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Nick Cave oltre la biografia: Reinhard Kleist racconta l'essenza della rockstar



L'autore tedesco Reinhard Kleist, già noto per Cash – I see a darkness, Castro e Il pugile, torna con Nick Cave - Mercy on me, racconto della parabola esistenziale della rockstar internazionale attraverso una selezione delle più intense canzoni scritte dall'artista. Un viaggio nell'immaginario onirico di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi, pubblicato in Italia da Bao Publishing.
Presentiamo il volume a seguire.


Comunicato stampa
NICK CAVE
MERCY ON ME

Molto più di una biografia: l'autore tedesco Reinhard Kleist nel suo nuovo graphic novel "Nick Cave - Mercy on me" racconta la parabola esistenziale e artistica della rockstar internazionale - che di recente ha compiuto 60 anni - attraverso una selezione delle più intense canzoni scritte dall'artista. Parlano i personaggi delle liriche e dei romanzi di Nick Cave in questo volume intenso e potente, che fa addentrare con grande emozione nella vita straordinaria e nell'immaginario onirico di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi, a breve live in Italia con il suo nuovo tour europeo.


"Le mie canzoni mi accompagnano attraverso il tempo, invecchiano, maturano con me. E prima o poi la canzone sviluppa una vita propria, una propria verità."
BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'uscita di Nick Cave - Mercy on me, il nuovo atteso graphic novel dell'autore tedesco Reinhard Kleist (già autore di Cash - I see a darkness).

Reinhard Kleist è un fumettista noto in tutto il mondo per le sue biografie. Con quella di Nick Cave però si è superato, creando una storia fedele alla vita e al percorso artistico del poliedrico musicista australiano, rockstar internazionale, raccontata attraverso un inedito punto di vista: la parabola dei suoi dischi, delle sue liriche e dei suoi racconti, al punto che i personaggi principali della narrazione musicale (e in prosa, visto che è anche romanziere) di Cave escono dalla metafora e diventano personaggi della storia. 

Il libro, accurato ed emotivamente intensoimmaginifico e illustrato con soluzioni grafiche da virtuoso del fumetto, costituisce uno spaccato straordinariamente approfondito delle pulsioni creative e della psiche di Nick Cavedella cui collaborazione Kleist ha potuto avvalersi nella realizzazione dell'opera.

Una lettura avvincente sia per i fan che attendono Nick Cave & The Bad Seeds a novembre in Italia con le date del tour europeo del loro ultimo disco, che per quanti si avvicinano al suo universo iconico per la prima volta.

Nick Cave - Mercy on me è disponibile in libreria dal 5 ottobre 2017.

Reinhard Kleist (Colonia, 1970) è un illustratore e fumettista tedesco. Il suo esordio avviene con la pubblicazione dell’albo Lovecraft, cui viene attribuito uno dei più importanti premi del panorama fumettistico tedesco. Nel 2006 viene conosciuto a livello internazionale grazie al graphic novel Cash – I see a darkness, apprezzata e pluripremiata biografia del cantante ripubblicata nel 2016 dalla casa editrice BAO Publishing. Nel 2010 è la volta della biografia di Fidel Castro, raccontata nel graphic novel Castro. Nel 2011 scrive Il pugile, inizialmente uscito a puntate su una rivista di divulgazione tedesca, raccolto poi in un unico volume e pubblicata nel 2014 in Italia da BAO Publishing. Nick Cave - Mercy on me è il suo nuovo libro (BAO Publishing 2017).

Dylan Dog #373

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London's Burning (and I live by the river)






















Nel numero 373 di Dylan Dog attualmente in edicola Emiliano Pagani e Daniele Caluri confezionano una storia destinata intenzionalmente a far discutere, dove parlano di idealismo, di lotta al sistema e di giustizia, ma non solo. Perché La fiammaè una molotov scagliata contro le indifferenze che caratterizzano la società odierna.

"Partono tutti incendiari e fieri
ma quando arrivano sono tutti pompieri." 
Ti ti ti ti, Rino Gaetano
L'attenzione verso la realtà che ci circonda sta caratterizzando sempre più il Dylan Dog degli ultimi tempi. Basterebbe infatti citare l'albo intitolato Il terrore, pubblicato solo tre mesi fa, incentrato sul terrorismo e sulle conseguenze che esso ha nelle vite delle persone comuni. Ma i fatti di cronaca reale sembrano ancor più terribilmente vicini - quanto meno temporalmente - a una storia come La fiamma, se pensiamo ad esempio ai tristi episodi di violenza occorsi solo pochi giorni fa durante il referendum catalano.
Nella storia architettata da Emiliano Pagani, qui al suo esordio come sceneggiatore di Dyd, l'Indagatore dell'incubo si ritrova al centro dello scoppio di tensioni sociali legate all'ampliamento di una nuova discarica in un quartiere periferico di Londra. La polizia interviene per disperdere i manifestanti e a farne le spese sono lo stesso Dylan e Alev, la sua nuova fiamma, attivista pronta a tutto pur di impedire l'espansione della discarica. 


Pagani, godendo dell'appoggio e della stima del curatore della serie, ha agito senza remore e ha puntato al bersaglio grosso con una storia collettiva dalla forte impronta sociale. Di orrore sclaviano, qui, non se ne trova neanche l'ombra (sarà anche perché abbiamo appena finito di rileggere L'alba dei morti viventi, primo numero di Dylan Dog nonché sesta uscita de Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi, in edicola in questi giorni): quello che c'è, però, è una violenza cruda, concreta, reale, tangibile. Quella che deriva dai piano alti, quella che gestisce male la legge e ne abusa, quella che dà in pasto all'opinione pubblica pillole di verità distorcendo la realtà dei fatti, il disordine travestito da ordine. Difficile restare indifferenti davanti a scene di pestaggi: eppure ne vediamo quotidianamente e nessuno pensa di agire in un modo diverso dallo scrivere qualche post indignato su uno dei tanti social (così numerosi e dispersivi che di sociale conservano, ormai, ben poco).
La coppia formata da Pagani e Caluri, meglio noti come i Paguri, passa così da opere underground come Don Zauker e storie folli come Nirvana, a un fumetto come Dylan Dog, apportando la loro visione del personaggio, rappresentato all'inizio come voce della coscienza, razionale e quasi imborghesito, per poi evolversi nelle posizioni nel corso della storia. Soprattutto all'inizio l'episodio soffre di dialoghi (volutamente) stereotipati, infarciti di frasi e citazioni "da diario delle scuole medie".

Onomatopee non casuali a p. 41.

Molto interessante come gli autori non inducano a prendere una o l'altra posizione, quanto piuttosto a svegliarsi dallo stato di torpore sociale che sembra negli ultimi anni dilagare sempre più a macchia d'olio, dall'indifferenza che rende tutto lontano, quasi che niente ci riguardi davvero.
La prova di Daniele Caluri, il quale ritorna dopo il recchioniano Il giudizio del corvo (Dylan Dog #311), risulta poco in linea con la tradizione grafica dylaniata ma non per questo manca di appeal o di originalità, anzi: il suo tratto sembra essersi pulito e asciugato e l'uso dei bianchi e dei neri crea degli effetti decisamente piacevoli per la vista. La sua Alev è decisamente credibile sia nei magnificient view che nei campi totali (numerosi e di qualità). Impossibile non citare la tavola in cui cita apertamente i dentoni e la bocca urlante di pinkfloydiana memoria.


Citazioni a p. 93.
La locandina di Pink Floyd: The Wall, film del 1982 tratto dal concept album The Wall.


Lo stesso riferimento alla band di Roger Waters si potrebbe intravedere, in modo forse più sottile, nella copertina di Gigi Cavenago (e non sarebbe la prima citazione musicale di Cavenago, anzi!); l'illustrazione, come sempre spettacolare per composisione e colorazione, sembra inoltre riportare alla mente (questa sì è una nota nuova) quella recente del collega copertinista Fabrizio De Tommaso: se ne La zona d'ombra, n. 23 della serie Morgan Lost, viene mostrato il volto spaventato del protagonista riflesso nella lama di una sega circolare, in questa vediamo il viso di Dylan, altrettanto inquieto, specchiarsi nella visiera di un casco antisommossa della polizia.




L'albo potrà anche far discutere, già per via dell'editoriale di Recchioni per alcune presunte affermazioni sulla polizia (anche se nel pezzo si cita semplicemente letteratura e cinematografia a riguardo), ma questo non cambia la sostanza, e cioè che questa è una storia fortemente allegorica e con frangenti onirici, inframmezzati da scene visivamente molto potenti: pur con qualche momento decisamente retorico, l'episodio riesce ad affrontare un tema complesso con coraggio e senza eccessivo buonismo, dando ulteriore conferma della svolta sociale dell'Indagatore dell'incubo.

Il Sommo audace & Rolando Veloci
(Si ringrazia Grullino Biscottacci per le preziose aggiunte)


"My my, hey hey
Rock and roll is here to stay
It's better to burn out
Than to fade away"
 
My My, Hey Hey (Out Of The Blue), Neil Young


"La fiamma"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 373
DATA: settembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE


SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Emiliano Pagani
DISEGNI E CHINE: Daniele Caluri
COPERTINA: Gigi Cavenago










Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore, ad eccezione della locandina di Pink Floyd: The Wall.

Battaglia - Lo Stalliere

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Il vampiro incontra il Cavaliere (oscuro)


























La più recente delle uscite a nome Battagliaè davvero un albo di quelli da non lasciarsi sfuggire, e questo per diverse ragioni. Trattasi di una storia a fumetti con un soggetto intrigante, sceneggiato in modo brutalmente contemporaneo, realizzato graficamente con gusto quasi grottesco, con una copertina sfacciatamente realistica. Il protagonista è sempre il buon Pietro Battaglia, il vampiro siciliano uscito dalla penna di Roberto Recchioni e dalla matita di Leomacs, giunto al suo ventesimo anno di vita (nonché al decimo numero di questa incarnazione editoriale), ma è il co-protagonista a essere un personaggio davvero da romanzo/film tra il pulp e il noir. Stiamo parlando nientepopodimeno che di Silvio Berlusconi, la figura che da più di vent'anni è al centro della vita politica italiana e da oltre un trentennio viene menzionato parlando dei fatti che legano a doppio filo Cosa nostra e lo Stato italiano.



Lo Stalliere a cui si fa riferimento nel titolo è, ovviamente, Vittorio Mangano, l'unico vero "stalliere" di Arcore. Figura vicina tanto a Cosa Nostra (accusato di ogni tipo di nefandezza, omicidi compresi) quanto a Berlusconi (era il suo tuttofare e accompagnava persino i suoi figli a scuola), Mangano non viene mai citato direttamente, come non viene mai nominato Dell'Utri, ma l'ex braccio destro del Cavaliere, il colto bibliofilo siciliano (Pietro lo chiama "compaesano"), anch'egli condannato in via definitiva per i suoi legami con la Mafia, è ovviamente il Marcello che si vede inizialmente giovane e rampante e alla fine anziano e terrorizzato.

In questa storia, dal sapore pienamente italiano, si parte dai primi anni Ottanta, quelli post P2, e si arriva fino al crepuscolo politico di Berlusconi e cioè ai suoi guai giudiziari per via delle sue "cene eleganti".
A lavorare per il generoso e magnanimo (questo bisogna concederglielo) Silvio, anzi, a collaborare con lui, troviamo il buon Pietro, il quale sa resistere a tutto tranne che all'odore di gentil sesso, soldi e potere.



