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Dylan Dog: Back in black (and white)!

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Al via Dylan Dog – Il nero della paura con un inedito di Barbato/ Roi
 


Il 27 luglio debutterà Dylan Dog – Il nero della paura, nuova iniziativa promossa da Sergio Bonelli Editore in collaborazione con La Gazzetta dello Sport, che proporrà volumetti settimanali contenenti storie brevi in bianco e nero dell'Indagatore dell'incubo. Nel primo albo anche un episodio inedito firmato da Paola Barbato e Corrado Roi.

Dal sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore:

Back in black (and white)!

Dal 27 luglio, nuova iniziativa in collaborazione con La Gazzetta dello Sport: “Dylan Dog – Il nero della paura” propone volumetti settimanali che raccolgono storie brevi in bianco e nero. Nel primo albo, anche un episodio inedito, firmato Barbato/Roi!




“Dylan Dog – I colori della paura”, l’iniziativa di grande successo che ha accompagnato i lettori della Gazzetta dello Sport per un intero anno (l’esordio è datato 22 luglio 2015), terminerà il suo ciclo di pubblicazioni con il numero 54, in edicola dal 27 luglio. In contemporanea con quest’ultima uscita, farà il suo esordio una nuova collana, “Dylan Dog – Il nero della paura”: venticinque albetti settimanali, da 48 pagine ciascuno, che offriranno il meglio delle storie brevi “dylaniate”, nel tradizionale e terrificante bianco e nero!
Il primo volumetto della collana, oltre a due imperdibili classici firmati da Tiziano Sclavi e visualizzati da Corrado Roi, offrirà anche un inedito: “Il bianco e il nero”, sceneggiato da Paola Barbato per le fascinose chine dello stesso Roi, maestro delle ombre, da sempre perfettamente calato nelle cupe atmosfere dylandoghiane.
Dal 27 luglio, dunque, acquistando la Gazzetta dello Sport e aggiungendo 2,50 Euro per ogni albetto, ogni settimana si rinnoverà l’appuntamento con “Dylan Dog – Il nero della paura”, un viaggio nell’orrore intinto nel bianco e nero, accompagnati dai più grandi autori al servizio dell’Indagatore dell’Incubo!




Paranoid Boyd #4 - Il corpo del mostro

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L'orrore visionario di Andrea Cavaletto sulle note dei The Foreshadowing





Pubblicato in concomitanza con la mostra mercato di Riminicomix (14/17 luglio 2016), il quarto numero di Paranoid Boyd riveste un particolare interesse per diversi motivi. Il primo è l'approccio multimediale, che si concretizza con la presenza come special guest della versione a fumetti di una nota band metal, i The ForeshadowingPoi i disegni: se nella prima stagione l'opera si era giovata dell'apporto di vari talentuosi disegnatori, qui possiamo apprezzare tavole di un unico artista, Enrico Carnevale, che si è espresso in una prova corposa ed efficace.













Sia prequel che spin-off, il quarto numero della serie ideata da Andrea Cavaletto si concede una pausa dal filo del racconto per concentrarsi su ossessioni, perversioni e manie dei comprimari. Lo sceneggiatore piemontese, per l'occasione coadiuvato ai testi da Marta Carotenuto, riempie l’episodio di scene esplicite e dai toni molto forti, mettendo in piedi una realtà permeata da un’estrema violenza e da oscure idolatrie. Cavaletto non è abituato a indorare la pillola per cui in un’opera come Paranoid Boyd si è concesso piena libertà espressiva non lesinando scene al limite del disturbante. Come detto in apertura, una particolarità della storia consiste nel rapporto a filo doppio che la lega alla musica: vi compaiono infatti i membri di una band metal che esiste realmente, i The Foreshadowing, in qualità di comprimari della storia. La stessa band per l'occasione ha composto un brano intitolato appunto Paranoid Boyd* e tutto ciò non fa altro che confermare il forte legame tra il fumetto e la musica (già evidente nel titolo della serie, che rievoca la famosa canzone deiBlack Sabbath) e tra quest'ultima e il filone demoniaco/diabolico. Sebbene non manchino i riferimenti reali, a partire dal tragico evento mostrato in apertura e ripreso dal finale del numero zero, l’elemento sovrannaturale è infatti decisamente preponderante. 


Come affermato dallo stesso sceneggiatore in una recente intervista a riguardo su Lo Spazio Bianco, lo stesso andamento della trama è assimilabile a un quello di un concept album musicale, con un’alternanza di momenti parlati, rapide accelerazioni e improvvise esplosioni. A tratti però il desiderio di non porsi limiti sembra prevalere sulle effettive necessità narrative, lasciando la sensazione di un racconto in parte sbilanciato e non pienamente compiuto. 
Dal punto di vista grafico la prima stagione di Paranoid Boyd aveva forse sofferto la disomogeneità stilistica legata alla pluralità di disegnatori coinvolti, mentre questo quarto episodio è affidato al solo Enrico Carnevale, che conferma l’impressione positiva del lavoro precedente (sul secondo numero della serie). Carnevale gioca molto con le prospettive e le inquadrature, conferendo al contempo dinamicità e oscurità alle tavole, con frequenti aperture in dettagliate e spettacolari splash page.
In conclusione, non ci resta che stare a vedere come si evolveranno le avventure di William Boyd e soci, e magari rileggere quelle già pubblicate tenendo una canzone dei The Foreshadowing in sottofondo.


Giuseppe Lamola








*L'approccio multimediale di quest'albo non si limita infatti a presentare una versione a fumetti della metal band dei The Foreshadowing: nella variant edition di Paranoid Boyd #4 c'è un QR CODE che permette di ascoltare in esclusiva in streaming il brano (intitolato appunto Paranoid Boyd) realizzato appositamente dai The Foreshadowing. Tale variant edition, stampata in tiratura limitata di 300 copie, avrà anche una wraparound cover realizzata da Simone Delladio.




Paranoid Boyd #4: "Il corpo del mostro"
Edizioni Inkiostro
Luglio 2016

Testi: Andrea Cavaletto e Marta Carotenuto
Disegni: Enrico Carnevale

Copertina Ed. Regular: Blake Malacerta
Copertina Ed. Variant: Simone Delladio

















Nota: 
Questo articolo è stato pubblicato, in versione differente, sul sito Lo Spazio Bianco a questo link.


ORFANI: NUOVO MONDO #10

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Play it again


Forse dovremmo andarci con i piedi di piombo. Attendere finché non avremo compreso fino in fondo il significato di ciò a cui stiamo assistendo (in questo caso: fino all'ultimo numero dell'ultima stagione?).
Forse dovremmo smetterla di seguire degli schemi che ci siamo prefissati e che sembrano spiegare assolutamente tutto, almeno finché non vengono frantumati all'improvviso.
Forse, insomma, dovremmo essere molto cauti.
Forse...

Ma anche no! Altrimenti che gusto ci sarebbe (a recensire ogni numero di Orfanicome da quasi tre anni ci siamo presi la briga di fare)?

[Se pubblichiamo questa recensione dopo l'uscita dell'albo, allora dovreste affezionarvi all'idea che potrebbe fatalmente contenere
spoiler e dunque potreste non avere alcun motivo per presentare rimostranze!]
















Gioca e muoriè uno degli episodi più spettacolari e importanti dell'intera terza stagione.
La sola trama dell'albo riserva non poche sorprese per lo svolgimento complessivo dell'opera. Intanto si viene a conoscenza del modo in cui i Cani, ovvero i droni che vanno a caccia di clandestini per conto del Governo della Colonia, sono comandati a distanza, in un "gioco" surreale e paradossale che coinvolge gli stessi clandestini catturati. Non solo: assistiamo al contempo al ritorno, in veste inedita, di un altro dei compagni di Rosa che si era disperso negli episodi precedenti, di cui eravamo in attesa di conoscere il destino. Oltretutto non va trascurato che durante l'episodio precedente Jsana Juric era finita in sala operatoria, ormai prossima al parto, subito dopo aver affidato il compito di redarre la propria biografia allo scrittore Émile Bogdan. Sull'esito della sua gravidanza non staremo qui a prolungarci, per quanto è palese che si tratta di un altro di quegli eventi destinati ad avere grosse ripercussioni sulle storie a venire. 


Il dialogo tra le due anime di Sam.

Poi c'è Sam, che continua a cercare se stessa tra i fantasmi del passato. E per completare il quadro, ovviamente, Rosa, in fuga con Vincenzo e Cesar, che è intenta a ritrovare suo figlio ed è pronta ad affrontare di tutto pur di riabbracciarlo. Sullo sfondo riemerge così il tema dell'appartenenza, le conseguenze dell'essere figli e ancor più dell'essere genitori, uno degli assi portanti di Orfani, quanto meno nelle ultime due stagioni. Questo tema è stato spesso e volentieri sviscerato dallo stesso Mauro Uzzeo, che guarda caso torna in cabina di regia proprio con questa storia. Se in Ringo avevamo assistito al crescendo del tormento legato alla paternità dei tre ragazzi (e ognuno di loro aveva uguali probabilità di essere suo figlio o sua figlia), in questo Nuovo Mondo sono i percorsi paralleli di Rosa e della presidentessa Juric al centro del quadro, con l'incognita della già citata Sam. Per una volta la Juric, sempre più umana - per via della condizione di debolezza legata alla gravidanza - e piena di sfaccettature, è pronta a rubare la scena a tutti. Il suo sguardo ci conduce verso territori inesplorati e verso i dubbi a cui accennavamo in apertura. C'è qualcosa che ancora ci sfugge? Qual è il suo ruolo? Cosa si cela nel suo passato? A lei viene dedicata la scena onirica magistralmente disegnata da Fabrizio Des Dorides, uno dei passaggi che dominano l'albo, introdotto dalla citazione del logo della Ladd Company (la casa di produzione cinematografica responsabile di lungometraggi come l'ineguagliabile Blade Runner).


Confrontate pure pagina 66...


...con questo video.

Nell'arco di dodici tavole la Juric rievoca momenti del suo passato, si esprime in monologhi che sembrano quasi rivolti al lettore ("...sono il buono di questa storia/ e tu non hai diritto di giudicarmi") e soprattutto si ribella verso uno schema prefissato. Infatti, finora lei è l'unica a rivolgersi direttamente all'albero ("l'albero della vita" che appare invariabilmente nelle visioni di tutti i protagonisti), rifiutandosi di "riflettere sul significato della propria esistenza" solo perché vi si trova davanti, quasi a rompere d'improvviso uno degli schemi base visti in questi anni di storie di Orfani. Anche nell'ambiente onirico la Juric non va in cerca di espiazione e non vuole essere sottoposta al potere o al giudizio altrui, ma cerca di fare ciò che fa sempre: controllare tutto. Forse proprio in questo risiede l'interpretazione di una delle scene più significative dell'albo, che si giova della resa grafica di uno straordinario Fabrizio Des Dorides.
Se a livello di testi Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo danno vita a una storia densa e sentita, anche per quanto riguarda i disegni tutti e quattro gli artisti messi all'opera riescono ad esprimersi al meglio. 

