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Dampyr #200

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La lunga notte di Harlan Draka e la sua "legione"






















La serie regolare dedicata a Dampyr raggiunge quota duecento uscite mensili, evento che come da tradizione viene festeggiato con un albo a colori, in questo caso con foliazione maggiore (16 pagine in più). Una delle classiche convenzioni che regolano gli albi celebrativi in Bonelli non viene però qui adottata dallo sceneggiatore Mauro Boselli: sin dall’inizio della storia la continuity appare decisamente rilevante per gli sviluppi della trama, rendendo dunque l’episodio non tanto una celebrazione a sé stante quanto un omaggio allo zoccolo duro dei fan che per anni ha atteso di conoscere il destino di vari personaggi e la conclusione di molti spunti narrativi disseminati nel corso della serie.

Il trailer dell'albo realizzato da Alex Dante.

La legione di Harlan Draka vede i protagonisti contrapporsi all'armata di uno dei Maestri della Notte più amati dai lettori, ovvero Elrik Khan, il Dio della morte. Sebbene quest'ultimo in più di una occasione si sia dimostrato un valido alleato (nonché amico di Draka, il padre di Harlan), diverse circostanze portano Erlik a radunare le proprie schiere in Medio Oriente per una battaglia senza esclusione di colpi, richiamando a sé soldati non-morti di tante epoche storiche differenti. Per fronteggiarlo anche Harlan è costretto a radunare varie vecchie conoscenze, costituendo un vero e proprio super-team.
Come si può facilmente intuire, la storia non solo è pienamente integrata nella trama orizzontale di Dampyr ma ne rappresenta un capitolo decisamente importante. Quando si ha a che fare con una continuity così densa di personaggi e avvenimenti, il rischio reale per lo sceneggiatore è quello di rimanerne ingarbugliato e non riuscire a trovare il bandolo della matassa. Mauro Boselli ovvia in maniera elegante a questo problema, dimostrando di avere gran padronanza sia dei meccanismi narrativi che animano la serie, sia di ogni singolo filo di sottotrame lasciate in sospeso. Dà origine così a un affresco coerente in cui finalmente tante situazioni trovano il loro compimento. Il suo lavoro è egregio sia nel posizionare le singole pedine nella scacchiera sia nel far interagire i vari attori in scena.

La cover dell'edizione variant, ad opera di Simone Bianchi.

La riuscita della storia è in egual misura merito sia dei testi di Boselli che delle matite e chine di Luca Rossi. L'artista veronese, che aveva esordito su testate quali Gordon Link, Demon Hunter e Pulp Stories, ha realizzato alcuni tra i numeri più amati di Dampyr, prima di entrare qualche anno fa nello staff dell'etichetta americana Vertigo (DC Comics) e realizzare House of Mystery. Tornato in Bonelli, ha recentemente rinverdito i fasti del connubio con Mauro Boselli lavorando a una storia breve di Tex e a un numero "piratesco" de Le Storie. È proprio su Dampyr però che il suo tratto torna pienamente nel suo habitat naturale. Rossi convince con centodieci tavole di ottima fattura, in grado di restituire bene l'atmosfera della storia e di rappresentare i tanti personaggi in campo. Il disegnatore è coadiuvato ai colori da Romina Denti (che già aveva colorato le sue tavole sul Color Tex #6), le cui scelte cromatiche ben si integrano con il tratto spigoloso dei disegni, dando vita a tavole particolarmente moderne e visivamente equilibrate, eccetto forse alcuni passaggi in cui le tavole risultano troppo cariche.

Rimane comunque il piacere per un'ottima lettura. Come noto poi quest'albo insieme ai due seguenti costituirà un unico intreccio, una sola notte lunga di caccia ai Maestri da parte di Harlan e la sua "legione". La curiosità di leggere i prossimi albi è dunque molto forte, sperando che si mantengano a quest'ottimo livello qualitativo.


Giuseppe Lamola




DAMPYR “La legione di Harlan Draka” 
NUMERO: 200
DATA: novembre 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Enea Riboldi 

(per l'edizione variant: Simone Bianchi)
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Mauro Boselli
DISEGNI E CHINE: Luca Rossi
COLORI: Romina Denti






Dampyr è un personaggio creato da Mauro Boselli & Maurizio Colombo. 
© 2016 Sergio Bonelli Editore. Disegni di Luca Rossi, Enea Riboldi e Simone Bianchi.



Il porto proibito - Artist edition

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L'opera di Teresa Radice e Stefano Turconi torna in libreria con nuovo formato ed extra inediti



Qualche mese fa abbiamo avuto modo di parlare de Il porto proibitodi Teresa Radice e Stefano Turconi, volume edito da Bao Publishing, una delle opere più apprezzate e premiate del 2015. Questa storia torna ora in libreria in una nuova veste, dal formato più grande, con una copertina differente e un'appendice a colori di illustrazioni inedite.


Comunicato stampa

IL PORTO PROIBITO - Artist Edition

Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi, graphic novel vincitore dei premi Gran Guinigi (Lucca Comics) e Micheluzzi (Napoli Comicon), già ristampato due volte, e pubblicato anche in vari paesi all'estero, torna in libreria con una nuova edizione oversize, una nuova copertina e un'appendice a colori di illustrazioni inedite.



La storia di un amore così puro
da squarciare il velo della morte e
il cuore di chiunque la legga


BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'arrivo in libreria dell'artist edition di Il porto proibito, pluripremiato graphic novel di Teresa Radice Stefano Turconi.

Un'edizione speciale, più grande e con extra a colori (che potete vedere anche nella preview qui), dalla copertina invecchiata ad arte per sembrare ancora di più un antico atlante nautico. Una versione imperdibile e ancora più emozionante di un libro che ha ottenuto un clamoroso successo non solo in Italia!

Nell'estate del 1807, una nave della marina di Sua Maestà recupera al largo del Siam un giovane naufrago, Abel, che di sé ricorda soltanto il nome. Diventa ben presto amico del primo ufficiale, facente funzioni di capitano perché il comandante della nave è, a quanto pare, scappato dopo essersi appropriato dei valori presenti a bordo. Abel torna in Inghilterra con l'Explorer, e trova alloggio presso la locanda gestita dalle tre figlie del capitano fuggiasco. Ben prima che gli possa tornare la memoria, però, scoprirà qualcosa di profondamente inquietante su di sé, e comprenderà la vera natura di alcune delle persone che lo hanno aiutato.

Un libro intenso, che scava nell'anima dei protagonisti e dei lettori.

Il porto proibito - Artist Edition  è disponibile in libreria dal 3 novembre.

Teresa Radice e Stefano Turconi nascono entrambi nella Grande Pianura, a metà degli anni ’70… ma s’incontrano solo nel 2004, grazie a un topo dalle orecchie a padella e a una pistola spara-ventose. Lei, per vivere, scrive storie; lui le disegna. Si piacciono subito, si sposano l’anno seguente. Scoprendosi a vicenda viaggiatori curiosi, lettori onnivori e sognatori indomabili, partono alla scoperta di un bel po’ di mondo, zaino e scarponi. Dal camminare insieme al raccontare insieme il passo è breve. Le prime avventure a quattro mani sono per le pagine del settimanale Disney “Topolino”: arrivano decine di storie, tra le quali la serie anni ’30 in 15 episodi Pippo Reporter (2009-2015), Topolino e il grande mare di sabbia (2011), Zio Paperone e l’isola senza prezzo (2012), Topinadh Tandoori e la rosa del Rajasthan (2014) e l’adattamento topesco de L’Isola del Tesoro di R.L.Stevenson (2015). Nel 2011 si stabiliscono nella Casa Senza Nord – a 10 minuti di bici dalle Fattorie, a 20 minuti a piedi dal Bosco, a mezz’ora di treno dal Lago – e piantano i loro primi alberi. Nel loro Covo Creativo, i cassetti senza fondo straripano di progetti: cose da fare, posti da vedere, facce da incontrare. Nel 2013 esce Viola Giramondo (Tipitondi Tunué, Premio Boscarato 2014 come miglior fumetto per bambini/ragazzi, pubblicato in Francia da Dargaud). I frutti più originali della loro ormai decennale collaborazione hanno gli occhi grandi e la testa già piena di storie. I loro nomi sono Viola e Michele.

Per una preview del libro:
http://www.baopublishing.it/shop/dettaglio/1414-Il_porto_proibito_Artist_Edition


Cherry Bikini

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La provincia americana tra mostri e disavventure








"Se amate giocare, se adorate i racconti attorno al fuoco ma odiate le solite storie, fate un salto a Las Vegas per lo spettacolo di Cherry Bikini, ma poi ricordate di ritornare a casa vostra in tempo per abbracciare i vostri cari." 
Paul Izzo
Dopo Tequila Sunrise, la serie American Feed di Paul Izzo e Peteliko torna con un nuovo episodio: Cherry Bikini. L'albo racconta la storia di Cleo Richardson, alias Cherry Bikini, una spogliarellista (anzi, "ballerina esotica") che vive a Las Vegas. Un giorno nel locale in cui lavora c'è una sparatoria e lei coglie l'occasione per scapparsene con un suo ammiratore e con una valigetta contenente materiale ignoto ma, secondo quanto presume Cherry, decisamente prezioso. Così comincia una storia rocambolesca che si snoda per le strade del Nevada, tra inseguimenti e colpi di scena.



In poche pagine Paul Izzo delinea un nuovo tassello di queste storie della provincia americana popolate di crimini e mostri. American Feed conferma le doti degli autori del collettivo Masnada che già avevamo notato in altre opere (vedi Cartoonist in the box ma non solo), come la libertà sia nella scrittura che nella rappresentazione della realtà, ma anche la capacità di giocare con alcune regole del fumetto stesso: in questo caso Paul Izzo gioca efficacemente con alcuni cliché dei comics d'oltreoceano, modulando il linguaggio e tenendo le situazioni costantemente al limite del surreale (e del trash). Come dichiarato dagli stessi autori, queste storie sono autoconclusive, pur contenendo vari collegamenti tra loro che, stando alle intenzioni iniziali, nel corso della serie risulteranno maggiormente evidenti.
Molto convincenti i disegni di Peteliko, autore in costante miglioramento, che gioca bene con le inquadrature e integra bene il lavoro alla colorazione per dar vita a tavole molto dinamiche e d'impatto.


Secondo quanto gli stessi autori ci hanno rivelato dal vivo durante Lucca Comics, inizialmente questo avrebbe dovuto essere l'episodio iniziale della serie. Ecco perché, se ne avrete voglia, vi invitiamo a scoprire American Feed senza tenere conto della numerazione degli albi: i mostri che popolano la provincia americana non vedono l'ora di spappolare anche il vostro cervello.

Giuseppe Lamola



American Feed “Cherry Bikini”
NUMERO: 2
DATA: 2016
Ed. Masnada


SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paul Izzo
DISEGNI, CHINE E COPERTINA: Peteliko
LETTERING: ET Dollman

Storie di un'attesa

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Tre storie intense, un'unica attesa






"Si parla di amore, amore in varie forme: amore fra persone, amore per un ideale, amori impossibili o amore per la propria città, che nel mio caso è Palermo."
Così alcuni mesi fa Sergio Algozzino parlava di Storie di un'attesa in un'intervista sul nostro blog (in cui facevamo il punto sulla sua attività fumettistica e un giro dietro le quinte delle sue passioni).
Questo racconto, fatto di pause, attese e storie intrecciate, ci ha colpito al punto da dedicare ad Algozzino una Gallery e da inserire l'opera tra i consigli audaci per le letture per l'estate 2016Una storia di cui sentiamo di voler parlare ancora, per cui ecco la recensione firmata da Adelaide, preziosa collaboratrice che da un po' di tempo approfondisce alcune graphic novel sul blog degli Audaci e impreziosisce le nostre pagine virtuali con parole molto sentite.




