Gmor, con una parte iniziale che si svolge nella loro casa a Silveridhe. L'episodio, sceneggiato da Luca Enoch, si legge tutto d'un fiato e fa già intuire che le storie (almeno gran parte di esse) saranno in continuity tra loro e soprattutto che - ça va sans dire - ci troviamo nello stesso universo narrativo della serie regolare "classica". La caratteristica di essere chiaramente orientata a un pubblico di giovani lettori non esclude in questo caso la potenzialità di affascinare fruitori anche più grandi, attratti dagli intriganti rimandi tra le serie (sui quali torneremo nel prossimo paragrafo) e grazie a una freschezza stilistica che riesce a conquistare.




Riccardo Crosa, che è anche il copertinista della serie e colui che ha sviluppato le varie ambientazioni insieme a Enoch e Vietti, ritrae i personaggi con occhi grandi e conferendo loro notevole espressività. Del resto l'autore è anche responsabile dei character design per la serie animata dedicata a Dragonero, progetto per il quale è stato scelto uno stile d'animazione digitale 2D e un tratto "young" (dunque visivamente simile a Dragonero Adventures per più d'un motivo). Il suo stile si esalta nelle scene d'azione, rese in modo particolarmente dinamico, e viene impreziosito dall'attento lavoro di colorazione di Paolo Francescutto.
Un numero uno ben curato sotto ogni aspetto, anche nella colorazione, vivace e decisamente appropriata. Promosso a pieni voti.



Variant cover di Marco Checchetto per Dragonero #54.



Dragonero #54: dove tutto diventa realmente oscuro

La Saga delle Regine Nere è stata annunciata come un evento destinato a rompere gli equilibri che sinora hanno sorretto l'universo di Dragonero. 

Ogni grande saga parte da un singolo avvenimento chiave, la classica goccia che fa traboccare il vaso. In questo caso si tratta dell'arrivo improvviso di un Drago, che inizia a seminare morte nei villaggi nell'Erondàr. Impossibile che un evento del genere non abbia conseguenze enormi: come in un domino l'onda che si propaga arriva a coinvolgere molti dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere negli oltre cinquanta numeri della serie regolare. Stefano Vietti mette in campo personaggi come l'oscuro Cancelliere imperiale Vrill Ausofer (ogni volta che appare, noi sappiamo che ci sono intrighi e trame che si stanno sviluppando) e introduce altre figure che in futuro rivestiranno certamente un ruolo di rilievo: nell'intrecciare i destini dei singoli personaggi e le varie sottotrame tra loro, l'autore dimostra un'abilità notevole, soprattutto considerando l'alta leggibilità della storia. 



Vengono infatti riassunti numerosi concetti chiave della serie, rendendo l'episodio particolarmente adatto a un nuovo lettore, anzi praticamente un punto d'inizio ideale per chiunque avesse il desiderio di accostarsi alla serie. Certamente l'autore ha fatto tesoro dell'esperienza accumulata durante la militanza nel team creativo di Nathan Never, dove ha avuto modo di architettare numerose saghe che ne hanno sconvolto l'universo narrativo (su tutte la Saga della Guerra dei Mondi, ma potremmo fare vari altri esempi).
La storia è un continuo crescendo, senza un attimo di tregua, e preannuncia l'arrivo di momenti cupi e drammatici. Questo concetto è evidente a partire dalla copertina, dove la grafica del contorno della cover inizia a emblematicamente a sfaldarsi (e osservando quella del prossimo numero in quarta di copertina, si può notare che sarà quasi del tutto frantumata: cosa prenderà il suo posto?). 



Notare il dettaglio della grafica.


A tal proposito, impossibile non citare la variant cover realizzata da Marco Checchetto per l'edizione lucchese, una variant d'impatto capace di catalizzare l'attenzione su un prodotto che merita.

Molto interessanti i rimandi con la serie Adventures, ai quali accennavamo all'inizio del pezzo, a partire dalla scena iniziale, che ci mostra la quotidianità di una fanciulla: mentre all'inizio di Tre giovani eroi i ragazzi sono in un clima giocoso, la fanciulla qui è immersa in un contesto solo apparentemente tranquillo e che si rivela invece drammatico, funesto. Un'innocenza spazzata via dalla brutalità del fato (bellissima l'intera tavola a p.32 con Sera che giunge nel luogo dilaniato dalle fiamme). Ovviamente poi tutta la scena finale, nella quale non ci addentreremo per evitare spoiler, è un collegamento con l'infanzia dei protagonisti, al punto che la storia narrata in Adventures potrebbe sembrare quasi un flashback esteso, un racconto intorno al fuoco di un'esperienza giovanile. 

Alla sensazione di ridondanza contribuisce in maniera determinante Riccardo Crosa, che riesce a districarsi abilmente tra luci e ombre, tra albe e crepuscoli con decisa destrezza. Ritroviamo il dinamismo stilistico della serie young, con un tocco di oscurità in più.





Un albo molto importante nell'economia della serie che, anche senza attendere la conclusione (nel numero in uscita a dicembre), possiamo già annoverare tra i migliori in assoluto della serie.

Il Sommo Audace


“Tre giovani eroi”
SERIE: Dragonero Adventures
NUMERO: 1
DATA: novembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Luca Enoch
DISEGNI E CHINE: Riccardo Crosa
COLORI: Paolo Francescutto
COPERTINA: Riccardo Crosa








“Uccisori di draghi”
SERIE: Dragonero
NUMERO: 54
DATA: novembre 2017 
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Stefano Vietti
DISEGNI E CHINE: Riccardo Crosa
COPERTINA: Giuseppe Matteoni (edizione variant: Marco Checchetto)










Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

Giorgio Giusfredi: scrivere Dampyr, Zagor e... Tex!

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L'autore lucchese racconta il suo lavoro di redattore e sceneggiatore in Bonelli



Giorgio Giusfredi, lucchese classe '84, scrittore nonché il più stretto collaboratore redazionale di Mauro Boselli e destinato a diventare una colonna portante della fabbrica delle idee di via Buonarroti, dopo Zagor e Dampyrè arrivato a mettere la sua firma su una storia del Mito, Tex. In questa intervista parleremo del suo ruolo di sceneggiatore, del lavoro in redazione, della sua formazione e dei suoi progetti futuri. 
Buona lettura!

Giusfredi mostra la prima tavola della storia breve di Tex da lui sceneggiata per il Color Tex #12.

Ciao Giorgio e grazie per l'intervista concessa agli Audaci.
Ciao, ragazzi! Grazie a voi!

Parlaci un po' di te, in modo da presentarti al pubblico più audace che ci sia. Come sei arrivato a fare questo mestiere, quali storie ti hanno influenzato e quali sono i tuoi maestri?
Ci sarebbe così tanto da dire, ma – come dice di solito Alfredo Castelli in questi casi – sarò breve: quando ero piccolo… A parte gli scherzi, taglio corto: sono arrivato in Bonelli rompendo talmente le scatole ai miei maestri che alla fine hanno deciso di provare a farmi fare qualcosa. Prima ho fatto il cuoco per vent’anni. Ho smesso da poco. E ho la fortuna di poter lavorare fianco a fianco con coloro che ho sempre ammirato e stimato, per cui il mio rispetto nei loro confronti sorge ancor prima che sbirciassi il divertente e supereducativo “dietro le quinte”. Graziano Frediani è stato il primo a credere in me e mi ha invitato per la prima volta a Milano alla Sergio Bonelli Editore. Moreno Burattini si è smazzato le prime cose che ho scritto di Zagor. Maurizio Colombo mi ha detto che avrei dovuto sceneggiare e mi ha invitato a farlo aiutandomi e Mauro Boselli mi ha preso come assistente, permettendomi, oltre che di avere un buon lavoro, di poter imparare ogni giorno a scrivere lavorando. Mi ricordo che una volta, quando lavoravo in cucina, uno chef mi disse: “Dovresti essere tu a pagare me per tutto quello che ti insegno e non il contrario!”… Beh, quello chef non aveva ragione, perché io lavavo anche i piatti e spazzavo per terra nel ristorante. Ma se me lo dicessero i miei maestri, probabilmente avrebbero ragione da vendere. Mi hanno preso come un pezzo di ignorante pino e ora sono un pinocchietto della sceneggiatura. Anche se il loro lavoro di pialla e scalpello su di me non è ancora finito.


Una giocosa rielaborazione in chiave "redazionale" della cover di Enea Riboldi per Bloodywood (Dampyr #204),
albo d'esordio di Giusfredi sulla serie regolare dampyriana
(rielaborazione grafica di Roberto Banfi).

Qual è la tua opinione sulla funzione comunicativa del fumetto, ieri e oggi?
Se solo penso che i fumetti, e specialmente quelli Bonelli, sono i volumi in generale più letti in Italia e che Mauro Boselli è lo scrittore più letto al mondo insieme a Stephen King, sono certo che la responsabilità di noi autori è alta. Anche come redattori, perché il prodotto deve essere ben confezionato e privo di refusi. Detto questo ci possono essere storie brutte e scappano errori, ma l’audace (eh eh) intento è quello di fare sempre il massimo perché il mio ricordo d’infanzia è quello di essermi formato come lettore proprio grazie ai fumetti e a noi tutti piacerebbe condividere questo ricordo anche con le generazioni future. Una buona società è formata da buoni lettori. E dei buoni lettori formano una buona società. Ora per sdrammatizzare l’enfasi, presuntuosa ed egotica di questa risposta dovrei dire una volgarità, che sarebbe assolutamente nelle mie corde peraltro, ma ve la risparmio… Fate come ci fosse scritta.


