Come ridere e imparare al tempo stesso
CARAMBA Y CARAMBITA!! Cicoè tornato! E per l’occasione, si disturba, come da tradizione, il patrondella Bonelli, Davide, figlio di Sergio. Il suo sentito editoriale (definisce Cico quasi «un fratello maggiore»), seguito dagli scritti del curatore della serie, MorenoBurattini (il quale ci rivela che leggeremo altri 5 numeri), e dello sceneggiatore di questa attesa miniserie, Tito Faraci, ci introduce nelle avventure – tutte a colori! – del messicano più divertente che ci sia!
Il concetto è semplice ma efficacissimo: far viaggiare Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales a spasso... nel tempo! L’idea in fin dei conti non è delle più innovative: infatti proprio il pancione messicano era già stato al centro di viaggi nel tempo, anche se narrativi. Ricorderete senz’altro la formula dei primissimi albi Speciali dedicati a Cico scritti da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli: far raccontare direttamente da Cico a Zagor le avventure del suo passato (memorabili Cico story, campione d’incassi del giugno 1979 e la cui mitica copertina di Gallieno Ferriè allegata in omaggio in coda a questo volume, e American Cico, del giugno successivo, recensiti dai vostri Audaci del cuore qui e qui in occasione della ristampa delle Edizioni IF). Ma chi ha detto che per divertire e intrattenere bisogna essere per forza originali? La sceneggiatura di un veterano della scrittura creativa come Tito Faraciè solida, credibile, ben equilibrata e riesce a prendere per mano il lettore e accompagnarlo per 59 pagine di divertimento non spensieratissimo, ma di quello che piace agli Audaci: quello, cioè, che riesce ad associare alle risate delle nozioni che, si spera, restino imbrigliate nelle maglie della conoscenza.
E allora chi meglio di Colui che sapeva di nonsapere per fare da guida al nostro Cico nell’Atene del V sec. avanti Cristo se non Socrate, il sommo filosofo? Come se non bastasse, oltre che con (ma soprattutto di) Socrate, avremo il piacere di ridere con la sua iraconda e sensuale moglie Santippe, con il suo discepolo Platone e, niente meno, che con Pericle, lo strategòs, ateniese che guidò la famosa cittadina dell’Attica negli ultimi trent’anni del V sec. a.C..
Le dissacrazioni di Cico lo porteranno letteralmente a prendere tutti a pesci in faccia e riuscirà a passare al contempo per un filosofo fatto e finito – parola di Socrate –, per un pericoloso e infido sicario spartano e, soprattutto, per un imbranato mangione a sbafo (unica grande verità sul suo conto).
Spieghiamo – per dovere di chiarezza – il perché del titolo Mai dire maya visto che l’avventura è ambientata nell’antica Grecia. Quel tizzone d’inferno di Faraci è andato a “sfossare” i Maya, originari abitanti del Messico del nostro Cico, con la scusa del ritrovamento, da parte del professor MacLeod (personaggio già noto ai lettori più attenti delle avventure del Signore di Darkwood), di alcuni loro preziosissimi ed esoterici reperti: un teschio di cristallo, per esempio, distrutto nel giro di pochi istanti dalla goffaggine del messicano. Un altro reperto, un amuleto, innescato maldestramente dal nostro pancione, lo farà precipitare negli abissi del tempo, ed ecco spiegato il suo folle e divertentissimo viaggio.
La professionalità di Faraci, bisogna ammetterlo, ha portato l’autore lombardo ad ammettere, in un suo scritto finale dal titolo esplicativo Il serio e il faceto, che ha alternato dati storicamente documentati ad altri frutto della sua immaginazione ma comunque verosimili e sempre funzionali a rendere la storia più godibile e divertente.
Alle matite troviamo un nome del calibro di Walter Venturi, il quale riveste anche il ruolo di copertinista. Il disegnatore romano, classe ’69, storico collaboratore di Roberto Recchioni (vedi le sue prove su Lost Kidz, John Doe e Detective Dante), è un autore capace di rendere giustizia alla vena comica della storia di Faraci (tra l’altro, i due avevano già collaborato per BradBarron). C’è da ricordare che il nostro non è estraneo al mondo dello Spirito con la scure: infatti, sono suoi i magnifici disegni, sui testi di Burattini e Rauch, del primo Color Zagor, I fantasmi del capitano Fishleg, dell’agosto 2013.
Le novità non si fermano soltanto al colore (a cura di Tiziana Mad Cow, moglie dello stesso Venturi), ma vanno oltre e si spingono fino alla foliazione e alle dimensioni: al formato più snello e agile di 64 pagine fa da cornice una pagina più ampia del solito.
Dulcis in fundo, l’omaggio a Cico che in ogni albo porterà una firma del fumetto comico a cimentarsi con il pancione. Il primo è il simpatico Sio, al secolo Simone Albrigi, il quale ci regale ben tre strisce di “famelica” comicità.
Un numero uno da avere!
Rolandoveloci
“MAI DIRE MAYA”
SERGIO BONELLI EDITORE
COLLANA: Cico a spasso nel tempo
SERIE: Zagor presenta
NUMERO: 1
DATA: giugno 2017
SERIE: Zagor presenta
NUMERO: 1
DATA: giugno 2017
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tito Faraci
DISEGNI, CHINE E COPERTINA: Walter Venturi
COLORI: MAD COW
Tutte le immagini : © 2017 Sergio Bonelli Editore.