Ho letto Storie di un'attesa di Sergio Algozzino, volume edito da Tunué.
Il tema dell'opera è il tempo dell'attesa, tema che mi è particolarmente familiare: appena mi hanno prestato questa graphic novel e ho visto il soggetto, mi sono subito appassionata.
Ad una prima occhiata mi sono detta che Algozzino ha una mano precisa, sa disegnare bene, s'intende di prospettive, usa carta da acquarello e ogni vignetta sembra curata con l’arte di un intenditore del disegno. Insomma, Algozzino mi ha dato l’idea di essere un esperto di tecniche di pittura e non uno che ha scoperto il disegno del fumetto solo per passione. Così ho preso notizie sull'autore. Ho scoperto che è nato a Palermo nel 1978 e nella sua città natale ha studiato all’Accademia delle belle arti. Fra le numerose opere da lui pubblicate ci sono Ballata per Fabrizio De André (Beccogiallo), in cui rende omaggio a molti personaggi delle canzoni del cantautore genovese, e Dieci giorni da Beatle(Tunué) che a Etna Comics nel 2013 gli è valso il premio Francisco Solano Lòpez come miglior disegnatore; la sua attività di fumettista si affianca poi a quella di musicista. 

In Storie di un'attesa tutto è curato, ben calibrato nei tempi e nella trama, suddiviso in maniera equa e intervallato da tavole che non fanno parte delle storie principali in senso stretto ma illustrano un tempo di attesa a sé stante, come aspettare il risultato di un test di gravidanza, aspettare che il computer scarichi un film da vedere ecc. 
Nei tre racconti principali, le cui tavole si intersecano fino a costituire il cuore della graphic novel, si parla della vita palermitana di un conte, del figlio di un imprenditore e di un ragazzino come tanti.
Il conte, di una famiglia nobilissima, vive in una Palermo nel pieno della sua magnificenza artistica, con meravigliose architetture rimesse a nuovo. Quando comincia a stare male, consulta vari medici e persino uno stregone senza venire a capo del suo malessere e comprende che solo Dio può aiutarlo. Decide così di partire per la Terra Santa. Per progettare il viaggio ci mette tutta la vita e anche quando la tentazione bussa alla sua porta, sotto forma di una sarta bellissima alla quale commissiona gli indumenti per il viaggio, non cede al suo proposito. Progettando il suo viaggio è convito di investire degnamente la sua vita in qualcosa di grande, fino alla sua morte.
Il figlio dell’imprenditore vive in una villa Liberty miracolosamente scampata ai bombardamenti della prima guerra mondiale.  Ama giocare a scacchi e ha cominciato una partita con un misterioso avversario che per lui è solo un numero trovato su un annuncio. Le lettere con le risposte delle mosse arrivano a volte dopo molti mesi e il suo più caro amico lo schernisce. Un giorno lo convince che i libri sono meglio degli scacchi e lo conduce in una libreria. Qui conosce la donna della sua vita, si sposa e ha un figlio, sempre continuando la stessa partita a scacchi. Un brutto giorno sua moglie viene deportata, perché sono ebrei, ma lui e suo figlio si salvano. Gli crolla il mondo addosso ma riesce a finire la partita e spedendo l’ultima mossa. Non saprà mai che quello che per anni ha considerato un amico invisibile, condividendo una partita a scacchi durata gran parte della sua vita, è in realtà... (e qui non proseguiamo oltre, per evitare spoiler: se vi ha incuriosito la storia vi invitiamo a leggere il volume!).
La terza e ultima storia è quella del ragazzo, che come tanti vive nella Palermo degli anni Settanta. L'episodio narra il suo primo appuntamento con una ragazza. Si prepara con cura al grande evento e arriva puntuale sperando di vederla uscire subito dal portone; poi si siede ad aspettare. Dopo quasi due ore di attesa inutile decide di trovare una cabina telefonica per chiamarla. Con grande sforzo riesce a fare il numero a parlare con il padre e a farsi passare la figlia che gli fornisce una risposta per lui inaspettata, che gli fa capire di essere stato  in qualche modo preso in giro. Il ragazzo ricorderà comunque con tenerezza l’attesa di quel primo amore, durato soltanto un mese.




Sergio Algozzino usa la sceneggiatura in maniera che sembri un unico racconto continuato, nonostante cambino le epoche, le situazioni e i costumi. A riprova che nella sua graphic novel tutto torna in maniera perfetta, come le tessere di un puzzle, la famosa scacchiera fatta con le conchiglie viene costruita dal conte, che non andrà mai in Terra Santa, poi regalata dal padre imprenditore al figlio, che ci gioca una sola partita lunga come una vita, e infine acquistata da un rigattiere dal ragazzo dopo la sua prima delusione amorosa. Mi sono piaciute molto anche le tavole finali che parlano dell’attesa dei fuochi durante la festa di Santa Rosalia. In queste tavole risiede la riprova che Algozzino è un artista. Tutto sommato non sbagliavo a ritenerlo un artista preciso, che sa quello che vuole far uscire dalla carta da disegno.


Spero di aver suscitato la vostra curiosità perché questa graphic novel vale la pena di essere letta con tutta l’attenzione che le spetta.

Vi saluto con una canzone forse non troppo famosa ma che mi sembrava attinente con l’argomento trattato: Aspettando Godot di Claudio Lolli.

…sono invecchiato aspettando Godot, ho cresciuto i miei figli aspettando Godot, i miei figli son grandi e lontani però io sto ancora aspettando Godot… Questa sera son vecchio di settant’anni, solo malato in mezzo a una strada, dopo tanta vita più pensiero non ho, non voglio più aspettare Godot… non ho agito aspettando Godot, per tutti i miei giorni aspettando Godot e ho incominciato a vivere forte proprio andando incontro alla morte… 


Ciao.


Adelaide






Storie di un'attesa

Testi e disegni: Sergio Algozzino
Editore: Tunué
Data: 2016



Orfani: Juric #2

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Beati monoculi in terra caecorum




Roberto Recchioni sa fare il suo lavoro, l’abbiamo detto un’infinità di volte. Ma ciò che ci colpisce è come ogni volta riesca a tirare fuori dal suo cilindro apparentemente senza fondo (e quindi magico!) storie in grado di spiazzarti completamente, ricche di colpi di scena mai fini a se stessi e sempre efficacissimi nell’economia della stagione in corso e – cosa ben più difficile – perfettamente coerenti con l’impalcatura generale di tutte le stagioni precedenti. E ancora più sorprendente è la sua capacità di prendere i talenti e le capacità di scrittori e disegnatori – apparentemente diversissimi tra loro – e di farli suoi: cioè riesce a rendere "recchioniani" i testi di scrittori (in questo caso e nel numero precedente Paola Barbato) che quando realizzano storie loro non si sognano nemmeno di sondare certi abissi. 

[Cercheremo di non fare spoiler, ma si sa com'è la vita: mai credere alle promesse!]


Partiamo dalla copertina.
Il nome coinvolto è quello del grandissimo Nicola Mari, maestro indiscusso del gotico tricolore. Bene: la sua giovane Jsana Juric - con il cratere nell’occhio sinistro dal quale cola sangue nero - e il suo inquietante e decisamente ambrosiniano padre adottivo, Sàndor Kozma, nelle spire ascendenti di serpenti mortali formano un quadretto famigliare alquanto inquietante e molto più loquace e rivelatore di quanto non si voglia far intendere. 



Continuiamo con il prologo e l’epilogo.
Firmati ai testi esclusivamente da Recchioni e disegnati – come per il primo numero di Orfani: Juric– da un Andrea Accardi quasi minimal, ma sempre efficacissimo, ci riportano per poche pagine nel presente, in cui la Juric è morta e il povero Émile Bogdan è alle prese con lo studio della documentazione lasciatagli dal presidente ormai defunto (e noi scopriamo proprio attraverso i suoi occhi come si sono svolti gli eventi principali della vita del nostro mostro dai capelli rossi preferito); il viscido assessore Garland continua a insidiarlo per poter leggere in anteprima questa tanto attesa e temuta biografia. Questa cornice fornisce un contorno di carattere hard boiled alla storia, particolarmente suggestivo.



Arriviamo alla storia vera e propria, ancora una volta uscita dalla penna di Paola Barbato, accompagnata da Roberto De Angelis (anch'egli già visto nel precedente episodio), Riccardo La Bella e Maurizio Di Vincenzo alle matite e chine e da Stefania Aquaro, Alessia Pastorello e Luca Saponti ai colori. Il primo numero si era concluso con l’inquietante conferma che quella spaurita orfanella sopravvissuta alla sua drammatica condizione di profuga era in grado di fare qualunque cosa pur di raggiungere i suoi obiettivi, compreso usare il suo corpo in modo spregiudicato. Con questo secondo albo passiamo dall’adolescenza all’età aduta: Jsana ha inizialmente già ventuno anni e alla fine poco meno di trenta. Quello che possiamo accennare in questa recensione in anteprima audace è che negli anni trascorsi dall’inizio alla fine dell’albo la nostra protagonista esternamente – al contrario del Dorian di Oscar Wilde – sfiorisce e si ammacca in maniera irrimediabile e terribile, mentre internamente si rafforza in lei la convinzione di dover e poter disporre delle esistenze altrui a suo piacimento per raggiungere un bene più grande. 


Il gioco al massacro è appena iniziato (a chi conosce bene la serie fa un certo effetto rivedere in un paio di vignette, di sfuggita, un giovane Nakamura) e al secondo numero di questa quarta stagione di Orfani già vediamo letteralmente rotolare via la testa di quello che sembrava essere un pilastro della serie e della vita della protagonista… Evidentemente non era così, almeno non lo era nei piani di Recchioni (che sono gli stessi di Jsana Juric): sono (siamo!) tutti utili e dispensabili, cioè sacrificabili. E, alla fine, in un mondo di ciechi, quella con un occhio solo è quella che comanda… e tremiamo per il domani (che in realtà è l’ieri).

RolandoVeloci

La copertina di Nicola Mari (colori di Barbara Ciardo) per il terzo numero di Orfani: Juric.



ORFANI: JURIC “Storia di una principessa” 
NUMERO: 2
DATA: novembre 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Nicola Mari con i colori di Barbara Ciardo

Prologo ed epilogo
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Andrea Accardi

Storia di una principessa
SOGGETTO: Paola Barbato e Roberto Recchioni
SCENGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Roberto De Angelis, Riccardo La Bella e Maurizio Di Vincenzo
COLORI: Stefania Aquaro, Alessia Pastorello e Luca Saponti



Per le immagini: © 2016 Sergio Bonelli Editore.


Rufolo di Fabio Tonetto al Lanteri

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Presentazione del primo libro a fumetti dell'autore torinese, edito da Eris edizioni




Giunta al sesto appuntamento, la rassegna Fumetti&Popcorn propone la presentazione di Rufolo, opera prima del giovane autore torinese Fabio Tonetto per Eris Edizioni, che si terrà venerdì 18 novembre presso il Cinema Caffé Lanteri di Pisa.

Cinema Caffè Lanteri
presenta
“Rufolo”
di Fabio Tonetto

Venerdì 18 novembre
Ore 20 incontro con l’autore in Redrum


Venerdì 18 novembre alle ore 20, per la serie Fumetti&PopCornal Cinema Caffè Lanteri di Pisa un nuovo ospite e protagonista eccentrico del fumetto italiano, Fabio Tonetto. Moderatoda Valerio Stivé, l’autore presenta “Rufolo”, più di cento pagine di gag assurde e situazioni acide e sospese racchiuse nel suo primo attesissimo libro a fumetti edito da Eris edizioni per la collana Kina.
Rufoloè surreale caustico e nonsense. Il protagonista di questo libro e i suoi amici sembrano delicati, lievi, ma vivono in un universo dove non c’è giusto e sbagliato, dove non esistono buoni e cattivi. Le creature di Fabio Tonetto si muovono in una dimensione più gommosa che corporea, e vivono situazioni sospese, acide: gag assurde e impossibili che hanno spesso estreme conseguenze. Personaggi che si sciolgono, che si fondono, che si uccidono. Per tornare vivi e vegeti a sorprenderci nell’episodio successivo, senza logica, senza regole, senza morali.
Dal comunicato stampa. Questo autore, chiaramente poliedrico e capace di sperimentare a 360°, è cresciuto nell’animazione – ambito in cui lavora, spaziando da Cartoon Network alla realizzazione di video pubblicitari e musicali – e nella sua carriera come fumettista può vantare importanti collaborazioni come Frigidaire, Rolling stone, Vice USA. Il suo lavoro si contraddistingue proprio per le atmosfere folli e rarefatte che ritroviamo puntuali in Rufolo, con personaggi malati e allo stesso tempo delicati, marci e teneramente empatici, un universo grafico che affonda le radici nei cartoni animati anni ’50 (anche se è chiara l’attenzione all’animazione statunitense del secolo scorso a più ampio raggio) ma che fa pensare più alla plastilina o a una sostanza gommosa che al 2D. I personaggi che popolano Rufolo si sciolgono, si fondono, si uccidono per poi tornare vivi e vegeti a sorprenderci nell’episodio successivo, senza logica in un mondo dove non c’è giusto e sbagliato, dove non esistono buoni e cattivi. Rufolo è senza dubbio l’aspettatissimo primo volume completo in cui Fabio Tonetto ha finalmente potuto condensare tutte le sfumature della sua poetica attraverso un ristretto numero di personaggi che codificano tutte le sue pulsioni artistiche, in una sintesi perfetta che esprime appieno tutte le potenzialità dell’universo creativo di questo autore che ha già ampiamente travalicato i confini nazionali.