Francesco MortarinoWerther Dell'EderaLuca Casalanguida e il già citato Fabrizio Des Dorides realizzano con stili ben differenti quattro diversi momenti dell'albo, con il prezioso contributo di Luca Saponti e Stefania Aquaro ai colori.
A Mortarino, qui al suo riuscito esordio, spetta realizzare la prima metà dell'albo, con l'arrivo di Rosa nel centro dove sono tenuti i ragazzini. Casalanguida rappresenta la prosecuzione della vicenda e l'evoluzione della gravidanza della Juric, svolgendo un lavoro ancora una volta solido e in continuità con quanto espresso negli albi precedenti. Come già detto, il vero exploit è quello di Des Dorides, artista che ci eravamo permessi umilmente di identificare come Autore rivelazione nella categoria Fumetto italiano degli ultimi Audaci Awards. Le sue sono tavole graffiate, egregiamente colorate e sontuosamente espressive, che lasciano il segno. Un ulteriore discorso a parte merita Werther Dell'Edera, presente per il quinto numero di fila nel novero dei disegnatori (il numero sette come artista unico, gli altri affiancando altri autori). Ormai ci sono scene che ci aspettiamo siano disegnate da lui e, se il suo tratto sintetico e sublime dovesse mancare in uno dei prossimi albi, di sicuro se ne avvertirebbe la mancanza...

La copertina del prossimo numero di Orfani: Nuovo Mondo in uscita ad agosto,
ad opera come sempre di Matteo De Longis.
Solo un'ultima nota, a chiusura del discorso sulla componente grafica e di quest'articolo (in cui ci siamo dilungati sin troppo - non vogliatecene ma stiamo per andare in ferie dal blog e ancora non siamo sicuri del se e quando torneremo). Il vero problema di Orfani, ormai, è che ci stiamo ormai abituando alle innovazioni nel linguaggio, nella gestione della serialità e nella struttura della gabbia bonelliana. Solo analizzando il versante grafico-stilistico, abbiamo assistito a una tale abbondanza di stili peculiari e di segni anticonvenzionali che abbiamo ormai gli occhi assuefatti. Ci toccherebbe estraniarci anche solo per un momento e renderci conto di quanto tutto ciò sia prezioso.
Ma questo probabilmente dovremo lasciarlo ai posteri.
A noi tocca ora congedarci assaporando l'emblematica copertina di Matteo De Longis per il prossimo numero, visto che ne mancano ora soltanto due dal termine di questa difficile, intensa e appassionante stagione.



Il sommo Audace, 
ultimo tra gli ultimi 





ORFANI: NUOVO MONDO “Gioca e muori” 
NUMERO: 10
DATA: luglio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Matteo De Longis
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo
DISEGNI E CHINE: Francesco Mortarino, Werther Dell'Edera, Luca Casalanguida e Fabrizio Des Dorides
COLORI: Luca Saponti e Stefania Aquaro



Preview: Battaglia - Il Pio Padre

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L'estate a fumetti si tinge di nero



Proprio quando in tanti pensavano di essersene liberati, il vampiro siciliano Pietro Battaglia torna a manipolare i momenti più oscuri della storia italiana, giungendo stavolta a San Giovanni Rotondo. S'intitola Il Pio Padre la storia scritta da Giulio Antonio Gualtieri e disegnata da Valerio Nizi, in edicola dal 31 luglio (in edizione regular con copertina di Leomacs) e in fumetteria dal 4 agosto (nella versione variant con copertina di Roberto Recchioni).
Ecco un'anteprima con la presentazione dell'albo, tre tavole inedite e le due copertine.



L'estate a fumetti si tinge di nero: il vampiro Battaglia incontra il Pio Padre

Roma, luglio 2016 – L’estate si tinge di nero con una nuova storia di Pietro Battaglia, personaggio a fumetti creato da Roberto Recchioni (Dylan Dog, Orfani) e Leomacs (Tex). Il vampiro siciliano assassino e nemico di tutti, che attraversa e manipola i momenti più oscuri della storia italiana, arriva questa volta a San Giovanni Rotondo. Il Pio Padre, storia scritta da Giulio Antonio Gualtieri per i disegni di Valerio Nizi, sarà in edicola dal 31 luglio in edizione regular con copertina di Leomacs, ma sbarcherà anche in fumetteria (dal 4 agosto) nella versione variant con copertina di Roberto Recchioni.

Dopo aver passato la battaglia di Caporetto, essersi scontrato con la famiglia del Duce, con il Divo, con la camorra e dopo essere stato coinvolto nella strage di Ustica, il vampiro Battaglia deve vedersela con un frate di Pietralcina.
1968. La società italiana entra nella modernità, il senso del sacro perde sempre di più la sua forza. Ma non a San Giovanni Rotondo, dove ogni giorno si recano centinaia di pellegrini, sperando di incontrare il frate più famoso del novecento: l'altro Cristo, il PIO PADRE. Il Santo ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro il male, e ora ha un nuovo nemico da sconfiggere...
Solleviamo il nostro cuore in alto, a Dio. Lui ci darà la forza... per schiacciare il male! Questa mia preghiera è dedicata a te, Pietro Battaglia!



Dylan Dog - Il nero della paura #1

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"Il bianco e il nero" e altri racconti




Dylan Dog - Il nero della paura è la nuova iniziativa lanciata da La Gazzetta dello Sport in concomitanza con la conclusione della precedente collana, Il colore della paura (che termina il ciclo di ristampe del Color Fest con il numero 54). Il primo numero contiene tre storie: l'inedito "Il bianco e il nero", di 24 pagine, realizzato da Paola Barbato e Corrado Roi, che appare come il prologo di una storia più ampia e, a seguire, due ristampe di storie brevi dell'egregia accoppiata formata da Tiziano Sclavi e Corrado Roi (ancora lui!): "La 'cosa'" e "La cantina".


"Il bianco e il nero"è una storia tipicamente integrata nella poetica di Paola Barbato. Un Dylan sull'orlo della follia, privato delle sue certezze, incontra un abitante delle oscurità. Queste ultime sono rese egregiamente dal maestro delle ombre, Corrado Roi. Messo all'opera su una storia scritta su misura per lui, il disegnatore pare particolarmente rinvigorito e a suo agio, raggiungendo gli ottimi livelli di minuziosità visti di recente sulla miniserie UT (in cui collabora, guarda caso, con la stessa Barbato): tavole molto d'impatto, piene di mezzetinte ed "esagerazioni con la china" (parafrasando la battuta metatestuale del buon Groucho espressa durante la storia stessa).
Un episodio globalmente intrigante e il cui unico difetto - se difetto può ritenersi per una serie che ci ha abituato a finali di tutti i tipi - sembra il suo concludersi sin troppo presto, quasi a configurare la parte iniziale di una storia più lunga (come in effetti, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere).


La storia successiva, "La 'cosa'", di Sclavi/Roi, è stata originariamente pubblicata sul TV Sorrisi e Canzoni nell'agosto 1992 (e ristampata prima nel volume "Un Editore, la nuova Avventura" del 1993 e poi nel terzo Dylan Dog Superbook). Si tratta di un classico episodio breve e fulminante, non privo di quell'inarrivabile esistenzialismo sclaviano che ha arricchito alcuni degli episodi migliori dell'Indagatore dell'incubo. Il tutto impreziosito dal tratto di un grande Roi d'epoca, dalla cui analisi anche il lettore più distratto potrà evincere interessanti differenze rispetto alla storia inedita.



Infine "La cantina", sempre di Sclavi/Roi, piccola gemma originariamente pubblicata sull'Almanacco della Paura 1991(e in seguito ristampata sul Dylan Dog Superbook #16). Dylan viene chiamato perché "qualcosa di abominevole" si nasconde in una cantina... Una delle particolarità dell'episodio è che il protagonista non compare quasi per niente, se non nel finale, terrificante e al tempo stesso geniale.

In definitiva, un debutto molto buono per una collana che certamente presenterà altre storie rare e, ci auguriamo, preziose.


Il sommo audace



"Il bianco e il nero e altri racconti"
SERIE: DYLAN DOG  - I COLORI DELLA PAURA
NUMERO: 1
DATA: 27/07/2016
SERGIO BONELLI EDITORE in collaborazione con LA GAZZETTA DELLO SPORT/RCS

"Il bianco e il nero"
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Corrado Roi

"La 'cosa'"
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tiziano Sclavi
DISEGNI E CHINE: Corrado Roi

"La cantina"
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tiziano Sclavi
DISEGNI E CHINE: Corrado Roi

COPERTINA: Giovanni Freghieri

Preview: I Maestri dell'Avventura

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Anteprima dei quattro volumi Star Comics in uscita a Lucca













Durante la prossima edizione di Lucca Comics & Games debutterà la collana I Maestri dell'avventura, curata da Roberto Recchioni per le Edizioni Star ComicsNaturale prosecuzione de I Maestri dell'orrore, sarà composta da quattro volumi: L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson (di Michele Monteleonee Oscar Ito), Uno Studio in Rosso di Arthur Conan Doyle(di Giulio Antonio Gualtieri e Federico Rossi Edrighi), Cuore di Tenebra di Joseph Conrad(di Giovanni Masie Francesca Ciregia) e 20.000 leghe sotto i mari di Jules Verne(di Mauro Uzzeo, Francesco Francini, Valerio Befani e Fernando Proietti).
Vi mostriamo a seguire le copertine dei volumi insieme ad alcune tavole in anteprima, particolarmente suggestive e promettenti.

Uno Studio in Rosso


Testi di Giulio Antonio Gualtieri.
Disegni di Federico Rossi Edrighi.
Copertina e supervisione di Roberto Recchioni.
Edizioni Star Comics, ottobre 2016.
120 pagine, bianco e nero, brossurato.





Cuore di Tenebra

Testi di Giovanni Masi.
Disegni di Francesca Ciregia.
Copertina e supervisione di Roberto Recchioni. 
Edizioni Star Comics, ottobre 2016.
120 pagine, bianco e nero, brossurato.





L'isola del tesoro

Testi di Michele Monteleone.

Disegni di Oscar Ito.
Copertina e supervisione di Roberto Recchioni. 
Edizioni Star Comics, ottobre 2016.
120 pagine, bianco e nero, brossurato.






(Lettering non definitivo)


20.000 leghe sotto i mari

Testi di Mauro Uzzeo.
Disegni di Francesco Francini, Valerio Befani e Fernando Proietti.
Copertina e supervisione di Roberto Recchioni.
Edizioni Star Comics, ottobre 2016.
120 pagine, bianco e nero, brossurato.