Una costante della serie è la riscrittura dei fatti salienti della storia oscura del nostro Paese con la presenza del vettore (e "V" sta per Vampiro) Pietro. Silvio ha un obiettivo: cambiare l'Italia e gli italiani, tramite un profondo cambiamento della politica e della televisione. Dario Sicchio, il cui lavoro per Caput Mundi abbiamo da poco recensito positivamente, riesce a realizzare un storia berlusconiana al 100%. I cliché ci sono tutti: malavita e simpatia, politica e pubblicità, tette e ricatti. Le frasi da consegnare alla storia non si possono riportare per intero ma, tra deglutizioni (metaforiche e non) e riferimenti a irresistibili fondoschiena di minorenni, il divertimento (con un tocco di trash) è assicurato.

Francesco Prenzy Chiappara, che avevamo trovato di recente su #Like4Like, si cimenta per la prima volta con Battaglia e riesce a ritrarre un Pietro credibile, nonostante la sua tendenza al grottesco e alla caricatura (azzeccata a volte, un po' forzata altre) sia quasi il suo marchio di fabbrica. I lettori della serie non sono abituati a leggere storie disegnate in questo modo ma siamo certi che per l'occasione sapranno apprezzare il talento di un autore che come pochi riesce a riempire le tavole del nero più buio.


Battaglia visto da Prenzy.

La storia è una lunga sequenza di massacri compiuti da un Pietro sempre più votato al sangue e allo smembramento di corpi. Da pedina - in verità mai passiva - dei potenti dell'antico regime (abbiamo visto Andreotti, Mussolini, Craxi), Pietro - grazie alla magnanimità di Silvio - riesce a fare il grande salto, passa dall'altra parte e diventa "socio" del capo e nel giro di un trentennio contribuisce a mettere in piedi il teatrino della cosiddetta Seconda Repubblica, realizzando il sogno edonistico berlusconiano.

Il finale con Silvio in lacrime (di gioia?) e in ginocchio davanti all'olocausto delle prove contro di lui è una sequenza impagabile che Paolo Sorrentino dovrebbe inserire nel suo prossimo film, Loro (la foto del protagonista, Tony Servillo, sta girando in rete in modo virale proprio in questi giorni).
Il colpo di scena delle ultime pagine è davvero da manuale e ci fa ben sperare per il futuro della serie e apre orizzonti "orientali" al nostro mattatore dal sangue marcio.

Una storia quantomai necessaria e attuale.

Rolando Veloci




Cover di Leomacs colori di Luca Bertelè).
Battaglia - Lo Stalliere
n. 10
Editoriale Cosmo
Settembre 2017

SOGGETTO: Roberto Recchioni
SCENEGGIATURA: Dario Sicchio
DISEGNI: Francesco Prenzy Chiappara
COPERTINA: Leomacs










Variant Cover di Roberto Recchioni
(con la collaborazione di Luca Bertelè, Valentina Quenny Zannelli)








Preview: Incipit e le altre novità Masnada

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Un'antologia di ventidue inizi di storie senza conclusione (e non solo)



Masnada presenta alcune interessanti novità, tra cui Incipit, antologia di ventidue inizi di storie senza conclusione ("porte aperte che non conducono da nessuna parte"), Today's Special, miniserie collettiva in cui emerge la passione per il cibo, e il terzo capitolo di My Little Antichrist, finale di stagione architettato dal "diabolico duo" formato da Cristiano Brignola e Alex Agni.
Presentiamo le opere a seguire.




Comunicato stampa

Incipit



Una delle regole d'oro di chi scrive e chi disegna è finire tutto quello che si comincia.
Con Masnada l'abbiamo imparata così bene che vi proponiamo “Incipit”, un'antologia di ventidue inizi di storie senza conclusione, porte aperte che non conducono da nessuna parte, o magari da qualunque parte vogliate.  A noi piacciono i mostri, anche quelli editoriali, e per questo motivo preferiamo una tempesta di inizi sgangherati e storti a una raccolta patinata e senza errori.






Ma non temete, sappiamo anche essere quasi alla moda! E ve lo dimostreremo facendovi leggere in anteprima le prime due puntate di Today's Special, la nostra miniserie collettiva in cui cavalchiamo orgogliosamente la passione per il cibo, il food writing, gli alieni e la violenza gratuita, con la collaborazione di Enrico Vignoli gastronomic skald dell'Osteria Francescana e una delle menti dietro Postrivoro, progetto di arte e gastronomia.

Today's Special
In aggiunta a tutto questo, faremo uscire anche “I nuovi buoni” terzo capitolo di My Little Antichrist, nonché finale di stagione, a opera del diabolico duo Cristiano Brignola e Alex Agni.
In fondo, un'altra delle regole della narrazione (e ancora più delle autoproduzioni) è che si va avanti sbagliando. E fare cose sbagliate a noi diverte un mucchio.
Anche moralmente.

My Little Antichrist.

Veniteci quindi a trovare al Borda Fest dal 2 al 5 novembre!




Aqualung, l'inizio della terza stagione

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"Cose terribili stanno per accadere".
I nuovi episodi della serie di Paliaga e Carlomagno








Abbiamo letto i primi tre capitoli della nuova stagione di Aqualung, la serie mystery creata da Jacopo Paliaga e French Carlomagno, pubblicata sul sito www.coldcove.com (il terzo episodio sarà pubblicato online lunedì prossimo). Si tratta di uno dei webcomics di maggior successo degli ultimi anni, che noi stessi avevamo indicato tempo fa come precursore, insieme a Vivi e Vegeta, di una nuova generazione di fumetti online di elevata qualità.


S'intitola come il quarto album della band progressive Jethro Tull *, ma Aqualung è ben altro. Di cosa parla? È una storia corale in cui la narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, tenendo fissa la location: la cittadina di Cold Cove e i suoi dintorni (ma anche le profondità del mare).
In questo inizio di terza stagione, la giovane Beth sostituisce di fatto la famiglia Greenberg - e in particolare Holly - nei panni di protagonista. Seguiamo dunque le sue vicissitudini mentre è sulle tracce di suo padre, Fred Bishop. Beth può avvalersi di nuovi alleati e al contempo veniamo a conoscenza di inedite rivelazioni, che la portano a scoprire fatti risalenti a un passato sempre più interessante, inquietante e ricco di misteri.

Dopo la lettura di questi episodi, sembra evidente che tutto vada a muoversi ancora più di prima verso un'opprimente oscurità. Quel barlume di serenità, che era stato rappresentato nelle prime due stagioni dalla quotidianità della famiglia Greenberg, è ora definitivamente reciso, e anche se gli autori ci mostrano Beth e Isobel che provano a costruire un rapporto basato su un minimo di umanità, è impossibile non avvertire quel senso di imminenza dell'annunciata apocalisse, della guerra che coinvolgerà tutto e tutti e cambierà le carte in tavola (a partire dall'annunciata antica minaccia rappresentata dal ritorno del Re Bianco).


Ogni episodio è un nuovo tassello di un mosaico complesso, fortunatamente non indigesto per il lettore grazie ai frequenti e opportuni richiami agli episodi passati. Lo sceneggiatore Jacopo Paliaga riesce a gestire la progressione tra rivelazione di segreti/presentazione di nuovi misteri in maniera incredibilmente avvincente, dimostrando un'ottima padronanza dei tempi della narrazione e facendo tesoro della scansione tipica delle serie tv. Innegabile il parallelo, a partire dalla presenza del meccanismo tipico delle stagioni (con tanto di climax nella mid season e colpi di scena nel finale di ogni episodio) e proseguendo con i vari spin-off e prequel (vedi l’ottimo Journey Into Pseudoscience). Aqualung si è infatti rivelato sinora un tale condensato di spunti ed eventi da presentare costanti motivi d'interesse, strizzando l’occhio, in termini narrativi e visivi, anche alle consuetudini del mercato fumettistico statunitense. 

A quest’ultimo modello sembrano in parte rifarsi infatti i disegni di French Carlomagno, artista che abbiamo letteralmente adorato in Come quando eravamo piccoli, il cui stile è dotato di una freschezza e una potenza davvero fuori dal comune. I suoi layout sono sempre molto liberi, tra splash page, vignette dal taglio orizzontale e altre in verticale. Nelle scene dinamiche, le scelte per le inquadrature sono a dir poco azzeccate (si guardi a titolo esemplificativo la corsa di Beth nella parte finale del terzo episodio). Con il supporto ai colori di Adele Matera, Carlomagno rappresenta pienamente l’atmosfera e le emozioni che attanagliano i vari personaggi, restituendo le suggestioni fornite dalla sceneggiatura e rendendo tutto molto accattivante. 


In conclusione, c’è più di un motivo se, oltre al Premio Micheluzzi 2017 come Miglior Webcomic, questa serie era stata da noi premiata per l'Audace personaggio di webcomic (assegnato a Holly Greenberg agli Audaci Awards del 2015) e l'Audace sceneggiatore di webcomics (a Jacopo Paliaga agli Audaci Awards dell'anno seguente).
Aqualung ti sommerge letteralmente di intrighi, rivelazioni, ragazze indistruttibili e sottomarini. Ti sommerge e non ti lascia più andare.

Leggere per credere.
Giuseppe Lamola



Sito internet: http://www.coldcove.com


* Sarebbe da tenere d'occhio la somiglianza tra il barbone protagonista dell'album prog dei Jethro Tull, mostrato nell'iconica copertina, e un certo personaggio che compare alla fine del secondo episodio.

Preview: Chiodotorto Vol.1 – L'Uomo Storto

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Lorenzo Magalotti e Dario Sicchio si riuniscono per un nuovo progetto



Non abbiamo mai fatto segreto di quanto Walter Dice: ci avesse conquistato con la sua efferata bellezza (vedi qui). Gli stessi autori, Dario Sicchio e Lorenzo Magalotti, si riuniscono ora per un nuovo e "sanguinario" progetto, intitolato Chiodotorto, realizzato in collaborazione con Francesco Segala ai colori, Maria Letizia Mirabella al lettering e Jacopo Vanni come guest artist.
Presentiamo l'opera a seguire, insieme ad alcune tavole tratte dal volume in uscita a novembre per Magic Press (e presentato in anteprima a Lucca).


Comunicato Stampa

CHIODOTORTO Vol.1 – L’Uomo Storto

Dopo WALTER DICE:, Lorenzo Magalotti e Dario Sicchio si riuniscono per un nuovo e sanguinario progetto, coadiuvati stavolta da Francesco Segala ai colori e da Jacopo Vanni in veste di guest artist: CHIODOTORTO Vol.1 – L’Uomo Storto.
SINOSSI: Anthony Scalia è un piccolo criminale. Un insignificante ingranaggio nella spietata macchina malavitosa della desolata periferia della Città. È magro, gobbo e storpio. Per questo tutti lo chiamano CHIODOTORTO. Dopo essere uscito di prigione per l’ennesima volta, Chiodotorto sa di essere spacciato. Deve soldi alle persone sbagliate e ormai non è di nessuna utilità ai tre boss criminali che governano la zona. Per lui è la fine, ma un evento sensazionale potrebbe ribaltare il suo destino. Uno scambio di merce andato male ha creato delle pericolose tensioni fra i tre boss. Anthony potrebbe sfruttare la situazione per metterli l’uno contro l’altro e far sì che si distruggano a vicenda, ottenendo così la libertà che ha desiderato per tutta la vita. Ma per raggiungere questo sogno dovrà macchiarsi di azioni orribili e dimostrare quanto egli sia un “uomo storto” non solo nell’aspetto.