Sito web di Fabio Tonetto: www.fatonetto.com
Canale Vimeo di Fabio Tonetto: https://vimeo.com/fabiotonetto 

La serata sarà realizzata col supporto di Radiocicletta, media partner della rassegna Fumetti&Popcorn.

Fabio Tonettoè nato ad Alessandria nel 1983 e si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia dipartimento di Animazione di Chieri (TO) nel 2006. Come animatore ha realizzato diversi video pubblicitari e musicali e può vantare una collaborazione con Cartoon Network. I suoi lavori sono apparsi su moltissime fanzine e autoproduzioni, ha collaborato a moltissimi progetti e collettivi (Lök, Puck!, Delebile, collettivo Mensa, Amenità, A4God) e ha conquistato spazio su testate dell’importanza di Rolling Stone, Frigidaire, Vice USA.

La collana Kina di Eris edizioniè un percorso di ricerca all’interno del mondo del fumetto che si propone di dar vita a opere fumettistiche dalla forte impronta autoriale, realizzate con una attenta e appassionata cura editoriale. Nel progetto trovano spazio sia opere di autori esteri che di italiani e esordienti. www.erisedizioni.org

Il logo della rassegna, realizzato da Tuono Pettinato.

Cinema Caffè Lanteri
Via San Michele degli Scalzi 46, Pisa



La Stanza presenta “Dream Brother”

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Un nuovo fumetto realizzato da Federico Mele e Simone D'Angelo


























La Stanza, il collettivo di autori, disegnatori e scrittori che si occupa di progetti legati al mondo del fumetto e della letteratura illustrata, presenta un nuovo fumetto, dal titolo Dream Brother (come la canzone del compianto Jeff Buckley), scritto e colorato da Federico Mele e disegnato da Simone D'Angelo, che sarà online dal 24 novembre.


Comunicato stampa

La Stanza, il collettivo di autori, disegnatori e scrittori che si occupa di progetti legati al mondo del fumetto e della letteratura illustrata, è orgogliosa di presentarvi l'opera a fumetti intitolata 'DREAM BROTHER' scritta e colorata da Federico Mele, con i disegni di Simone D'Angelo.

Sabbia, rocce, auto d'epoca, demoni e buona musica. Una DS Pallas blu sfreccia nel deserto del Nevada mentre lo stereo suona l'ipnotica melodia della canzone di Jeff Buckley "Dream Brother". Dentro l'auto si consuma un dialogo atipico tra due personaggi, simili per certi versi e opposti per altri, che ci accompagna verso un finale in cui tutto deve ancora succedere. Un interrogativo si impone, fra i tanti: che speranza abbiamo di vincere la battaglia contro il nostro retaggio?

Dream Brother uscirà online il 24 novembre 2016 sul sito La Stanza.

Biografie autori:
Federico Mele: impara a leggere con i fumetti che diventano da subito la sua grande passione, e già da bambino inizia a creare le sue prime storie . Finito il liceo linguistico frequenta il corso di fumetto della Scuola Internazionale di Comics di Pescara, nella quale si diploma tre anni dopo. Dal 2013 al 2016 è coinvolto in diverse esperienze lavorative che lo vedono impegnato come illustratore e fumettista. Ha un amore smodato per la narrazione di Mike Mignola, il bianco e nero di Jorge Zaffino e la dinamica espressività di Corrado Mastantuono. Attualmente risiede a Roma e continua a studiare alla Scuola Romana dei Fumetti.
Simone D'Angeloterminati gli studi all’istituto d’arte, ha capito che vuole raccontare qualcosa tramite le immagini, così si è iscritto alla Scuola del Fumetto di Palermo che frequenta tutt’ora. E' alla ricerca di nuovi codici per imparare il più possibile ed essere sempre riconoscibile. La sua priorità è fare in modo che la storia che sta illustrando sia leggibile e chiara. Il genere di fumetti che preferisce è quello americano, perché ne ama la dinamica dei personaggi e il modo di raccontare.


“Out Now”, la mostra di Nicola Mari

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La prima personale che omaggia l’arte gotica del disegnatore ferrarese





















Non abbiamo mai celato di apprezzare particolarmente Nicola Mari, artista che da ormai tanti anni ha fatto strada prima su Nathan Never e poi su Dylan Dog, fino a poter essere considerato - a ragion veduta - il maestro del gotico italiano.
Venerdì 18 novembre sarà inaugurata presso lo Spazio ABC di Bologna una mostra dedicata all'arte del disegnatore ferrarese, che si inserisce all’interno della decima edizione del Festival Internazionale del Fumetto BilBOlbul, e presenterà bozzetti, sketch, tavole, illustrazioni e prove di copertina.


Comunicato stampa

Incubi in mostra di un “artista gotico”

Lo spazio ABC di Bologna ospita “Out Now”, la prima personale di Nicola Mari

© 2016 Sergio Bonelli Editore
Un artista che ha fatto del noir e dell’instabilità esistenziale la propria essenza: è Nicola Mari, da 25 anni nella scuderia di Sergio Bonelli e da 20 disegnatore di Dylan Dog, cui ha regalato il proprio tratto tormentato e cupo, pieno di profondi neri. Inaugura venerdì 18 novembre alle ore 18 presso lo Spazio ABC Arte Bologna Cultura (via Alessandrini,11) OUT NOW. di-segni Nicola Mari, la prima mostra che omaggia l’arte “gotica” e la straordinaria carriera del disegnatore ferrarese. Una mostra che arriva all’indomani dell’uscita per Editore Inkiostro di Rossano Piccioni di “The Artbook of Nicola Mari”, prima monografia sull’artista, che verrà presentato in anteprima nazionale in occasione dell’inaugurazione, alla presenza di Mari e dell’editore. La mostra si inserisce all’interno di BilBOlbul – Festival Internazionale del Fumetto di Bologna, giunto quest’anno alla sua decima edizione. 

“La mostra “Out Now” presenta decine di bozzetti, sketch, tavole, illustrazioni e prove di copertina di Nicola Mari, uno degli artisti più popolari del fumetto italiano –dice Luca Baldazzi, giornalista ed esperto di fumetti, curatore della mostra insieme ad ABC-. In attività da quasi trent’anni, Mari ha dato un contributo decisivo nel caratterizzare alcuni tra i personaggi più noti e amati degli albi dell’editore Bonelli, come il fantascientifico e ombroso detective Nathan Never e Dylan Dog, l’investigatore dell’incubo ideato da Tiziano Sclavi. Ma il suo stile particolare va molto oltre i confini della narrativa di genere”.

Per la mostra bolognese, articolata in tre temi –Dylan Dog, Nathan Never e Eros e Noir- che si snodano nelle quattro sale espositive, il disegnatore ha aperto i cassetti degli inediti, portando alla luce un affascinante e incessante percorso alla ricerca del segno perfetto e rivelatore. Realizzati con grande varietà di tecniche (matite, pennarelli e penne, acquerelli, acrilici, su carte, cartoncini, a volte su semplici tovaglioli e supporti di ogni tipo), i bozzetti di Mari aprono porte su altri mondi. Oltre a Nathan Never e Dylan Dog, sono in mostra numerose opere che fanno emergere la dimensione del sogno, del perturbante, di un Eros inevitabilmente accompagnato a Thanatos: un universo in cui donne di algida bellezza si accompagnano a mostri e divinità di lovecraftiana memoria. L’artista è il moderno sciamano che, con la sola forza del segno grafico, ci traghetta dalla nostra realtà ad altri stati di percezione“Il mio tratto è sempre stato oscuro – ha detto una volta Mari -. Senza l’ombra che contrasta con la luce, non si distinguerebbe nemmeno il paesaggio. La mia evoluzione, per motivi a me ignoti, è l’evoluzione della parte in ombra”.

Un conflitto costante su cui ha giocato anche l’allestimento, curato da Fausto Savoretti, che ha concepito la mostra “sotto il segno di un costante conflitto: notte-giorno, acqua-fuoco, Amore-Morte”

Spesso definito “artista gotico”, Mari rivela nelle sue opere un immaginario dalle molteplici fonti. Nel fumetto, la “linea scura” che va da Milton Caniff ad Alex Toth fino ai contemporanei Bill Sienkiewicz e Mike Mignola, con echi di Moebius. Nel cinema, l’espressionismo tedesco di Lang e Murnau. In arte, suggestioni che vanno dalle visionarie pitture e incisioni di William Blake a Egon SchieleOtto DixFrancis Bacon. Su tutto, un personalissimo gusto per la sintesi e la deformazione del grottesco.
“Il mio disegno – dice Nicola Mari – è mosso dalla passione e dalla necessità. La passione vorrebbe arginare il pragmatismo promosso della necessità, mentre la necessità tenta di dare una direzione plausibile alla spinta anarchica e caotica della passione. Ogni mio segno è l’esito di questo conflitto incessante”.
Biografia
Ferrarese, del 1967, Nicola Mari dopo gli studi artistici muove i suoi primi passi da disegnatore professionista nel 1987, realizzando fumetti erotici per la Edifumetto. Continua la sua attività di fumettista con la casa editrice Acme, lavorando, in contemporanea, come grafico pubblicitario. Nel 1989 inizia a collaborare stabilmente con la Sergio Bonelli Editore lavorando alla prima stagione di Nathan Never e, a partire dal 1995, entrando stabilmente nello staff di Dylan Dog. Nei primi anni Novanta, Nicola Mari presta il proprio segno anche per le case editrici Glamour International, Glittering Images, e per le Edizioni Scarabeo. In tempi recenti ha realizzato due illustrazioni a colori per la serie “Torture Garden”, sceneggiata dalla scrittrice Barbara Baraldi, per le Edizioni Inkiostro, a cui si deve l'Art Book dedicato all’opera extra fumetto di Nicola Mari.
Attualmente, Mari sta concludendo la seconda storia realizzata insieme a Barbara Baraldi per Dylan Dog.

ABC Arte Bologna Cultura
ABC è un'associazione culturale nata a Bologna nel settembre 2013. Arte, Bologna, Cultura, sono tre concetti chiave. Sua mission è quella di vivere l’arte come azione di impegno civile, dando il proprio apporto a un’azione di rinnovamento culturale, offrendo il miglior contributo possibile sul piano dello sviluppo artistico. Agire localmente pensando globalmente: il progetto aperto di attività artistiche e iniziative culturali di ABC non vogliono solo essere vetrine per amanti dell'arte, ma azioni che facciamo e promuovano comunità, incontro, dialogo, ascolto. 
I campi principali di azione sono quelli delle arti visive e design, musica, cinema e video, poesia e letteratura.

© 2016 Sergio Bonelli Editore

© 2016 Sergio Bonelli Editore

© 2016 Sergio Bonelli Editore

© 2016 Sergio Bonelli Editore




OUT NOW di-segni 
Personale di Nicola Mari
ABC Arte Bologna Cultura
via Alessandrini, 11, Bologna
18 novembre>18 dicembre 2016



Orari di apertura: da martedì a sabato h. 17:30-19:30
Inaugurazione: venerdì 18 novembre h. 17:30
Aperture straordinarie: sabato 26-domenica 27 novembre h. 16-20
nell’ambito di BilBOlbul – Festival Internazionale del Fumetto di Bologna
Progetto allestimento: Arch. Fausto Savoretti
Sponsor: Mateca srl, Pedrini Arredamenti srl, Lucifero’s, Corte d'Aibo
Per informazioni: 3209188304 | 
abc.bo@libero.it 


Metamorphoses

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I miti di Ovidio interpretati attraverso illustrazione e fumetto: l'antologia in crowdfunding per Squame



Metamorphoses è un progetto di illustrazione e fumetto in cui sedici autori interpretano in maniera personale e libera uno dei miti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. L'antologia sarà curata dall'associazione Squame e coinvolgerà artisti quali MartozRita Petruccioli, Marino Neri, Aka B e il Pistrice, che realizzeranno una tavola a fumetti autoconclusiva e un'illustrazione ciascuno.Vi presentiamo a seguire la campagna di crowdfunding, che è iniziata da alcuni giorni e termina il 5 dicembre.