Hai avuto l'onore di esordire come sceneggiatore su una serie dalla lunga storia editoriale come Zagor. Che emozioni hai provato?
Grandissima. Ho un tatuaggio sulla spalla sinistra con la scure e il simbolo che Zagor porta sul petto. La storia l’ho scritta con Maurizio Colombo ed è stata disegnata dal compianto maestro Gallieno Ferri, che, per chi non lo sapesse, di Zagor è proprio il creatore grafico, il primo disegnatore del 1961. Ho molti ricordi fantastici, dai lunghi viaggi con il treno regionale verso Milano per discutere con Maurizio. Lui che prima di leggere ciò che avevo scritto, mi interrogava sui caratteristi e gli stuntman degli spaghetti western, affinché io potessi continuare a ricordarmeli anche dopo la sua morte. Alla gentilezza di Ferri, al suo strepitoso lavoro e all’emozione delle tavole originali che portava lui da Recco la mattina presto in redazione, disegnate, come ha sempre fatto, a striscia…

Hai intenzione di ritornare sul personaggio?
Sto scrivendo una storia molto importante per me, che spero sfiori almeno in parte la potenza drammatica che Sergio Bonelli, sotto il “nome de plume” di Guido Nolitta, aveva dato allo Spirito con la Scure. Me la sta disegnando un altro dei miei miti: Mauro Laurenti. E posso dire che il suo lavoro è strepitoso, sta dando il massimo e gliene sono veramente grato!


Una tavola di Mauro Laurenti dalla storia di Zagor in lavorazione.

Il lavoro nella redazione Bonelli ti permette di osservare dietro le quinte la casa editrice di Via Buonarroti. Cosa caratterizza la Bonelli oggi e verso quale direzione si evolverà a tuo parere?
La Casa editrice ha avuto quattro fasi: l’inizio con GL Bonelli, l’inventore di un certo tipo di fumetto avventuroso che ha caratterizzato il secolo e di Tex, poi c’è stata Tea Bonelli, la pubblicazione di Tex è l’impronta editoriale si deve a lei, poi Sergio Bonelli, non occorre che sottolinei quale straordinario Editore egli sia stato, i cui insegnamenti continuo ad apprendere attraverso i miei maestri che sono stati come dei figli per lui. Io sono il primo assunto da Davide Bonelli e ne vado fiero, ma mi dispiace per lui: non so se può vantarsi di me… Comunque anche noi “nuovi” ce la mettiamo tutta per apprendere dai più esperti e gli esperti sono veramente una fonte di sapere editoriale. Anyway Davide ha la sua impronta ed è in puro stile Bonelli, i posteri lo diranno, ma come si suol dire “il sangue non è acqua”. Michele Masiero e Simone Airoldi sono belli pimpanti e incazzati quanto basta per aiutare Davide, come noi tutti, a sostenere e perfezionare quella che di fatto è la migliore Casa editrice italiana per rapporto produzioni/vendite.

Arriviamo al tuo esordio texiano. Una storia breve, nel Color Tex, presentata in anteprima assoluta a Lucca Comics. Com'è andata la realizzazione?
Come con le altre storie: proponendo un soggetto. In realtà l’ho tenuto un po’ di tempo dentro fino a quando Mauro (Boselli, N.d.A.) mi dice che c’è bisogno di una storia per Marco Soldi… Mauro non aveva tempo per scriverla e io sono sempre stato un fan di Marco. Da lì in poi ho iniziato a scrivere sapendo chi era che avrebbe materializzato e filtrato migliorando ciò che avevo in mente.
Il disegnatore Nicola Rubin gioca con il titolo della storia scritta da Giusfredi per il Color Tex.

Hai qualche dietro le quinte succulento da condividere con noi?
Chi leggerà la storia vedrà che c’è un finale particolare (se lo definisco “a sorpresa” sento uno squillo di trombe scordate che mi fanno il verso dietro) quando cercavo di sdoganarlo tramite sceneggiatura ho scritto e riscritto. Mauro, quando commetto degli errori si dispiace proprio come se fosse un fatto personale: mi guarda con quello sguardo con su scritto "PROPRIO TU". E durante una delle revisioni di questo finale, Fabio Civitelli che era presente in ufficio se n’è andato spaventato… Prima di quest’episodio, Civitelli scherzava sulle correzioni richieste da Mauro, ora non lo fa più (o quasi).


Una rappresentazione più che ironica del lavoro redazionale
(rielaborazione grafica di Roberto Banfi).

Sei soddisfatto dei disegni?
Commoventemente soddisfatto. Chissà se la Crusca mi accetterebbe il termine “disegnoso”, ma quello che voglio dire è che Marco è un maestro che oltre alla bellezza del tratto è molto attento alla narrazione e questo mi ha aiutato a raccontare una storia che non è così banale come può sembrare. O, se lo è, lo è esclusivamente per colpa mia. Grazie, Marco.

Hai già avuto qualche riscontro da colleghi, fan, critica?
Sono preoccupantemente tutti positivi i primi riscontri, quindi non dico nulla in più in attesa delle pernacchie.


Una tavola di Marco Soldi dalla storia di Tex in uscita nel Color Tex di novembre.

Per Dampyr, oltre a scrivere storie sulla serie regolare, lavori in redazione e hai quello che si può definire "il polso della situazione". Che periodo sta vivendo il buon Harlan Draka e come procedono le vendite della testata?
Dunque, il lavoro di editor e di redattore lo svolgo sia su Dampyr che su Tex. Dampyr sta vivendo un bellissimo momento, le vendite sono aumentate nel corso del 2017 (escludendo il crossover, che è stato un successo fuori scala) e anche le storie che vedrete mi rendono orgoglioso. Ovviamente gran parte del merito va agli autori che le hanno realizzate e a Mauro, ma anch'io posso dire di aver stretto qualche bullone qua e là nel marchingegno editoriale e anche che si vedranno cose incredibili nel 2018 e nel 2019. INCREDIBILI.

È vero che in occasione del recente crossover con l'Indagatore dell'incubo le vendite dampyriane sono schizzate alle stelle, nonostante la tiratura fosse già stata aumentata inizialmente?
Ha venduto mostruosamente di più. Non dico il dato perché la Casa editrice non ha piacere che si facciano numeri, giustamente, ma voi immaginate un numero, moltiplicatelo per due e aggiungeteci un quid ottimistico e sarà ancora un numero basso. È stato veramente un successo inaspettato per portata e riscontro di pubblico.

A Lucca è stata annunciata una nuova linea editoriale, Audace, che pubblicherà storie per lettori maturi. Tra gli altri progetti presentati, sono in cantiere nuove storie di Mister No e dello Sconosciuto di Magnus (!) e anche, a sorpresa, una nuova serie intitolata Deadwood Dick tratta dai racconti di Joe R. Lansdale. Sappiamo che vige il più stretto riserbo a riguardo, ma sei in grado di dirci qualcosa?
Vi dico quello di cui sono certo: l’unica cosa che ho letto integralmente è una storia di Landsdale sceneggiata magistralmente da Maurizio Colombo e disegnata da un fotonico Pasquale Frisenda. Pasquale ha fatto le prime tavole che sono mozzafiatanti, incredibili. E la sceneggiatura di Maurizio è galatticamente divertente. Non sto scherzando né sovrastimando!



Quali sono i tuoi progetti futuri e i tuoi sogni?
Intanto mi auguro di migliorare come sceneggiatore e di scrivere delle belle storie per Dampyr e Zagor e in futuro, perché no, anche qualcos’altro di Tex. Poi, chi può dirlo… La bellezza di questo lavoro è che le idee sorgono in qualsiasi momento, a bere la sera, mentre si parla del caso Weinstein o mentre si mangiano arrosticini nella piazza davanti alla tomba di Giuseppe Verdi. È così bello sognarli, i sogni… Forse più di realizzarli. E questo mio momento lavorativo è proprio “il sabato del villaggio” del sogno. Esaltante. Sono carico di grinta come i nostri nonni dopo la Seconda Guerra Mondiale. E approfitto di questo spazio per dire che sto facendo un Dampyr con Alessio Fortunato che, chi lo conosce lo sa, è un bravissimo autore di Dampyr e che sta superando il bellezzometro con delle tavole di una genialità mai vista (giuro: il mio entusiasmo è per dei disegni veramente belli, poi il problema sarà la storia).


Una tavola di Alessio Fortunato dal numero di Dampyr in lavorazione.

Un'ultima domanda, abbi (e abbiate; NDR) pazienza, da parte del nostro collega, il "Fallacissimo" Grullino Biscottacci: "Oh Giorgio, xxxxxxxxxxxx (che tu fai)?" 
Allora, io ho conosciuto i volti dei segretissimi “Audaci” tra cui il Sommo Audace e Rolando Veloci che mi sta intervistando. Ma non ho mai visto il mitologico Grullino Biscottacci, premio Oscar per il miglior pseudonimo retorico/gioioso. Ma so da dove nasce questo bislacco nome: sei caduto in una caverna come Batman e dei Biscottacci ti hanno spaventato fino a farti diventare un po’ Grullino, giusto? Che cosa sto facendo, Grullino?... Sto indagando sulla tua identità segreta, in redazione siamo tuoi fan. Parafrasando il Joker di Tim Burton: c’è qualcuno che sa dirmi in che razza di mondo stiamo vivendo dove un uomo si fa chiamare Grullino Biscottacci? ("Un mondo geniale"è la risposta, vedete lo spezzone al secondo 0:22

)

Grazie per la disponibilità e la simpatia, Giorgio. A presto.
Grazie a voi, Audaci! (e a chi si è smazzato la lettura di queste mie ennesime bischerate).

Rolando Veloci
(con la collaborazione del Sommo Audace e l'intrusione del folle Grullino)


Astromostri - Le Storie #61

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Lo straordinario omaggio ai film di mostri giapponesi anni '60 di Serra e Rosenzweig



"Quella contraddittoria mistura di emozioni che sono i ricordi."
Antonio Serra


Quando sei davvero appassionato di qualcosa, l'affetto traspare da ciò che fai, dici, scrivi, disegni. Non sempre però questo si traduce in qualcosa di autentico e personale ma al tempo stesso universalmente apprezzabile anche dagli altri.
Con l'ultimo numero de Le Storie, questo processo funziona nel modo migliore possibile. Antonio Serra e Maurizio Rosenzweig ci trasmettono il fascino di quella fantascienza, di quel cinema e di quegli effetti speciali che li hanno entusiasmati e noi ci riscopriamo spettatori, deliziati e increduli di fronte a pagine che meritano d'essere ricordate. 