CHIODOTORTO Vol.1– L’Uomo Storto è il nuovo thriller grottesco del duo Sicchio\Magalotti, che uscirà in due volumi editi da Magic Press Edizioni. Una tragicomica storia di violenza e vendetta sullo sfondo di una città di periferia pericolosa e incattivita, che sembra tingersi sempre di più di connotazioni infernali. Il tutto visto attraverso gli occhi di un protagonista mostruoso e dolorosamente umano, con una percezione deformata della realtà. Il mondo di Chiodotorto è
popolato di uomini orribili, ma anche di apparizioni allucinate, come ad esempio Testacalda, un personaggio dei cartoni animati che sembra prendere vita e guidare Anthony nel suo folle piano.

Il volume, in uscita in tutte le librerie e fumetterie a novembre, è il seguito spirituale di WALTER DICE: e costituisce il secondo capitolo di una saga tematica sulla vendetta che proseguirà con CHIODOTORTO Vol. 2 (volume che concluderà le sanguinose avventure di questo personaggio) e con un terzo e ultimo titolo che verrà svelato a tempo debito. Un graphic novel completamente indipendente dal suo predecessore, ma che riserverà alcune gustose sorprese per chi già conosce le gesta del buon Walter.






Il volume uscirà a novembre in fumetteria e libreria, ma sarà presente in anteprima assoluta al Lucca Comics & Games 2017, dove saranno presenti anche gli autori per delle sessioni autografi allo stand Magic Press Edizioni.

Inoltre, dal 20 ottobre sarà possibile trovare in tutte le fumetterie un albo promozionale contenente alcune pagine di anteprima di questa nuova, bizzarra e crudele avventura.

SCHEDA TECNICA:
Chiodotorto Vol.1 – L'Uomo Storto
Editore: Magic Press Edizioni
Testi: Dario Sicchio
Disegni: Lorenzo Magalotti
Colori: Francesco Segala
Guest Artist: Jacopo Vanni
Lettering: Maria Letizia Mirabella
112 Pagine a Colori, Brossurato con bandelle
Prezzo: 14,00 €

Speciale Dylan Dog #31 - Nemico Pubblico n.1

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L'incubo senza fine





"Abbiamo ereditato uno strano mondo... Diviso tra chi si narcotizza per arrivare a fine giornata e chi si uccide nel tentativo di vivere per sempre!"
Ogni volta c'è da centellinare. Perché, come gocce preziose, le pagine dello Speciale Dylan Dog sul Pianeta dei Morti architettate da Alessandro Bilotta sono preziose e a modo loro terapeutiche.
Biliotta, come tiene a precisare il curatore della testata Roberto Recchioni nella breve nota introduttiva all'albo, è l'unico "abilitato" a narrare le vicissitudini dell'Indagatore dell'incubo ambientate in questo mondo futuro. E lo fa con storie sempre più appassionanti, che riprendono alcune tematiche chiave dell'opera sclaviana in felici reinterpretazioni.

[Potrebbe contenere qualche spoiler.]


"Gli esseri viventi si fanno tragici quando non accettano le inevitabili conseguenze della condizione umana. Due uomini si perseguitano da una vita, ossessionati da modi diversi di respingere la morte. Uno di loro è Dylan Dog, l’altro ha un nome che nessuno vuole pronunciare."
Con queste parole losceneggiatore di Mercurio Loi ha presentato la storia e le sue tematiche, suggerendo la presenza di un personaggio “innominabile”. Per buona parte dell’episodio infatti Bilotta riserva il palcoscenico a uno dei character più affascinanti e difficili da “maneggiare” dell’intera cosmogonia dylaniata, una vecchia conoscenza che sin dal suo esordio, in Dylan Dog #1, ha legato il suo nome agli zombie di romeriana memoria: Xabaras.
Comprimario di molte tra le storie più importanti dell’inquilino di Craven Road («Chissà quante ne hai passate con questo Xabaras e quante ne hai da raccontare…» chiede un’ingenuamente comunicativa sergente Jenkins, «Neanche poi tante» risponde Dylan con un mezzo sorriso), con il suo siero dell'immortalità è alla ricerca da sempre di un modo per far sì che i Ritornanti mantengano inalterate le proprie funzioni cognitive, ottenendo di fatto l’accesso alla vita eterna. La storia ne riprende la figura, nel contesto dell’epidemia di Ritornanti di questo futuro distopico, partendo da alcuni suoi problemi di salute e rendendo tutto ciò che lo circonda “terribilmente realistico” ma anche drammatico, soffocante, claustrofobico.



In questa storia Bilotta appare (se possibile) ancor più efficace e impeccabile del solito nella scrittura dei dialoghi, nel ritmo, nel dosare le frasi profonde e inserirle in un contesto mai banale.
L’Indagatore dell’incubo non compare per tutta la prima metà dell’albo. L'autore romano gestisce questa assenza in maniera egregia, lasciando che ad affascinarci sia la sua nemesi, ora più che mai altra faccia della stessa medaglia. Indubbiamente traspare dalle pagine una certa empatia verso Xabaras, derivante sia dalla sua condizione di anziano minato dagli acciacchi dell’età (nel fisico ma non nello spirito) che dalla sua rinnovata ricerca di qualcosa che abbia un senso, dell’eternità, di congelare l’attimo e mantenerlo per sempre.



E proprio a tutto Dylan sembra resistere tranne che alla provocazione di Xabaras quando questi cita indirettamente Groucho («Il tuo amico, per esempio…», «Tu non devi parlare di lui!»): evidentemente gli anni passano, ma il dolore per la perdita dell’amico e i sensi di colpa per non aver fermato la diffusione del contagio sono più forti che mai.
Dalla sua abitazione in un vecchio cimitero («sono il custode dei morti» dice a un certo punto), Dylan – tra un incubo e l’altro – si sveglia, si alza e spara ai Ritornanti, proprio come faceva Rupert Everett in Dellamorte Dellamore


Dylan è stato in cura e afferma più volte di stare meglio, ma sappiamo che non è così: continua a essere attanagliato da incubi terribili e ricorrenti che non sono altro che i fotogrammi finali di un albo fondamentale: Caccia alle streghe (Dylan Dog #69, rievocato recentemente in un remake del Color Fest estivo). E i riferimenti a quella che, insieme a Morgana, è la storia più metaletteraria di tutta la stagione d’oro sclaviana (con il suo straordinario finale aperto) non sono casuali in un vicenda del genere: Bilotta vuol davvero suggerirci che la saga da lui concepita si candida a rappresentare un possibile sequel del numero 69 e che gli incubi dylaniati siano non orrori onirici ma frammenti analettici, visioni in un cervello provato e desideroso di sognare l’ultimo incubo? Sarebbe più che affascinante. Ma non ci è dato saperlo. 
Quel che è certo è che lo scrittore romano, sul modello di Sclavi, ha deciso di capovolgere i punti saldi della filosofia e del pensiero occidentali e teorizza, per mezzo di Xabaras, quello che ha il valore di atto fondativo di una nuova dottrina della disperazione ultima:
«Ti sei mai chiesto perché nella vita abbiamo la sensazione che il tempo passi sempre più in fretta? Non è una sensazione… è la verità! Percepiamo il tempo rispetto a quello con cui possiamo paragonarlo. Quando hai quattro settimane di vita, una settimana è un quarto della tua esistenza… se hai dodici mesi, una settimana diventa un cinquantesimo della tua vita. Più viviamo, più un anno diventa piccolo… e quindi breve. Dopo i trenta, ogni anno costituisce meno del tre per cento della nostra vita. […] Sei sempre stato consapevole dell’orrore della vita… e lo hai accettato! Io no… io mai! […] Non voglio morire… non posso morire!»
Xabaras si attaccherebbe, e si attacca, a tutto - a una triste illusione d’amore, a una nuova vana ricerca scientifica, a un ennesimo inconcludente confronto con il figlio - pur di sentirsi ancora vivo, pur di provare ancora a rinviare la sensazione sul collo del freddo alito della Morte.
È lui a rivelarsi, in definitiva, nel profondo, il vero zombi, il morto vivente. Non ha nessuno e gli unici che si preoccupano di lui sono quelli che vogliono neutralizzarlo; è lento, malandato, claudicante e alieno dal mondo anche a causa delle sue dipendenze da gioco, farmaci, autolesionismo e junk food. Sembra quasi che, a posteriori, egli abbia voluto rendere il mondo simile a come sapeva che sarebbe stato lui da vecchio.
E, lo confessiamo, fa troppo male rivedere Philip Seymour Hoffman, nei panni dell’Ispettore Osmond, sdraiato a terra, in piena trance, con l’ago ancora infilato nel braccio… Le sequenze che vedono Osmond e Dylan all’interno del Red Lion Pub non possono non farci rivivere le stesse immagini che abbiamo visto tante volte in episodi classici con Dylan e Bloch («ci capitavo di tanto in tanto… con un vecchio amico», afferma Dylan) : anche le ordinazioni sono le stesse, tè e una pinta di birra.



Inoltre, non vorremmo spingerci troppo oltre rispetto alle intenzioni degli autori ma riteniamo di avere buoni motivi nel credere di aver individuato – nel cuore della storia – una sequenza in cui Bilotta e Gerasi mettono in scena una loro vecchia conoscenza: Valter Buio, o meglio la sua versione zombesca. Vediamo una figura con lo stesso vestiario (camicia e giacca), le medesime fattezze e, soprattutto, con gli stessi identici capelli. Sembra trasparire così l’esigenza degli autori di “uccidere” ciò che avevano creato in precedenza (e che ha contributo a portarli dove sono ora) per poter continuare a dar vita a qualcosa di nuovo (vedi Mercurio Loie questa saga). E anche il sergente Jenkins ci ricorda molto da vicino la segretaria di Valter, la bionda, bellissima, innamorata (e non ricambiata fino in fondo) Cecilia.



Che dire dei disegni? Accanto a Bilotta, Sergio Gerasi va a riformare quella che è attualmente una delle coppie di fumettisti italiani più in forma in questo momento storico, già apprezzata solo poche settimane fa sul quarto, splendido episodio di Mercurio Loi (da noi recensito qui). La sua inchiostrazione nervosa è perfetta per descrivere una storia di vite affette dalla caducità degli eventi, esistenze provvisorie, tenute insieme da un filo, perennemente sull'orlo di una nuova e definitiva tragedia. Quando Gerasi cambia ancora stile e inverte il contrasto (poco bianco su sfondo nero), con un tratto più sporco e denso, si raggiunge davvero il sublime. Quelle sequenze – poche, ma è giusto così! – sono drammaticamente significative e segnano i punti fondamentali della storia: il passaggio in cui Xabaras va a recuperare il corpo di Marlene e tenta di ridarle la vita; la pagina singola con sei vignette in cui Dylan, Xabaras, l’ispettore Osmond e il sergente Jenkins affrontano i loro demoni; la sequenza in cui, prima dello scontro finale, Xabaras annuncia a Dylan di aver trovato un nuovo siero; il momento in cui Xabaras stringe le mani intorno alla gola di qualcuno a lui molto familiare.

Non può poi sfuggire all'occhio più sensibile e allenato all'esoterismo la presenza, inquietante e insieme affascinante, del recto e del verso del talismano di epoca ellenistica raffigurante il demone Abraxas e la scritta "Iao Abrasax Sabaoth". Bilotta ha chiesto a Gerasi di riprodurre fedelmente questo oggetto di culto e la cura nel dettaglio è un ulteriore riprova della serietà e della passione con le quali questi due autori si dedicano al loro lavoro.



L'idea che emerge dalla lettura è che, oltre a portare avanti una saga sostanzialmente autonoma rispetto al resto della produzione dylaniata, Bilotta stia al contempo letteralmente riscrivendo i classici di Dylan Dog.