L'appuntamento dunque è per la prossima edizione di Lucca Comics.


DYLAN DOG #359

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Sull'importanza della memoria









Nell'albo inedito pubblicato a fine luglio Dylan Dog affronta il complesso caso di Holden Heckleston, ragazzo che soffre di un disturbo particolare chiamato ipertimesia che lo porta a ricordare alla perfezione ogni singolo dettaglio autobiografico. Quando però nella sua mente iniziano a confluire i ricordi di oscuri crimini commessi da altre persone tempo prima, Holden decide di rivolgersi all'Indagatore dell'incubo.



Sul fondoè frutto del lavoro di Matteo Casali ai testi e Marco Nizzoli ai disegni. Casali, tra le altre cose uno dei primi sceneggiatori italiani ad avere successo nel mercato supereroistico statunitense, solo negli ultimi mesi è stato tra i protagonisti del progetto Radium (con il ritorno di Quebrada, di cui abbiamo più volte parlato sul blog) nonché fautore della miniserie Batman Europa per la DC Comics (in collaborazione con autori del calibro di Brian Azzarello, Giuseppe Camuncoli e Jim Lee). Per lui non si tratta tecnicamente di un esordio dylaniato: l'autore emiliano si era già occupato dell'Indagatore dell'incubo lo scorso anno nel Dylan Dog Color Fest #15 con la storia breve Spore, disegnata da Luca Dell'Uomo. Questo suo primo apporto alla serie regolare riveste comunque una certa importanza, un po' per la maggior lunghezza della storia, un po' per il suo significato di probabile impegno a lungo termine. A partire da un soggetto molto accattivante, Casali redige una sceneggiatura solida, opprimente e claustrofobica, un rompicapo costruito su ricordi "sbagliati", delitti irrisolti e memorie sepolte. Dylan si ritrova suo malgrado a non potersi esimere dall'aiutare questo ragazzo ingabbiato nella sua stravagante condizione, in un'indagine che lo coinvolge sempre di più. Casali inserisce i vari comprimari, da Groucho all'ex Ispettore Bloch, da Rania a Carpenter, senza farsi soggiogare dalla loro presenza e anzi facendoli muovere come dovrebbero.


Il flusso della narrazione è poi sapientemente interrotto da una sorta di breve intermezzo, ricorrente, una scena che mostra due ragazzini inquadrati dal basso, dal fondo di un barile, altro tassello di un mosaico che si ricompone solo nel finale. Proprio la costruzione di un crescendo, con una progressione galoppante verso la conclusione, è uno degli aspetti più convincenti della storia. Durante la dolente cavalcata verso il momento in cui i misteri vengono svelati, qualcosa nel meccanismo narrativo della storia sembra però incepparsi, lasciando qualche nodo nel pettine. Comunque ciò non toglie molto all'atmosfera, all'efficacia e al clima generale di una storia alquanto stimolante, che cattura.
Anche i disegni di Marco Nizzoli hanno ben pochi punti deboli. Magistrale nella caratterizzazione dei personaggi e nella cura dei dettagli, Nizzoli mostra uno stile sobrio e mai fuori luogo, che conferisce alla storia il giusto ritmo. In un episodio così tanto giocato sul non detto, sulle difficoltà nel mettere a fuoco immagini sfocate, riesce a rendere visibile solo ciò che è funzionale alla narrazione, interpretando bene gli spunti della sceneggiatura.

Dunque Dylan Dog #359 è un albo veramente tutto da leggere e rileggere, pieno di significato, in grado di tenere incollato il lettore fino al fantomatico "Fine dell'episodio". Seppur con qualche piccola imperfezione, possiamo senz'altro considerare quello di Casali come un ulteriore ingresso convincente nel team di sceneggiatori della serie regolare, al pari dei vari Ratigher, Gigi Simeoni e Barbara Baraldi che l'hanno preceduto negli ultimi anni.


Il sommo audace

P.S. L'usuale citazione musicale stavolta ricade sui Giardini di Mirò, band italiana dal respiro internazionale (allo stesso modo, appunto, di Matteo Casali), e la loro struggente Memories.






"Sul fondo"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 359
DATA: luglio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Matteo Casali
DISEGNI E CHINE: Marco Nizzoli
COPERTINA: Angelo Stano



NATHAN NEVER a Laterza | intervista a Emanuele Boccanfuso

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Come ogni anno, a Laterza (Ta) si svolge un evento a noi molto caro: La Notte bianca a colori. L'evento raccoglie molteplici iniziative artistiche di danza, spettacolo, arte e, tra le altre cose, fumetto. Negli anni precedenti infatti, molti autori si sono avvicendati nel territorio laertino, esponendo i loro lavori e realizzando una tavola-ricordo in edizione limitata ambientata nel Palazzo storico che accoglie l'evento. Ricordiamo Alessio Fortunato con Dampyr, Giuseppe Palumbo con Diabolik, Dante Spada con Tex, Maurizio Di Vincenzo con Dylan Dog.
Questo è un anno particolare per il fumetto italiano. Compie 25 anni di vita editoriale Nathan Never, e per festeggiarlo degnamente è stato "invitato" a Laterza attraverso la matita di Emanuele Boccanfuso, talentuoso disegnatore di origini tarantine dal tratto deciso.


Nato a Taranto nel 1981, vive a Milano, dove ha frequentato la Scuola del Fumetto, dal 1999. Collabora con alcune riviste della Panini e con la casa editrice inglese "David West Children's Books". Ha collaborato con la rivista Focus Junior e con La Gazzetta dello Sport. Nel 2009 ha pubblicato il fumetto palindromo "ArcasacrA" e nel 2012, insieme ad altri disegnatori tarantini, ha illustrato "L'eroe dei due mari", fumetto sull'annosa questione ambientale a Taranto.
Oltre a disegnare fumetti, realizza storyboard pubblicitari e ha insegnato per diverse realtà legate ai fumetti. Attualmente al lavoro presso la Sergio Bonelli Editore nello staff di Nathan Never.

• Quando hai deciso di diventare un fumettista? Che percorso formativo hai seguito?

Ho avuto questa passione praticamente da quando ho iniziato a leggere o comunque sfogliare libri illustrati. Quindi dai tempi dell'asilo.
I miei primi giornalini, ovvero quaderni a righe che diventavano delle riviste-contenitore con storie a fumetti, interviste ai miei genitori, news ricopiate dai giornali e l'indispensabile rubrica delle barzellette, risalgono al 1989. Me lo ricordo perchè era pieno di ritagli e disegni riguardanti il Batman di Tim Burton appena uscito al cinema. Uno lo conservo ancora, quindi ho le prove!
Nello stesso periodo i miei mi hanno regalato per sbaglio “Il ritorno del cavaliere oscuro” di Miller, credendo di prendere un libro illustrato del film in sala. Vi lascio immaginare i danni che tale capolavoro abbia potuto fare al cervello di un bambino di 8 anni che lo ha letto in un giorno, causa febbre...
Da lì ho sempre disegnato le mie storie brevi fino alla fine del liceo.
La decisione di fare la “Scuola del Fumetto” di Milano era praticamente già presa dopo le scuole medie.
Dopo la “Scuola del Fumetto” è tutto scritto nelle piccole biografie che rilascio per gli eventi. Tante collaborazioni con riviste e pubblicità e, finalmente, l'approdo in Bonelli.

• Chi sono i tuoi "mentori" della matita?

Ringrazio tantissimo i miei insegnanti Mauro Muroni, Alfio Buscaglia, William Stock e Adriano Benedetti. Insegnanti che ci hanno fatto interessare soprattutto alla Narrazione e non al disegno fine a se stesso, come una Scuola del Fumetto dovrebbe fare. La Narrazione prima di tutto!
Invece come disegnatori che ho seguito nelle letture ci sono un sacco di americani (McFarlane su tutti, che imperava nei primi '90) e, legati alle prime letture Bonelli, impazzivo per Casertano e Castellini.
Fare un elenco dei disegnatori che mi piacciono è veramente impossibile e quindi scrivo solo quelli che mi hanno “intrappolato” in dei periodi di formazione. Poi si scoprono i veri capiscuola grazie alla Scuola e il ventaglio di conoscenze si amplia all'infinito!

• Come sei stato arruolato nel team di disegnatori di Nathan Never?

Ho portato qualsiasi disegno fatto per la Scuola o per lavoro a Glauco Guardigli, attuale curatore di Nathan Never, per quasi 8 anni. A un certo punto mi ha seguito anche Antonio Serra che mi ha fatto fare delle prove più specifiche e, dopo tanto sudore, sono approdato sulle pagine di Agenzia Alfa e, successivamente, sulla serie regolare. Ringrazio Glauco e Antonio per la pazienza!
• C'è una storia di Nathan Never a cui sei particolarmente legato?

Come quasi ogni “neveriano” ti dirà, sono legatissimo ai numeri 18-19 (“L'abisso delle memorie” e “L'undicesimo comandamento”). Una doppia capolavoro sul tormentato passato del Musone. E poi ai numeri 22 e 26 (“Demoni” e “Vampyrus”), che sono i primi NN che ho letto e che mi han fatto stropicciare gli occhi per l'impostazione grafica delle tavole, così nuova in Bonelli. Ma in generale sono legato all'idea di continuity così serrata all'interno della serie, che ti fa affezionare a tutti i personaggi e le loro vicende.

• In Nathan Never #297, "La lunga marcia", insieme a Thomas Pistoia tratti un argomento difficile come la mafia. Come è nata questa scelta? Quanto ti sei dovuto documentare per realizzarla?

Thomas ha sempre sentito il bisogno di scrivere di argomenti di denuncia. Basti leggere il suo blog, gli argomenti dei suoi racconti o poesie o anche solo quello che scrive sui social. NN era forse l'unico personaggio con cui si poteva trattare l'argomento avendo una certa distanza e rispetto delle persone e dei fatti, ma facendo capire che si parlava proprio di personaggi reali ben precisi e che si volevano ricordare proprio loro. Falcone, Borsellino, le loro scorte, i loro famigliari e chiunque lotta in questo preciso momento storico, come Nino Di Matteo a cui il fumetto è dedicato.
Credo che Glauco abbia scelto me perchè sa che trovo il fumetto uno strumento utile anche alla divulgazione di problemi sociali e ho avuto la possibilità di farne uno con “L'eroe dei due mari”, che tratta della piaga ILVA a Taranto. Magari c'era solo uno spazio libero, ma Glauco è un amico e mi piace pensare che sia andata così.
La realizzazione è stata uno strazio. I fatti sono noti a tutti, ma riviverli a distanza di anni guardando video su youtube è stato davvero un colpo al cuore. Lavorare con un tale grado di coinvolgimento non è stato facile...  

• Vivi in Lombardia, ma c'è qualcosa, a parte gli affetti, che ti lega alla tua città d'origine, Taranto?