Inevitabilmente iniziare a parlare di Astromostri comporta un discorso sulle fonti d'ispirazione dell'opera. Lo stesso Serra, nell'introduzione dell'albo (riportata integralmente qui), parla del legame tra l'episodio e l'immaginario che ha segnato le sue passioni e la conseguente formazione come lettore e autore: "Il contenuto di Astromostri nasce dalle molte suggestioni della cultura del Sol Levante che, nel corso della mia vita, mi hanno colpito. Mille "dettagli" relativi al Giappone degli anni '60 sono presenti nelle pagine dell'albo, a volte appena accennati ma, mi auguro, comunque percepibili. Più approfondita, invece, è la rappresentazione di quella che doveva essere l'atmosfera sul set di un film tokusatsu (ovvero "quelli con gli effetti speciali"). I più attenti potranno identificare il film a cui facciamo riferimento, e anche riconoscere, tra i personaggi che si muovono nel teatro di posa, alcune figure storiche legate ai kaiju eiga (i film di mostri), qui sotto falso nome".

Per realizzare questo omaggio, Serra ha ideato una trama orientata a farci compiere un viaggio a metà strada tra realtà e sogno, tra notti stellate e scenografie di cartapesta, tra problemi quotidiani e mostri fantascientifici. Ci troviamo infatti nella Tokyo di meta anni Sessanta e il protagonista, John, è un americano che lavora nell'industria cinematografica con la testa immersa tra dischi volanti, alieni e creature giganti. Difficile non rivedere nel protagonista dell'albo lo stesso ideatore di Nathan Never, impegnato a lavorare su elementi che appartengono all'immaginario degli spettatori (lettori) e a farli sognare con storie di fantascienza, non riuscendo egli stesso a ritrovare il confine tra realtà e immaginazione. Proprio l'aspetto sognante è una delle caratteristiche più belle della storia, che si discosta un po' da altre produzioni dell'autore sardo ma può ricordare in qualche modo il bellissimo Romanzo a fumetti dal titolo Sul pianeta perduto (disegnato da Paolo Bacilieri).


Questo sessantunesimo numero de Le Storieè anche e soprattutto segnato indelebilmente dal connubio tra il creatore di Nathan Never e un disegnatore straordinario come Maurizio Rosenzweig, noto per Davide Golia e Zigo Stella e recentemente approdato in casa Bonelli all'interno del team creativo di Dampyr. Rosenzweig ha modo di sbizzarrirsi non solo con i numerosissimi inside joke che dissemina per tutto l'albo, ma anche e soprattutto per le splash page singole e doppie, mai gratuite e sempre a dir poco spettacolari. Non solo i suoi "mostri" sono bellissimi e pieni di particolari, ma anche l'ambientazione è descritta in maniera egregia e non c'è soluzione nel layout o personaggio di contorno che non funzioni. In una tavola leggiamo una firma dell'autore datata 2014, a conferma della lunga gestazione dell'albo, ma anche del lavoro certosino svolto: niente sembra lasciato al caso. Più volte viene da soffermarsi, durante la lettura, per rimirare le tavole, per ritornare su alcune già lette per paura di essersi persi un dettaglio.




Giunta al suo sesto anno di vita, la collana Le Storie ci ha ormai abituati a leggere episodi fuori dal comune, perle di straordinaria bellezza. Ciononostante forse non eravamo pronti per quest'albo: una gioia per gli occhi e un toccasana per la mente. 
Grazie.
Il Sommo Audace



“Astromostri” 
SERIE: Le Storie
NUMERO: 61
DATA: ottobre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Antonio Serra
DISEGNI E CHINE: Maurizio Rosenzweig
COPERTINA: Aldo Di Gennaro









Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

Il piccolo Caronte

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Di padre in figlio: il viaggio del giovane Mono raccontato da Sergio Algozzino e Deborah Allo




Il piccolo Caronte racconta il viaggio del giovane Mono, figlio di Caronte. Il volume, edito da Tunué per la collana Prospero's Extra, è nato da una sceneggiatura di Sergio Algozzino e reso graficamente da Deborah Allo.

Come prima cosa devo dire che ho apprezzato molto il fatto che Sergio Algozzino, insegnante presso la Scuola di Fumetto a Palermo, abbia deciso di coinvolgere i suoi studenti per metterli a disegnare una sua idea e poi realizzarne un libro. Dopo un'attenta valutazione ha scelto colei che riteneva più idonea a dar vita a i suoi personaggi. Deborah Allo, allieva del corso di colorazione di fumetti del Prof. Algozzino, aveva già esordito tempo fa con Il volo di IcaroNella prefazione del libro, Algozzino coglie l’occasione per ringraziarla dicendole: “… che ha interpretato benissimo quello che ho scritto, senza limitarsi semplicemente a disegnarlo.”
Deborah Allo è nata a Santa Teresa di Riva (Messina) ed è stata tra le rivelazioni dell’ultima edizione di Etna Comics. All’inizio del suo percorso lavorativo aveva deciso di fare la stilista e disegnare vestiti, visto che sin da piccola amava usare le matite colorate. Ma si è resa subito conto che quel genere di disegno non faceva per lei, che amava spaziare con la fantasia sulla scia di autori come Tim Burtone Key Nielsen. Così, dopo essersi diplomata all’Istituto Statale d’Arte frequentato a Giarre, si è iscritta alla Scuola di Fumetto di Palermo.
Per disegnare le 126 tavole de Il piccolo Caronte ha impiegato dieci mesi di lavoro. Sebbene a una prima occhiata il volume possa sembrare realizzato interamente in aquerello, tutte le tavole sono state eseguite su carta con matita e china e in seguito il colore è stato realizzato in digitale. Deborah ha lavorato come colorista per la casa londinese Holy Loft Production e riesce a padroneggiare benissimo questa tecnica con eccellenti risultati. Nel graphic novel si passa dai molteplici e complicati toni scuri dell’oltretomba a quelli chiari e solari del viaggio di Mono sulla Terra.


La storia de Il piccolo Caronte ideata da Algozzino ci riporta alle storie mitologiche e alla Divina Commedia, anche se l’autore ha inserito volutamente alcuni modi di atteggiarsi dei giovani odierni, citando cd e tatuaggi.
La trama è la seguente. Un giorno Caronte scompare e Morte si reca dal figlio Mono che sta giocando con Cerberino (il suo cane a tre teste) per dirgli che ormai spetta a lui prendere il posto del padre per traghettare le anime. Sebbene a malincuore, Mono è costretto ad accettare, ma prima dovrà compiere un percorso per comprendere l’importanza del suo ruolo. Con un riferimento voluto, quasi un omaggio al Canto di Natale di Charles Dickens, anche il nostro piccolo uomo dovrà fare visita a tre personaggi: le Moire nell’Ade, il cugino Momo sulla terra, e Hypnos, il fratello di Morte.

Consiglio a tutti di leggere questo bellissimo graphic novel. Se anche dal titolo riterrete che la storia possa essere scontata (avendo studiato sia i miti che la Divina Commedia alla scuola dell'obbligo), vi ricrederete leggendolo. Le bellissime illustrazioni di Deborah Allo vi faranno entrare in uno straordinario mondo di fiaba. Viene quasi da desiderare che a scuola ci avessero fatto leggere un libro così: tanti di noi avrebbero apprezzato di più i miti e compreso meglio il significato dell’oltretomba.

Non era facile trovare la mia solita canzone di chiusura visto l’argomento della recensione. L’unica che mi è venuta in mente è Compagno di scuola di Antonello Venditti.
…e la divina commedia, sempre più commedia al punto che ancora oggi io non so se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito…


Ciao.

Adelaide




Il piccolo Caronte


SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Sergio Algozzino
DISEGNI E COLORI: Deborah Allo
EDITORE: Tunuè
ANNO: 2017 




Cavaletto & Candita: il nostro Manson

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I due autori ci parlano del loro volume per la collana The Real Cannibal incentrato su Charles Manson



Andrea Cavaletto e Giuseppe Candita sono una coppia inedita nel mondo del fumetto. Il loro Manson - Figlio dell'uomo, presentato in anteprima a Lucca Comics & Games dalle Edizioni Inkiostro, è il primo frutto di una collaborazione che si spera sia lunga e fortunata. I due hanno voluto chiacchierare con i vostri affezionatissimi per raccontare al pubblico più audace che ci sia la genesi e la lavorazione di un volume che, ne siamo certi, farà discutere.
Buona lettura!



Andrea Cavaletto (foto di Mara Marchisio).
Ragazzi, ben trovati! Iniziamo facendovi i complimenti per il vostro Manson: lo abbiamo letto, apprezzato e recensito (vedi qui) e ci sembra un lavoro fatto soprattutto per e con passione. Ci sbagliamo?
Andrea Cavaletto: Assolutamente. La passione è l'elemento basilare di ogni mio progetto. Quella e il divertimento (per quanto possa essere divertente raccontare le gesta di un tipetto come Charles Manson, eh).
Giuseppe Candita: Decisamente, il nostro è un lavoro che si fa sopratutto per passione. Nel caso di questo libro avevo massima libertà creativa,in particolar modo con le atmosfere (faccio riferimento alla sola tecnica). Disegnare una storia su un serial killer come Manson non è stato affatto facile.

Com'è nata l'idea di dedicare un'intera collana alle vicende biografiche dei veri Mostri della storia? Per quali motivazioni avete scelto proprio Charles Manson o che cosa vi affascina di questo personaggio in particolare?
Andrea: L'idea della collana nasce dalla vulcanica mente di Luca Blengino, editor di Edizioni Inkiostro. Volumi unici in formato alla francese, one-shot di 44 pagine con un team creativo diverso per ogni volume, e con un taglio sempre personale. Avrete infatti notato le differenze tra il nostro volume e il primo della collana, che era più didascalico e giornalistico, ma altrettanto affascinante. Charles Manson è stato fortemente voluto dall'editore Rossano Piccioni, perché era convinto che la mia scrittura lisergica e drammatica adottata per Paranoid Boyd sarebbe stata perfetta per raccontare la vita di questo personaggio. Direi che ha avuto ragione! Charles Manson è affascinante e carismatico perché la sua mente è un labirinto, e tutta la sua biografia è in perenne bilico tra follia, menzogna e mito.
Giuseppe: La collana è nata dalla mente creativa di Luca Blengino, Editor di Edizioni Inkiostro, mentre il volere a tutti i costi Charles Manson sulla collana è stata una richiesta dell'editore  Rossano Piccioni. Penso che il fatto che abbiano scelto  me per illustrarla sia dovuto alle mie tinte oscure UAHUAHUAHUAHUAHUAH...ehm.