Comunicato stampa

L’associazione Squame presenta:
METAMORPHOSES
i miti di Ovidio interpretati attraverso fumetto e illustrazione

Metamorphoses è un progetto di illustrazione fumetto che invita 16 autori a interpretare in maniera personale e libera uno dei miti tratti dalle Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone. Ultimato nel 8 d.C, le Metamorfosi è un poema epico-mitologico in lingua latina che ha reso celebri numerosi miti dell'antichità greca e romana.
Ogni artista ha scelto uno dei miti per realizzare una tavola a fumetti auto-conclusiva e un'illustrazione. L'ispirazione al mito è chiaramente indicata al lettore, ma la storia può essere una porzione o una variante del mito originario. Il contesto storico è realistico (greco/romano), contemporaneo o fantastico. Metamorphoses vuole reinterpretare il testo antico come un'opera nuova, poetica, comica, surreale, nefasta o dissacrante… Venite a sbirciare le storie di divinità vogliose, ninfe sfuggenti, robot volanti, boschi, skyline urbani, gente che si fa selfie, bestie e Ibridi di ogni forma mescolate nel gran calderone mitologico di Squame!






















La campagna crowdfunding del progetto Metamorphoses è attiva dal 3 Novembre 2016 sul sito ULULE. Il finanziamento è destinato a coprire le spese di stampa, di spedizione e la retribuzione degli artisti. 16 poster saranno stampati fronte/retro in formato 30x40 cm.
Da un lato ammirate l'illustrazione, dall'altro leggete il fumetto.
L'antologia Metamorphoses raccoglierà tutti i 16 miti.
Albo in formato A4 (21 × 29,7 cm), 40 pagine a colori, sovra-copertina in serigrafia.
Oltre ai Poster e all’Antologia, MartozRita Petruccioli e il Pistrice hanno deciso di aiutare in modo particolare il progetto mettendo in vendita dei disegni originali.

Per dare al pubblico la possibilità di comprendere e apprezzare l’interpretazione che l’artista fa del mito, abbiamo realizzato un sito web che, oltre a presentare le biografie di tutti gli autori coinvolti, introduce ogni metamorfosi con un breve testo di riferimentohttp://metamorphoses-squame.tumblr.com

Autori / Miti
  1. Francesco Guarnaccia - Narcissus et Echo
  2. Davide Saraceno - Minerva et Aracne
  3. Pistrice - Cygnus et Leda
  4. Tommy Gun Moretti - Apollo et Marsia
  5. Marino Neri - Hermaphroditus
  6. Andrea Chronopoulos - Pygmalion
  7. Anna Deflorian - Latona et Niobe
  8. Cristina Portolano - Pan et Syrinx
  9. Giulio Castagnaro - Dedalo et Icaro
  10. Martoz - Apollo et Dafne
  11. Alessandro Ripane - Sibylla Cumaea
  12. Lois - Venus et Adonis
  13. AkaB - Orpheus et Eurydice
  14. La Came - Diana et Actaeon
  15. Lucio Villani - Cadmo et Armonia
  16. Rita Petruccioli - Medea






    Direzione Artistica : Francesca Protopapa 
    info e contatti : infosquame@gmail.com

    SQUAME è un'associazione culturale creata nel 2011 per la promozione di giovani artisti internazionali attraverso pubblicazioni editoriali, mostre e eventi artistici.
    Gli autori che partecipano alle edizioni lavorano in totale libertà stilistica su una comune tematica creativa.

    Martin Mystère Le nuove avventure a colori #1

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    Benvenuto, Buon Giovane Zio Marty!



    Probabilmente ve ne sarete già accorti, audaci lettori, ma ci piace essere didascalici per cui lo ribadiamo: sembra proprio giunto il momento di riportare l’attenzione su Martin Mystère. Non bastava la riedizione dei primi episodi della serie nella recente collezione storica a colori realizzata da Repubblica-L'Espresso. Nemmeno era sufficiente l’annuncio della serie tv I Mysteri di Mystère, spin-off di The Editor is In nato dalla collaborazione tra Sky Arte, Tiwi e Sergio Bonelli Editore (che andrà in onda nel 2017). No, ci voleva qualcosa di più. Dunque, ecco Martin Mystère, Le nuove avventure a colori, miniserie nuova di zecca che si pone un interessante quesito di partenza: “Come sarebbe stato Martin Mystère se fosse nato oggi, trentaquattro anni dopo?”. Del resto il Detective dell’impossibile ha esordito nell’ormai lontano 1982, anno in cui la società, la tecnologia e gli stessi “mysteri” erano di ben altra natura rispetto a quelli odierni. Con un certo orgoglio possiamo dire di essere stati tra i primi ad annunciare l’arrivo di questa miniserie (ormai un anno fa, vedi qui e qui) e con immutato interesse ne abbiamo letto l'episodio d'esordio, sceneggiato da “I Mysteriani”, pseudonimo di un gruppo di sei sceneggiatori (Andrea Artusi, Diego Cajelli, Giovanni Gualdoni, Ivo Lombardo, Enrico Lotti e Andrea Voglino) coordinati dallo stesso Gualdoni e immancabilmente supervisionati da Alfredo Castelli. Ai disegni vari artisti che si cimentano in gran parte per la prima volta con il personaggio (ad eccezione del copertinista Lucio Filippucci, tra i più noti e riconoscibili interpreti del Martin Mystère "classico" e del Docteur Mystère) e ai colori lo studio Rudoni.


    Concepita come un unico grande "romanzo illustrato in dodici volumi", la miniserie a colori dedicata al Buon Giovane Zio Marty (per gli amici BGZM) rappresenta, nelle intenzioni degli autori, qualcosa che si colloca nel mezzo tra un reboot, un remake e un prequel (a essere più precisi un "reengineering", ovvero una riprogettazione e attualizzazione, stando alla definizione data da Alfredo Castelli).
    Castelli ha raccontato così la genesi del progetto: “Il progetto per Martin Mystère NAC (“Nuove Avventure a Colori”) è nato un paio di anni fa, quando era stata ventilata la possibilità di una serie televisiva dal vivo con le avventure del Detective dell’Impossibile; le trasposizioni tra un mezzo narrativo e l’altro impongono sempre cambiamenti, così provai a immaginare cosa avrei fatto io. Come prima cosa avrei ringiovanito Martin (che nel fumetto “classico” ha superato la settantina) per non trasformare la serie in una sitcom tipo “Villa arzilla”. Pur se con dispiacere, avrei eliminato Java, perché in un film realistico un uomo che si esprime ringhiando rischia di essere ridicolo. Avrei ambientato le vicende in Italia, un setting che ritengo ideale e che, oltretutto, avrebbe ridotto i costi di produzione. Ultimo, ma non certo per importanza, avrei svecchiato il ritmo della sceneggiatura, privilegiando sequenze brevi e incalzanti. Dei telefilm non si fece niente, ma mi rimase la voglia di scoprire come sarebbe stato Martin Mystère se fosse stato ideato oggi anziché nel 1982, così proposi di realizzarne una versione a fumetti, e Davide Bonelli accettò coraggiosamente di correre il rischio”.
    Inutile dire che la miniserie contiene effettivamente tutti gli elementi annunciati da Castelli: la giovane età del protagonista, la presenza di una nuova "spalla" (il precisissimo e simpatico Max), l'ambientazione italiana e la sceneggiatura dal ritmo sostenuto. Come anticipato in apertura, le sceneggiature sono a cura dei "Mysteriani", sei autori che si sono coordinati nella scrittura utilizzando una "writers room"metodo del tutto inedito in Italia (frequente invece tra gli sceneggiatori delle serie tv d'oltreoceano).
    Riguardo la sua assenza dal team di autori, nei redazionali di un albo della serie regolare Castelli ha affermato: "non ho voluto scrivere i testi né curare la collana, che ho solo ideato e supervisionato", in quanto"dopo tanti anni, sarei (saremmo) ricaduto/i inevitabilmente nei consueti modismi narrativi e grafici, rischiando di produrre un clone ringiovanito “a forza”."

    Nel corso del primo episodio, frequenti sono i dialoghi in cui si rimarcano le differenze tra il giovane Martin Mystère e il suo corrispettivo “più anziano” della collana regolare: sin dalle prime tavole assistiamo a diverse strizzate d’occhio rivolte in particolare ai fan di lunga data. Si gioca sulla nota e caratteristica logorrea del personaggio e sulla verbosità dei dialoghi che ha sempre contraddistinto le sceneggiature di Castelli (“Curioso, non so perché ma vi facevo un tipo più loquace”, afferma l'antagonista del BGZM), sul “pard” che ha sempre accompagnato Mystère nelle sue avventure (“Sei tu?”, seguito da “E chi altri? Un uomo di Neanderthal?”) e persino sulla Ferrari del Detective dell'impossibile (“Non mi ci vedo con un’auto del genere”) e così via. Queste affermazioni, anche se a volte risultano quasi ridondanti rispetto a quanto narrato ed evidente, servono agli autori per caratterizzare la nuova serie e fornirle un’identità ben precisa.
    Va detto che il BGZM in questo episodio d'esordio sembra privo di quella verve che caratterizza da sempre la sua controparte adulta, a favore di una caratterizzazione meno da "professore", che lo rende al momento accostabile ad alcuni protagonisti di film d’avventura. Plausibilmente questa scelta, volta principalmente a mantenere elevato il ritmo della sceneggiatura con dialoghi più rapidi, è intesa ad attrarre un pubblico più giovane di quello che legge la serie regolare, magari coinvolgendo lettori abituati a fruire storie meno verbose. Ne consegue inoltre la volontà di far emergere tutto il contorno di comprimari che, stando a queste prime pagine, risultano particolarmente interessanti e da approfondire (come Arianna Doria, curatrice museale nonché direttrice degli Uffizi, su cui ritorneremo senz'altro a parlare prossimamente), in qualche modo evitando dunque di centrare la narrazione esclusivamente sul protagonista.
    Le poche informazioni che ci vengono fornite sul giovane Mystère sono tutti ottimi richiami per incuriosire i lettori: in questo episodio lo troviamo intento a recuperare un disegno preparatorio di Leonardo da Vinci di inestimabile valore, scoprendo che è un ex Detective dell'impossibile (e che verosimilmente il suo passato tornerà a tormentarlo) e che una delle sue nemesi peggiori è - guarda caso! - Sergej Orloff, nome ben noto agli appassionati.
    Abbiamo già accennato al team di disegnatori coinvolti: la scelta di nomi "nuovi"è del tutto coerente con quanto già detto riguardo la necessità di cercare prospettive inedite. Se dobbiamo essere fiscali, Fabio Piacentini, disegnatore del primo episodio, si era già occupato dei disegni del Martin Mystère “originale” (Le mille gru di Hiroshima, Martin Mystère #341, su testi di Andrea Cavaletto), e lo stesso vale per il disegnatore del prossimo numero, Alfredo Orlandi. In ogni modo l'interpretazione della storia da parte di Piacentini è fresca e dinamica, con particolare cura nella rappresentazione degli ambienti. Va detto che parte del lavoro ai disegni va attribuito ad Andrea Artusi, autore degli storyboard: passaggio inusuale (se non unico) per un fumetto Bonelli, il suo lavoro ha garantito una certa uniformità tra i diversi artisti che si sono avvicendati ai disegni dei vari numeri della miniserie. Un contributo determinante lo ha poi fornito Daniele Rudoni, con dei colori moderni, carichi, in grado di attrarre anche potenziali nuovi lettori.