Se il numero dello scorso anno conteneva una riproposizione e un omaggio evidente a L'alba dei morti viventi, anche in occasione del trentennale del personaggio, questo nuovo episodio contiene in più punti evidenti richiami a Storia di nessuno (su tutte, la scena della caverna con il galeone). Inoltre, come già accennato, gli incubi di Dylan ricordano innegabilmente il finale di Caccia alle streghe. Va annotato come alcune affermazioni di Xabaras nel finale aprano le porte a interpretazioni molto interessanti e metatestuali: quando il “nemico pubblico numero 1” ipotizza che tutto quanto sia solo un sogno e che Dylan Dog sia morto anni prima, “divorato vivo dagli Inquisitori”, in realtà è come se parlasse delle conseguenze delle azioni scriteriate degli “Inquisitori”, ovvero i censori, sui fumetti horror, considerati troppo violenti e diseducativi. Perché eliminare completamente la componente violenta, cruda e splatter da Dylan Dog è un po' come - estremizzando - sancirne la morte (sappiamo bene che tantissime storie dell'Indagatore dell'incubo hanno ben altre armi rispetto alle teste sgozzate e agli schizzi di sangue, ma il discorso qui verte sulla libertà espressiva dunque sulla possibilità, anche potenziale, di mettere in scena lo splatter).



E poi impossibile non fare cenno a quel finale (sul quale però non ci dilungheremo per chi ancora non ha letto l'albo). Dopo ben trentun anni di vita editoriale possiamo ancora fregiarci di un epilogo memorabile in cui il Fato segue il suo corso e gli eventi vanno come devono andare: il Mito viene rispettato, Sigmund Freud aggirato.
Insomma, una riscrittura in chiave tragica ed esistenzialista dei capisaldi dylaniati in storie che delineano un contesto narrativo affascinante e particolarmente fertile che difficilmente potrà essere ripetuto o tenuto in vita (o eguagliato) in alcun modo. 
Un capolavoro contemporaneo imperdibile.

Giuseppe Lamola & Rolando Veloci


Speciale Dylan Dog – Nemico Pubblico n.1
NUMERO: 31
DATA: settembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alessandro Bilotta
DISEGNI E CHINE: Sergio Gerasi
COPERTINA: Marco Mastrazzo










Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.


ReNoir Comics presenta Space-Mullet!

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In uscita il primo volume del webcomic di fantascienza di Daniel Warren Johnson




ReNoir Comics porta in Italia Space-Mullet!, il webcomic di fantascienza realizzato da Daniel Warren Johnson.
Il primo volume è disponibile in libreria e fumetteria a partire dal 12 ottobre. Lo presentiamo a seguire con alcune immagini in anteprima.

Comunicato stampa

Daniel Warren Johnson
Space-Mullet! 1
Una scommessa alla volta

Jonah e Alphius sono due corrieri spaziali, che viaggiano per la galassia a bordo della loro astronave, sempre al limite tra legalità e illegalità.
Quando un vecchio commilitone di Jonah li ingaggia per una missione, i due si ritrovano catapultati in una folle avventura dopo l’altra, tra casinò spaziali e space marine, mafiosi e bambini dotati di straordinari poteri, scommesse clandestine e alieni giganteschi e fortissimi. Come se non bastasse, il passato di Jonah tornerà a perseguitarlo, mettendolo di fronte alle azioni compiute quando era nell’esercito...

ReNoir Comics continua a proporre in Italia le migliori avventure fantascientifiche a fumetti. Dopo Atomic Robo e Hyperkinetic, Orbital e Joyride arriva Space-Mullet!, l’amatissimo webcomic di Daniel Warren Johnson, pubblicato in volume negli Stati Uniti da Dark Horse.

Azione e umorismo si alternano nelle pagine di Space-Mullet!, in un fumetto dal ritmo serrato e dalla trama sempre sorprendente.
Avventura dopo avventura, Jonah e Alphius metteranno insieme una ciurma di disadattati e la trasformeranno in una famiglia, e insieme affronteranno i luoghi più oscuri dell’universo.

Daniel Warren Johnson inizia a pubblicare Space-Mullet! nel 2012, una tavola alla settimana sul sito www.space-mullet.com; il primo volume raccoglie i primi quattro capitoli.
Ha all’attivo vari lavori come illustratore e collaborazioni con Marvel e DC Comics. Al momento, oltre a Space-Mullet!, scrive e disegna la serie Extremity per l’etichetta Skybound di Image Comics.

Space Mullet! 1 – Una scommessa alla volta sarà disponibile in fumetteria e libreria a partire dal 12 ottobre 2017.











Space Mullet! 1 – Una scommessa alla volta
Testi, disegni e colori di Daniel Warren Johnson
208 pagine, brossurato, a colori.
Prezzo di copertina 17,90 €


La Notte dell’Oliva, il primo volume del Baffo

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L'esordio su carta del personaggio nato su Facebook








La Notte dell’Olivaè la prima opera di Giulio Mosca e vede come protagonista Il Baffo, personaggio nato e diventato popolare su Facebook grazie alle vignette del suo autore.
Presentiamo il volume, in uscita per ManFont, a seguire.

Comunicato stampa

LA NOTTE DELL'OLIVA, IL PRIMO VOLUME DEL "BAFFO".

Un allegorico viaggio alla ricerca della consapevolezza
Così Giulio Mosca definisce la sua prima opera letteraria.
Una graphic novel che vede come protagonista Il Baffo, personaggio nato e diventato popolare su Facebook grazie alle vignette del suo autore.
La Notte dell’Oliva ci scaraventa prepotentemente dentro al mondo del Baffo che, in quella che sembrava una sera come tante, si ritrova protagonista di un viaggio dentro sé stesso che lo metterà davanti a scelte e rivelazioni importanti.
La sinteticità della vignetta lascia spazio ad un romanzo grafico di sette capitoli che ci farà conoscere ancor meglio l’omino baffuto dalla pelle blu che ha conquistato centinaia di migliaia di seguaci sul web.
Un racconto surreale dal forte impatto visivo ricco di metafore e situazioni interessanti che sapranno farci ridere, piangere e riflettere allo stesso tempo.
SCHEDA TECNICA
Autore: Giulio Mosca
Collana: MF Project
144 pag. A Colori
Brossurato, 16,8×24
Volume autoconclusivo
Prezzo 16,00 €

Il fumetto del film dei The Jackal

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The Jackal e gli autori Paliaga, Carlomagno e Matera presentano a Milano Fottuti Musi verdi a chi?





The Jackal, insieme allo sceneggiatore Jacopo Paliaga, al disegnatore French Carlomagno e alla colorista Adele Matera (già autori di Aqualung), presentano in anteprima assoluta il 19 ottobre a Milano Fottuti Musi Verdi a Chi?. Il graphic novel, pubblicato da Bao Publishing, anticipa l'uscita del film d'esordio dei The Jackal, Addio Fottuti Musi Verdi, commedia di fantascienza che sarà nei cinema a partire dal 9 novembre.

Comunicato stampa

FOTTUTI MUSI VERDI A CHI?

ANTEPRIMA A MILANO IL 19 OTTOBRE PRESSO RIZZOLI GALLERIA ORE 18:00

The Jackal, insieme ai fumettisti Jacopo Paliaga (ai testi), French Carlomagno (ai disegni) e Adele Matera (ai colori) presentano in anteprima assoluta a Milano il graphic novel “Fottuti Musi Verdi a Chi?” edito da BAO Publishing, il volume pronto a prepararvi (se possibile!) all'incredibile spettacolo del primo film dei The Jackal: “Addio Fottuti Musi Verdi”, la commedia di fantascienza in tutti i cinema dal 9 novembre.



Appuntamento il 19 ottobre in Duomo - Galleria Vittorio Emanuele II, ore 18:00 presso Rizzoli Galleria. Ospiti Simone Ruzzo e Alfredo Felco dei The Jackal che parleranno del libro insieme agli autori Jacopo Paliaga, French Carlomagno e alla colorista Adele Matera.
Modera Michele Foschini di BAO Publishing.

BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'uscita in tutte le librerie il 19 ottobre di “Fottuti Musi Verdi a Chi?” il nuovo fumetto di Jacopo Paliaga e French Carlomagno, un volume pronto a prepararvi (se possibile!) all'uscita del primo film dei The Jackal: Addio Fottuti Musi Verdi, fanta-comedy prodotta da Cattleya, The Jackal e Rai Cinema.

Non si tratta di un prequel di uno spin-off o di un sequel, ma di un progetto del tutto originale. I The Jackal hanno fatto un film: Addio Fottuti Musi Verdi. In quel film tutti vanno a vedere un film: le avventure del Tenente Ruzzo Simone. Fantascienza estrema, piena di azione. Così tutti credono che il Tenente Ruzzo Simone sia il personaggio di una pellicola! E proprio le avventure del Tenente Ruzzo Simone sono protagoniste di questo libro!

Venite a scoprire i segreti dietro all'Operazione Quattro Luglio, che fine ha fatto il vero Presidente USA, e quanto all'improvviso e senza motivo potete trovarvi in una situazione da "Gay ingenui" nell'universo fantascientifico divertente e avventuroso del fumetto scritto da Jacopo Paliaga, disegnato da French Carlomagno e colorato da Adele Matera, “Fottuti Musi Verdi a Chi?”, un volume autoconclusivo, che accompagna l'attesa di quello spettacolo che è Addio Fottuti Musi Verdi, il film dei The Jackal, in uscita in tutta Italia il 9 novembre 2017.

Il libro contiene una sezione di dietro le quinte del film con interviste ai The Jackal: Ciro Priello e Simone Ruzzo, al regista Francesco Ebbasta e al visualizer e mecha designer Francesco Crisci, studi preparatori e foto di scena dal set!

Fottuti Musi Verdi a Chi? è disponibile in libreria dal 19 ottobre 2017.

Gli autori:

Jacopo Paliaga è nato a Trieste nel 1990. Scrive la serie Aqualung, creata assieme a French Carlomagno, vincitrice del Premio Micheluzzi 2017 come Miglior Webcomic, pubblicata online su www.coldcove.com e successivamente raccolta in volumi da BAO Publishing. Sempre insieme a French, nel 2016 pubblica il suo primo romanzo grafico, Come quando eravamo piccoli, ancora una volta per BAO. È co-fondatore dell’etichetta indipendente Wilder, per la quale scrive la miniserie Elliot.

French Carlomagno è nato a Torino nel 1986. Frequenta il corso di illustrazione allo IED e inizia a lavorare sia come illustratore sia come visualizer e storyboardista presso Armando Testa. Crea, insieme a Jacopo Paliaga, il webcomic Aqualung. Sempre insieme a lui, nel 2016, pubblica il suo primo romanzo grafico, Come quando eravamo piccoli, per BAO Publishing. Nel 2017, la seconda stagione di Aqualung vince il Premio Micheluzzi come Miglior Webcomic. È co-fondatore dell’etichetta indipendente Wilder.

Adele Matera è nata a Vibo Valentia nel 1991. Nel 2015 inizia a lavorare come colorista, collaborando a fumetti come Aqualung di Jacopo Paliaga e French Carlomagno, serie pubblicata da BAO Publishing, alla quale collabora tuttora. Nel 2016 colora Quasi Super vol.2, edito da Uno Studio in Rosso, e la miniserie Elliot, pubblicata su wilderonline.com per l’etichetta indipendente Wilder. Ha collaborato con Giovanna Niro al secondo numero della serie Orfani: Sam, edita da Sergio Bonelli Editore.