Sfogliando il volume, si apprezza anche la confezione: la grammatura e la porosità della carta rendono il volume ancora più ruvido. È una scelta voluta per rappresentare anche a livello tattile la brutalità della sceneggiatura?
Andrea: Sì, ottima scelta editoriale. Ne sono veramente soddisfatto.
Giuseppe: Esattamente.

Giuseppe Candita a Lucca Comics & Games.
Com'è stato lavorare con l'altro: vi siete mai scontrati o è andato tutto come speravate? Ora che il vostro lavoro è uscito c'è qualcosa che cambiereste?
Andrea: Scontrati??? Ma no! Siamo due pezzi di pane, Giuseppe ed io. Volevamo collaborare da tempo perché apprezzavamo reciprocamente i nostri lavori, e quando si è presentata l'occasione abbiamo subito colto la palla al balzo. Secondo me il risultato è strepitoso e non cambierei nulla. 
Giuseppe: Io e Andrea siamo stati in perfetta sintonia per l'intero volume. Ci siamo dati molti consigli a vicenda e abbiamo sempre rispettato le nostre esigenze, credo che la cosa sia visibile. Le poche cose che sono state cambiate le abbiamo scelte di comune accordo. Adesso che è in tutte le librerie, non cambierei più proprio nulla. Sono davvero soddisfatto.

Che cosa rappresenta il Fumetto per voi oggi? Un mezzo di sostentamento, un modo per comunicare la vostra visione del mondo o altro?
Andrea: È uno dei vari modi che ho per comunicare, per dire al mondo i miei pensieri su determinati argomenti e per raccontare un po' di me, delle mie paure e del mio inconscio.
Giuseppe: È un media potentissimo oltre che un mezzo di intrattenimento. Io lo uso per raccontare sia le mie storie che quelle degli altri.

A chi vi siete ispirati per questo lavoro? Immaginiamo che Andrea abbia attinto ai numerosissimi libri, saggi e articoli sulla Family di Manson. Lo stesso vale per Giuseppe per il repertorio iconografico?
Andrea: Ho letto le varie biografie in inglese e ho visto degli speciali in TV. Ed è lì che ho capito che non sarebbe stato un lavoro facile, poiché in questa storia tutti mentivano, da Charles Manson, vittima dei suoi stessi deliri, ai suoi seguaci (quelli più fedeli mentivano per proteggere il loro guru, mentre altri mentivano per scagionarsi). È anche per questo che è stato un processo così lungo, a tratti grottesco e contraddittorio. Mi stavo perdendo nella narrazione. Poi ho deciso di raccontare la storia con la mia sensibilità, dal di dentro verso l'esterno, e ho abbandonato l'idea di fare una sceneggiatura giornalistica a favore di uno script "di pancia". Per un po' ho provato ad immaginare di essere Manson...
Giuseppe: Andrea mi ha passato tutto quello che aveva. Di conseguenza io mi sono documentato su tutta la vicenda a partire dai processi e relativa documentazione pubblica. Ho guardato Aquarius, altri film e fumetti dedicati a Manson.

Il Manson di Giuseppe Candita.

Che aspettative ci sono in casa Inkiostro per questa uscita? Se Rossano Piccioni ha voluto disegnare le prime due tavole un motivo ci sarà...
Andrea: Rossano disegna sempre le prime due pagine di prologo, con Alfredo Petronio che fa da narratore, un po' come un Zio Tibia Cannibal. Indubbiamente le aspettative sono alte perché questo volume è un gioiellino!
Giuseppe: Copio e incollo la risposta di Andrea ^_^.

Quali sono i vostri progetti futuri? Avete intenzione di riformare il vostro sodalizio artistico per qualche altra opera?
Andrea: Come dico sempre, chi vivrà vedrà. Ovvio che se ti trovi bene a lavorare con qualcuno, poi speri di avere occasione di ripetere l'esperienza!
Giuseppe: Ne abbiamo già parlato,spero che ci sarà un'altra occasione!

Grazie per il vostro tempo e la vostra disponibilità. Alla prossima abbuffata... di sangue!

Rolando Veloci

Color Tex #12 - Sparate al pianista e altre storie

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Il nuovo Color Tex: cinque storie, infinite emozioni



Torna l'uscita autunnale dedicata alle storie brevi a colori di Tex con un numero davvero fuori dal comune. Di più non si poteva proprio chiedere al curatore della serie, Mauro "Boss" Boselli: riunire in un solo albo il passato, il presente e il futuro del personaggio a fumetti più famoso e più letto in Italia (e non solo). Sì, perché in un unico volume c'è la possibilità più unica che rara di poter unire Claudio Nizzi (l'autore più prolifico di sempre), Pasquale Ruju e lo stesso Boselli (due tra i principali sceneggiatori attuali della serie) con Giorgio Giusfredi e Andrea Cavaletto (entrambi al loro esordio texiano).
E non è tutto! Ben quattro disegnatori (Marco Soldi, Alessandro Poli, Enrico Bertozzi e Roberto Zaghi) su cinque sono al loro debutto su Tex e questo senza contare l'autore della splendida variant per l'edizione lucchese dell'albo, ovvero Simone Bianchi (un'illustrazione a dir poco straordinaria e potente, mostrata a colori in prima e a matita in terza di copertina, mentre la cover dell'edizione da edicola è realizzata da Maurizio Dotti, un artista che sembra sempre di più essere nato per ritrarre gli scenari del vecchio west).


Il mitico Claudio Nizzi, dopo una lunga pausa, è tornato a scrivere una storia per il suo figlioccio: leggere una nuova storia dello "zio di Tex" è una grande emozione per tutti i lettori che per decenni hanno letto le avventure di Aquila della Notte a sua firma, che sono cresciuti con le sue bistecche alte tre dita e che si sono sciacquati il gargarozzo alla sua fonte della fantasia, apparentemente inesauribile.
La sua storia, Dal tramonto all'alba, lo diciamo subito a scanso di equivoci, non ha nulla a che spartire con il cult movie di Robert Rodriguez con George Clooney e Quentin Tarantino del 1996, ma si sviluppa secondo il più classico dei canovacci nizziani: da una situazione fatta di intrighi e incroci di vite sciagurate casualmente incontratesi in un posto dimenticato da Dio, si giunge in poche pagine a una delle più atroci carneficine mai compiute dal nostro (contiamo ben otto morti). Ma il vero colpo da maestro di Nizzi è affidare il racconto agli occhi e alle parole di un giovanissimo apprendista giornalista, il quale riporta gli eventi trasfigurandoli in una dimensione di mito e di leggenda. Inoltre, il divertimento di Roberto Zaghi nel realizzare l'episodio è evidente e possiamo ritenere questa sua prima prova un vero successo grafico.
Parlare all'inizio di questa storia, che al contrario chiude l'albo, è un pagare un tributo a un gigante del fumetto, che per anni e anni ha mandato avanti la serie praticamente da solo. Lunga vita a Nizzi e alla sua scrittura!



In mezzo è giusto discorrere delle storie dei due autori che rappresentano ampiamente il presente della serie, Pasquale Ruju e Mauro Boselli.

La storia del primo, Sparate sul pianista, è un marchingegno che non sorprende per originalità ma che colpisce per la forte caratterizzazione dei personaggi, tutte figure delineate con maestria (tra tutte, René il virtuoso della sei colpi e della tastiera di avorio e la sua affascinante complice). E poi questa storia vede il ritorno su Tex dei disegni del maestro Pasquale Frisenda, autore con Boselli di Patagonia, uno dei Texoni più belli di sempre: anche qui, come sempre, ogni tavola del disegnatore vincitore degli Audaci Awards 2016è un regalo prezioso per i lettori.

L'episodio sceneggiato dal curatore Boselli, disegnato in modo alquanto classico da Enrico Bertozzi, ci racconta una delle prime missioni di Tex come Ranger. Il richiamo al suo passato da fuorilegge e la citazione del nome di Ken, il padre di Tex, costituiscono un bel tuffo nel passato senza contare che, un po' ricollegandosi al recente Maxi, si parla di mandriani e viene nominata una regione particolarmente cara a Tex, ovvero la Nueces Valley. La struttura è nuovamente quella del racconto di Tex ai suoi pards intorno al fuoco: il Ranger si unisce ai mandriani per indagare su un omicidio, nel percorso verso Abilene. La storia è breve ma compiuta e Boselli si conferma ancora una volta uno degli autori che meglio riescono ad adattare la propria scrittura alla struttura del racconto, riuscendo a farsi bastare le 32 pagine per offrire un'avventura avvincente e intrigante, ben coadiuvato dal tratto solido e sostanzialmente efficace di Bertozzi.




Dulcis in fundo, dicevano i Romani, arriviamo a quelle che secondo il nostro parere sono le storie più riuscite di questo Color Tex e che ci fanno ben sperare circa il futuro della serie.
Gli esordi di Giorgio Giusfredi e Andrea Cavaletto (da noi intervistati di recente rispettivamente qui e qui) hanno grande personalità e, pur con le loro differenze, possono essere annoverati, insieme a Randy il fortunato di Roberto Recchioni e Andrea Accardi (Color Tex #6), tra le migliori short stories dell'intera operazione "in technicolor", nonché tra i migliori esordi recenti di sceneggiatori su Tex. Questo perché entrambi gli autori hanno voluto e saputo giocare non con una delle tante trame possibili ma raggiungendo due dei nuclei fondanti del mito texiano: la voglia di vendetta che anima i cuori di coloro i cui piani sono stati sgominati dall'integerrimo Ranger e il sentimento di giustizia, non quella fai-da-te ma quella alta, dura e pura che guida l'operato di Tex.