Ti sto scrivendo l'8 di agosto da Milano. Ciò che ti rispondo è, senza dubbio, IL MARE! Soprattutto ora che la possibilità di vederlo e immergermici non parte più da fine maggio e si protrae fino ad ottobre, ma si limita ad un paio di settimane... E poi quell'aria di costante lotta e stoica resistenza che sta pian piano sostituendo l'atteggiamento rassegnato tipico del tarantino.

• Narraci come è avvenuta la realizzazione della tavola per La notte bianca a colori di Laterza (Ta).

Beh, son stato contattato dai ragazzi dell'organizzazione e si son verificate una serie di coincidenze che han fatto sì che si potesse fare tutto in tempi brevi. L'ho fatta praticamente in una giornata! Son stato molto stimolato dal leggere i nomi che mi hanno preceduto e dalla bellezza dell'iniziativa. Spero di essere stato all'altezza! 

• A cosa stai lavorando attualmente? 
Una storia di Universo Alfa in uscita nel 2017.


Info sull'evento La Notte Bianca a colori: qui
Info dal sito SBE: qui

Il work in progress della tavola:





Giuseppe Giuppo Lamola

ORFANI: NUOVO MONDO #11

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Le sonorità hardcore e le ombre di una rivoluzione



Una volta tanto partiamo dalla copertina. Con questa splendida illustrazione Matteo De Longis, in nomination al Premio Boscarato 2016 del Treviso Comic Book Festival come miglior copertinista, si è davvero superato. Oltre alla finezza grafica della bandiera che copre il logo della testata, facendo coincidere la scritta "Orfani" e la "O" di "Nuovo" con quelle del logo stesso, nella composizione si è ispirato dichiaratamente a La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple), famoso dipinto di Eugène Delacroix che rappresenta la lotta dei parigini contro la politica reazionaria di Re Carlo X di Francia, ultimo sovrano della dinastia Borbone. Richiamando la rivoluzione del 1830, De Longis ci introduce efficacemente ai temi di un episodio ricco di sfumature e che imprime una decisa accelerata alla storia generale.

[Potrebbe contenere spoiler ma anche no!]

La Libertà che guida il popolo di Delacroix.
Se fossimo nell'ora di Storia dell'arte ci dilungheremmo sull'estrazione sociale dei personaggi che attorniano la Libertà, ovvero la donna che porta la bandiera, e sullo schema piramidale dell'opera, in parte ripreso dallo stesso De Longis nella copertina di Nuovo Mondo #11. Dato che non siamo a scuola, ci fermiamo qui e vi invitiamo ad approfondire su google.

La cover di Matteo De Longis

"Si sa che la gente dà buoni consigli 
se non può dare cattivo esempio..."
Fabrizio De André


Rosa sta guidando il suo gruppo, che comprende vari prigionieri liberati (tra cui Paul e Nina), nella battaglia contro Jsana Juric (fresca madre del figlio di Ringo). Quella di Rosa è, sotto vari aspetti, una rivoluzione, un modo per affermare dei diritti, per riavere ciò che le spetta. Ma è proprio la natura di questa rivoluzione ad avere un posto di rilievo nella narrazione: Roberto Recchioni delinea un percorso emblematico e ben poco "eroico" in cui i rivoluzionari si trovano a combattere con le medesime armi e modalità dei potenti contro cui lottano. A cosa serve dunque il rovesciamento del potere costituito? Unicamente a far sì che qualcun altro prenda il posto di chi siede nella stanza dei bottoni? I confini tra "giusto" e "sbagliato" si rendono sempre meno distinguibili, come del resto è avvenuto sin troppe volte nella storia dell'uomo (erano iniziati da poco gli anni '70 e già De André nelle sue canzoni si chiedeva che fine avessero fatto le istanze innovatrici che avevano guidato i movimenti del '68). Il dialogo fra Rosa e Ringo (forse l'ultimo?) rivela la contrapposizione tra un'inarrestabile vendicatrice e un eroe tutto d'un pezzo (come quelli di una volta): Ringo prova in extremis a far riflettere la giovane guerriera sul senso della battaglia in corso, ma le loro posizioni sono ormai ben distanti. È un dialogo molto importante e che avrà conseguenze sugli avvenimenti a venire, come quello tra la Juric ed Èmile, in cui la Presidentessa rivela dettagli inediti sugli Orfani e sulle proprie macchinazioni.

Hardcore è il termine inglese usato per descrivere qualcosa di spinto o talvolta estremizzato oltre i limiti. Come titolo calza a pennello per questo undicesimo tassello di Nuovo Mondo, che vede ai testi la sola firma di Roberto Recchioni(come accadeva sempre o quasi nelle prime due stagioni). Lo sceneggiatore romano mette in piedi una storia particolarmente tesa e a tratti drammatica, in grado di condurci efficacemente verso il finale di stagione. Tra le varie citazioni come sempre disseminate, impossibile non soffermarsi, per rimanere in tema, su Do you hear the people sing?, canzone inclusa nel musical de I miserabili ispirato all'opera di Victor Hugo, ma anche sui nomi scelti dalla Juric per i piccoli, Perseo e Andromeda, nomi dal sapore mitologico che celano molto altro.




Passando all'aspetto grafico, dopo vari albi realizzati da disegnatori diversi, per i disegni di questo episodio è stato coinvolto unicamente Giancarlo Olivares, con l'importante contributo di Giovanna Niro ai colori, che esalta sia la freddezza di alcuni passaggi che la concitazione di scene molto forti come quella presente a metà albo (caratterizzata dal rosso fuoco che stride con il blu spento delle pagine precedenti).
Una prova visivamente molto riuscita per Olivares, artista che ci piace seguire anche su Dragonero ma che ben conosciamo dai tempi di Hammer, Lazarus Ledd, Nathan Never e Jonathan Steele. Salta all'occhio facilmente la presenza di ben quattro doppie splash page nelle prime venti tavole, quasi un record. La prima in realtà non è unica ma mostra i due schieramenti in maniera speculare: da un lato Rosa, Vincenzo, Cesar e gli altri e di fronte a loro i soldati inviati da Jsana Juric, che assomigliano incredibilmente agli Orfani della prima stagione (ancora una volta un ribaltamento di prospettiva). A seguire addirittura due doppie splash page consecutive, sempre a sottolineare la concitazione della battaglia, enfatizzata da Olivares anche mediante il frequente uso di vignette orizzontali. Le splash page (singole, eccetto quelle di pag.94/95 con il colpo di scena finale) tornano anche nel resto dell'albo e sono realizzate con particolare cura nella scelta delle inquadrature. Impossibile non citare quella dell'albero delle pene, ennesima reiterazione del leitmotiv recchioniano di un funesto oltretomba, sottolineato dai bordi neri delle tavole.




A chiudere l'albo, un colpo di scena di quelli imprevedibili, foriero di un finale di stagione in cui, come da illuminante tradizione orfaniana, tutto può accadere.

Il sommo audace





ORFANI: NUOVO MONDO “Hardcore” 
NUMERO: 11
DATA: agosto 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Matteo De Longis
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Giancarlo Olivares
COLORI: Giovanna Niro

MORGAN LOST #11

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Distruggi, cancella, migliora



Distruggi, cancella, migliora. Questi sono gli input che lo spietato e letale Claudio Chiaverotti ci sta inviando – mese dopo mese – da ormai quasi un anno. Morgan Lost, la sua nuova serie, è quasi arrivata al giro di boa del primo anno di pubblicazioni dimostrandosi, e non solo per chi scrive a giudicare dall’entusiasmo continuo per gli eventi e sui social, la serie Bonelli (e non) con il maggiore appeal attrattivo.



Distruggere. Sì, perché a ogni numero Chiaverotti distrugge tutte le certezze dei suoi lettori, polverizza tutte le nostre congetture che nascono il mese prima nel fantasticare sulla copertina (ogni volta Fabrizio De Tommaso alle matite e Claudio al concept riescono – difficile ma vero – a superarsi!) del numero successivo. È così, prendere o lasciare. Noi prendiamo e portiamo a casa felici e contenti!

Cancellare. Sì, perché Morgan Lostè come se ricominciasse ogni volta dall’inizio, ma è un daccapo diverso, eppure ugualmente intrigante, imprevedibile e appassionante.

Migliorare. Sì, perché numero dopo numero, non è tanto la riuscita del singolo albo a essere migliore rispetto a quella dei precedenti, ma semplicemente il congegno narrativo – the perfect machine– messo a punto da Chiaverotti si insinua sempre più sotto la nostra pelle e riusciamo a metabolizzare meglio i suoi voli pindarici, i suoi salti associativi, le sue intuizioni ardite e beviamo il prezioso sidro delle sue storie dal calice apparentemente senza fondo della sua fantasia. 

Tutto questo per dirvi che questo L’ombra dello sciacalloè l’ennesimo riuscitissimo tassello del mosaico in sfumature di grigio e rosso ideato dal divo Claudio e messo a punto dai disegnatori della serie e dallo staff dell’Arancia Studio. Una storia come sospesa, in un’atmosfera ancora più rarefatta del solito, un andare e venire nel corso del tempo, tre storie parallele in tre piani temporali diversi (passato, presente e futuro) che non si incontrano mai davvero ma che, a differenze delle linee geometriche, hanno tanti moti e in più di un punto si sfiorano in una inespressa (ma proprio perché irrealizzata è ancora più bella e preziosa) carezza narrativa.



Morganè un eroe (o antieroe, se preferite…) così discreto (e in questo rispecchia il suo ideatore) da entrare nella storia ogni volta in punta di piedi, silenzioso, proprio come la neve che cade su New Heliopolis, consapevole che il suo ruolo non è quello di occupare perennemente la scena. In questo la nuova serie di Chiaverotti sembra ispirarsi – con le ovvie differenze – al KenParker di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo. Il nostro indaga su alcuni nuovi omicidi che hanno insanguinato le sempre rosse strade della sua città ma, questa volta, il suo apporto non è indispensabile perché la storia giunga alla sua conclusione: Morgan arriva all’ultima pagina a cose ormai fatte e tutto quello che può fare è stringere in un abbraccio di immensa solitudine la vera protagonista di questa storia, Azahlee (o Margareth o Primrose…).

Tre nomi per tre donne, che in realtà sono una. Tre nomi di tre fiori, ognuno con il proprio colore, il proprio profumo e la propria simbologia…
Se Claudio ci farà l’onore di leggere queste righe poi ci dirà che lui non ci aveva pensato (fa sempre così): l’Azalea è una pianta con un fiore molto vistoso (proprio come la nostra bellissima e fatale fanciulla) ma privo di profumo (anche la nostra amica, in una delle sue versioni è un fiore senza profumo perché ha ben poco di umano) e simboleggia un’inspiegabile e improvvisa gioia ma anche la vendetta (se di colore rosso) e può essere velenosa (come si può intuire a p. 46 e come si comprende a p. 93).