Una preview del libro:
https://issuu.com/baopublishing/docs/preview_fottuti_musi_verdi_a_chi

A cent'anni da Caporetto nasce "Un eroe. Una battaglia"

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Editoriale Cosmo lancia una collana a fumetti dedicata ai grandi eventi bellici




















Poche settimane dopo l'esordio di Caput Mundi, l'Editoriale Cosmo lancia una nuova collana di fumetti inediti, dedicata ai grandi eventi bellici, dal titolo Un eroe. Una battaglia, che giungerà in edicola in concomitanza con i cent'anni da una delle battaglie più drammatiche dell'esercito italiano, quella di Caporetto.

Comunicato stampa

100 ANNI DI CAPORETTO: ARRIVA IL FUMETTO DELLA BATTAGLIA

Nasce la nuova collana a fumetti dedicata a grandi eventi bellici:  Un eroe. Una battaglia.

Roma, ottobre 2017 - Era il 24 ottobre del 1917 quando si consumò quella che è stata definita la più grande disfatta militare italiana: Caporetto. Quest’anno, in occasione del centenario della battaglia, Editoriale Cosmo inaugura una nuova collana a fumetti dedicata ad alcuni grandi e storici eventi bellici. Il primo numero sarà Le nebbie di Caporetto, in edicola dal 26 ottobre. A cadenza mensile, seguiranno i racconti di altre tre famose battaglie: Alesia, Austerlitz e Stalingrado.
Il 24 ottobre 1917 si combatteva la battaglia più drammatica della storia dell'esercito italiano: Caporetto. Una fuga disperata, un disastro militare, una ferita mai sanata, entrata nell'immaginario collettivo come sinonimo di sconfitta fragorosa. Ma è andata davvero così? Secondo lo storico Paolo Gaspari, nei circa quindici giorni di combattimenti ci furono sei importanti battaglie quasi del tutto dimenticate. In quei giorni di fango e acciaio, infatti, è andata in scena una recita spietata, dai molteplici protagonisti. Eroi e codardi, Ufficiali e soldati semplici, nemici ed alleati. Nessuno può sfuggire al giudizio della battaglia...


UN EROE. UNA BATTAGLIA - LA COLLANA
Le nebbie di Caporetto: sceneggiatura di Giulio A. Gualtieri, disegni di Emilio Lecce.
La pioggia di Alesia: sceneggiatura di Giovanni Masi, disegni di Valerio Nizi.
Il sole di Austerlitz: sceneggiatura di Giulio A. Gualtieri e Romolo Pesolillo, disegni di Babbyan.
La neve di Stalingrado: sceneggiatura di Davide La Rosa, disegni di Valerio Befani

Scheda tecnica
Edizione brossurata da edicola
Formato: pocket
Pagine: 128, b/n
Prezzo: 3.90 euro

Edizione cartonata per fumetteria e libreria
Formato: 12x17
Pagine: 128, b/n
Prezzo:  10.00 euro

ManFont pubblica Kimera Mendax vol.1

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Il volume del collettivo Kuro Jam in anteprima a Lucca Comics & Games



ManFont presenterà in anteprima a Lucca Comics& Games il primo volume di Kimera Mendax del collettivo Kuro Jam. Il team artistico ha esordito nella scorsa edizione della manifestazione lucchese con un albo che è stato menzionato da Lo Spazio Bianco tra le migliori autoproduzioni del 2016 e ha ottenuto due Audaci Awards 2016, come miglior colorista e miglior nuova serie.
Presentiamo il volume a seguire.

Comunicato stampa
 

KIMERA MENDAX VOL.1: IL PRIMO LAVORO DEL KURO JAM IN ANTEPRIMA AL LUCCA COMICS AND GAMES
"Futuro prossimo. L’umanità ha scelto di potenziarsi con appendici robotiche, integrando in sé le nuove tecnologie della comunicazione e dell’intrattenimento.Non più politica o religione: a governare una società docile e funzionante ci pensa il sistema bio-operativo “KX”. Perdendo gradualmente il contatto con se stessa, drogata di futuro, la gente vive in morbosa attesa delle nuove “release”, nell’illusione di progressiva completezza e di felicità. È ormai imminente l’autoaggiornamento dell’ultima, misteriosa versione del software, quella che completerà il processo di invisibile e irreversibile tecnodittatura in atto. Alla vigilia dell’evento si moltiplicano strani casi di sparizioni e disconnessioni. Qualcuno giura di aver visto in giro uomini mutilati."

KURO JAM
È il nome collettivo del team artistico composto dai disegnatori Enrico Carnevale, Mattia De Iulis, Giulia D’Ottavi, Stefano Garau e dallo sceneggiatore Gianluca Pernafelli. Il gruppo, nato tra i corridoi della “Scuola Internazionale di Comics” di Roma, ha aperto il proprio laboratorio virtuale nella primavera del 2015 sui social media, condividendo illustrazioni, disegni, vignette, wip, ma anche video e tracce sonore. 
Il primo approdo su carta firmato dai cinque è stato l’artbook Ab Imis, stampato nel maggio del 2016 e seguito da una nuova versione uscita nel maggio del 2017. L’albo Nigredo, presentato nella scorsa a Lucca Comics, ha rappresentato per la squadra il felice esordio nel mondo dei fumetti: l’opera ha ricevuto una “menzione d’onore” da “Lo spazio bianco” in un articolo sulle migliori autoproduzioni del 2016 e ha ottenuto due premi “Audaci Awards ’16”: miglior colorista (Mattia De Iulis) e miglior nuova serie. Kimera mendax, prima parte di un progetto editoriale articolato in due volumi, persegue l’immutata ambizione del collettivo di divertirsi, confezionare un buon prodotto e divertire.


SCHEDA TECNICA
KIMERA MENDAX VOL.1 - SYSTEM
Autori: Kuro Jam
16,8x24
Prezzo di copertina: 12€

Preview: 2053 - Le nuove Acque

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Il nuovo volume targato Manticora in uscita a Lucca



Manticora Autoproduzioni presenterà un nuovo albo alla prossima edizione di Lucca Comics & Games: 2053 - Le nuove Acque, progettato da Brian Freschi e scritto e disegnato da AlbHey Longo, Lonnie Bao, David Ferracci, Ilaria Apostoli, Lorenza de Luca, Ivan Lodi e Anna Ferrari, che racconta di un mondo sopravvissuto alla catastrofe.
Vi presentiamo il volume, la cover e alcune immagini in anteprima.


Comunicato stampa

2053 – Le Nuove Acque

“Siamo brace che non vuole spegnersi”

Da trentun anni il mondo è cambiato.
Il 16 giugno 2022 un micidiale vortice marino ha improvvisamente inghiottito l'Oceania e altri arcipelaghi, dando inizio alla sequenza di cataclismi più devastante della storia della Terra, meritandosi l'appellativo di Judgment Chain.
Da allora, un'umanità annichilita e disorientata lotta per non soccombere, cercando nuovi mezzi per salvarsi e ridisegnando confini di un mondo che non assomiglia più a quello conosciuto.
Le loro storie di sopravvivenza, paura e speranza gettano le basi per una nuova civiltà futura e Bertram Morris, esploratore e studioso, gira il mondo a bordo della sua mongolfiera Nessie per ascoltarle tutte e stilare una storiografia da consegnare alle generazioni future...
Sperando che ne resti una.



Il nuovo volume di Manticora Autoproduzioni è uno sfaccettato mondo post-apocalittico nato dalla mente di Brian Freschi, che come il master di un gioco di ruolo ha tracciato nuovi confiniper permettere agli autori di ambientare le loro storie in sette paesidifferenti.
Oltre ai membri storici del collettivo (Anna Ferrari, Ivan Lodi e Lorenza de Luca), questo albo vanta la collaborazione di David Ferracci, Ilaria Apostoli, Albhey Longo e Lonnie Bao, per un volume ricco di stili e interpretazioni diverse.

AlbHey Longo

 Anna Ferrari

David Ferracci

 Ilaria Apostoli

Ivan Lodi

Lonnie Bao

Lorenza de Luca

Specifiche tecniche:
2053 – Le nuove acque
112 pagine
20 x 26,5 cm
B/N

Idea e testi:
Brian Freschi

Storie e disegni:
David Ferracci
Albhey Longo
Ilaria Apostoli
Lonnie Bao
Ivan Lodi
Lorenza de Luca
Anna Ferrari

Copertina:
Disegno di Old Roger
Colori di Francesca Piscitelli

Novità Bonelli: Nel mistero di Sclavi e Stano

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Alcune immagini dalla storia inedita di Dylan Dog che sarà presentata in anteprima in volume a Lucca


Tra le novità editoriali che saranno presentate da Sergio Bonelli Editore alla prossima edizione di Lucca Comics & Games, impossibile non citare l'uscita di un volume molto atteso (l'avevamo annunciato qui): la nuova storia inedita di Dylan Dog sceneggiata da Tiziano Sclavi e disegnata da Angelo Stano. L’episodio si intitolerà Nel mistero e oggi sul sito Bonelli sono state diffuse in anteprima alcune pagine da questa storia dell’Indagatore dell’incubo, che sarà in seguito proposta anche nell'ambito della serie regolare, sempre a colori, con il numero 375 in uscita a fine novembre.

Vi riportiamo a seguire i testi e le immagini apparse sul sito ufficiale Bonelli, comprese una pagina della sceneggiatura e una di layout.

Sclavi e Stano Nel Mistero!

Nel mistero

Un senzatetto predice, misteriosamente, un efferato atto criminale che sta per accadere, e del quale l'Indagatore dell'Incubo potrebbe essere vittima... È questo l'incipit di una nuova avventura di Dylan Dog, "Nel mistero". Un'avventura speciale, perché rappresenta il ritorno alla scrittura di Tiziano Sclavi a un anno esatto da "Dopo un lungo silenzio". Questa volta, il creatore dell'Old Boy viene supportato ai disegni da Angelo Stano, ricomponendo così la coppia che ci ha regalato alcuni degli "incubi" più indimenticabili dell'inquilino di Craven Road. 
"Nel mistero"è un volume cartonato interamente a colori, ricco di contenuti extra, che arriverà in libreria, fumetteria e nel nostro Shop online il 26 ottobre, ma che potrete trovare anche nei nostri stand alla Fiera di Lucca.
Come accaduto l'anno passato, la storia sarà poi proposta anche nell'ambito della collana regolare di Dylan Dog, sempre a colori ma senza extra, con il numero 375, in uscita a fine novembre.






Dylan Dog. Nel mistero

Pagine: 144, colore
Formato:
 22 x 31 cm, cartonato
Prezzo: 19 €


Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

Morgan Lost #24

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Anche i cartoni sanguinano





Un finale memorabile era prevedibile, conoscendo Claudio Chiaverotti e considerato l'irresistibile crescendo con il quale la serie dedicata a Morgan Lostè andata avanti. Ma di certo non eravamo pronti a un epilogo di simile complessità e imprevedibilità. Quello che ci ha impressionato di questo Serial Toonsè il desiderio di sperimentare, di unire l'alto al basso, di spiazzare il lettore sia con le parole e la storia sia con i disegni e le soluzioni grafiche.



Dopo ventiquattro numeri, ci ritroviamo con un personaggio, Morgan, sempre più complesso - anzi, senza allontanarci troppo dal vero, potremmo definirlo "complessato" - catapultato nel mondo dei cartoni animati per risolvere un caso per il quale è stato ingaggiato. Quindi, proprio per l'ultimo numero, l'autore cambia le carte in tavola e lo schema usuale: non è Morgan ad andare a caccia di serial killer ma il nostro cacciatore di taglie viene assunto per indagare su delle morti di carta che stanno sconvolgendo i piani di un impresario dell'animazione.