In Ucciderò Tex Willer, assistiamo al lento ma inesorabile processo di disgregazione di un animo di un giovane corroso dal desiderio di vendetta personale. Quello che colpisce della storia di Giusfredi è l'assenza totale di ambizione o di sogni di gloria di un giovane vuole semplicemente avere un'occasione di misurarsi con Tex in un regolare duello per riabilitare la fine di suo padre, ucciso proprio dal Ranger, anni addietro. E per farlo, il ragazzo si lega a una banda di desperados messicani sulla quale incombe proprio l'ombra dei due terribili Carson e Willer. Finale amarissimo e riuscitissimo per una storia destinata a restare nella memoria audace come un vero gioiello.
Ai pennelli di quella del giovane lucchese troviamo un mostro sacro, anch'egli al suo esordio assoluto su Tex: Marco Soldi! L'autore romano, dopo aver realizzato una delle più belle storie dylaniate di sempre (Oltre la morte, Dylan Dog #88) e le cover di Julia, torna a stupire tutti con tavole dotate di una delicatezza e di un'espressività rare: a tal proposito, nel volto del giovane antagonista è possibile ritrovare le fattezze androgine di una Audrey Hepburn.

Arriviamo così all'ultima storia, ovvero Giustizia!, esordio di Andrea Cavaletto ai testi e di Alessandro Poli ai disegni. Lo scneggiatore torinese, partendo da una lunga e splendida sequenza muta, ci racconta del dolore di un padre che ha perso un figlio e che pur di vedere morto l'autore dell'omicidio del suo ragazzo, senza aspettare la fine del giusto processo, è disposto ad assoldare una banda di criminali per eliminarlo. Ma ad aver assicurato l'omicida alle autorità è proprio Tex il quale, con lo sceriffo locale, il figlio di questi e altri due uomini di fiducia, deve "scortare" il prigioniero fino alla sua destinazione ultima.
Storia forte e toccante, quella di Cavaletto, un dramma senza via d'uscita, rispettoso dei copioni davanti ai quali la vita ci pone quotidianamente. Il messaggio è chiaro: un deciso NO alla vendetta privata che genera una spirale di cieca violenza senza fine e un invito ad avere fiducia della Giustizia dello Stato, l'unica che ha valore.
L'eroico sacrificio di uno dei comprimari serva da monito ai tanti fautori della giustizia privata: Tex e Cavaletto si sentono di dare un altro esempio e noi Audaci ci troviamo pienamente d'accordo.
I disegni di Alessandro Poli sono davvero ben calibrati e il suo segno si inserisce abbastanza agevolmente nel solco del tradizionale stile realistico della serie, tra chine, polvere e sudore.



Un ultimo cenno per la colorazione delle storie, interamente a carico di Oscar Celestini, che conferisce uniformità all'albo e riesce a fornire prove di invariata efficacia anche con disegnatori differenti.

Per concludere, ribadiamo quanto scritto in precedenza: un albo che farà la felicità dei die hard fan ma che non mancherà di conquistare un pubblico più giovane e avvezzo a letture diverse, grazie ai ritmi più veloci in particolare nelle storie dei due ottimi sceneggiatori esordienti.
E poi, qualcuno ricorda un simile agglomerato di nomi dal peso specifico importante in un solo albo?! Noi no!
Viva Tex!


Rolando Veloci
(con alcune aggiunte da satanasso del Sommo Audace)


Color Tex #12
Data: Novembre 2017
Sergio Bonelli Editore
Copertina: Maurizio Dotti (copertina edizione variant: Simone Bianchi)

"Sparate sul pianista"
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Pasquale Frisenda
Colori: Oscar Celestini

"Io ucciderò Tex Willer"
Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi
Disegni: Marco Soldi
Colori: Oscar Celestini

"Giustizia!"
Soggetto e sceneggiatura: Andrea Cavaletto
Disegni: Alessandro Poli
Colori: Oscar Celestini

"Abilene, Kansas"
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Enrico Bertozzi
Colori: Oscar Celestini

"Dal tramonto all’alba"
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Roberto Zaghi
Colori: Oscar Celestini



Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

"Escamotage": un antologico e un documentario

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Un incontro dedicato alle storie realizzate dal collettivo Mammaiuto durante un ritiro di 48 ore



Prosegue la rassegna Fumetti&Popcorn con un appuntamento ancora più speciale del solito. Giovedì 23 novembre presso il Cinema Caffè Lanteri di Pisa si terrà infatti Escamotage, presentazione del nuovo antologico a fumetti del collettivo Mammaiuto (che avevamo annunciato qui) seguita dalla proiezione dell'omonimo documentario di Gabriella Denisi.


Comunicato stampa

Cinema Caffè Lanteri
presenta
“Escamotage”
Presentazione del documentario di Gabriella Dinisi e del nuovo antologico di Mammaiuto

Giovedì 23 novembre
Ore 20 incontro con la regista e gli autori in Sala Cinema
Ore 21.30 Proiezione del documentario “Escamotage”

Giovedì 23 novembre alle ore 20, un’altra serata dedicata all’autoproduzione, a due delle sue diverse facce, quella cinematografica e quella editoriale, all’interno della rassegna Fumetti&PopCornal Cinema Caffè Lanteri. In questa occasione il film documentario si lega a doppio filo con il fumetto, il primo nasce infatti sull’onda del secondo, documentando l’esperienza collettiva del gruppo di autori Mammaiuto nel periodo di ritiro, elaborazione, scrittura e disegno della loro nuova antologia a fumetti, Escamotage. Titolo da cui prende il nome anche il documentario di Gabriella Dinisiin anteprima toscana alle ore 21. In dialogo con la regista e gli autori in Sala Cinema sarà Maurizio Vaccaro per approfondire le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del loro secondo antologico e come sia stato possibile farlo nell’arco di un solo week end, ma soprattutto in che modo si sia intrecciata l’esperienza della giovane regista con quella dei fumettisti in così poco tempo.

11, 1, 48, 11, 20. No non si sta dando i numeri ma le cifre che hanno delineato una esperienza, quella appunto di 11 fumettisti chiusi in un casolare nella campagna di Volterra a produrre per 48 ore, 11 storie di 20 pagine ognuna. A ciascun autore libera scelta di utilizzare uno tra i più biechi trucchi del mestiere, meglio noti come “escamotage” visivi che i fumettisti usano per rispettare le consegne. Dalle silhouette, le vignette nere e gli sfondi ripetuti, alle illustrazioni tagliuzzate, le fotocopie e i mezzi busti copia/incolla! Ogni storia un nuovo inganno visivo. Surfando sulla cresta dell’imbroglio, lanciati sui binari della truffa, costretti dallo scorrere inesorabile del tempo non hanno avuto altra possibilità che raccontare sé stessi nel loro nuovo antologico, Escamotage, e attraverso l’omonimo documentario, farsi conoscere per come sono, nella loro autenticità di artisti e persone.



Cinema Caffè Lanteri
Via San Michele degli Scalzi 46, Pisa

"I Bonelli. Una famiglia, mille avventure" e gli altri volumi SBE

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Tra le uscite da libreria, il volume dedicato alla storia della casa editrice




Non è un segreto che Sergio Bonelli Editore stia ampliando notevolmente il suo catalogo da libreria negli ultimi anni, proponendo ristampe, volumi inediti e saggi. Tra le varie uscite di questo mese, che vi presentiamo a seguire, spicca I Bonelli. Una famiglia, mille avventure, volume dedicato alla storia della casa editrice di via Buonarroti, ricco di documenti, curiosità, aneddoti e illustrazioni, a cura di Gianni Bono, storico del fumetto e grande conoscitore della SBE.

Comunicato stampa

DAL 23 NOVEMBRE IN LIBRERIA E FUMETTERIA
PER LA CASA EDITRICE DI VIA BUONARROTI

“I BONELLI. UNA FAMIGLIA MILLE AVVENTURE”
“GIOVANNI TICCI ARTBOOK – L'ARTE DI GIOVANNI TICCI”
“TEX. QUARTIERE CINESE”
“LE AVVENTURE A STRISCIA DI MARTIN MYSTÈRE”
“MANI NUDE”


../../../Schermata%202017-11-13%20alle%2011.19.21.pngLa famiglia Bonelli rappresenta un pezzo di storia della cultura italiana. Nelle sue varie incarnazioni, sotto la guida di Tea e la conduzione artistica di Gianluigi prima, per poi passare nelle mani del figlio Sergio e ora di Davide Bonelli, non ha infatti mai smesso con le sue pubblicazioni a fumetti di intrattenere, divertire ed emozionare schiere di lettori. Per questo l’arrivo sugli scaffali de I BONELLI. UNA FAMIGLIA MILLE AVVENTURE è un evento attesissimo che farà la gioia di tutti i fan dell’editore di via Buonarroti. Il volume, di grande formato, è infatti ricco di documenti, curiosità e aneddoti, con migliaia di illustrazioni, spesso mai viste prima. A scriverlo è Gianni Bono, importante storico del fumetto e assiduo frequentatore dei corridoi della Casa editrice. Un libro prezioso che farà la felicità di ogni collezionista!

../../../Schermata%202017-11-13%20alle%2011.20.09.pngPer tutti gli appassionati della storia Bonelli, è in arrivo anche un’altra chicca: GIOVANNI TICCI ARTBOOK - L'ARTE DI GIOVANNI TICCI, il volume dedicato al senese Giovanni Ticci, classe 1940, uno degli interpreti storici della lunga saga di Tex. È lui infatti che in questo 2017 ha festeggiato i cinquant'anni al servizio del mitico Ranger. Il suo segno "all'americana", rapido ed essenziale, scandito da guizzanti contrasti fra il bianco e il nero, ha fatto scuola e indicato la via a generazioni di disegnatori, incarnando come nessun altro l'immaginario western a fumetti. Questo prezioso libro, ricco di illustrazioni, studi, disegni in bianco e nero e a colori, è un omaggio dovuto alla sua arte.