    Questa miniserie esordisce come una effettiva possibilità di rilancio del personaggio e del suo universo narrativo, che tiene conto delle tecniche attuali di narrazione, di disegno, di colorazione e confezione del prodotto. Sebbene sembra in parte venir meno quel retrogusto divulgativo e culturale che contraddistingue la serie "classica", si conserva il fascino del mystero, che da sempre affascina lettori di tutte le età (e ci auguriamo continui a farlo ancora a lungo).
    Detto ciò, vi riveliamo in conclusione che abbiamo acquistato a Lucca il cofanetto contenente i primi due albi della miniserie. Ci chiederete dunque di parlarvi del secondo, cosa che invece non faremo (!), per lo meno fino... alla prossima puntata!

    Il sommo audace


    Il cofanetto di MM con tanto di effetti 3D!



    Martin Mystère, le nuove avventure a colori: “Ritorno all’impossibile”
    NUMERO: 1
    DATA: Novembre 2016
    SERGIO BONELLI EDITORE

    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: I "Mysteriani" (Andrea Artusi, Diego Cajelli, Giovanni Gualdoni, Ivo Lombardo, Enrico Lotti, Andrea Voglino)
    DISEGNI E CHINE: Fabio Piacentini
    COPERTINA: Lucio Filippucci
    COLORI: Daniele Rudoni


    Color Tex #10 - Il Mescalero senza volto e altre storie

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    Cinque brevi avventure per un nuovo intenso viaggio nel west























    Come sapranno gli assidui frequentatori del west a fumetti, da ormai tre anni (ovvero a partire dal Color Tex #4) la testata "in technicolor" dedicata a Tex Willer presenta nel numero estivo un lungo episodio a colori mentre l'uscita autunnale è composta da alcune storie brevi. Quest'anima bipartita si può evincere sin dalla copertina, che nel primo caso presenta gli splendidi acquerelli di Claudio Villa e nel secondo l'illustrazione di un ospite d'onore. Per questa decima uscita il Color Tex si presenta con un menu particolarmente ricco, aumentando sia il numero di storie (cinque al posto delle solite quattro) che la foliazione (160 pagine al posto delle 128 che solitamente caratterizzano il numero autunnale) e la copertina realizzata da un ospite davvero d'eccezione come Gary Frank.


    Il fumettista britannico di Hulk e Superman realizza un'illustrazione che forse non tutti hanno apprezzato fino in fondo ma che il sottoscritto ritiene efficace nella rappresentazione di Tex, di Carson e dell'ambiente notturno in cui si trovano (di certo globalmente più riuscita rispetto alla precedente prova del maestro Tanino Liberatore, il quale si era preso parecchie libertà nel raffigurare Tex e aveva impiegato gran parte della plasticità del suo tratto per disegnare il cavallo e il paesaggio). Quello di Gary Frank non è chiaramente l'unico esordio per la testata e per Tex. Il Color Tex si sta infatti caratterizzando sempre più come una possibilità per nuovi autori di cimentarsi con Aquila della Notte: se nell'ottavo numero era stato il caso di ben quattro nuovi disegnatori (Giuseppe Franzella, Gigi Simeoni, Sergio Tisselli e Luca Vannini), qui abbiamo modo di apprezzare il contributo di diversi autori, provenienti in gran parte dai team creativi di Zagor e Dampyr. A seguire analizzeremo in breve ogni storia singolarmente.


    Il mescalero senza volto

    Il volume si apre in bellezza con una storia di 32 pagine scritta da Jacopo Rauch per i disegni di Alessandro Bocci e i colori di Oscar Celestini, che ci catapulta in medias res, mostrandoci Kit Carson prigioniero della banda di un misterioso cavaliere mascherato. L'ambientazione assolata del deserto messicano fa da sfondo a una trama rapida, densa e avvincente. Il tratto minuzioso di Bocci, che già avevamo apprezzato nella storia breve dedicata a Kit Carson nel primo Tex Magazine, è una delle più interessanti (ri)scoperte di quest'albo.

    Rio Quemado

    Se la prima metà dell'albo è quella che risulta più convincente, il merito è anche di Rio Quemado, la storia più lunga e complessa di questo Color Tex. Scritta da Mauro Boselli e disegnata da Maurizio Dotti, era stata originariamente realizzata in bianco e nero per un albo a tiratura limitata distribuito durante la Fiera del Fumetto di Lugano del 2015. Ora viene ristampata con l'aggiunta di sedici pagine e dei colori di Oscar Celestini (una riproposizione che farà storcere il naso a qualche collezionista ma che onestamente non ci dispiace per l'idea di fondo che tutti abbiano la possibilità di leggere le storie inedite di Tex). Anche qui siamo in Messico e Tex e Carson vengono ospitati da Don Augusto Rochas, la cui famiglia cela intricati segreti. Come spesso accade nelle storie di più ampio respiro realizzate da Boselli, un salto narrativo di cinque anni tra la prima e la secona parte permette di interrompere la storia e di riprenderla nelle sedici tavole inedite per portarla degnanente a conclusione. Sono pagine da cui fuoriesce la polvere del deserto e le rughe di chi ha vissuto sotto un sole che non perdona, che parlano di situazioni difficili e di tirannia, di chiusure mentali e di scelte complesse.
    Ancora un ottimo capitolo insomma del connubio Boselli/Dotti, che ci ha regalato tante storie belle e importanti su Dampyr e certamente continuerà impreziosire la serie regolare di Tex nel prossimo futuro (come già ha iniziato a fare negli ultimi tempi).


    Un cavallo di pezza
    Un cavallo di pezza è invece l'episodio più corto dei cinque. Tex decide di vendicare una famiglia trucidata, tra cui una bambina piccola. Lo sceneggiatore è Luca Barbieri, attuale editor di Dragonero, che aveva già esordito sulla serie regolare di Tex alla fine dello scorso anno (vedi la nostra recensione qui), mentre ai disegni troviamo il solido Walter Venturi coadiuvato dai colori molto carichi di Erika Bendazzoli. La storia si legge rapidamente (circa la metà è mutà) e punta molto sul lato emotivo, pur tradendo una certa prevedibilità che comunque non rende meno piacevole la lettura...


    Amici per la morte

    Un giovane Tex ancora bandito (il "magnifico fuorilegge") ci attende invece nella storia seguente, dove si rievoca un passato in cui aveva "amici per la vita e per la morte". Soggetto e sceneggiatura sono a cura di Francesco Testi, mentre i disegni, caratterizzati da un tratteggio molto classico, sono opera di Mauro Laurenti, ben accompagnato ai colori da Beniamino Del Vecchio. Un episodio particolarmente adatto allo zoccolo duro di fan della serie.

    Chupacabras!
    La storia forse più estrosa è quella che chiude il volume, dal titolo Chupacabras! (i chupacabras sono mostri leggendari, carnivori e alquanto pericolosi, rievocati anche in una bella puntata di X-Files di tanti anni fa). Ne sono autori gli zagoriani (e recentemente dampyriani) Moreno Burattini e Michele Rubini, coppia di lusso che non delude affatto, riuscendo a gestire in maniera sobria l'elemento fantasioso/orrorifico e a ben delinerare e caratterizzare i personaggi. Colori, per la terza volta su cinque storie, realizzati da Oscar Celestini, che si riconferma come uno dei più adatti nell'identificare la palette cromatica idonea alle storie di Tex.


    Come detto in apertura, insomma, cinque storie inedite globalmente soddisfacenti realizzate da tanti autori in buona parte al loro esordio assoluto su Tex. La testata si candida dunque a diventare sempre di più una palestra per gli autori che si approcciano a Tex, un modo per prendere le misure con le sue peculiarità e per iniziare a percorrere le impervie e avventurose vie del west. Per i lettori, un modo per leggere storie brevi ma che, tranne qualche piccolo passo falso, condensano efficacemente il fascino dell'avventura del west in meno pagine, distillato in polvere e piombo in quadricromia.


    Il sommo audace



    Color Tex #10
    DATA: Novembre 2016
    SERGIO BONELLI EDITORE
    COPERTINA: Gary Frank

    "Il mescalero senza volto"
    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Jacopo Rauch
    DISEGNI: Alessandro Bocci
    COLORI: Oscar Celestini


    "Rio Quemado"
    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Mauro Boselli
    DISEGNI: Maurizio Dotti
    COLORI: Oscar Celestini



    "Un cavallo di pezza"
    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Luca Barbieri
    DISEGNI: Walter Venturi
    COLORI: Erika Bendazzoli


    "Amici per la morte"
    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Francesco Testi
    DISEGNI: Mauro Laurenti
    COLORI: Beniamino Del Vecchio


    "Chupacabras!"
    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Moreno Burattini
    DISEGNI: Michele Rubini
    COLORI: Oscar Celestini



    Per le immagini: © 2016 Sergio Bonelli Editore.


    The Shadow Planet #1 - A message from the dead!

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    Un'esplosione di retro-fantascienza con venature d'horror



    The Shadow Planetè un progetto dall'identità molto marcata. Sin dall'annuncio dell'avvio del crowdfunding per l'etichetta Radium, ogni immagine o anteprima della serie realizzata dai Blasteroid Bros sembrava sprigionare fantascienza retro e misteroNella definizione di "retro-fantascienza" sembra mancare però quella venatura horror che attraversa felicemente l'opera, aggiungendole ulteriore suspense e pathos.



    Una richiesta d’aiuto da parte di una navicella che dovrebbe essere distrutta da trent’anni costringe tre astronauti a recarsi su un pianeta dove pericolo e misteri sono in agguato. Questa, senza voler anticipare troppo, la trama di A message from the dead!, primo episodio di The Shadow Planet (distribuito sinora esclusivamente ai funders del progetto in crowdfunding e che sarà racchiuso nel volume in uscita tra qualche mese).





    I Blasteroid Bros, ovvero Giovanni Barbieri (testi) e Gianluca Pagliarani (testi e disegni) insieme ad Alan D'Amico (colori), hanno lavorato a lungo e molto bene al concept di base, riservando particolare cura verso l'ambientazione, i costumi e i personaggi. Nelle pur poche venti pagine del primo episodio i protagonisti trovano il giusto spazio per esprimersi e far emergere ognuno la propria caratterizzazione. Dal punto di vista visivo si nota la grande versatilità di Gianluca Pagliarani, artista in grado di passare da titoli della Avatar Press come Ignition City e Crossed 3D, a Dragonero. Pagliarani si esprime con uno stile pulito ed efficace, dimostrando una buona gestione dello storytelling e delle inquadrature. Va citato anche il lavoro di Alan D’Amico, i cui colori contribuiscono in maniera determinante all’atmosfera della storia.




    A conti fatti, questo primo episodio rappresenta una premessa intrigante e riuscita, che lascia ben sperare anche grazie all'ottimo lavoro preliminare che trasuda dalle tavole e da cui si intravedono le enormi potenzialità progettuali dell'opera.


    Giuseppe Lamola


    The Shadow Planet: "A message from the dead!"
    NUMERO: 1
    DATA: Settembre 2016

    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianluca Pagliarani e Giovanni Barbieri
    DISEGNI E CHINE: Gianluca Pagliarani
    COLORI: Alan D'Amico




    Nota: 
    Questo articolo è stato pubblicato, in versione differente, sul sito Lo Spazio Bianco (qui: 
    http://wp.me/p3aNaQ-NuY)


    Preview: Lumberjanes vol. 4

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    Il quarto volume della serie scritta da Noelle Stevenson: novità al campo scout e grossi guai soprannaturali



    A circa sei mesi di distanza dal volume precedente, arriva sugli scaffali il quarto capitolo di Lumberjanes, serie profondamente innovativa che si è già guadagnata numerosi riconoscimenti negli USA, scritta da Noelle Stevenson (autrice anche di Nimona) e Shannon Watters con i disegni di Brooke Allen e i colori di Maarta Laiho.
    Vi presentiamo dunque Fuori tempo massimo, il nuovo volume in uscita a novembre per Bao Publishing.

    Comunicato stampa

    LUMBERJANES 4

    Al campo per "tipe dure" del Tortino di Cardo di Miss Qiunzella Thiskwin Penniquiqui le cinque amiche per la pelle Lumberjanes vorrebbero solo dedicarsi alle normali tecniche di sopravvivenza, senza bisogno di interventi soprannaturali, ma quando una tormenta si abbatte sul campo, le ragazze finiscono in guai più grossi che mai...
    "Lumberjanes è un tesoro prezioso. Siamo felici che sia una serie regolare, perché è tra i titoli più inclusivi e godibili dai lettori di tutte le età che ci siano in circolazione."
    - Comic Book Resources

    BAO Publishing è lieta di annunciare l'uscita in libreria del quarto capitolo della serie Lumberjanes, scritto da Noelle Stevenson (autrice di Nimona) e Shannon Watters con i disegni di Brooke Allen e i colori di Maarta Laiho.