Tutto questo, nonostante le novità introdotte da Chiaverotti, ci conferma il profilo di Morgan, personaggio più unico che raro nel panorama del fumetto italiano; un antieroe dotato quasi di una pietas virgiliana: anche lui, come Enea, obbedisce a un senso del dovere e di rispetto della giustizia intimi, interiori, innati, che non si possono apprendere, e dedica la sua esistenza agli altri nella speranza (vana) che aiutare il prossimo possa alleviare il peso che si porta sul cuore. Una grande differenza con l'eroe della latinità è che per il figlio di Anchise c'era almeno la consolazione di compiere un'impresa destinata a far nascere un grande impero che avrebbe segnato la storia del mondo. Per il nostro character dagli occhi tatuati non c'è nemmeno questa prospettiva funzionale a un piano del Fato: il cielo di New Heliopolis è vuoto e gli dèi sono quelli grigi in giacca e cravatta che gestiscono con il pugno di ferro il Tempio della burocrazia. Tutto quello che Morgan ha fatto, fa e farà - nel, ci auguriamo, lungo e glorioso nuovo corso editoriale - si risolve in sé, nella sua tragica e disperata immanenza.




Chicca per cultori, kubrickiani o meno, la centralità del Monolite, strumento creatore e al tempo stesso distruttore. Il riferimento è al grande Monolite nero di 2001: Odissea nello spazio (e, perché no, a Nathan Never #2): anche nell'opera di Chiaverotti, più o meno come in quella del grande regista americano, il totem dispensa morte e risulta essere il centro di tutta la vicenda.
Ma il monolite nero non è l'unico omaggio presente nell'albo. Nell'impresario Warren Beasley non è cosa difficile individuare Walt Disney, padrone di un vero e proprio impero dell'animazione; in tutto l'episodio si respira la stessa aria del capolavoro Chi ha incastrato Roger Rabbit, film del 1988 diretto da Robert Zemeckis su soggetto di Gary K. Wolf; e il riferimento letterario al detective Marlowe nato dalla penna di Raymond Chandlerè vivissimo nella pur breve e splatterosamente grottesca sequenza che vede protagonista il malcapitato detective Barlowe.
Ma il gioco di rimandi e citazioni, sempre copiosi in Morgan Lost e nella scrittura di Chiaverotti, questa volta va oltre il cinema, l'animazione e la letteratura. Chiaverotti si concede infatti un excursus nel mondo delle nuvole parlanti, tra i personaggi che hanno ne segnato la formazione fumettistica, con citazioni visive che vanno dal Cocco Bill di Jacovitti all'Alan Ford di Max Bunker e Magnus, passando per il Nick Carter di Bonvi e Guido De Maria. In tal modo, viene citata la stagione dei "fumetti in tv", rimasta negli annali per le trasmissioni Gulp! e SuperGulp!. Anche questi rimandi, sebbene di origine fumettistica, sono sostanzialmente televisivi, ulteriore richiamo al mondo dell'animazione che rappresenta lo scenario principale del racconto.

Dopo aver parlato delle tante citazioni inserite dal divo Claudio, è doveroso parlare di chi le ha rese graficamente su carta, ovvero dei disegni, a dir poco favolosi, realizzati dal grande Alessandro Pastrovicchio.
Triestino di nascita, classe 1977, è fratello minore di Lorenzo, anch'egli disegnatore. Entra nella Disney Italia nel 1998, prima in qualità di inchiostratore e, in seguito, come disegnatore e, dopo aver lavorato per Piemme e Star Comics, nel 2011 approda in Bonelli.
Il suo tratto, tipicamente da cartoon, poteva dar da pensare ai lettori della serie, ma esclusivamente a quelli che non si mettono totalmente nelle mani del dominus Claudius: se quest'ultimo ha pensato di coinvolgere un disegnatore con le caratteristiche di Pastrovicchio era perché la storia necessitava di un autore in grado di passare con naturalezza dal disegno umoristico a quello realistico. È questo il maggior pregio del lavoro di Pastrovicchio: la totale naturalezza con cui riesce a destreggiarsi con figure e ambienti di tipo opposto senza mai risultare caricaturale (nel senso peggiore del termine). Lo stacco da New Heliopolis alla Topolinia dll'occasione è sempre, oltre che indolore, piacevole e ben riuscito. Il passaggio dal Morgan che tutti conoscono e amano a quello più smilzo del mondo dei cartoon è spiritoso e dimostra la verve dell'artista ma anche l'intelligenza del divo Claudio, il quale ha saputo dare vita a un personaggio tragico ma che, come tutti i grandissimi, non si prende mai troppo sul serio.



Quasi senza accorgercene siamo arrivati, mese dopo mese, alla fine di un ciclo irripetibile e magnifico. Fiduciosi che l'avvenire sarà altrettanto glorioso, riponiamo il n. 24 con i suoi 23 fratelli e aspettiamo con ansia il n. 0 del nuovo corso che sarà presentato in anteprima a Lucca Comics.
Tutto questo, sempre per non restare soli al buio.

Rolando Veloci



MORGAN LOST “Serial Toons” 
NUMERO: 24
DATA: settembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI: Alessandro Pastrovicchio

COLORI: Studio Arancia
COPERTINA: Fabrizio De Tommaso










Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.



L'uomo senza talento: presentazione al Lanteri

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Vincenzo Filosa presenta il classico gekiga di Yoshiharu Tsuge nel nuovo incontro di Fumetti&Popcorn



Giovedì 26 ottobre si terrà presso il Cinema Caffé Lanteri di Pisa l'evento di presentazione de L'uomo senza talento di Yoshiharu Tsuge, un classico del genere gekiga edito in Italia da Canicola Edizioni che proprio oggi ha vinto il Premio Gran Guinigi Stefano Beani come iniziativa editoriale. A presentare il lavoro del grande Maestro giapponese, nel contesto del terzo appuntamento della rassegna Fumetti&Popcorn, sarà il fumettista italiano Vincenzo Filosa, curatore della traduzione del libro dal giapponese, in dialogo con Maurizio Vaccaro.


Comunicato stampa
Cinema Caffè Lanteri
presenta
“L’uomo senza talento”
di Yoshiharu Tsuge

Giovedì 26 ottobre
Ore 20 incontro con Vincenzo Filosa e Maurizio Vaccaro in Sala Cinema

Giovedì 26 ottobre, la rassegna Fumetti&Popcorndedica il suo terzo incontro a uno degli autori classici del manga d’autore, Yoshiharu Tsuge e al suo “L’uomo senza talento”, un pezzo di storia del genere gekiga che è stato tradotto finalmente anche in Italia grazie a Canicola Edizioni. A presentare il lavoro del Maestro sarà uno dei massimi conoscitori italiani della cultura e del fumetto giapponese e colui che ha curato la traduzione del volume, Vincenzo Filosa– già nostro caro ospite due anni fa – fumettista, oltre che traduttore dal giapponese, e curatore della collana Gekiga per Coconino Press, in dialogo con Maurizio Vaccaroalle ore 20 in Sala Cinema del Cinema Caffè Lanteri di Pisa.

L’uomo senza talento è un watakushi manga, un “fumetto dell'io” in prima persona denso di introspezione in cui la descrizione lucida e disincantata della realtà si alterna a momenti di puro lirismo, ritratti grotteschi si mescolano a delicate incursioni nella commedia. Dietro il velo invitante del romanzo di matrice autobiografica, L'uomo senza talento nasconde anche una riflessione amara sui tempi che cambiano, sul valore dell'arte nella vita di tutti i giorni e sul concetto estetico di bellezza. Una confessione di inadeguatezza nei confronti di una società conformista e superficiale, un lascito per le future generazioni di mangaka e di fumettisti.
Canto del cigno della produzione dell’autore, che a un anno dalla sua pubblicazione avrebbe abbandonato per sempre il mondo del manga, L'uomo senza talento incarna alla perfezione l'ideale di fumetto inteso come espressione artistica sofisticata e innovativa.
Yoshiharu Tsuge è forse il mangaka più importante e al tempo stesso meno tradotto di tutti i tempi, tuttavia la sua opera esercita un'influenza enorme sui fumettisti di tutto il mondo e ha ispirato registi del calibro di Ishii Teruo, Nobuhiro Yamashita e Takenaka Naoto che, a cinque anni dall'uscita de L'uomo senza talento, neha realizzato una trasposizione cinematografica.



Yoshiharu Tsuge (Katsushika, 1937) è una figura di culto in Giappone e nel resto del mondo. I suoi lavori più maturi sono considerati tra le massime espressioni del manga d’autore e influenzano da sempre fumettisti, artisti e cineasti. Tsuge muove i suoi primi passi da mangaka nel 1954 con racconti d’ispirazione noir sulla falsariga dei lavori di Yoshihiro Tatsumi e Masahiko Matsumoto che segnano il suo debutto nel mercato delle librerie a prestito. In questa prima fase realizza inoltre una serie di illustrazioni e strisce umoristiche chiaramente ispirate ai grandi classici del genere. Nel 1955, all’età di diciotto anni, pubblica “Hakumen Yakhsa”, il suo primo racconto lungo edito in formato tankobon. I dieci anni successivi all’esordio sono segnati da profonde crisi professionali ed emotive che culminano nel tentato suicidio del 1962. Il 1965 è l’anno della rinascita. Tsuge lavora saltuariamente come assistente per Sampei Shirato e Shigeru Mizuki ma soprattutto inaugura una lunga e proficua collaborazione con Garo, la seminale rivista di Katsuichi Nagai: tra l’agosto di quell’anno, mese della pubblicazione di “Uwasa no bushi”, e il marzo del 1970, produce ventidue storie che segneranno per sempre la storia del fumetto mondiale. “Nejishiki” (1967), capolavoro di surrealismo sperimentale e introspettivo, ha segnato la nascita del manga di matrice onirica e acceso il dibattito sul valore artistico e letterario del fumetto in Giappone. Nel 1972, dopo una pausa di circa due anni, torna sul mercato con storie che si allontanano dallo stile delle opere precedenti: racconti autobiografici ma anche fantasie erotiche e grottesche. Problemi familiari, e la diagnosi di una grave forma di nevrosi, lo costringono a un secondo periodo di inattività tra il 1976 e il 1982. Nel 1984 torna al tavolo da disegno per Comic Baku e tra il giugno del 1985 e il dicembre del 1986 pubblica Muno no hito (L’uomo senza talento). L’autore abbandona definitivamente il mondo del manga nel giugno del 1987 con il suo ultimo racconto “Betsuri” (distacco).

Canicola associazione culturaleè nata a Bologna nel 2004. Attraverso un progetto editoriale di ricerca in ambito grafico e narrativo, esposizioni, workshop, laboratori con i bambini, presenza a festival, si occupa di fumetto contemporaneo e disegno. Canicola ha ricevuto per la sua attività diversi premi e riconoscimenti nazionali e all'estero.



Cinema Caffè Lanteri
Via San Michele degli Scalzi 46, Pisa

Echi invisibili

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Le emozioni e il sesto senso: la nuova edizione dell'opera di Sandoval e La Padula



Questo volume, edito da Tunuè e presentato nelle scorse settimane in libreria in una nuova veste, vede Tony Sandoval negli insoliti panni di solo sceneggiatore. L’autore, messicano di nascita ma europeo di adozione artistica, si è affermato negli anni fra i migliori interpreti del suo genere peculiare e onirico ed è qui affiancato ai disegni da Grazia La Padula, autrice che ha cominciato a produrre fumetti da professionista nel 2007 e che abbiamo rivisto lo scorso anno in Giardino d'inverno. Insieme danno vita a Echi invisibili, un'opera intensa e sublime, da sfogliare, leggere e rileggere.