Ma Morgan Lost non è solo azione, sangue e violenza, ma è anche – e soprattutto – denuncia della disumanizzazione della società che descrive:
-ragazze del quartiere a luci rosse brutalmente usate da «sciacalli che comprano le loro vite»;
-alienati impiegati del Tempio della Burocrazia che si esaltano per la «compilazione di un nuovo modulo» e che sarebbero rimasti in ufficio tutta la notte;
-rapporti umani tra colleghi e amici, mai in grado di arrivare davvero in profondità, basati su paure, dubbi, mancanza di fiducia;
-follie della tecnica e della scienza che contribuiscono a trasformare il mondo nell’opaco atomo di male nel quale viviamo;
-intolleranze etniche e culturali che portano inevitabilmente allo scontro e al massacro dei più deboli…

…e tanto altro, ma preferiamo che ognuno trovi il suo motivo per leggere Chiaverotti e le sue storie.

Ma se possiamo godere di una storia così ben realizzata il merito è del grande Max“Nathan Never” Bertolini. Milanese, classe 1967, talento grafico tra i più apprezzati del panorama nostrano, per la casa delle idee di via Buonarroti ha lavorato a diverse storie dell’Agente speciale Alfa e alle copertine di diverse collane a lui collegate (Universo Alfa, Grande Ristampa, AsteroideArgo). Il vostro Rolando ha avuto il piacere di conoscerlo durante l’incontro per il lancio della serie alla Feltrinelli nei pressi del Duomo di Milano e oltre al grande disegnatore ha potuto apprezzare anche l’uomo, il gigante buono con la luce dell’entusiasmo dei ragazzini negli occhi.
Il suo tratto spesso e dinamico rende magnificamente le intuizioni chiaverottiane e tutto, dalle ambientazioni cittadine agli interni, dai primi piani alle scene collettive, è curato nei minimi dettagli fino a rasentare il fanatismo formale. Ogni piano temporale poi ha una cornice diversa che aiuta il lettore a non perdersi nei meandri della follia e le sequenze iniziali ( quelle alle pp. 6 e 7, con lo Sciacallo dagli occhi rossi che possiede la protagonista in una delle sue tante incarnazioni) sono da ricordare tra le più riuscite della serie. Anche questo numero può vantare momenti di pura lacerante poesia: quelli ormai catartici di Morgan che si reca a far visita ai fantasmi delle carogne che ha ucciso per sfuggire al buio che porta dentro di sé (pp. 34–5). 

Uno degli albi più belli dell’anno. Proprio come tutti gli altri della serie. E iniziamo a tremare per l’appuntamento con i Killer clown che da settembre ci faranno visita nei nostri incubi.


RolandoVeloci

Illustrazione di Max Bertolini.



MORGAN LOST “L’ombra dello sciacallo” 
NUMERO: 11
DATA: agosto 2016
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Max Bertolini
COLORI: Studio Arancia
COPERTINA: Fabrizio De Tommaso

La Stanza presenta “Zucchero, cannella e.. .#0”

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Il nuovo fumetto del collettivo, realizzato da Salvatore Vivenzio e Chiara Raimondi







Come ormai consuetudine degli ultimi mesi, vi presentiamo il nuovo fumetto in uscita sul sito del collettivo La Stanza, gruppo di autori e artisti dediti al mondo del fumetto e della letteratura illustrata. Zucchero, cannella e…#0è il loro nuovo fumetto breve, scritto da Salvatore Vivenzio e disegnato e colorato da Chiara Raimondi.


Comunicato stampa


Zucchero, cannella e… #0” è un fumetto breve scritto da Salvatore Vivenzio e Chiara Raimondi. Il progetto nasce con la volontà di sperimentare un nuovo (per il collettivo La Stanza) stile grafico, sfruttando come ispirazione la famosa serie degli anni novanta “The Powerpuff Girls” diretta da Genndy Tartakovsky e trasmessa da “Cartoon Network”. Questo lavoro non è altro che il pilot (come sottolineato dal titolo) di un fumetto volgare, cattivo, violento, crudo politicamente scorretto, no-sense e davvero tenero e grazioso. I protagonisti di questa storia, ambientata in un universo cyberpunk, sono Tommy, Tony e Johnny, tre ragazzini superumani creati in provetta dal Dottor Faust, una sorta di scienziato pazzo.



Gli Autori

Salvatore Vivenzio: è autore del romanzo Radioactive nel 2013 per Montecovello Edizioni. Ha pubblicato Awake nel 2014, un romanzo breve edito da Genesis Publishing. E' fondatore de “La Stanza” e lavora come giornalista per OverNewsMagazine e per il Pappagallo.

Chiara Raimondi: frequenta il primo anno del corso di Fumetto e Illustrazione dell'Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha già realizzato due racconti a fumetti per La Stanza.

Zucchero, cannella e... #0 sarà online a partire da oggi sul sito La Stanza.

Buona lettura.

Preview: Pasticcini Marci #1

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Il fumetto di Francesco Abrignani su una band decisa a sfondare nel mondo della musica






Torniamo a parlare dei nuovi fumetti in uscita per l'etichetta It Comics. Vi presentiamo stavolta Pasticcini Marci, serie scritta e disegnata da Francesco Abrignani, con uno sguardo in anteprima alle prime tavole dell'albo d'esordio. Pasticcini Marci è il nome della band protagonista del fumetto, intenta a sfondare nel mondo della musica, generando imprevisti surreali.

Francesco Abrignani
Pasticcini Marci 1 - Reality Shock

Mauro Pampina, Gianki Natica e Dodo Tassotti sono i tre membri fondatori (e unici, per ora) dei Pasticcini Marci, la band destinata a cambiare il mondo della musica. Peccato che nessuno si sia ancora accorto di loro...

La serie Pasticcini Marci, scritta e disegnata da Francesco Abrignani, è una sitcom a fumetti che ha per protagonisti i membri dell'omonima band, decisi a sfondare nel mondo della musica. Ovviamente i loro tentativi non avranno mai successo e in ogni numero scatenano degli imprevisti tanto surreali quanto disastrosi.
In Talent Shock, primo albo della trilogia “Shock”, i Pasticcini Marci cercano di partecipare al programma musicale WOW Che Talent. Il fallimento è dietro l'angolo, ma è l'occasione per Francesco Abrignani di fare satira sui programmi televisivi di maggior successo del periodo, da X-Factor a Masterchef agli altri reality show.



I Pasticcini Marci

Mauro Pampina – chitarra e voce
Per lui fare musica vuol dire ricercare la perfezione, e questo lo porta spesso ad alienarsi dal mondo e a perdere il controllo. Il suo migliore amico è un caprone immaginario e capezzoluto, che rappresenta la sua creatività.

Gianki Natica – basso
È il cinico della band. Libero dalle ossessioni di Mauro e dal romanticismo di Dodo, può dedicarsi a elaborare i piani per raggiungere il successo. La sua vera passione sono le donne, che usa e getta di continuo: la musica è solo il mezzo per avere successo e soldi, e quindi altre donne.

Dodo Tassotti – batteria
Il romantico del gruppo, troppo timido per riuscire a confessare i suoi sentimenti alle donne di cui, puntualmente, si innamora, finisce sempre per diventare il loro migliore amico e spingerle tra le braccia di Gianki Natica.








L'autore

Francesco Abrignani
Classe 1980. Frequenta il liceo classico e nel 2003 si diploma alla Scuola del Fumetto di Milano. Dal 2007 collabora con la Disney soprattutto a livello internazionale come inchiostratore digitale. Oltre che nel fumetto si specializza nell'illustrazione vettoriale per varie agenzie italiane ed estere.. Il suo stile grafico è influenzato dalla sua formazione tradizionale unita all'esperienza con le varie tecniche digitali.



Pasticcini Marci 1è acquistabile in fumetteriae ordinabile dai cataloghi dei principali distributori.

Pasticcini Marci 1
Testi e disegni di Francesco Abrignani.
30 pagine, spillato, a colori.
Prezzo di copertina 3 €

Gallery: Fabrizio De Tommaso

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La prima annata di copertine di Morgan Lost (e non solo...)












Da  quasi un anno la sua firma è ogni mese in calce alle copertine di Morgan Lost. Inoltre ha disegnato uno degli albi di Dylan Dog più riusciti degli ultimi tempi. Non contento, con gli altri autori di Skeleton Monster ha realizzato Wrong, un fumetto di 80 tavole "completamente sbagliate". Stiamo parlando ovviamente di Fabrizio De Tommaso, già vincitore quest'anno del premio Audace come miglior copertinista nella categoria Fumetto italiano. 
La nostra Gallery vuole essere un omaggio al grande talento di questo artista, una piccola raccolta delle sue stupende illustrazioni (con alcuni work in progress). 


Morgan Lost: le copertine


























Morgan Lost: illustrazioni






Dylan Dog e gli altri









Fabrizio De Tommasoè nato a Brindisi il 5 febbraio 1985. Dopo il diploma presso la Scuola Internazionale di Comics a Roma e uno stage di animazione all’ICAIC di Cuba, lavora per Kawama Editoriale e Tunuè e, dal 2009, da studente si “trasforma” in insegnante della scuola di fumetto presso cui si è diplomato. Dopo aver esordito per Sergio Bonelli Editore con una storia breve, pubblicata sul Dylan Dog Magazine 2015, sale alla ribalta lo scorso autunno, firmando le spettacolari copertine della nuova serie di Claudio Chiaverotti: Morgan Lost. Ha realizzato poi i disegni di Dylan Dog #356, La macchina umana, su testi di Alessandro Bilotta, partecipando poi con gli Skeleton Monster al volume collettivo Wrong ("un fumetto a otto mani e otto teste, per un totale di 80 tavole completamente sbagliate") per poi realizzare la cover variant del terzo numero di UT, la miniserie di Corrado Roi e Paola Barbato.

Preview: A Sort of Fairytale #2

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Il secondo episodio della miniserie di Paolo Maini e Ludovica Ceregatti targata Noise Press





A sort of Fairytale è una favola moderna in tre atti, che ha debuttato al Napoli Comicon lo scorso aprile (abbiamo recensito il primo volume qui). Narrata da Paolo Maini (Nerd Bash) e Ludovica Ceregatti (Quasi-Super), è la storia della piccola Zoe e del suo amico gigante mutato. Il secondo volume uscirà questo mese e sarà presentato dalla casa editrice Noise Press durante un tour promozionale che passerà da Lamezia Comics, Modena Nerd Romics e ALEcomics per arrivare a Lucca Comics & Games 2016.
A seguire vi mostriamo in anteprima la cover dell'albo e la sinossi dell'episodio.