    In questo quarto volume delle avventure delle Lumberjanes scopriremo molti segreti sull'origine del Campo e di chi lo dirige. Una storia di amicizia finita male... ma le Lumberjanes non possono permettere che l'amicizia vada sprecata o non venga onorata!

    Un volume fondamentale nella saga delle nostre scout preferite!

    Lumberjanes 4 è disponibile in libreria dal 24 novembre.

    Noelle Stevenson è una fumettista e sceneggiatrice americana originaria di Columbia (Carolina del Sud), che attualmente vive e lavora a Los Angeles. Dopo aver studiato al Maryland Institute College of Art di Baltimora, inizia a lavorare nel campo del fumetto per DC e per BOOM! Studios, dove è co-writer della fortunata serie Lumberjanes, premiata nel 2015 con due Eisner Awards (uno per la categoria “Best New Series” e l’altro per la categoria “Best Publications for Teens”) e un Harvey Award come “Best Original Graphic Publication for Younger Readers”. Dopo aver collaborato con la Casa editrice statunitense Marvel per le serie di Thor e Runaways, si cimenta anche nel campo dell'animazione per la Disney. Dell’autrice, la Casa editrice BAO Publishing ha inoltre pubblicato il fumetto best seller Nimona, di cui è autrice completa e che nel 2012 le è valso il premio dello Slate Cartoonist Studio come Miglior Webcomic.

    Shannon Watters è una sceneggiatrice americana di fumetti originaria di Sedona, che attualmente vive e lavora a Los Angeles. È la co-creatrice, insieme a Noelle Stevenson e Grace Ellis, della fortunata serie a fumetti Lumberjanes, inizialmente pubblicata negli Stati Uniti dalla BOOM! Studios e successivamente pubblicata in Italia dalla BAO Publishing. La serie si è aggiudicata diversi premi, tra cui due Eisner Awards nel 2015 (uno per la categoria “Best New Series” e l’altro come “Best Publications for Teens”) e un Harvey Award come “Best Original Graphic Publication for Younger Readers”.

    Per una preview del libro:
    http://issuu.com/baopublishing/docs/preview_lumberjanes_4

    Il Cimitero degli Amori Perduti

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    "L'amore è un cane che viene dall'inferno"
    Charles Bukowski






    McGuffin Comicsè un'etichetta di autoproduzione a fumetti fondata da due autori bresciani, Mattia Ferri e Mattia Boglioni. Il loro esordo è avvenuto quest'anno con In Mass Media Res, seguito ora da Il cimitero degli amori perduti, opera corale incentrata sul tema degli amori che finiscono.




    Il cimitero degli amori perduti è un volume incredibilmente intenso. Tratta di uno di quei temi che da sempre hanno ispirato poeti, cantanti e artisti di ogni genere: la fine dell'amore. Tenendo presente l'ampio campionario di opere che li hanno preceduti, gli autori vi si pongono in maniera originale, pensando a un vero e proprio cimitero in cui finiscono le relazioni sentimentali quando terminano. La narrazione si sviluppa attraverso piccole storie, alcune comprensibilmente tristi (ove non tragiche, come La notte di Natale), legate tra loro da una storia di raccordo. A farci da guida troviamo personaggi illustri come Dante Alighieri, William Shakespeare, Charles Baudelaire e Woody Allen, ovvero coloro che in maniera sublime sono riusciti a rappresentare l'amore e le sue infernali pene. Un po' a ricordarci che, come ben espresso nell'introduzione al volume scritta da Nadia Bordonali, spesso sono proprio la lontananza, l'assenza e la separazione a ispirare le opere migliori, quasi che la sofferenza che ne consegue possa in qualche modo essere una musa più ispiratrice di altre.




    Come la narrazione, pur nella frammentarietà delle storie brevi, mette in luce una certa profondità di pensiero inframmezzata da buone dosi di ironia (vedi il dialogo iniziale con Dante e quello con Woody Allen), anche la prova ai disegni, nonostante l'alto numero di autori coinvolti e di stili differenti, risulta globalmente positiva.
    Sebbene alcune tavole presentino un tratto in parte ancora acerbo, si intravedono chiaramente le potenzialità grafiche degli autori, che hanno curato bene tutte le fasi produttive dal fumetto, compresi il lettering, l'impaginazione e la resa su carta.



















    In sostanza possiamo aspettarci cose molto interessanti da questo gruppo di fumettisti che ha scelto oculatamente l'autoproduzione come mezzo per potersi esprimere al meglio.
    Prima di congedarci, non potevamo evitare di suggerire un sottofondo musicale che calza a pennello come La canzone dell'amore perduto di Fabrizio De André.



    Il sommo audace



    Il Cimitero degli Amori Perduti
    McGuffin Comics
    DATA: 2016

    COPERTINA: Lara Mondelli
    TESTI: Roberta Taboni, Mattia Ferri, Mattia Boglioni
    DISEGNI: Nicolò Belandi, Massimiliano Talamazzi, Elisa Mereu, Valerio Pastore, Martina Bonanni, Rosa Anna Esposto, Silvia Signorini, Simone Guarini
    ILLUSTRAZIONI FINALI: Sara Pavan, Laura Micieli


    Il condannato - Le Storie #50

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    L'intensa storia di William Sinclair narrata da Vitaliano e Pittaluga









    Posso dirlo? Superficialmente, prima di leggerlo, Il condannato non mi ispirava particolarmente. E non per la copertina (ennesimo ritratto pittorico magistralmente eseguito da Aldo Di Gennaro), né per gli autori (Fausto Vitaliano e Luigi Pittaluga, che anzi conosco e seguo rispettivamente su Topolino e Julia), né tanto meno per i temi e i luoghi del racconto (interessanti e non banali). No, la mancanza di convinzione a priori era legata a un dato - peraltro soggettivo, lo riconosco -, ovvero che dopo tanti begli episodi di fila de Le Storie, almeno un numero di "pausa", un episodio "materasso", forse era lecito aspettarselo.
    E invece...


    ...Dopo lo splendido Sangue e ghiaccio (di Tito Faraci e Pasquale Frisenda, da noi recensito qui), il suggestivo Notturno Newyorkese (di Samuel Marolla e Max Avogadro) e l'intenso Golem (di Francesco Artibani e Werther Dell'Edera), il poker si completa in bellezza con Il condannato.

    Il cinquantesimo numero de Le Storie, ambientato alla fine del Settecento, racconta una parte importante della vita di William Sinclair, giovane ragazzo londinese che si trova coinvolto in un omicidio. La sua condanna prevede la traversata dell'oceano verso i territori australiani, parzialmente ancora da esplorare e decisamente ricchi di sorprese.

    L'episodio imbastito da Fausto Vitaliano è un vero e proprio romanzo a fumetti, in cui si respira a pieni polmoni l'Avventura (quella con la "A" maiuscola), che non disdegna momenti altamente poetici e introspettivi e persino una piccola citazione colta nel finale (che non stiamo qui a svelarvi). I temi scelti si caratterizzano per una grande trasversalità e universalità: si parla di capire quale sia realmente il luogo da poter chiamare "casa", di scegliere il proprio destino nonostante le avversità della vita, di capire cosa sia davvero la libertà e che uso farne, di comprendere culture differenti e farne tesoro. La scelta di inserire la voce fuori campo nelle didascalie non appesantisce particolarmente la lettura, anzi, complice il lavoro di Riccardo Riboldi nella scelta del lettering in corsivo (quasi da diario), aggiunge un ulteriore tocco letterario alla narrazione. 

    Dal canto suo, Luigi Pittaluga ai disegni aggiunge sobrietà e stile al racconto, come già ci ha abituati sia su Julia che nella recente prova su Orfani. Il suo lavoro risulta particolarmente riuscito nel rappresentare l'emotività dei personaggi, che emerge soprattutto nei primi piani, molto curati. 





    A conti fatti, un episodio riuscito, che parte un po' in sordina nelle prime pagine ma risulta man mano coinvolgente, fino a tenere incollato il lettore per capire come va a finire.
    Quando una storia così è in grado di emozionarti davvero, il resto passa tranquillamente in secondo piano, e passa il tempo senza rendersene conto.
    Ci congediamo con un augurio per le prime cinquanta uscite de Le Storie, dunque: cento di questi episodi!


    Il sommo audace




    “Il condannato”
    SERIE: Le Storie
    NUMERO: 50
    DATA: novembre 2016
    SERGIO BONELLI EDITORE

    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Fausto Vitaliano
    DISEGNI E CHINE: Luigi Pittaluga
    COPERTINA: Aldo Di Gennaro















    Per le immagini: © 2016 Sergio Bonelli Editore.



    Shockdom pubblica “Renzo & Lucia – I Promessi Sposi a Fumetti”

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    Dopo la Divina Commedia, un capolavoro italiano reinterpretato da Marcello Toninelli





    S'intitolaRenzo e Lucia - I Promessi Sposi a Fumettied è il nuovo adattamento a fumetti realizzato da Marcello Toninelli (con il contributo del figlio Jacopo), già autore di una trasposizione a fumetti della Divina Commedia. Toninelli reinterpreta il capolavoro di Manzoni rimanendo fedele alla storia originale, adattata ai nostri giorni e proponendo un’opera al contempo divertente e istruttiva.


    Comunicato stampa

    Shockdom pubblica “Renzo & Lucia – I Promessi Sposi a Fumetti”

    Torna a dicembre la letteratura reinterpretata da Marcello Toninelli: dopo la Divina Commedia, un altro classico italiano che generazioni e generazioni hanno studiato sui banchi di scuola.

    Shockdom annuncia l’uscita di Renzo e Lucia - I Promessi Sposi a Fumetti. L’autore è Marcello Toninelli, già artefice del successo della rivisitazione della Divina Commedia in “Dante”, pubblicato dalla casa editrice nel 2015. Marcello reinterpreta il capolavoro di Manzoni rimanendo fedele alla storia originale, adattandola però ai nostri giorni e creando così un’opera divertente e allo stesso tempo istruttiva, e realizzata interamente a colori grazie al contributo del figlio Jacopo Toninelli. Il volume uscirà il prossimo Dicembre, giusto in tempo per diventare una sorprendente, originale e graditissima idea regalo per Natale.

    Sinossi: Nella versione di Marcello Toninelli, le cose sono andate ben diversamente da quello che ci hanno insegnato: a quanto pare Renzo spendeva tutti i suoi guadagni in fumetteria per comprare albi di supereroi mentre Lucia organizzava feste danzanti. E guai a contrariarla. Don Abbondio passava le giornate su YouPorn e Fra’ Cristoforo coltivava (e spacciava) marijuana. La Monaca di Monza... beh, lei era esattamente come nel libro del Manzoni. E poi c’erano Berlusconi, le Tartarughe Ninja, Dante... insomma, tutta un’altra storia!

    L’autore dichiara: “Che bello quando ti esibisci e, siccome la tua performance è piaciuta, ti chiedono il bis! Ancora più bello quando il bis te lo chiedono sia i lettori che l'editore. Certo, il merito è in gran parte di Dante, l'Alighieri, per aver creato un'opera immortale che “regge” senza problemi anche riletture e parodie. Dopo Dante non poteva che toccare al Manzoni, altro grande che la nostra scuola ci spinge troppo spesso a “odiare”. Ed ecco “Renzo & Lucia, i Promessi Sposi a Fumetti” che, ancora in corso di pubblicazione mensilmente sulla rivista d'informazione e critica sui fumetti Fumo di China, approda all'edizione in volume (completa di “Storia della Colonna Infame”), completa e con i colori di Jacopo Toninelli. Nella mia versione Lucia è una determinata femminista, Renzo un nerd fanatico dei fumetti, Don Abbondio un pornomane, Don Rodrigo un organizzatore di “cene eleganti” e padre Cristoforo un trafficante di “erba”. Ora, per le strenne natalizie, chi non ha ancora comprato “Dante” avrà l'imbarazzo della scelta.”