A volte la forza che ci tiene su e ci impedisce di impazzire per il dolore di una perdita è talmente tenue da diventare sostanzialmente impalpabile. Ci sembra di avvertire echi e visioni, nelle quali risuonano situazioni irrisolte in un loop infinito fatto di reminiscenze di momenti passati cui bisogna far fronte prima di andare avanti. 
È in una situazione simile che troviamo il protagonista di Echi invisibili. Baltus, fotografo olandese, si innamora della futura moglie proprio dopo averle scattato una foto rubata, scintilla che poi ha li ha portati a conoscersi. Purtroppo per Baltus la storia si apre mostrandoci illustrazioni, belle e suggestive, di un cimitero olandese: la moglie, giovanissima, è appena stata sepolta. Per lui comincia un calvario, fra ricordi e malinconia, che lo porterà vicino alla follia per molti giorni. Quando riesce ad attenuare un po’ il dolore decide che deve accettare questa morte e tornare nel mondo. Ma appena esce di casa si rende conto di possedere un sesto senso: riesce a vedere le cose prima che queste accadano. Spaventato ed incapace a far fronte alla sensibilità degli altri decide di trovare un posto dove possa vivere isolato da tutti. Trova la pace in una sperduta isoletta della Sicilia, dove gli abitanti sono pochi e tutti rispettano la sua scelta di solitudine. Dopo vent’anni la sua tranquillità viene interrotta dall’arrivo di una giornalista che cerca in giro per il mondo persone dotate, come Baltus, di un sesto senso. L’uomo la ospita nella sua casetta e fa di tutto per dimostrarle che non possiede poteri speciali ma, che semplicemente, osserva e ascolta la natura intorno a lui. La donna, pur senza credergli, rispetta la sua scelta e se torna in America. Dopo alcuni mesi Baltus riceve una lettera della giornalista che lo invita a New York per la consegna di un premio. Ha scritto il suo articolo sugli “echi invisibili” e lo vorrebbe al suo fianco. Lui si sente spinto a tornare nel mondo ed accetta di rompere il suo isolamento. Riprende in mano la sua vecchia macchina fotografica e torna a fare il suo mestiere.


Non è il caso di svelare come prosegue la storia né il colpo di scena finale, poiché si rischia di non farne capire il senso. Insomma, bisogna leggere Echi invisibili per poterne apprezzare appieno la bellezza.
In quest'opera Sandoval riprende e affronta alcune tematiche ricorrenti nei suoi lavori, come la solitudine, il valore dei sogni e delle visioni, la labile distinzione tra realtà e fantasia, le stranezze e diversità che caratterizzano alcune persone e infine l’importanza delle emozioni. Posso dire che tutti gli elementi sono mescolati in maniera egregia: qui ho trovato la conferma che Sandoval sa davvero come narrare certe storie. A me è piaciuto tantissimo, era da un bel po' che non leggevo un fumetto così coinvolgente.

Non sono da meno i bellissimi disegni di Grazia La Padula. Le sue tavole sono perfette per l’atmosfera della storia. Pulite e senza sbavature sia nella rappresentazione dei personaggi che nella profondità dei paesaggi. La Padula riesce a disegnare in modo da far comprendere i sentimenti attraverso i tratti del volto, cosa non facile davvero. Nelle sue tavole i personaggi sono in buona parte costituiti da una testa molto più spaziosa del resto del corpo, quasi a indicare istintivamente che saranno le espressività e le emozioni del volto a prevalere e un po’ anche a rendere graficamente l'approccio "cerebrale" tipico di Sandoval. Ci sono alcune tavole ambientate sull’isola dove una notte arriva la tempesta che rendono perfettamente la forza della natura, il temporale, la pioggia sui volti. Una mano da fare invidia ai veterani del fumetto: mi auguro sinceramente che questa disegnatrice riesca ad ricevere nella vita tutti i riconoscimenti che merita.

Vi lascio come al solito con una canzone. Non era facile trovarne una per questo soggetto, ma spero di esserci riuscita con Canzone della bambina portoghese di Francesco Guccini.


E poi e poi gente viene qui e ti dice di saper già ogni legge delle cose; e tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote… e poi e poi tutti chiuse in tante celle fanno a chi parla più forte per non dir che stelle morte fan paura…
 
Adelaide

(con una piccola collaborazione/intrusione del Sommo)



Echi invisibili

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tony Sandoval
DISEGNI E COLORI: Grazia La Padula
EDITORE: Tunuè
ANNO: 2017 (Nuova edizione)

Audace intervista a Claudio Chiaverotti

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Il papà di Brendon e Morgan Lost ci parla del suo debutto come regista


Claudio Chiaverotti fa il suo debutto dietro la macchina da presa con il corto I Vampiri Sognano le Fate d’Inverno?. Un esordio bagnato di sangue, breve scorcio nella vita di un vampiro contemporaneo. 
In vista della presentazione del suo atteso corto, che avverrà nel contesto dell'ultima giornata del TOHORROR FILM FEST 2017, gli Audaci hanno scambiato due parole con il sempre gentilissimo autore torinese. 


Ciao, Claudio. Intanto grazie per aver accettato di scambiare due parole con noi per questo evento. Quindi il momento tanto atteso è arrivato. 
Grazie a voi. Sì, sabato 21, alle 21.00, presso il Blah Blah di Torino, in via Po 21 (per gli amanti della Cabala sarà uno spasso; N.D.R.), viene presentato il mio corto sui vampiri. Dico subito che è un horror ma non uno di quelli che ci si potrebbe aspettare trattandosi di vampiri. Non è stato pensato per fare paura a chi lo guarda: è, sì, un horror ma non è splatter. Possiamo definirla una storia su un vampiro contemporaneo un po' cervellotica, magari sulla scia dei film più oscuri di Ferrara. Non bisogna aspettarsi un action, ma più qualcosa di riflessivo, incentrato sul tema della perdita dell'immagine e, quindi, dell'identità. Il mio ringraziamento va a chi lo ha prodotto, ovvero Alessandro Icardi e Renato Semolini (quest'ultimo ha curato il mixing, la direzione della fotografia, la musica, e l'editing). Insomma, è una prima volta e come tutte le prime volte si spera che sia qualcosa di bello, di importante e di cui si parli bene.

Qual è l'idea di base?
Ho scritto proprio su Facebook qualche giorno fa qualcosa a proposito dell'idea alla base del corto. Sono partito dal voler raccontare una storia su un vampiro ossessionato dalla sua immagine e alla fine ho finito per parlare, ancora una volta, di me stesso. Ma di questo me ne sono reso conto soltanto alla fine, perché parlo dell'immagine, anzi dell'ossessione per l'immagine, in chiave negativa: infatti il protagonista ha perso la sua - essendo un vampiro -, mentre io - che ce l'ho ancora - in giro mi metto gli occhiali da sole ogni volta che mi devono fare una foto. Qualche punto (forse più d'uno; NDR) di contatto c'è.

Cosa puoi dirci circa l'ambientazione?
Si tratta della storia di una notte, ambientata a Torino, in location estremamente suggestive, anche se non sta a me dirlo. Le ha trovate uno dei due produttori, Alessandro. Le location sono due: la villa dell'Ottocento e il loft moderno, oltre a piazza San Carlo. Il loft è strepitoso, uno degli appartamenti più belli che io abbia mai visto e ne faccio vedere solo degli scorci. La cura dell'arredamento è tale che ci sarebbe voluto almeno un minuto in più per mostrare meglio le bellezze custodite all'interno; l'altra è la famosa piazza San Carlo, deserta, con i suoi silenzi e i suoi misteri...

Puoi svelare chi sono i protagonisti?
I protagonisti sono due. Quella femminile è una modella russa, Alina Davydova, e non dico di più.
Il vampiro è Christian Burruano, attore che ha recitato in E la chiamano estate di Paolo Franchi e in Pasolini di Abel Ferrara. E poi c'è il povero Claudio che passerà col piattino tra il pubblico (ride; N.D.R.). 

Grazie tante, Claudio. Ti ringraziamo per questa chiacchierata e auguriamo il meglio a te e al tuo lavoro.
Grazie a voi e alla prossima!

Rolando Veloci


Di seguito vi riportiamo il trafiletto ufficiale che presenta il lavoro di Claudio e il programma di TOHORROR FILM FEST 2017.
Il breve scorcio nella vita di un vampiro contemporaneo: dal momento in cui ha ricevuto il dono oscuro in una villa ottocentesca, due secoli fa, all’insonnia “cinebrivido” che lo spinge fuori dal suo loft lungo le strade notturne di Torino, dagli incubi a occhi aperti (uno su tutti: la lapide al centro di Piazza San Carlo deserta) all’ossessione per la perdita dell’immagine, e fatalmente dell’identità. E ha un finale che o ami il regista o lo uccidi seduta stante. Esordio al cortometraggio per Claudio Chiaverotti, “padre” di Brendon e Morgan Lost, acclamati eroi di Casa Bonelli. Al termine incontro con l’autore. 
TOHORROR FILM FEST 2017: IL PROGRAMMA
Dal 17 al 21 ottobre 2017, a Torino, torna il “TOHorror Film Fest”, Festival di Cinema e Cultura del Fantastico, con un’edizione dedicata alla superstizione e soprattutto ai giganti George Romero e Tobe Hooper, recentemente scomparsi. Anche quest’anno la kermesse, giunta al XVII anno, si dividerà tra due sale torinesi vicine: il Cinema Greenwich di via Po 30 per il Concorso Lungometraggi, Web Serie e gli Eventi Cinema, e il Cineclub Blah Blah di via Po 21 per la selezione fuori concorso, il Concorso Lungometraggi, Cortometraggi, Animazioni e gli Incontri. 
https://www.tohorrorfilmfest.it/programma-tohorror-film-fest-2017-xvii-edizione/



ReNoir Comics a Lucca Comics & Games 2017

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Le novità e gli autori in dedica alla manifestazione lucchese


ReNoir Comics sarà presente a Lucca Comics & Games (allo stand 109, padiglione Napoleone) con numerose novità e ospiti in dedica. Li riassumiamo nel post a seguire.

Comunicato stampa

ReNoir Comics a Lucca Comics & Games 2017
Tutte le novità e gli autori in dedica

ReNoir Comics sarà presente a Lucca Comics & Games 2017 (1-5 novembre) con una ricca proposta di novità editoriali, che saranno in distribuzione in contemporanea anche in fumetteria e libreria.

Come ogni anno saranno in dedica allo stand (stand 109, padiglione Napoleone) numerosi ospiti italiani e internazionali: Paola Antista (Gatti!), Federico Bertolucci (Piccole Storie), Frédéric Brrémaud (Piccole Storie, Gatti!), Gianluca Buttolo (La Scelta, Dot), Tony Cliff (Delilah Dirk), Oscar Martín (Solo), Alvaro Iglesias (Solo), Davide Barzi (Don Camillo), Francesco Bisaro (Don Camillo), Alberto Locatelli (Don Camillo), Werner Maresta (Don Camillo - Padre Brown), Andrea Mutti (Nero L'Integrale, The Returning), Mirko Treccani (Don Camillo), Stefano Tamiazzo (Cynocephales), Marco Villa (Don Camillo, Unico indizio le scarpe da tennis, Padre Brown).

Di seguito tutte le novità che saranno proposte in fiera.