Sinossi dell'episodio:


Sempre più in balia degli eventi, la piccola Zoe e il suo guardiano mutato giungono all'avamposto diciotto, roccaforte guidata dal leader degli uomini liberi e luogo in cui la piccola avventuriera spera di potersi ricongiungere finalmente con i suoi genitori. Ma il male si annida nell'ombra e nessun luogo è veramente sicuro quando è sovrastato dall'ombra del Cacciatore. 
Nuovi colpi di scena e importanti rivelazioni vi attendono nel secondo volume di A Sort of Fairytale, graphic novel di Paolo Maini e Ludovica Ceregatti, pubblicato da Noise Press.


La cover di A Sort of Fairytale #2




























Sangue e ghiaccio

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Lo splendido numero de Le Storie di Tito Faraci e Pasquale Frisenda



Se  doveste avere l'occasione di leggere un solo albo autoconclusivo nel mese appena passato, non abbiate timore e scegliete Sangue e ghiaccio. Diciamo questo non solo per il fattore climatico citato nel titolo, quel ghiaccio che vi entra nelle ossa e potrebbe ristorarvi da un'estate rovente, ma anche e soprattutto per l'ottima fattura delle 110 pagine scaturite dalla mente di Tito Faraci e dai pennelli di Pasquale Frisenda. Gli acquerelli di Frisenda vi scaveranno dentro fino a lacerarvi, pronti a inondarvi di una bellezza inaudita.

[Nell'interpretazione dell'albo potremmo produrre qualche piccolo e insensibile spoiler, augurandoci di non far danni!]












"Come posso descrivere il freddo e l'orrore?"
Il quarantasettesimo numero de Le Storieè ambientato alla fine del 1812, nella Russia dello Zar Alessandro I (come ci anticipa il solito puntuale Gianmaria Contro nell'introduzione dell'albo). La Grande Armata napoleonica è attanagliata dall'ambiente ostile, dalla fame e da una campagna militare che si è protratta ben oltre il previsto (e senza ottenere i risultati sperati) e tutti questi fattori costringono i soldati francesi a un mesto ritiro. In tale contesto, la vita del caporale Germain Ecrienne viene letteralmente cambiata dall'intervento del capitano Lozère, che lo salva da morte certa. Ecrienne sarà il settimo componente di una truppa sfibrata e stanca, costretta a viaggiare in un implacabile "deserto di neve". I soldati vanno incontro a una donna, che li condurrà verso qualcosa di sinistro e apparentemente inafferrabile.
Della trama preferiamo non svelare altro, se non che il flusso della narrazione viene periodicamente interrotto da un interrogatorio, che scopriamo svolgersi successivamente, in cui Ecrienne, aspirante scrittore, si prodiga nel descrivere a parole ciò che ha dovuto affrontare.

Già dagli elementi appena descritti si configura dinanzi al lettore un episodio dall'impronta molto cinematografica, che si affranca agilmente da riferimenti univoci ma si avvale di diverse fascinazioni, riuscendo al contempo a risultare originale e fantasioso. 
Molto interessante sarebbe ricostruire la simbologia del numero di soldati protagonisti della storia (sette come i samurai di Akira Kurosawa o come le anime dannate di Tiziano Sclavi e Corrado Roi), oppure confrontare l'ambientazione innevata con quella dell'ultimo lungometraggio di Quentin Tarantino (quel The Hateful Eight che ha un solo personaggio in surplus rispetto agli altri riferimenti). Ma queste suggestioni si riducono di fatto solo a mere impressioni soggettive... L'ambientazione dell'epoca napoleonica sicuramente contribuisce al fascino e all'originalità dell'episodio, oltre ovviamente alle piccole grandi innovazioni grafiche (su cui ci soffermeremo in seguito), così come gli elementi sovrannaturali - e persino mistici - presenti nella trama. Senza voler anticipare troppo, dopo la comparsa di alcune immagini anche allegoriche, ci viene mostrato un vero e proprio inferno dantesco, con tanto di gironi e di rappresentazione visiva alla Gustave Doré. Un messaggio (anche se forse non l'unico) che si può trarre dall'intero percorso narrativo è molto eloquente: la considerazione che il vero inferno è la guerra stessa, nel suo lato più totalizzante e disumanizzante, che costringe gli uomini a estremizzare il bene e il male che hanno dentro. Sotto un'altra ottica, l'intero percorso dei soldati potrebbe essere visto [e qui c'è uno SPOILER] come un viaggio post-mortem (supponendo che prima dell'inizio tutti i personaggi siano davvero passati a miglior vita, magari per assideramento, nel gelo delle lande russe), un viaggio verso il luogo in cui la loro esistenza sarà valutata: la storia sarebbe così una sorta di lungo e insidioso Purgatorio, con tanto di interrogatorio per soppesare il valore delle azioni compiute in vita (e in parte l'ultima tavola potrebbe avvalorare questa interpretazione) [Fine dello SPOILER].



Molto suggestiva poi la nota metafumettistica inserita dall'autore nel finale, che ben si adatta alle caratteristiche della storia stessa: essendo Ecrienne un scrittore (o perlomeno un aspirante tale), Tito Faraci può mettergli in bocca alcune riflessioni sulle aspettative dei lettori nei confronti del finale di una storia, aspettative che è difficilissimo ripagare dato che facilmente si ricade o nell'effetto "spiegone" (dunque narrando tutto per filo e per segno, lasciando scontento chi vuole libero spazio per la propria fantasia) o nell'effetto "finale aperto" (provocando la reazione di sdegno del lettore che invece avrebbe desiderato maggiori informazioni sulle cause di uno specifico evento della storia). Ironicamente, questo episodio rientra appieno tra quelli in cui il finale ha un certo peso nell'economia della storia (anche per via delle varie interpretazioni lasciate aperte, come accennato poc'anzi), sebbene vada sottolineato come Faraci riesca a cavarsela brillantemente con una certa poeticità e con un colpo di scena finale. 

Insomma, dopo un Texone da antologia (disegnato magistralmente da Enrique Breccia e da noi recensito qui) e un Color Tex particolarmente solido e scorrevole (La pista dei Siuox, per i disegni di Mario Milano), un altro gran colpo bonelliano va a segno per il buon Tito. Eravamo dunque quasi tentati di definire l'intera stagione che termina a settembre come "l'estate di Tito Faraci", se non fossimo stati poi "distratti" dal comparto grafico della storia. Troppe righe sarebbero necessarie per analizzare e restituire degnamente - a chi non avesse avuto la fortuna di ammirarle dal vivo su carta - le straordinarie tavole di Pasquale Frisenda, tornato ai livelli di Patagonia (l'entusiasmante Texone realizzato su testi di Mauro Boselli, recentemente ristampato da Bao), anzi se possibile addirittura più in alto. 




Per chi come il sottoscritto ha conosciuto il fumetto anche grazie alla saga western atipica e umanissima di Ken Parker, il nome di Frisenda non può non riportare alla mente innanzitutto l'ultima (e in parte forse meno nota) stagione dell'antieroe di Berardi & Milazzo, con storie quali Umana avventura, L'arresto e I condannati, che ne hanno fatto in assoluto uno degli eredi dello stesso Ivo Milazzo. Dopo le esperienze su Magico Vento, Tex e (persino una capatina su) Dylan Dog, Frisenda aveva evidentemente ancora qualcosa da sperimentare, alcune frecce nel suo arco da scagliare. Particolarmente azzeccato in Sangue e ghiaccio l'utilizzo della mezzatinta, tecnica che Frisenda padroneggia da maestro, con l'inedita aggiunta selettiva di un colore: le tante gradazioni di grigio vengono infatti squarciate da un rosso talora intenso e altre volte sfumato, usato esclusivamente per dar corpo al calore di un fuoco, allo scorrere del sangue e alla presenza di un mostro gigantesco, per poi esplodere letteralmente nelle scene infernali, invadendo completamente le tavole.


Merita un plauso la sequenza da manuale delle prime due tavole, in cui il disegnatore milanese scardina l'usuale griglia compositiva bonelliana con gran disinvoltura, passando dal nero assoluto al dettaglio di un occhio, da un volto a un quadro, per terminare con una desolante panoramica. Ogni elemento consecutivo di questa matrioska visiva è contenuto all'interno del successivo (l'occhio nel volto, il volto nel quadro, il quadro nel panorama), a indicare la progressione in allontanamento dello sguardo.




In copertina, Aldo Di Gennaro realizza l'ennesimo quadro particolarmente suggestivo, in grado di rappresentare degnamente il clima della narrazione con un'illustrazione classica ma molto accattivante.

Sangue e ghiaccioè dunque una sorta di evento raro a verificarsi. È il risultato di un soggetto con tante intriganti chiavi di lettura, di una sceneggiatura solida che diviene man mano più incalzante e di tavole una più bella dell'altra, da ammirare e incorniciare. Un albo particolarmente riuscito, di certo tra i migliori in assoluto nei quasi quattro anni di vita della collana Le Storie.



Il sommo audace
(con l'insostenibile supporto di Grullino Biscottacci)




“Sangue e ghiaccio”
SERIE: Le storie
NUMERO: 47
DATA: agosto 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tito Faraci
DISEGNI E CHINE: Pasquale Frisenda
COPERTINA: Aldo Di Gennaro

Audaci nel mondo 2016: premi e vincitori

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I nomi dei fortunati lettori che si aggiudicano premi a fumetti





A giugno abbiamo lanciato la seconda edizione di Audaci nel mondo, proponendovi di fare delle foto in giro per il mondo (o magari anche solo sotto casa, l'importante era trovare un bel panorama!) tenendo un fumetto in primo piano. Come già lo scorso anno, è stata l'occasione per condividere alcuni momenti delle vacanze estive, che per i fumettofili sono inevitabilmente fatte di sole, mare (o montagna) e fumetti.
Tra le tante bellissime foto che ci sono giunte abbiamo dovuto scegliere solo tre lettori audaci che si aggiudicheranno i premi principali. Inoltre, abbiamo assegnato tre premi speciali per tre foto che, a nostro insindacabile giudizio, meritavano tale riconoscimento.

Con gioia vi riproponiamo dunque i contributi dei talentuosi e artistici lettori che hanno partecipato al nostro piccolo concorso estivo e che abbiamo già condiviso sulla nostra pagina fb.


Primo classificato



Andrea Gagliardi ci ha inviato questa foto da Ascoli Piceno, città molto vicina a quelle recentemente colpite dal terremoto. Abbiamo apprezzato molto la poesia intrinseca della auspicabile "invincibilità" (che farebbe comodo anche a chi non è un supereroe) e ci auguriamo sia di buon auspicio una regione che in queste settimane purtroppo sta soffrendo molto.

Andrea si aggiudica una copia di Black Orchid di Dick Foreman e Jill Thompson, seguito ideale della miniserie realizzata da Neil Gaiman e Dave McKean.