    “Lavorare alla realizzazione di questo volume è stato un onore e un piacere”, aggiunge Chiara Zulian, responsabile editoriale per Shockdom. “Dopo la sua famosissima versione della Divina Commedia, Marcello ha voluto cimentarsi nella rivisitazione di un altro enorme classico della letteratura italiana, centrando perfettamente il bersaglio. I “suoi” Promessi Sposi sono divertenti, sarcastici e a dispetto dell'epoca anche molto attuali. Lucia non è esattamente la dolce fanciulla remissiva che tutti ricordano dalle letture ai tempi della scuola, in ogni personaggio ritroviamo vizi e piccole manie del nostro tempo, così non stupisce di vedere Renzo sfogliare i fumetti dell'Uomo Ragno, struggendosi più per il destino di Gwen che per la sorte della stessa Lucia, o Don Abbondio immerso in letture non proprio sacrali. “Renzo & Lucia” è un volume divertente, splendidamente disegnato e colorato, che non deluderà le aspettative di tutti quelli che già hanno amato “Dante, la Divina Commedia a Fumetti”.





    Renzo & Lucia – I Promessi Sposi a Fumetti sarà disponibile dal 2 Dicembre in fumetteria, libreria e online su www.shockdom-store.com.

    Marcello Toninelli, fumettista, scrittore, giornalista, è nato a Siena il 25 giugno del 1950. Ha lavorato per i più importanti editori italiani collaborando a testate come Dylan Dog, Zagor, Lanciostory e il Giornalino. Con la sua particolarissima narrazione a strisce umoristiche ha realizzato le parodie della Divina Commedia, di Iliade e Odissea, Eneide, Gerusalemme Liberata e del film “Guerre stellari”, oltre alle biografie di Mussolini e Berlusconi. I suoi romanzi “S'i' fosse Morte...”, “Il pianeta scomparso” e “Darkiller” e il saggio politico “Democrazia davvero” sono reperibili in edizione digitale. Gli sono state dedicate mostre personali in occasione d’importanti convention del settore come Expocartoon, Riminicomix, Mostra del Fumetto di Falconara Marittima, Umbria Fumetto, Salento Fumetto, Fullcomics e Nuvole in Toscana, ed è stato chiamato a parlare del suo Dante in due università canadesi, a Oslo e in varie altre sedi norvegesi dall'Associazione Dante Alighieri. Ha ricevuto il Premio Anafi (1995 e 2005), la Targa Pini Segna (1997), il Premio Grande Autore (2000), il Premio Nerbini (2005) e il Premio Fumo di China come “Miglior Autore Umoristico” (1999 e 2004).

    Jacopo Toninelli, colorista, nasce a Milano il 4 gennaio 1987. Trasferitosi con la famiglia a Livorno dove attualmente risiede, lavora in una importante azienda come perito informatico e dedica il resto del suo tempo alla pallanuoto e al fumetto. Ha colorato le pagine di Capitan G per il Giornalino, le strisce di Kino per Famiglia Cristiana, un episodio di Agenzia Incantesimi di Memola e Stellato, e varie copertine di Fumo di China e Annuario del Fumetto.

    Shockdom è la casa editrice di fumetti fondata da Lucio Staiano con oltre 100 titoli a catalogo. Il progetto Shockdom nasce nel 2000 come prima realtà italiana a produrre fumetti digitali, diventando, col tempo, la casa editrice italiana punto di riferimento per i webcomics e una delle realtà in maggiore crescita nell’editoria tradizionale. Un’azienda innovativa, che si pone come obiettivo l’evoluzione e il cambiamento del fumetto in Italia, con un parterre di autori giovani e italiani (da Giulio Rincione  a Sio, da Bigio ad Angela Vianello). Una ‘taverna company’ che punta sul lavoro artigianale, collaborativo e di qualità, credendo anche in talenti ancora sconosciuti da lanciare non solo in Italia ma anche all’estero. Una realtà in grado di avvicinare i brand al target giovanile (ha collaborato con Parmareggio, Goodyear, Akuel, Lancia, Nivea, Riso Gallo, Universal Music).

    DYLAN DOG #363

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    Gli amici immaginari e i ricordi sepolti








    A Paola Barbato e Giovanni Freghieri spetta il difficile compito di realizzare il numero di Dylan Dog successivo all'albo sceneggiato da Tiziano Sclavi. Una storia basata sulla rimozione delle memorie e sulla conseguente necessità di ricordare, che si segnala editorialmente parlando per un (annunciato) evento epocale: la prima copertina della serie regolare realizzata da Gigi Cavenago.



    "Ricordi... Tutti i documenti dei casi a cui ho lavorato... i miei appunti... le incredibili storie che ho scritto con la mia penna d'oca, e che nessuno ha mai pubblicato o letto... ma anche cose personali... Ricordi di una vita di cui ricordo ben poco... e più vado indietro nel tempo, più cerco di tornare alla mia infanzia, più tutto si confonde tra realtà e sogno..." 
    Dylan Dog ne Il lago nel cielo (Dylan Dog #153)

    Un nuovo incubo attanaglia Dylan, un incubo oscuro condito da una serie di visioni ricorrenti:  immagini che riconducono al suo passato e che non riesce a mettere bene a fuoco. Così, mentre un serial killer uccide persone difficilmente ricollegabili tra loro, l'inquilino di Craven Road si rivolge a un analista (sotto stretto consiglio dell'ex-Ispettore Bloch) per andare a fondo su ciò che ha inconsciamente rimosso e che non smette di perseguitarlo.
    Paola Barbato ci consegna una storia dalle premesse intriganti, scorrevole e in cui tutto torna. Alcuni aspetti del passato dell'Indagatore dell'incubo, come l'infanzia trascorsa a Crossgate, sono da sempre fonte di interessanti quesiti: portare il personaggio stesso alla ricerca delle risposte è uno spunto senz'altro apprezzabile. Anche l'apetto legato alle indagini sull'assassino si legge con piacere e possiede un buon ritmo. La pecca principale dell'episodio è imputabile a un'eccessiva linearità e alla mancanza di particolari scossoni nel plot: se da una parte ciò è facilmente giustificabile considerando la sua pubblicazione dopo Mater Dolorosa e Dopo un lungo silenzio(due episodi dalla forte connotazione emotiva e dall'impatto tutt'altro che secondario sulla serie in generale), dall'altra sembra in alcuni punti mancare un po' di mordente, soprattutto nei dialoghi. Va annotata anche una gestione dei personaggi meno innovativa di quanto sarebbe ragionevole aspettarsi: lo stesso Bloch, verso cui la sceneggiatrice lombarda ha sempre una dimostrato particolare predilezione unita alla capacità di renderne appieno l'essenza e l'evoluzione, finisce in pratica per ricoprire un ruolo del tutto simile a quello che ha sempre svolto prima del "nuovo corso", ovvero di mentore ma anche di supporto per Dylan (con l'eccezione d'essere accompagnato, per tutta la seconda metà della storia, dall'intraprendente e affascinante Sergente Rania Rakim). Altro esempio è l'Ispettore Tyron Carpenter, personaggio introdotto negli ultimi anni, che aveva esordito in maniera non particolarmente convincente (in Dylan Dog #339, Anarchia nel Regno Unito) e che ancora non riesce a trovare una sua collocazione definita all'interno della serie: anche quando svolge un ruolo non del tutto marginale (come in questo episodio) si ha l'impressione che gli autori non riescano a farne un personaggio a tutto tondo, operazione invece riuscita almeno in parte con la già citata Rania.
    Ultimo ma non ultimo, Dylan. La propensione a mettere a dura prova il personaggio sembra ormai diventata la regola, al punto che risulta quasi difficile ricordare una storia in cui non sia stato malato o sull'orlo di una crisi. Da un certo punto di vista questo fattore potrebbe condurre a indebolire la portata e l'eccezionalità delle sue (dis)avventure, rendendo alla lunga il lettore scettico e assuefatto alla dissezione della psiche e delle viscere del personaggio.


    D'altro canto la componente visiva si avvale dei disegni di Giovanni Freghieri, che sono quella rassicurazione di cui spesso il lettore seriale ha bisogno. Il suo tratteggio è inciso in maniera indelebile nella memoria degli appassionati dylaniati e qui lo ritroviamo sostanzialmente come lo ricordavamo, dopo l'eccellente lavoro sulla miniserie Hellnoir (su testi di Pasquale Ruju), l'incursione tinta di rosso su Morgan Lost (#3,Mister Sandman) e la prova purtroppo non convincente su La Mappa delle Stelle, crossover estivo tra Morgan Lost e Brendon (sceneggiato da Claudio Chiaverotti). Freghieri torna dunque ai suoi consueti standard qualitativi: il suo stile sognante si sposa molto bene con il tono della storia, al punto da rendere perdonabile qualche piccola imperfezione.

    In chiusura, un doveroso cenno alla cover. La copertina bianca del numero precedente, oltre a ricoprire diversi valori profondamente simbolici, ha rappresentato una sorta di emblema della transizione (come sapientemente espresso dal sempre attento Lorenzo Barberis qui): fino a quel momento le copertine di Dylan Dog sono state saldamente e incrollabilmente per venticinque lunghi anni nelle mani di Angelo Stano, indiscusso maestro a cui non smetteremo mai di tributare la nostra riconoscenza. Prima di cedere il testimone era doverso lasciare il tempo per metabolizzare il cambiamente, con un bianco eloquente. Ora, dopo gli applausi e il lungo silenzio, è il momento della prima ottima prova di Gigi Cavenago, che riporta alla mente alcune bozze e illustrazioni da lui realizzate nel 2014: il disegnatore di Mater Dolorosa sembra averne conservato il nucleo compositivo, sviluppato e perfezionato nella postura di Dylan e Groucho, con l'inquietante aggiunta del bambino seduto alle destra di Dylan (e l'idea del sovrannaturale resa tramite l'aura azzurra che lo circonda).



    Bozza realizzata da Gigi Cavenago, 2014.

    Illustrazione di Gigi Cavenago, 2014.

    La cover di Gigi Cavenago per Cose perdute, versione "naked".

    Un esordio portentoso che ci lascia dunque fiduciosi per il futuro della testata (anche perché l'anteprima della cover del numero di dicembre è un'altra bomba pronta a scoppiarci tra le mani!).

    Audaci e putrescenti saluti.


    Il sommo audace





    "Cose perdute"
    SERIE: DYLAN DOG
    NUMERO: 363
    DATA: novembre 2016
    SERGIO BONELLI EDITORE

    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
    DISEGNI E CHINE: Giovanni Freghieri
    COPERTINA: Gigi Cavenago










    Per le immagini: © 2016 Sergio Bonelli Editore.

    Preview: Battaglia - Dentro Moana

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    Tanino Liberatore firma la copertina della nuova avventura del vampiro siciliano

























    Il 30 novembre uscirà in edicola per Editoriale Cosmo la nuova avventura dedicata al vampiro siciliano Pietro Battaglia, dal titolo Dentro Moana, scritta da Mauro Uzzeo (Dylan Dog, Orfani) e disegnata da Pierluigi Minotti. Un aspetto decisamente importante è che l'episodio del personaggio ideato da Roberto Recchioni e Leomacs avrà una copertina realizzata dal maestro Tanino Liberatore.
    Vi presentiamo l'albo e dieci tavole del fumetto in anteprima.

    Comunicato stampa

    In edicola una nuova storia di Battaglia:
    Dentro Moana

    Tanino Liberatore firma la copertina della nuova avventura 
    del vampiro a fumetti


    Roma, novembre 2016 - Dal 30 novembre Editoriale Cosmo porta in edicola Battaglia n. 7 -  Dentro Moana, storia scritta da Mauro Uzzeo, disegnata da  Pierluigi Minotti con copertina di Tanino Liberatore, l’artista definito da Frank Zappa come “il Michelangelo del fumetto”.  Nuovo episodio per il vampiro siciliano Pietro Battaglia, personaggio ideato da Roberto Recchioni e Leomacs che attraversa gli episodi più neri della storia italiana. 

    La Prima Guerra Mondiale e Caporetto, il Duce e le fumerie d'oppio di Shangai, i fascisti, il Pio Padre, le Foibe, Ustica, i Servizi Segreti italiani e il Divo. Un secolo di storia non è riuscito a domare Pietro Battaglia, il nemico di tutti. Riuscirà Battaglia a resistere alla donna che ha stravolto il comune senso del pudore dell'Italia intera? Dentro Moana, una storia d’amore.