../../../Schermata%202017-11-13%20alle%2011.19.59.pngPer i lettori del Ranger arriva inoltre sugli scaffali TEX. QUARTIERE CINESE, un'avventura urbana ambientata a San Francisco. Qui Tex si trova a fronteggiare un'organizzazione cinese dedita al traffico di esseri umani, una rete criminale dalle insospettabili ramificazioni, guidata da una donna nota come La figlia del Drago. Il volume, con un’introduzione di Graziano Frediani, ripropone una celeberrima storia di Gianluigi Bonelli Guglielmo Letteri, che toccano qui uno dei vertici della loro ultradecennale collaborazione. Del resto, tra tutti i luoghi che compongono il Pianeta Western, la città è forse lo scenario più imprevedibile, e soprattutto lo è il quartiere in cui vivono i cinesi…

../../../Schermata%202017-11-13%20alle%2011.19.35.pngIl ricco novembre di Sergio Bonelli Editore prosegue con la pubblicazione de LE AVVENTURE A STRISCIA DI MARTIN MYSTÈRE. A partire dagli anni '80, i quotidiani “La Notte”, “Il Giorno”, “Il Piccolo” e le testate del gruppo Repubblica-L’Espresso hanno ospitato racconti di Martin Mystère realizzati appositamente oppure ripresi dagli albi ma totalmente rimaneggiati. In questo volume dal tipico formato americano a mezza pagina orizzontale, queste storie vengono ripresentate tutte, insieme alla ristampa a colori di due episodi di Allan Quatermain, prototipo di Martin, nato nel 1978 dalla vulcanica mente di Alfredo Castelli. Un volume imperdibile per gli appassionati del Detective dell'Impossibile.

../../../Schermata%202017-11-13%20alle%2011.19.45.pngInfine ci conduce nel mondo dei combattimenti clandestini (quelli che, appunto, si combattono senza guantoni), MANI NUDE: un racconto di formazione teso e disperato, vissuto attraverso gli occhi da bambino e il corpo quasi adulto di un sedicenne che viene rapito e costretto a combattere per sopravvivere. Vincitore del Premio Scerbanenco nel 2008, il romanzo Mani nude di Paola Barbato diventa ora un volume a fumetti – ovviamente sceneggiato dalla stessa Barbato – grazie al segno moderno e graffiante di Paolo Armitano & Davide Furnò.
Un volume che inaugura la nuova collana di romanzi a fumetti inediti, lanciati direttamente in libreria, prima ancora di giungere in edicola. Si tratta di volumi autoconclusivi dal forte impatto grafico e narrativo rivolti al pubblico attento e preparato delle librerie di varia.




I BONELLI. UNA FAMIGLIA, MILLE AVVENTURE
Di Gianni Bono
Tipologia: Cartonato
Formato: 25 x 30, colore
Pagine: 448
ISBN code: 9789-88-6961-224-4

Prezzo: 59 euro



ARTOBOOK
GIOVANNI TICCI ARTBOOK - L'ARTE DI GIOVANNI TICCI
A cura di Graziano Romani e Christian Marra
Disegni: Giovanni Ticci
Copertina: Giovanni Ticci
A cura di Graziano Romani e Christian Marra.
Tipologia: Brossurato
Formato: 22,5 x 29 cm, colore
Pagine: 160
ISBN code: 978-88-6961-205-3

Prezzo: 28 euro



TEX. QUARTIERE CINESE
Soggetto: Gianluigi Bonelli
Sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Guglielmo Letteri
Copertina: Aurelio Galleppini
Tipologia: Brossurato
Formato: 16 x 21 cm, b/n
Pagine: 384
ISBN code: 978-88-6961-215-2

Prezzo: 15 euro

http://shop.sergiobonelli.it/tex/2017/09/13/libro/tex-quartiere-cinese-1001724/


LE AVVENTURE A STRISCIA DI MARTIN MYSTÈRE
Soggetto: Alfredo Castelli
Sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni: Giancarlo Alessandrini, Giovanni Freghieri, Lucio Filippucci e Franco Devescovi, Fabrizio Busticchi
Tipologia: Cartonato
Formato: 29,7 x 21 cm
Pagine: 272
ISBN code: 978-88-6961-219-0

Prezzo: 28 euro



MANI NUDE
Soggetto: Paola Barbato
Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Paolo Armitano, Davide Furnò
Tipologia: Brossurato
Formato: 18,5 x 25 cm, b/n
Pagine: 304
ISBN code: 978-88-6961-225-1

Prezzo: 22 euro

Speciale Dampyr #13 & Dampyr #212

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Tra la Terra delle aquile e l'inferno azteco 



Potremmo affermare senza timore di smentita che uno degli sceneggiatori più in vista degli ultimi due mesi in casa Bonelli è Claudio Falco. L'ematologo esperto di horror infatti ha firmato entrambi gli albi dampyriani pubblicati nell'arco delle ultime settimane, ovvero lo Speciale annuale (La terra delle aquile) e il numero di novembre del mensile (El dìa de los muertos). Se ciò non bastasse, è anche lo sceneggiatore incaricato di tenere a battesimo la collana a fumetti dedicata al Commissario Ricciardi, che in questi giorni è approdata in edicola grazie a una squadra d'autori interamente d'origine campana.
Vi parliamo a seguire dei primi due albi citati, riservandoci di tornare a parlarvi de Il Commissario Ricciardi a fumetti nei prossimi giorni.




Speciale Dampyr #13

Il tredicesimo Speciale annuale dedicato a Dampyr ci conduce nel "Paese delle aquile", quella terra che va sotto il nome di Albania e che siamo abituati a considerare come un luogo di estrema povertà dal quale in tanti emigrano per cercare fortuna in Italia. Non va trascurato invece, come ci ricorda il curatore Mauro Boselli nell'interessante introduzione all'albo, che l'Albania è stata in passato sede di epiche battaglie contro gli invasori. Partendo da questo spunti, Claudio Falco e Fabrizio Russo imbastiscono un episodio che si ricollega alle vicende dei patrioti albanesi contro i turchi a metà del Quattrocento.
Una trama scorrevole, lineare, dall'impianto fondamentalmente classico, che miscela eventi storici e fantasia, senza lesinare colpi di scena. Senz'altro ci sarà un seguito in futuro, del resto il finale è uno degli aspetti più riusciti dell'episodio, qualitativamente nella media della produzione dampyriana.
Lo stesso discorso si ripropone parlando dei disegni: Fabrizio Russo è un autore solido e classico, che con questa prova realizza tavole altamente leggibili, pur senza particolari guizzi.
Uno Speciale dedicato principalmente ai fan della serie, che non vorranno perdersi l'intreccio tra i destini di ben due maestri della Notte in 160 pagine godibili e "al sangue".




Dampyr #212

Come dicevamo in apertura, anche El dìa de los muertosè sceneggiato da Claudio Falco. Riguardo l'albo della serie regolare, in un'intervista pubblicata sul sito Bonelli l'autore ha raccontato le sue ispirazioni:
"Ho una grande passione per la storia e la cultura dell'America latina e ho sempre trovato particolarmente affascinante il fatto che, in Messico, il "dia de los muertos" sia vissuto non con mestizia, ma come una festa piena di colori, musica e dolciumi. Mi è sempre sembrato perfetto come ambientazione per una storia di Dampyr e quindi sono partito da lì."
Una storia particolarmente riuscita anche grazie a questo contesto per certi versi inedito (che, coincidenze della vita, farà da scenario anche al cartone animato della Disney in uscita nel periodo natalizio), affascinante incontro tra cultura popolare messicana e antiche origini azteche. Sin dalla copertina infatti i colorati cortei di maschere funebri della festa dei Morti fanno da sfondo alle trame di un nuovo nemico infernale per Harlan Draka, la spia Abigor, che ha ideato una trappola complessa e spaventosa. L'episodio è particolarmente riuscito nel mescolare i vari elementi in un'avventura avvincente e affascinante, con un buon utilizzo del folklore e dell'ambientazione ricca di suggestioni, da sempre punto di forza della serie.


Il tratto sporco e ruvido di Fabiano Ambuè decisamente adatto alla rappresentazione delle scene più tetre e dense d'oscurità. Soprattutto nella seconda parte dell'albo, l'autore di Pop e Josif ha modo di sbizzarrirsi con un gran lavoro di inchiostrazione, a testimonianza dell'attinenza del suo stile con lo spirito della serie.
Un albo consigliato, che prosegue nell'inesorabile trend positivo della serie degli ultimi mesi, in attesa del ritorno di un altro indiscusso maestro delle ombre come Nicola Genzianella nel numero di dicembre.


Il Sommo audace



Speciale Dampyr: "La Terra delle Aquile"
NUMERO: 13
DATA: novembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Enea Riboldi
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Falco
DISEGNI E CHINE: Fabrizio Russo



Dampyr: "El dìa de los muertos"
NUMERO: 212
DATA: novembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Enea Riboldi
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Falco
DISEGNI E CHINE: Fabiano Ambu







Tutte le immagini © 2017 Sergio Bonelli Editore.



“Marie Curie” di Alice Milani al Lanteri

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Presentazione del fumetto biografico sulla nota scienziata polacca



Per la rassegna Fumetti&PopCorn del Cinema Caffè Lanteri di Pisasi terrà giovedì 30 novembre l'evento di presentazione del nuovo fumetto di Alice Milani, Marie Curie, la biografia della famosa scienziata pubblicata da Beccogiallo. Contestualmente sarà inaugurata la mostra delle tavole originali del volume, che rimarrà visibile fino al 10 dicembre. L'autrice sarà moderata da Tuono Pettinato e Maurizio Vaccaro in Sala Cinema.