Secondo classificato



Mirko Brugnetti ci ha spedito da Valmontorio (Latina) una foto meravigliosa in cui una copia di Outcast - Il reietto di Robert Kirkman e Paul Azaceta giace in un luogo che sembra quasi sperduto, dimenticato... da reietto.

Mirko si aggiudica il primo numero di Valen - Il guerriero (in inglese, appunto, Valen The Outcast!) di Micheal Alan Nelson e Matteo Scalera (Editoriale Cosmo).




Terzo classificato


Simone Tribuzio, sotto il Tempio di Giove Anxur di Terracina (Lt), scatta una foto di cui abbiamo apprezzato molto il valore culturale (mai dimenticare un libro al mare!) e l'accostamento tematico tra i due volumi: Maledetta Balena di Walter Chendi e il classico imprescindibile Moby Dick di Herman Melville.

A Simone va la graphic novel La generazione di Flavia Biondi (Bao Publishing).




Premi speciali


Premio della giuria



Giuseppe Ventrella ci ha inviato una foto dal titolo "Foggia, the city that never sleeps", in cui la copertina di Claudio Villa per il recente Dylan Dog Color Fest dedicato ai remake si staglia sugli squarci del capoluogo pugliese (evidentemente preda di incubi e zombie).

Giuseppe si aggiudica il primo numero di Batman Europa di Casali, Azzarello, Lee e Camuncoli (RW Lion).




Premio popolare



Francesco Simoneschi ci invia un contributo in cui la copertina di Angelo Stano per La macchina umana (albo di Dylan Dog dello scorso aprile scritto da Alessandro Bilotta e disegnato da Fabrizio De Tommaso) si fonde con gli archi del Ponte delle Torri di Spoleto.

Francesco potrà giovarsi della lettura di One-Punch Man #1 di One (Panini Comics).




Premio della critica


Ultimo ma non ultimo, Silvio Del Grosso ci ha proposto il più classico degli ossimori, accostando Sangue e ghiaccio, l'ultimo numero de Le Storie Bonelli ad opera di Tito Faraci e Pasquale Frisenda, al panorama marittimo di Polignano a Mare (Ba).

Silvio porta a casa il volume Demo di Brian Wood e Becky Cloonan (ed. Planeta De Agostini).




Infine, menzione speciale per Enzo Epifania, già vincitore dell'edizione dello scorso anno, per questa foto molto suggestiva da Praia do Guincho, Portogallo (uno dei paradisi dei surfisti): Enzo quest'anno si porta a casa la nostra rinnovata stima e il nostro ringraziamento per aver partecipato.




Ringraziamo ancora tutti coloro che hanno inviato una foto ad #AudaciNelMondo2016 e vi diamo appuntamento a presto (e al prossimo anno per una nuova edizione di Audaci nel mondo!).


La tela infinita, rassegna video sul disegno animato d'autore

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Incontro con gli autori, proiezioni, una mostra



Venerdì 16 settembre il Centro Espositivo Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno (Pi) ospiterà La tela infinita, rassegna video sul disegno animato d’autore a cura di Alessandra Ioalé, corredata da una mostra collettiva dei bozzetti, disegni e degli studi preparatori relativi ai video presentati. Gli autori in rassegna sono Cristina Gardumi, LRNZ, Richard Mcguire, Virginia Mori, Stefano Ricci, Fabio Tonetto.
A seguire vi presentiamo il programma dell'iniziativa.

La tela infinita
rassegna video sul disegno animato d'autore



 a cura di Alessandra Ioalé
incontro con gli autori, proiezioni, una mostra

inaugurazione e incontro con gli autori venerdì 16 settembre 2016 ore 18.00
Villa Pacchiani - Centro Espositivo
piazza Pier Paolo Pasolini, Santa Croce Sull’Arno

16 - 18 settembre 2016 
dalle ore 17.00 - 20.00

Venerdì 16 settembre dalle ore 17.30 il Centro Espositivo Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno ha il piacere di ospitare La tela infinita, rassegna video sul disegno animato d’autore a cura di Alessandra Ioalé, corredata da una mostra collettiva dei bozzetti, disegni e degli studi preparatori relativi ai video presentati. Gli autori in rassegna sono Cristina GardumiLRNZRichard McguireVirginia MoriStefano Ricci, Fabio Tonetto.
La tela infinita è un’iniziativa del Comune di Santa Croce sull'Arno. Assessorato alle Politiche ed Istituzioni Culturali con la sponsorizzazione di Cassa di Risparmio di San Miniato.

La rassegna si concentra e prende in considerazione il lavoro di sei autori che, scegliendo di sperimentare entrambi i supporti, cartaceo e digitale, hanno approfondito il linguaggio dell’animazione in una commistione che ne esalta le reciproche qualità di narrazione e rappresentazione, dando vita ad opere uniche e diverse tra loro. Dall’animazione computerizzata a quella in stop motion, dalle animazioni flash ai video digitali, la quarta dimensione entra nell’immaginario di creazione di questi artisti enfatizzandone le peculiarità estetiche nel divenire dell’immagine in movimento. Sei esempi che introducono alle infinite possibilità espressive di questo particolare linguaggio artistico in piena evoluzione. Sei opere realizzate da alcuni autori, emergenti e già affermati, italiani e stranieri, che si sono cimentati nell’animazione digitale facendone un punto cardine del proprio lavoro di ricerca.
Il pomeriggio di venerdì 16, dopo la presentazione del progetto e l’inaugurazione della mostra, sarà dedicato alla visione delle opere video e al successivo incontro con due degli autori in rassegna, Cristina Gardumi e Fabio Tonetto, e con il musicista e sound designer Andrea Martignoni, che presenterà il quarto dvd del progetto antologico “Animazioni” di cui è curatore insieme a Paola Bristot dell’Accademia di Belle Art di Bologna. Un’occasione di confronto e scambio di esperienze con e tra gli artisti ospiti, supportato anche dalla parola teorica dell’esperto in storia di film di animazione, per approfondire le caratteristiche tecniche ed espressive di questa pratica, ma soprattutto per capire le dinamiche che sottendono al passaggio dalla carta al supporto digitale, pur mantenendo un inedito legame con la prima, ed arrivare alla sperimentazione del linguaggio animato così opposto a quello dell’illustrazione e così vicino a quello ibrido del fumetto.
Per i successivi due giorni, sabato 17 e domenica 18, oltre alla mostra esposta nella sala centrale al primo piano della Villa, sarà possibile vedere la proiezione di tutta la serie di dvd “Animazioni”, una raccolta dei migliori cortometraggi di animazione del panorama italiano contemporaneo a cura di Andrea Martignoni e Paola Bistrot. 

Il programma:
venerdì 16 settembre ore 18.00 
presentazione del progetto e inaugurazione della mostra. A seguire incontro con gli autori.
partecipano: Mariangela Bucci Assessore alle Politiche ed Istituzioni culturali del Comune di Santa Croce sull'Arno, Ilaria Mariotti Direttore di Villa Pacchiani, Alessandra Ioalé, curatore, gli autori Cristina Gardumi e Fabio Tonetto, Andrea Martignoni, musicista e sound designer.
visione di:
Cristina Gardumi: “Softporno”, 5’40''
Fabio Tonetto – “PLUTO 3000”, 1’16’’
LRNZ – “The dark side of the Sun” (trailer), 1’7''
Richard Mcguire – “Micro loup”, 7’
Stefano Ricci – “uomocane”, 36’’; “uomopatata”, 49’’; “la mia scimmia segreta”, 46’’
Virginia Mori – “Haircut”, 8'
"Animazioni IV", a cura di Andrea Martignoni e Paola Bristot

sabato 17 settembre dalle ore 17.00 alle ore 20.00
proiezioni dvd “Animazioni I, II”

domenica 18 settembre dalle ore 17.00 alle ore 20.00
proiezioni dvd “Animazioni III, IV”


Cristina Gardumi. Nasce nel 1978 a Brescia. È artista visiva e performer, diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Verona e l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico a Roma. La sua poetica spazia dal disegno alla video art, fino alla performance e al teatro, in cui si cimenta come attrice, regista e scenografa. Collabora con vari autori e registi illustrando le loro opere in scena (attraverso le proiezioni de "La Prossima Stagione" di Michele Santeramo) e sulla carta (il nuovo romanzo di Andrea Porcheddu "Infedele alla linea" con prefazione di Ascanio Celestini). Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero. Ha vinto il Premio Celeste Pittura 2011, il Premio Arte Laguna Pittura 2012 e il Celeste Prize visitors' choice 2013. Vive e lavora tra Pisa, Roma e Milano.


LRNZ Lorenzo Ceccotti. Nasce nel 1978 a Roma. Opera in diversi settori dell’arte visuale:  graphic design, motion graphics, animazione, disegno e narrazione sequenziale. Fondatore dello storico collettivo SUPERAMICI e dello studio di design BRUTUS/CHIMP CO. si è dedicato dal 2006 a progetti individuali. Fra i più importanti lavori legati al disegno: la regia dell’animazione del documentario The Dark Side Of The Sun, il suo primo libro a fumetti Golem (pubblicato in 3 paesi), Astrogamma - raccolta di una storia pubblicata originariamente a episodi su Hobby Comics, rivista ammiraglia dei SUPERAMICI, le illustrazioni e la copertina de “La Strana Biblioteca” (Einaudi)  - un racconto di Haruki Murakami, è stato autore di numerose copertine e illustrazioni per riviste, narrativa e fumetti. Ora sta chiudendo il progetto MONOLITH per conto di Sergio Bonelli Editore che include un film live action e un libro a fumetti completamente a colori. Vive e lavora a Roma.


Andrea Martignoni. Nasce nel 1961 a Bologna. Sound designer, performer, storico di cinema di animazione. Ha composto colonne sonore per cortometraggi animati di Blu, Saul Saguatti, Michele Bernardi, Pierre Hébert, Virgilio Villoresi, Roberto Catani e tanti altri. Ha insegnato Storia dell’animazione presso il Master in animazione dellʼAccademia di Belle Arti di Palermo nel biennio 2011-2013 e all’Università IULM di Milano nel 2014. Collabora attivamente con diversi festival internazionali. È spesso invitato in giurie internazionali e in comitati di selezione in tutto il mondo. Realizza workshop insieme a Basmati a.c. e all’Associazione culturale OTTOmani. Promuove il cinema di animazione italiano a livello internazionale. Ha vinto il Golden Reiter per la migliore colonna sonora alla 23° edizione del festival internazionale di cortometraggio FilmFest Dresdene e il premio Asifa Italia 2010.