Solo – Mondo cannibale, di Oscar Martín
Quarto volume della saga fantasy che ha per protagonista un topo guerriero in un mondo postapocalittico popolato da animali antropomorfi.
Con Mondo cannibale Oscar Martín chiude il ciclo dedicato al suo protagonista, aprendo al tempo stesso la strada a una nuova serie ambientata nello stesso mondo.
128 pagine, brossurato, a colori. 14,90 €



Solo – Sentieri tracciati, di Oscar Martín e Alvaro Iglesias
Spin off della serie di Solo che vede per protagonista Fortuna, una gatta rimasta orfana ancora piccola, che porta con sé una grande eredità, un patrimonio di conoscenza di cui, senza saperlo, è la custode. Il suo destino la conduce attraverso il dolore e la fatica a comprendere quella che sarà la sua missione: tracciare sentieri che guideranno le generazioni future a una vita più sicura, alla sopravvivenza
80 pagine, brossurato, a colori. 9,90 €


Delilah Dirk e lo scellino del re, di Tony Cliff
Secondo capitolo delle avventure dell’eroina inventata da Tony Cliff, adorabile poco di buono, Indiana Jones al femminile dell’inizio del XIX secolo.
Dopo essere stata accusata ingiustamente di spionaggio dal perfido Maggiore Merrick, Delilah Dirk e il Signor Selim viaggiano verso l’Inghilterra nel tentativo di scagionare la giovane (e, già che ci sono, mettere il sale sulla coda al Maggiore). Ma una volta giunta a casa, Delilah incontra un avversario ben più potente di tutto l’esercito britannico: sua madre!
272 pagine, cartonato, a colori. 24,90 €



Il libro di Dot di Hisham Matar e Gianluca Buttolo
Dot è un punto, ma questo non gli basta: vuole capire qual è il punto dell’essere un punto, qual è il senso della sua esistenza. Parte allora per un viaggio, una fuga dal suo quotidiano, alla fine del quale capirà qual è il suo posto nel mondo.
Il libro di Dot è un libro illustrato, scritto da Hisham Matar, vincitore del Premio Pulitzer 2017 per Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro, e disegnato da Gianluca Buttolo, autore di La scelta. Giorgio Ambrosoli per ReNoir Comics.
40 pagine, cartonato, a colori. 12,90 €



Piccole storie della giungla
Piccole storie della preistoria, di Frédéric Brrémaud e Federico Bertolucci
Due nuovi volumi della serie Piccole storie: dopo la foresta e il mare è giunto il momento per il cagnolino e lo scoiattolino di esplorare le giungle di tutto il mondo, volando a bordo di un aereo di cartone, e di viaggiare nel tempo per scoprire com’era la Terra ai tempi dei dinosauri.
Due nuovi titoli per i più piccoli per scoprire gli animali in compagnia di due simpatici amici e attraverso i disegni spettacolari di Federico Bertolucci.
32 pagine, cartonato, a colori. 9,90 €



Una maglia per l’Algeria, di Kris, Bertrand Galic, Javi Rey
La storia vera dei calciatori che rinunciarono alle loro carriere in Francia per giocare con la maglia della loro nazionale, l’Algeria, un paese che ufficialmente non esiste ancora.
Un racconto che coniuga fatti storici e colpi di scena sportivi. L’accurata ricostruzione di un momento fondamentale per l’indipendenza degli stati del Nord Africa. I valori della fratellanza, del rispetto e della non violenza per difendere l’indipendenza e la libertà.
136 pagine, cartonato, a colori. 19,90 €



Don Camillo a fumetti 14 – Radamès, di AAVV
Il nuovo volume della serie dedicata a Don Camillo propone, come al solito, 8 episodi a fumetti, fedeli trasposizioni di altrettanti racconti di Giovannino Guareschi, realizzate sotto l’attenta supervisione degli eredi dello scrittore emiliano.
Il racconto che dà il titolo all’albo vede l’inevitabile incontro a distanza tra i due poeti della “bassa”, Guareschi e Giuseppe Verdi, attraverso la storia, a base di calci e canti, di Radamès Gniffa. Completa il volume un dossier sull’esperienza di Guareschi nel lager.
Le sceneggiature sono di Davide Barzi, a partire dai racconti originali di Guareschi. I disegni sono di Francesco Bisaro, Alberto Locatelli e Mirko Treccani. La copertina è di Ennio Bufi.
112 pagine, brossurato, in bianco e nero. 12,90 €



Atomic Robo e l’anello di fuoco, di Brian Clevinger e Scott Wegener
Arriva il decimo volume dell’amatissima serie Atomic Robo!
La Tesladyne è stata confiscata dalla Majestic 12, un’agenzia governativa segreta, e trasformata in ULTRA, una task force che ha come obiettivo principale quello di influenzare le industrie produttrici di armamenti degli Stati Uniti contrarie agli esperimenti scientifici considerati pericolosi.
Ma alcuni scienziati della Tesladyne sono riusciti a fuggire e sono alla ricerca di Robo, di cui si sono perse le tracce da due anni!
136 pagine, brossurato, a colori. 15 €



YaYa 7 – La trappola
YaYa 8 – Il ritorno, di Jean-Marie Omont e Golo Zhao
Cina, 1937. I Giapponesi attaccano Shangai e la popolazione si dà alla fuga. Nella confusione, la piccola e viziata viene separata dai genitori. Sarebbe davvero nei guai se non fosse per Tuduo, ragazzino dei bassifondi schiavo del racket dell’accattonaggio, che la prende sotto la sua protezione.
Una storia tenera e avventurosa, dal ritmo incalzante, illustrata con delicatezza ed espressività da Golo Zhao, giovane talento del fumetto cinese. 
Le avventure di YaYa e Tuduo si fanno sempre più frenetiche, in vista del nono volume che concluderà la serie.

96 pagine, brossurato, a colori. 7,90 €




Caput Mundi #2

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Il Prometheus Unbound 2.0 di Recchioni & co.





Questa è una recensione di una storia di vendetta totale, scritta da un ispiratissimo Giovanni Masi e realizzata dalla talentuosa Francesca Ciregia la quale, nella seconda parte, cede la matita ad Antonio Mlinaricautore anch'egli di un buon lavoro. A supervisionare il tutto, garantendo sulla qualità d.o.c. del prodotto, come sempre, Roberto Recchioni.


Fin dalla splendida copertina, di nuovo a figure sovrapposte, Marco Mastrazzo ci rende facilmente intuibile che la protagonista dell'albo sarà una donna bella, sì, talmente bella da sembrare ai nostri occhi una meraviglia.
Concentriamoci, per un momento, sull'etimologia delle parole del titolo. Si parte con "meravigliosa", aggettivo che deriva dal nome "meraviglia": il latino mīrabĭlia significa "cosa da ammirare". Veniamo a "creatura". Da "creare": un essere vivente che è stato creato; e questa di creare è prerogativa di un dio, di un demiurgo, di un "facitore".
Gli elementi "mostruosi", cui fa riferimento il sottotitolo della serie, sono già tutti presenti nel titolo della seconda storia: la meravigliosa creatura sarà, al pari del vampiro, dei lupi e dell'eminenza, il mostro di questo episodio.
La parola "mostro", dal latino monstrum (prodigio), porta con se il tema di monēre (che significa avvisare, ammonire): quindi il bellissimo mostro, che vi delizierà tra le pagine che leggerete, prima chiamata Maria e poi Eva, è un segno divino, un prodigio operato non da un dio benevolo, ma da un uomo sconsiderato: le conseguenze saranno nefaste per tutti.

In breve, la trama.
Maria rimane totalmente sfigurata nell'incendio che divampa nel suo condominio, in cui tutti gli altri trovano la morte (se ne faceva cenno già nel corso del primo numero). Lei, grazie alla tracotanza e alle intraprendenti abilità di un chirurgo estetico di grande successo, Augusto Valente, può ritornare a vivere una nuova vita, col nome di Eva, per mettersi alla ricerca degli esecutori materiali e dei mandanti del rogo che ha distrutto la sua precedente esistenza e vendicarsi di quanto perso per sempre.

Una storia che si concentra su un dualismo esasperato tra interiorità ed esteriorità, tra realtà e finzione, tra mostruosità e bellezza.
Quando Eva inizia il massacro è, insieme, eccitante e terrorizzante e non si nota alcuna incongruenza nel modo in cui Eva passi dall'essere la fanciulla da salvare e proteggere a quella sfruttata e concupita, fino al ribaltamento totale di prospettiva che porterà all'inizio di una lunga e sanguinosa vendetta.
Giovanni Masi imposta la sua sceneggiatura in modo così veloce e fluido che si arriva alla fine delle centoquaranta pagine in un battito di ciglia e, stupiti ma sazi di eros e tanatos, la voglia di rileggere il tutto è irresistibile. Davvero una storia ben scritta, un racconto duro e violento, senza fronzoli né peli sulla lingua. La riuscita dell'aspetto narrativo ci permette di affermare che lo studio di collaboratori di Recchioni sta continuando a produrre autori davvero talentuosi e competenti la cui unica pecca, se così la si può definire, è quella di mostrare uno stile a tratti un po' troppo vicino a quello del maestro (anche se in questo caso siamo certi che ciò sia a causa della revisione finale a opera di RRobe e del fatto che la serie sia nata da una sua idea).
E Pietro Battaglia? Qual è il suo ruolo in questa storia? Diciamo che il vampirone siculo, per questa volta, se ne sta un po' più tranquillo e inizia a indagare sulla faccenda solo quando riceve l'ordine dall'eminenza grigia che sembra tenerlo in scacco.
Sul finale ritorna anche un personaggio che era stato introdotto nel primo numero (recensito qui), sul quale non vi diciamo di più per evitare di rovinarvi la lettura.

Cosa dire sui disegni?
La prova di Francesca Ciregia è di quelle maiuscole, destinate a restare nella memoria dei lettori come una delle migliori tra la serie inedite della Cosmo. Lo stile graffiato e oscuro della disegnatrice toscana, già in coppia con Masi in Cuore di tenebra (ne I maestri dell'avventura della Star Comics), riporta alla mente quello del primo Corrado Roi e, di conseguenza, quello del maestro del brivido, Dino BattagliaI suoi bianchi e neri netti si sposano bene alla storia e in alcuni passaggi rendono egregiamente la dicotomia che regge l'episodio: strepitose le tavole in cui possiamo ammirare il formoso corpo di Eva e insieme tremare per la rappresentazione orrorifica di quello che la donna si porta dentro. 
Antonio Mlinaric, forte di uno stile magari più personale (sebbene ricordi un po' lo Sean Phillips di qualche anno fa)in alcuni punti sembra soffrire un po' per una certa incostanza nel ritrarre i personaggi. Il disegnatore va, tavola dopo tavola, in crescendo, e riesce a trovare sempre più la sua dimensione riuscendo a rendere il suo tratto - non molto da fumetto "nero" e dell'orrore - adatto alla storia che deve rappresentare.

Un progetto che conferma dunque tutte le sue potenzialità e che non mancherà di sorprendere e soddisfare la curiosità dei lettori che avranno la costanza di seguirlo mese dopo mese.

Rolando Veloci



Caput Mundi - I Mostri di Roma #2
Meravigliosa creatura
Editoriale Cosmo
Ottobre 2017

Da un'idea di: Roberto Recchioni
A cura di: Giulio A.Gualtieri
Revisione Testi: Roberto Recchioni
Sceneggiatura: Giovanni Masi
Disegni: Francesca Ciregia e Antonio Mlinaric
Cover: Marco Mastrazzo 
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