Comunicato stampa

Cinema Caffè Lanteri
presenta
“Marie Curie”
di Alice Milani

Giovedì 30 novembre
Ore 19.30 inaugurazione della mostra
Ore 20 incontro con l’autrice in Sala Cinema

Giovedì 30 novembre alle 20, un nuovo incontro della rassegna Fumetti&PopCornche il Cinema Caffè Lanteri di Pisa ha il grande piacere di dedicare a Alice Milani, una delle più capaci autrici nostrane, e al suo nuovo libro, Marie Curie, una splendida biografia a fumetti scritta e disegnataper Beccogiallo, casa editrice per la quale l’autrice è da poco a capo di una nuova collana di finzione. A moderare l’incontro in Sala Cinema sarà il fantastico duo Tuono Pettinato e Maurizio Vaccaro, che fra un Estathè&Popcorn e l’altro sonderanno le ragioni e gli intenti che sottendono ai natali fumettosi della biografia di questa scienziata che nel primo ‘900 raggiunse incredibili risultati nella fisica nucleare, ma che in pochi ne (ri)conosco l’importanza e la maternità. A coronare l’evento sarà inaugurata, alle 19.30 in Sala Caffè, la mostra delle magnifiche tavole originali tratte dal libro visibile fino al 10 dicembre.

Maria Skłodowska Curie, quando arrivò a Parigi e si iscrisse alla Sorbona, aveva già 24 anni. In Polonia aveva dovuto lavorare come governante per mettere da parte i soldi necessari a intraprendere gli studi in scienze fisiche. Il nome con cui divenne famosa è quello del marito Pierre Curie, che la aiutò nelle ricerche su una sostanza sconosciuta che aveva proprietà assai curiose: emetteva energia, luce, calore. Era l'alba della fisica nucleare, ma anche l'inizio dell'era delle donne nella scienza. Dopo la morte improvvisa di Pierre, Marie portò avanti la sua carriera, fin troppo brillante e indipendente, scontrandosi con la mentalità conservatrice della Francia del primo Novecento. Le vicende private si intrecciano così inevitabilmente con la ricerca scientifica, finendo per offuscarne gli eccezionali traguardi.

Alice Milani è nata a Pisa nell'86. Ha studiato pittura, incisione e tecniche di stampa a Torino e a Bruxelles. È stata una delle fondatrici del collettivo La Trama, con cui ha realizzato e distribuito fumetti autoprodotti fino al 2015. Il suo primo romanzo a fumetti Wisława Szymborska, si dà il caso che io sia qui (BeccoGiallo, 2015) è dedicato alla poetessa polacca vincitrice del premio Nobel, ed è stato tradotto in polacco. Nel 2016 esce Tumulto, per Eris Edizioni, racconto di viaggio e di formazione, scritto e disegnato a quattro mani con Silvia Rocchi. Dal 2017 dirige una nuova collana di fumetto di finzione per BeccoGiallo.



Mostra di tavole originali dal 30 novembre al 10 dicembre 2017
Cinema Caffè Lanteri
Via San Michele degli Scalzi 46, Pisa

MACERIE PRIME

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Impressioni sul nuovo libro di Zerocalcare.

<<Ma secondo te sono contenti, nel posto-dove-vivono-tutti?>>
<<Bisogna chiedere a loro. È una domanda difficile.>>
Macerie prime, il nuovo libro di Zerocalcare, è un tentativo di rispondere a questa domanda. Un tentativo incompiuto per due motivi: il primo, perché la risposta <<dipende da un sacco di cose>>; il secondo, perché per scoprire il finale di questa storia bisognerà attendere maggio 2018, quando sarà pubblicato il secondo e ultimo capitolo. È per questo che, arrivati all’ultima pagina, ci si ritrova inevitabilmente in uno stato di sospensione: “se una notte di inverno un armadillo…”.
In Macerie prime torniamo a Rebibbia e ritroviamo gli amici di sempre di Calcare che, per la prima volta in maniera decisa, compie un passo al di fuori del proprio mondo interiore per condividere la narrazione con ognuno di loro, raccontando come la loro vita sia cambiata negli anni. Cinghiale, Secco,Sarah,Katja, Deprecabile: un gruppo di trentenni alle prese con i doveri e le responsabilità dell’età adulta, a cui sono arrivati non senza fatica e davanti a cui si sentono del tutto impreparati, vulnerabili, inermi. A ognuno di loro manca un pezzo: chi per il lavoro, chi per la ricerca di una stabilità sentimentale, chi per il senso di inadeguatezza rispetto alle sfide riservate dal futuro. E poi c’è Calcare, più che mai sommerso di accolli. Il suo è il prezzo da pagare per essere diventato qualcuno al di fuori del suo mondo. Solo che non è così semplice restare se stessi dovendo rendere conto a un’infinità di persone, cause ed eventi: nemmeno i consigli del buon vecchio Amico Armadillo gli saranno utili questa volta. 
Una soluzione sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo - arrivare nelle ultime pagine: un crescendo di tensione che si interrompe proprio al suo culmine, lasciando il lettore col fiato a metà. 

Le vicende del microcosmo di Rebibbia, raccontate dal tratto ora duro e sferzante, ora ironico ed esilarante dell’autore, sono alternate da una narrazione parallela, tenebrosa e post-apocalittica, che di fatto racchiude l’universalità del messaggio di Macerie prime. Il “posto-dove-vivono tutti”è quello in cui davverotutti cerchiamo di sopravvivere, ognuno con le proprie macerie, schiacciati dal peso degli anni che scorrono, dei sogni costretti a restare in fondo ad un cassetto, del senso di rabbia e frustrazione che si impossessano di noi quando la vita che immaginavamo si rivela esattamente tutta un’altra cosa e proprio non riusciamo a darle un senso, una direzione, una svolta. Difficile dire se si è contenti, in un posto del genere, perché <<noi questo siamo>>. Tutti i personaggi di Macerie prime si trovano, alla fine del libro, esattamente in questa condizione. Si sono abituati alle loro macerie, <<sennò erano morti>>, eppure si capisce che non potranno sopportarle ancora a lungo. Devono riuscire a trovare il coraggio di cambiare una volta per tutte, prima che le “cose feroci” prendano il sopravvento. Altrimenti sarà troppo tardi.


Perché leggere Macerie prime? Perché ognuno di noi potrebbe essere Secco, Sarah, Cinghiale. È impossibile non immedesimarsi in quello che succede a Calcare e ai suoi amici: il loro è il ritratto crudo e schietto dei giovani nel nostro Paese. Una generazione di <<potenzialità e talenti inespressi>> che ogni giorno cercano di sopravvivere e lottare per trovare il proprio posto nel mondo. Perché se è vero che fa paura fermarsi a riflettere su quello che ci siamo lasciati alle spalle per arrivare esattamente dove siamo in questo momento, è anche vero che dalle macerie si può sempre ripartire per costruire qualcosa di nuovo.

Angela Convertini



MACERIE PRIME
di Zerocalcare
192 pagine
BAO Publishing / novembre 2017

ReNoir Comics presenta Una maglia per l'Algeria

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La storia vera della prima nazionale algerina



ReNoir Comics presenta Una maglia per l’Algeria di Kris, Bertrand Galic e Javi Rey, premiato come Autore rivelazione al Salón del Cómic de Barcelona 2017. È la storia dei giocatori della prima nazionale algerina, campioni di una squadra di un paese che ancora non esisteva. ​Il volume, presentato in anteprima a Lucca Comics & Games, sarà disponibile in libreria e fumetteria a partire dal 27 novembre 2017.​
Vi mostriamo le prime dieci tavole del volume.​


Kris, Bertrand Galic e Javi Rey
Una maglia per l’Algeria

La storia vera dei calciatori che rinunciarono alle loro carriere in Francia per giocare con la maglia della loro nazionale, l’Algeria, un paese che ufficialmente non esisteva ancora.
Un racconto che coniuga fatti storici e colpi di scena sportivi. L’accurata ricostruzione di un momento fondamentale per l’indipendenza degli stati del Nord Africa. I valori della fratellanza, del rispetto e della non violenza per difendere l’indipendenza e la libertà.

ReNoir Comics presenta Una maglia per l’Algeria di Kris, Bertrand Galic e Javi Rey, premiato come Autore rivelazione al Salón del Cómic de Barcelona 2017. È la storia raccontata a fumetti dei giocatori della prima nazionale algerina, campioni di una squadra di un paese che ancora non esisteva.

Nel 1957 l’Algeria è ancora colonia francese. Da tre anni gli algerini combattono contro il governo e i coloni francesi una guerra civile per l’indipendenza. I capi del FLN (Front de Libération Nationale) hanno bisogno di portare sempre di più la loro causa davanti all’opinione pubblica internazionale e decidono quindi di fondare una nazionale di calcio. Vengono riuniti 12 giocatori algerini che militano nel campionato francese, tra cui addirittura 4 convocati dalla nazionale francese per l’imminente Coppa del Mondo, che escono clandestinamente dal paese per militare nella squadra clandestina di uno stato non ancora nato.
L’opposizione del governo francese fa sì che la FIFA sanzioni tutte le squadre che giochino contro l’Algeria; inutilmente, perché il team per quattro anni viaggerà per il mondo sfidando club e selezioni nazionali e ricevendo addirittura il plauso del presidente nord vietnamita Ho Chi Min.

Una maglia per l’Algeria racconta la storia degli uomini della prima nazionale algerina, partendo dalle strade di Sétif dove giocano i bambini Rachid Mekhloufi, Hamid Kermali e Amar Rouaï, che diventeranno i giocatori più rappresentativi della squadra del FLN, e arrivando nel 1962 alla fine della guerra, quando l’Algeria diventerà ufficialmente uno stato.
Una storia che intreccia sport e politica, che racconta il coraggio di abbandonare una luminosa carriera per lottare, anche senza armi, per il proprio paese.

A completare il volume trova spazio un dossier curato dal giornalista e documentarista Gilles Rof e un’intervista a Rachid Mekhloufi stesso.

Una maglia per l’Algeria, scritto da Kris, Bertrand Galic e disegnato da Javi Rey sarà disponibile in libreria e fumetteria a partire dal 27 novembre 2017.