Richard Mcguire. Nasce nel 1957 nel New Jersey. Scrittore e illustratore americano, collabora regolarmente con le sue illustrazioni al «New Yorker». Le sue opere sono apparse sulle più importanti testate mondiali, tra cui il «New York Times», «McSweeney's», «Le Monde» e «Libération». Ha partecipato come autore e regista ai film Loulou et autres loups (2003) e Peur(s) du Noir (2007). Ha anche ideato e prodotto una propria linea di giocattoli ed è il fondatore, nonché bassista, della band Liquid Liquid. In Italia il suo editore di riferimento per la letteratura infantile è Corraini. Nel 2015 esce la graphic novel Qui (Here) per Rizzoli Lizard. Vive e lavora a New York.



Virginia Mori. Nasce nel 1981. Si perfeziona in Illustrazione e Animazione all’Istituto Statale d’Arte di Urbino, esperienza formativa che contribuisce a costruire e consolidare il suo immaginario artistico e che le permette di muovere i primi passi nella realizzazione di corti di animazione tradizionale e nell’illustrazione. Nel 2008 vince il premio “SRG SSR idee suisse” ad Annecy Call for project che le permette di realizzare il corto di animazione “Il gioco del silenzio”, e nel 2011 il premio “Abbaye de Fontevraud” che le permette di lavorare alla progettazione del prossimo film nella residenza dell’omonimo centro culturale francese poi selezionato al Festival Internazionale di animazione di Annecy nel 2015. I suoi disegni a penna bic sono stati esposti in diverse collettive e personali, in Italia e all’estero. Attualmente collabora con il collettivo Withstand, con cui ha di recente realizzato le illustrazioni del videoclip musicale “Walt Grace’s Submarine test” di John Mayer, con la regia di Virgilio Villoresi. Vive e lavora tra Pesaro e Milano.


Stefano Ricci. Nasce nel 1966 a Bologna. Artista eclettico, pittore, grafico, illustratore, fumettista, dal 1985 Stefano Ricci collabora con la stampa periodica e l’editoria in Italia e all’estero (fra cui "la Repubblica", "il manifesto", "Panorama", Mondadori, Rizzoli, Einaudi, Salani). Con Giovanna Anceschi dal 1995 cura la collana di Edizioni Grafiche di Squadro (Bologna) e nel 1996 fondano insieme la rivista "MANO fumetti scritti disegni". Dal 2003 è direttore artistico di "Bianco e nero" rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e docente del corso di fumetto e grafica contemporanea al D.A.M.S. dell’Università degli Studi di Udine. Vive e lavora ad Amburgo.



Fabio Tonetto. Nasce nel 1983 ad Alessandria. Si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia dipartimento di animazione di Chieri (TO). Come animatore ha lavorato per Cartoon Network e ha realizzato video pubblicitari e musicali. I suoi fumetti e le sue illustrazioni sono state pubblicate su diverse fanzine autoprodotte (Amenità, Lok, Delebile, WATT) e magazine come Rolling Stone, Vice, Frigidaire e Barricate. Il corto di animazione Pluto 3000 è stato selezionato in numerosi festival internazionali tra cui Pictoplasma e SICAF di Seoul ed è all’interno del dvd “Animazioni 3” che raccoglie il meglio dell’animazione italiana contemporanea.



Scheda tecnica:
Titolo dell’iniziativa: La tela infinita, rassegna video sul disegno animato d'autore, incontro con gli autori, proiezioni, una mostra
Autori: Cristina Gardumi, LRNZ, Richard Mcguire, Virginia Mori, Stefano Ricci, Fabio Tonetto
A cura di: Alessandra Ioalé
Promotori: Comune di Santa Croce sull'Arno. Assessorato alle Politiche ed Istituzioni Culturali
Sponsor: Cassa di Risparmio di San Miniato
inaugurazione: venerdì 16 settembre 2016 ore 18.00. A seguire incontro con gli autori.
Partecipano: Mariangela Bucci Assessore alle Politiche ed Istituzioni culturali del Comune di Santa Croce sull'Arno, Ilaria Mariotti Direttore di Villa Pacchiani, Alessandra Ioalé, curatore, gli autori Cristina Gardumi e Fabio Tonetto, Andrea Martignoni, musicista e sound designer.
sede Centro Attività Espressive Villa Pacchiani, Piazza Pier Paolo Pasolini, Santa Croce sull'Arno
orari di apertura: 16 - 18 settembre 2016 ore 17.00 - 20.00;
info: Comune di Santa Croce sull’Arno 0571 30642; 0571 389953
e-mail: biblioteca@comune.santacroce.pi.it 

Preview: John Doe Vol. 2

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In libreria il secondo volume della serie creata da Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli nell'edizione definitiva Bao




Come abbiamo già avuto modo di evidenziare sul blog, la serie John Doe ideata da Roberto Recchioni e dal compianto Lorenzo Bartoli ha significato molto per il fumetto seriale italiano. Anche il secondo volume dell'edizione definitiva Bao Publishing conferma questo assunto. Oltre ai due citati ideatori della serie, tra le sue pagine è possibile vedere all'opera disegnatori del calibro di Riccardo Burchielli, Andrea Accardi, Marco Guerrieri e Walter Venturi, che verosimilmente in molti conoscono (anche) per le splendide opere che hanno realizzato appunto dopo John Doe.
Come sempre, ci godiamo a seguire una preview del volume.

Comunicato stampa

JOHN DOE Volume 2


In libreria dall'8 settembre il secondo atteso volume dell'edizione definitiva di John Doe, la serie di Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni.

La Morte lo vuole morto, ma non come succede un giorno nella vita di ognuno.
Con John Doe, è una faccenda personale.

BAO Publishing è lieta di annunciare l'uscita in libreria del secondo volume di John Doe, la serie creata da Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni che vede protagonista John, umano al servizio della Morte e dei quattro cavalieri dell'Apocalisse.

Questo secondo volume dell'edizione definitiva BAO contiene episodi disegnati da Riccardo BurchielliAndrea AccardiMarco Guerrieri Walter Venturi, in un crescendo narrativo e sperimentale che, dopo l'abbrivio del volume uno, è già testimonianza della forza del personaggio creato nel 2003 da Lorenzo Bartoli Roberto Recchioni.

John Doe volume 2  è disponibile in libreria dall'8 settembre 2016.



Preview: Il suono del mondo a memoria

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Una splendida New York nella nuova graphic novel di Giacomo Bevilacqua



"Meno saprete di questo libro fino al momento di immergervi nella lettura, più ve ne innamorerete. E poi direte questa stessa cosa alle persone cui lo regalerete. Fidatevi." Ecco come la stessa Bao Publishing ha presentato l'attesa nuova opera di Giacomo Bevilacqua, che per la prima volta impiega il suo talento per una storia molto più intima di quelle a cui ci ha abituato sinora. Si chiama Il suono del mondo a memoria e sarà in libreria a partire da giovedì 15 settembre.
A seguire un'anteprima e l'indicazione delle prime date del tour di presentazione del volume.


Comunicato stampa 
Il suono del mondo a memoria

L'autore romano Giacomo Bevilacqua, dopo anni di storie umoristiche e avventurose, ci regala un graphic novel intimo e intenso, il primo per BAO Publishing, ambientato in una New York della quale ci restituisce la luce e i colori in maniera magistrale.
"Una delle cose che più mi ha colpito di New York è stata la luce. Per la prima volta in vita mia, al mio ritorno, ho sentito il bisogno fisico di rappresentare, su foglio bianco, ciò che avevo visto e le emozioni che quella città mi aveva suscitato" - Giacomo Bevilacqua

BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'uscita in libreria di Il suono del mondo a memoria, il nuovo graphic novel di Giacomo Bevilacqua, il primo per BAO Publishing.

Sam, il protagonista della storia, sta scrivendo un articolo. Una cosa complessa, che comporta che lui vada a vivere per due mesi a Manhattan e non parli assolutamente con nessuno.
Ce la farà? In un certo senso sì, ma con le cose che Sam non ha previsto ci si potrebbe scrivere un libro.

Giacomo Bevilacqua l'ha fatto, e l'ha disegnato, e poi l'ha colorato così magnificamente da restituire l'atmosfera di New York in modo magnifico e quasi commovente.

Il suono del mondo a memoria è disponibile in libreria dal 15 settembre 2016.




Queste le prime date di presentazione del graphic novel, con la presenza dell'autore: 

- giovedì 15 settembre, ore 18:00 a Roma presso La Feltrinelli di Via Appia Nuova 427
- venerdì 16 settembre, ore 18:30 a Milano presso La Feltrinelli Duomo 
- martedì 20 settembre ore 18:00 a Napoli presso La Feltrinelli di Piazza di Martiri 23
- mercoledì 21 settembre ore 18:00 a Bologna presso La Feltrinelli di Piazza Ravegnana 1
- venerdì 14 ottobre ore 21:00 a Torino presso il Circolo dei lettori, Via Gianbattista Bogino 9


La variant cover del volume.

Giacomo Keison Bevilacqua (classe 1983) inizia la sua carriera di fumettista nel 2006 con la Casa editrice Editoriale Aurea su John Doe. Nel 2008 crea il suo personaggio di maggior successo, A Panda Piace (apandapiace.com) pubblicato in Italia, Francia e Belgio. Nella sua carriera ha scritto testi comici per teatro e televisione, disegnato una miniserie dei G.I. Joe per IDW Publishing, creato dieci cortometraggi animati di A Panda Piace trasmessi da La7, ha avuto una rubrica fissa su Wired, ha pubblicato tre libri di A Panda Piace e un fumetto horror, Homo Homini Lupus, per le Edizioni BD. Per cinque anni consecutivi ha pubblicato le vignette di Panda sul diario della Gazzenda, prima di passare sulla Smemoranda nel 2014. Nel 2012, per l’Editoriale Aurea, ha creato la miniserie da edicola Metamorphosis, trasformata poi in un Omnibus per librerie e fumetterie da Panini comics. Sempre per Panini Comics, ha all'attivo tre libri di A Panda Piace e la miniserie di otto numeri A Panda Piace l’avventura, trasformata di recente in un volume unico dal titolo Ansia la mia migliore amica. Collabora anche con Sergio Bonelli Editore, per cui è al lavoro sul personaggio di Dylan Dog e sta realizzando un numero speciale de “Le Storie” dal titolo Lavender e in uscita nel 2017. Il suono del mondo a memoria, edito da BAO Publishing è il suo primo graphic novel e segna il suo debutto ai colori.

Scuola Romana dei Fumetti: open day

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Domenica 18 settembre prevista una giornata di orientamento gratuito



La Scuola Romana dei Fumetti, fondata oltre vent'anni fa da Giancarlo Caracuzzo, Paolo Morales , Massimo Rotundo, Stefano Santarelli e Massimo Vincenti, propone domenica 18 settembre una giornata di orientamento gratuito, con presentazione dei corsi e colloqui con i docenti.

Comunicato stampa

DOMENICA 18 SETTEMBRE OPEN DAY
ALLA SCUOLA ROMANA DEI FUMETTI
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