    Scritta da Mauro Uzzeo (Dylan Dog, Orfani) e disegnata da Pierluigi Minotti, Dentro Moana arriverà in edicola con una copertina di Tanino Liberatore.

    Tanino Liberatore, assieme a Stefano Tamburini, ha creato il più eversivo, violento coatto della storia del fumetto, quel Ranxerox che è stata grande fonte d'ispirazione e cattivo maestro per me e Leomacs. Avere una sua copertina è come vedere un cerchio di insensata violenza che si chiude.” - così Roberto Recchioni ha commentato il coinvolgimento di Tanino Liberatore.

    La storia editoriale di Battaglia inizia negli anni Novanta per mano dei creatori del personaggio: lo sceneggiatore Roberto Recchioni (attuale curatore di Dylan Dog e creatore della serie a fumetti Orfani per Sergio Bonelli Editore) e il disegnatore Leomacs, al secolo Massimiliano Leonardo (Tex, Magico Vento). Da allora Battaglia ha continuato il suo percorso editoriale fino a diventare una miniserie proprio per Editoriale Cosmo.











    Scheda tecnica:
    Formato: 16x21 cm, b/n, brossurato
    Pagine: 144
    Prezzo: € 5,00


    Gravure, presentazione al Lanteri

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    Incontro sul fumetti autoprodotto, all'interno della rassegna Fumetti&PopCorn




    Per il settimo appuntamento della rassegna Fumetti&PopCorn è la volta di Gravure, albo a fumetti autoprodotto da Francesco Guarnaccia, Vittoria Macioci, Ilaria Apostoli, Matteo Lupetti, Chiara Abastanotti e Danilo Manzi, che sarà oggetto di un incontro il giovedì 1 dicembre presso il Cinema Caffé Lanteri di Pisa.


    Comunicato stampa

    Cinema Caffè Lanteri
    presenta
    “Gravure”
    di Francesco Guarnaccia, Vittoria Macioci, Ilaria Apostoli, Matteo Lupetti, Chiara Abastanotti e Danilo Manzi

    Giovedì 1 dicembre
    Ore 20 incontro con gli autori in Redrum

    Giovedì 1 dicembre alle ore 20, il Cinema Caffè Lanteri di Pisa dedica un’altra serata al fumetto autoprodotto per la rassegna Fumetti&PopCorn. Sei autori, Francesco Guarnaccia, Vittoria Macioci, Ilaria Apostoli, Matteo Lupetti, Chiara Abastanotti e Danilo Manzi, per un albo di 80 pagine a colori dal titolo “Gravure”. Ospiti di questo settimo appuntamento, Matteo Lupetti e Francesco Guarnaccia, che ci racconteranno non soltanto come è nato il progetto editoriale e dei suoi contenuti, che ruotano attorno al tema horror, ma anche della scelta di stamparlo con la tecnica Risograph.
    Gravureè formato da quattro storie autoconclusive pensate e disegnate dalle mani di Francesco Guarnaccia, Vittoria Macioci, Ilaria Apostoli e Matteo Lupetti, più una storia in due parti realizzata da Chiara Abastanotti e Danilo Manzi. Il titolo dell’albo, Gravure, che in francese significa incisione, è indicativo del filo su cui scorrono tutte le storie, che riflettono sulle ferite provocate dalle relazioni col prossimo o proprio dalla loro assenza; “incisioni” invisibili sulla pelle di ognuno di noi. La copertina e il retro sono realizzati a partire dalla linografia di Matteo Lupetti ideatore del progetto. Ogni copia è stampata in Risograph bicroma (da Friends Make Books, Torino) su carta Freelife Vellum di Fedrigoni.

     Tavola di Ilaria Apostoli tratta dall'albo.


    La serata sarà realizzata col supporto di Radiocicletta, media partner della rassegna Fumetti&Popcorn.

    GLI AUTORI

    Francesco Guarnacciaè nato nel 1994. È membro del collettivo Mammaiuto con il quale ha pubblicato “From Here To Eternity” e ha partecipato all’antologico “Un ragazzo parte per un viaggio, ferisce qualcuno, non torna più a casa”. Riceve la Menzione Speciale della giuria al premio Gran Guinigi e vince il premio “Nuove Strade” ai premi Micheluzzi del Napoli Comicon. Ristampa From Here to Eternity con Shockdom e lavora ad un libro per Bao Publishing.  Attualmente studia Design a Firenze.

    Danilo Manzi nato il 15 luglio del 1990, cresciuto a Minori in provincia di Salerno. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha studiato “Fumetto e illustrazione” e “Linguaggi del fumetto”. Attualmente sta lavorando alla realizzazione di un graphic novel intitolato “Infetto” (https://www.facebook.com/danilo.manzi.3/media_set?set=a.10210731142021693.1073741826.1443695778&type=3&pnref=story).

    Chiara Abastanottiè nata vicino al Lago di Garda nel 1984. Disegna fumetti e illustrazioni e organizza laboratori didattici tra Brescia e Bologna. Dopo la laurea in Antropologia, nel 2010 si diploma in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze, e si sta specializzando in Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha pubblicato per Beccogiallo Editore (“Lea Garofalo,” e “La shoah spiegata ai bambini”) e per Liberedizioni, oltre che su GraphicNews www.graphic-news.com. È stata in mostra alla Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo 17, BJCEM 2015.

    Vittoria “VicMac” Macioci è nata nel 1991, è cresciuta a Roma e si è poi straferita in Francia dove ha frequentato 2 anni di corso preparatorio a SUPINFOCOM Valenciennes, scuola di animazione 2D/3D. In seguito si è laureata all’Ecole Emile Cohl, scuola di illustrazione, fumetto ed animazione a Lione. Ha lavorato nella casa editrice Quelle Histoire a Parigi in qualitá di stagista illustratrice e storyboarder, ha realizzato l’identità grafica dell’album “Fac(e)ing the animals” dei So Does Your Mother, ha collaborato come comics artist con l’Opéra di Lione. www.vic-mac.com

    Ilaria Apostoli ha frequentato per pochi anni l’Accademia di Bologna per poi decidere di dedicarsi da sola alla produzione fumettistica. Ha pubblicato in America “The Fierce Are Fading” sui testi di Joshua D. Howell.

    Matteo “il signor M” Lupetti dopo essersi diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010 si dedica a sceneggiature per altri autori, vignette, illustrazioni, grafica, alla autoproduzione con vari collettivi indipendenti e alla scrittura di articoli su videogiochi per vari siti internet. Sta ora studiando Sommelerie.


    Cinema Caffè Lanteri
    Via San Michele degli Scalzi 46, Pisa





    MORGAN LOST #14

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    La perfezione (non) è di questo mondo


    Claudio Chiaverotti, nel corso della sua ormai quasi trentennale carriera di sceneggiatore di fumetti, ci ha regalato così tante storie memorabili che l'unico paragone che regge è quello con un altro maestro di un'altra arte: Woody Allen. Il divo Claudio, è cosa nota, ha nel sangue e nel DNA il cinema e per questo non vi deve sorprendere l'accostamento, molto meno ardito di quanto si possa pensare.

    Quando Woody Allen apparve nel fumetto cult di Dave Sim, Cerebrus
    (altri esempi del legame tra il regista e la Nona Arte in questo approfondimento su Fumetologica).


    Una delle ultime apparizioni fumettistiche del regista, nella storia Il Cimitero degli Amori Perduti
    (© McGuffin Comics), di cui abbiamo parlato recentemente qui.

    Il motivo è legato intanto alla quantità di storie prodotte dai due: Woody Allen è - lo sanno tutti - uno scrittore nevrotico-ossessivo-compulsivo che scrive in media due sceneggiature per film all'anno e lo fa da più di quarant'anni. Una media insostenibile per chiunque altro, scrittore o scrittore/regista che sia: nessuno lo ha fatto prima di lui e difficilmente qualcuno riuscirà a farlo dopo di lui, tenendo così elevata la qualità media del prodotto finale.
    Passiamo al nostro Chiaverotti: se pensate che soltanto di Brendon sono usciti in duecento mesi cento albi della serie regolare (escludendo gli Speciali) e ci aggiungete tutte le storie scritte per Dylan Dog e quelle per Morgan Lost vedrete che i conti tornano.
    Ma non è solo sull'aspetto quantitativo o qualitativo delle storie prodotte dei due che intendevo soffermarmi, ma soprattutto sul labor limae, sulla loro opera di cesello, sulla loro capacità tutta artigianale di oliare alla perfezione la macchina narrativa, sulla loro arte, sulla loro impareggiabile abilità di portare in porto la nave del film o dell'albo a prescindere dall'originalità della trama o dalle trovate più o meno riuscite.
    Entrambi sono i numeri uno nei rispettivi campi e non conoscono flessione soprattutto dal punto di vista dell'orologeria del meccanismo sotteso al funzionamento del loro congegno artistico. Con questo numero 14 di Morgan Lost Chiaverotti ci dimostra proprio questo: la storia può essere classificata come la più anomala tra quelle presentate per la serie ma il risultato non cambia, il congegno è preciso, la macchina perfetta.


    Il filo rosso (sangue, ovviamente) con il resto della produzione "lostiana"è tenuto dalla copertina bipartita di quel mostro di bravura che è Fabrizio De Tommaso (costantemente al di sopra di qualsiasi cover ci sia in giro nel panorama Bonelli dalle ultime prove di Massimo Carnevale per Orfani a oggi) e dal fatto che Morgan si continua a prestare alla perfezione al ruolo di comprimario, mai di vero protagonista. Morgan è solo il vettore principale della formula chiaverottiana della storia perfetta che racconta una vita solo apparentemente perfetta.
    I disegni del sempre più entusiasmante Max Bertolini, il quale raggiunge la collega Val Romeo a quota due dopo il bellissimo L'ombra dello sciacallo (ML #11, dell'agosto 2016), sono quanto di più azzeccato per una storia del genere ci potesse essere. Il suo tratto privo di esagerazioni, caratterizzato da un'anatomia estremamente aderente al reale (fatta eccezione per il "mostro", appunto cosa mirabile, Santa Klaus Killer, altro personaggio fondamentale della storia), attentissimo ai dettagli che fanno la differenza tra una vita realmente perfetta e una che lo è soltanto in apparenza. A volte citando (o, almeno, a chi scrive ricorda molto da vicino, il che è un grosso complimento) il maestro Angelo Stano, Bertolini ci regala alcune tra le tavole più belle dell'intera serie quando seziona la mente del dr. Matthews e ce la mostra per quella che è: una matrioska di un sogno di un cervello morente in un cervello morente che sta sognando...

    Chiaverotti è in costante dialogo con la sua stessa opera (da manuale di sceneggiatura il richiamo ai manichini di Incubo di una notte di mezza estate, suo secondo albo di Dylan Dog, così come quello a Brendon e Anja di Lacrima di tenebra e quello alla cicciona psicopatica, chiaverottiano feticcio narrativo - che stavolta ricorda Ursula, la strega de La Sirenetta della Disney) ed è in comunicazione con il lettore più attento, proprio come Allen è in dialogo con la sua opera, quella di Dostoevskij e con il suo pubblico più colto.

    Una vita perfettaè proprio come un Match Point chiaverottiano: non c'è spazio per l'amara ironia di cui Claudio sa essere capace quando è dell'umore giusto; noi vediamo tutto quello che succede, sappiamo tutto quello che succede (anche e soprattutto nel passato drammatico del vero protagonista della storia, il dr. Matthews) ma non per questo siamo meno interessati alla storia, anzi, restiamo comunque lì, con gli occhi incollati, in attesa dell'ultimo fotogramma o dell'ultima tavola che ci regalerà la liberazione, mai a lieto fine, dato che, nella vita, l'unico lieto fine è per i morti perché soltanto per loro è giunto il momento di non avere più incubi né rimorsi.

    Morgan Lost non è mai arrivato così in alto.

    Rolando Veloci


    MORGAN LOST  “Una vita perfetta” 
    NUMERO: 14
    DATA: novembre 2016
    SERGIO BONELLI EDITORE 

    SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
    DISEGNI E CHINE: Max Bertolini
    COLORI: Studio Arancia
    COPERTINA: Fabrizio De Tommaso







    Per le immagini: © 2016 Sergio Bonelli Editore, eccetto ove indicato.

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