Una maglia per l’Algeria
Testi di Kris e Bertrand Galic. Disegni di Javi Rey
Traduzione di Isabella Donato
136 pagine, cartonato, a colori.
Prezzo di copertina 19,90 €

Gli autori

Krisè nato nel 1972 e vive in Bretagna. Studente di Storia, barman e poi libraio, si fa notare fin dal suo primo albo, Toussaint 66, scritto con Julien Lamanda.
Il riconoscimento del pubblico e della critica arriva nel 2006 con la pubblicazione di Un Homme est mort, opera che evoca gli scioperi di Brest del 1950, disegnata da Étienne Davodeau. I suoi racconti lo riportano sempre, più o meno, alla Storia, soprattutto Notre Mère la guerre, serie disegnata da Maël. Kris è anche uno dei co-fondatori de La Revue Dessinée, prima rivista interamente consacrata al documentario, all’inchiesta e al reportage in forma di fumetto, lanciata nel settembre del 2013.

Bertrand Galicè nato nel 1974 da genitori insegnanti e fa i suoi primi passi a Lorient, in un appartamento di Place Jules Ferry. Sorprendente... il ragazzo è destinato all’insegnamento! Dopo alcuni anni di esilio lontano dalla sua Bretagna natia, il rincontro con i suoi amici Kris e Le Gouëffec segna una svolta: forte del loro sostegno, il giovane si lancia nella scrittura.
Parallelamente a questa attività frenetica, Bertrand si impegna nell’associazione “Brest en Bulle”. Nel 2015 viene pubblicato il suo primo libro, adattamento del famoso Cheval d’Orgueil di Pierre-Jakez Helias, disegnato da Marc Lizano.

Javi Reyè nato il 4 giugno 1982 a Bruxelles. Cresce e vive tutt’oggi a Barcellona. Dopo gli studi universitari frequenta la Escola Joso, famosa scuola di illustrazione catalana dove gli insegnanti gli trasmettono la loro passione per il mondo del fumetto. Il ragazzo dà inizio alla sua attività professionale nell’animazione indipendente e come storyboarderper diverse agenzie pubblicitarie. Per la sua prima pubblicazione in francese è il grande sceneggiatore Frank Giroud che gli affida la messa in scena di Adelante, una storia epica e romantica. Una maglia per l’Algeria gli offre l’occasione di fondere in fumetto la sua passione per lo sport e per la narrazione.
È stato premiato come Autore rivelazione al Salón del Cómic de Barcelona 2017 per il suo adattamento a fumetti del romanzo Intemperie di Jesús Carrasco, che ReNoir Comics pubblicherà prossimamente in Italia.



Max Bertolini tra Morgan Lost e Nathan Never (e non solo)

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Al Plaza Comics il disegnatore ci racconta il lavoro sull'ultimo Nathan Never e ci dedica un disegno di Morgan Lost

Nel pomeriggio di oggi Morgan Lost e i suoi autori sono stati protagonisti di Plaza Comics, l'aperitivo a fumetti che si svolge ogni tre mesi a Milano.
Abbiamo avuto modo di incontrare Claudio Chiaverotti, Lola Airaghi, Val Romeo, Cristiano Spadavecchia, Fabrizio De Tommaso, Andrea Fattori e Max Bertoliniscambiare quattro chiacchiere con ognuno di loro. In particolare quest'ultimo, oltre che dell'imminente primo numero della nuova incarnazione di Morgan Lost, ci ha parlato dell'albo di Nathan Never attualmente in edicola, anticipandoci anche alcuni dettagli circa i suoi lavori futuri.


Massimiliano Bertolini, in arte Max Bertolini, nasce nel 1967 a Milano, dove tuttora lavora e risiede. Pubblica i suoi primi lavori nel 1993, sulla fanzine Quarterly e poi sulla rivista di critica fumettistica Fumo di China. Nel 1994 entra nello staff di Nathan Never, dove esordisce con il n. 60, Sfida negli abissi. In seguito diventa copertinista della serie Universo Alfa, nonché di Nathan Never Granderistampa e Asteroide Argo. dal 2015 fa parte dello staff di Morgan Lost, realizzando il n. 11 (L’ombra dello sciacallo) e il n.14 (Una vita perfetta).
Talento grafico tra i più apprezzati del panorama nostrano, negli ultimi mesi è stato impegnato in più fronti. A settembre è stato pubblicato da Edizioni Inkiostro il primo numero di Hangar 66, serie di fantascienza distopica da lui scritta e disegnata. Il mese prossimo invece sarà la volta de La sindrome di Biancaneve, primo numero di Morgan Lost Dark Novel (abbiamo recensito il numero zero qui), su testi di Claudio Chiaverotti. In questi giorni poi è in edicola l'ultimo numero di Nathan Never, Chi è senza peccato..., da lui disegnato su sceneggiatura di Giovanni Eccher. La storia è interamente incentrata sul passato di Branko, agente Alfa mutato, uno dei personaggi più complessi e interessanti dell'universo narrativo di Nathan Never.



Come è stato disegnare l'ultimo numero di Nathan Never? Da dove hai preso ispirazione e qual difficoltà hai incontrato durante la realizzazione dell'albo?
La storia ha avuto una gestazione lunga perché abbiamo dovuto ragionare molto sulle dinamiche tra Branko e il suo fratello mutato. Non voglio fare troppi spoiler, ma questa è una storia familiare. Soprattutto sono stato molto attento alle scene d'azione, come quelle sul treno (attenzione, ho solo detto la parola "treno", non è uno spoiler; ride, n.d.A.). Lavorare su questa storia è stato molto interessante, perché comunque fa luce su una parte del passato di un personaggio importante della serie. E' un aspetto che non era mai stata esplorato, ovvero il motivo per cui Branko ha quella cicatrice sul volto. C'è un motivo terribile per questa cosa.
In ogni caso mi sono divertito molto a fare questa storia.

Vi rimandiamo dunque alla lettura della storia di Nathan Never, in cui Eccher e Bertolini mettono in scena dei momenti fondamentali per Branko, in attesa dell'uscita di Morgan Lost Dark Novels #1, del quale vi mostriamo la cover (realizzata come sempre da Fabrizio De Tommaso) e due tavole in anteprima.








Dalle anticipazioni sembra che ancora una volta Bertolini abbia lavorato per "sintetizzare" il suo tratto, con tavole ancor più d'atmosfera, facendo evolvere il suo stile con un grande lavoro di inchiostrazione e di contrasto tra bianchi e neri.
Prima di salutarvi, vi annunciamo che Bertolini è attualmente al lavoro su uno dei prossimi Speciali dedicati a Brendon, l'altro figlio di carta di Chiaverotti.
Vi mostriamo infine l'illustrazione di Morgan che Bertolini ha voluto dedicarci, con le varie fasi della realizzazione.









Ringraziamo Max Bertolini e tutti gli autori di Morgan Lost per la grande disponibilità.

A cura di Rolando Veloci
(con un piccolo contributo del Sommo)

Memoryville - Le Storie #62

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La città dei ricordi



I ricordi sono una materia spinosa. Ti ci puoi cullare, li puoi amare, ma a volte ne rimani inevitabilmente invischiato.
In qualche modo l'ultimo numero de Le Storie parla anche di questo, essendo incentrato su un delitto avvenuto nel passato, che torna a galla generando una catena di eventi sempre più torbidi. Un noir dal taglio contemporaneo e decisamente letterario che si mette in mostra grazie alle tavole di un minuzioso Max Avogadro.




Il curatore della testata Gianmaria Contro veste per la seconda volta i panni dello sceneggiatore, dopo l'incursione nel racconto gotico de L'innocente (Le Storie #34), per un episodio che pesca a piene mani nella tradizione noir statunitense degli ultimi decenni, storie che descrivono luoghi "ricchi d'inquietudine, violenza e solitudine" (come suggerisce lo stesso Contro nel testo introduttivo presentato sul sito Bonelli). Laddove il curatore/sceneggiatore cita Stephen King e Cormac McCarthy in qualità di fulgidi esempi narrativi, a noi sembra di poter aggiungere titoli cinematografici e televisivi recenti come Fargo (film e serie tv) e True Detective, ma anche Animali notturni e persino l'imprescindibile Twin Peaks. Da tutte queste suggestioni Contro sviluppa una storia sostanzialmente originale (nonostante lo stesso autore si interroghi sul tema nell'introduzione all'albo, quasi a sottolineare che creare qualcosa di completamente nuovo e inedito sia un'impresa pressoché irrealizzabile). La narrazione è intensa e la trama abbastanza intricata, resa anche visivamente nello stile di una serie tv o di un film noir.



Questa storia nerissima non sarebbe senza dubbio la stessa senza l'apporto ai disegni di Max Avogadro, il quale già nell'albo precedente realizzato per questa collana (Notturno newyorkese, su testi di Samuel Marolla) aveva mostrato gli esiti di una progressiva evoluzione stilistica. Laddove fino ad alcuni anni fa (su Lazarus Ledd prima e su Brad Barron poi) alcune sue tavole potevano apparire un po' artefatte e non troppo dinamiche, negli ultimi anni l'artista milanese sembra aver lavorato sul proprio stile dotandosi di maggior profondità ed espressività. Avogadro fornisce la controparte grafica dell'opprimente nebbia e oscurità che avvolge i protagonisti (e gli avvenimenti presenti e passati nei quali sono coinvolti). I flashback sono realizzati con uno stile acquerellato con toni di grigio, che risalta il contrasto con le scene nel presente. Avogadro svolge un lavoro straordinario nella caratterizzazione dei personaggi, soprattutto nei primi piani, decisamente dettagliati e in diversi punti persino "fotografici", con un'inchiostrazione molto densa e un tratteggio che riporta alla mente la scena underground americana.




Memoryville davvero è un gran bell'episodio, che, oltre a contenere ingredienti noir cucinati con stile, non risparmia scene dal forte impatto, dimostrando un coraggio non comune e una resa visiva notevole.
Pollice su.

Il Sommo Audace



“Memoryville”
SERIE: Le Storie
NUMERO: 62
DATA: novembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianmaria Contro
DISEGNI E CHINE: Max Avogadro
COPERTINA: Aldo Di Gennaro









Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

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